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I fantasmi di Villa Polidori

Domina la paura. Osserva. Agisci! Da quando i loro genitori vengono dati per dispersi durante un viaggio di esplorazione nelle profondità dell’oceano, Petronella e i suoi fratelli vivono insieme agli eccentrici nonni nel “Polidorium”, una villa fatiscente a  acciata sul mare. Ben presto capiscono che lì, tra le “Pareti Erranti”, si nascondono molti segreti... l’impresa di pompe funebri nel seminterrato è soltanto il primo. Chi sono Musgret, la Zia Morta e Dita Gelate? Che potere ha Hodder Morkel, il defunto baleniere che, un tempo, era il proprietario del Polidorium? Quando la per  da compagna di classe Marie-Hedwig si vanta di conoscere il segreto della famiglia Polidori, Petronella decide di vincere la paura e di arrivare al fondo del mistero...

Domina la paura. Osserva. Agisci!
Da quando i loro genitori vengono dati per dispersi durante un viaggio di esplorazione nelle profondità dell’oceano, Petronella e i suoi fratelli vivono insieme agli eccentrici nonni nel “Polidorium”, una villa fatiscente a  acciata sul mare.
Ben presto capiscono che lì, tra le “Pareti Erranti”, si nascondono molti segreti... l’impresa di pompe funebri nel seminterrato è soltanto il primo. Chi sono Musgret, la Zia Morta e Dita Gelate? Che potere ha Hodder Morkel, il defunto baleniere che, un tempo, era il proprietario del Polidorium?
Quando la per  da compagna di classe Marie-Hedwig si vanta di conoscere il segreto della famiglia Polidori, Petronella decide di vincere la paura e di arrivare al fondo del mistero...

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Non funzionò.<br />

Anche perché il dottor Oscar non le aveva mai raccontato<br />

molto della sua infanzia. Se si parlava <strong>di</strong> Strombi<strong>di</strong> o <strong>di</strong> pesci<br />

ago, poteva andare avanti per ore a farle lezione. Ma su <strong>di</strong> sé<br />

non <strong>di</strong>ceva praticamente neanche una parola. Non era la prima<br />

volta che questo la faceva arrabbiare.<br />

«Com’era il dottor Oscar? Da piccolo, intendo» chiese<br />

Petronella.<br />

«Mm?» Il nonno parve riemergere dal profondo dei suoi<br />

pensieri, lo sguardo perso nel planisfero appeso alla parete. Si<br />

riscosse e domandò: «Come, scusa?»<br />

«Com’era il dottor Oscar... papà! Da piccolo!»<br />

Avevano preso l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> chiamare i loro genitori “dottor<br />

Oscar” e “dottoressa Stella”, e non mamma e papà come fa la<br />

maggior parte dei bambini. Ma sicuramente questo il nonno<br />

non lo sapeva. A ben vedere, che cos’è che sapeva il nonno <strong>di</strong><br />

loro?<br />

«Ah, Oscar. Ah, lo sai».<br />

«No, proprio non lo so! Appunto per questo te lo chiedo,<br />

nonno».<br />

Poi si udì risuonare dal piano <strong>di</strong> sotto, a un volume<br />

assordante: «Passerotti, è ora!»<br />

«Aaah, il tè è pronto» <strong>di</strong>sse il nonno con impazienza, e<br />

sembrò quasi sollevato <strong>di</strong> non dover più parlare <strong>di</strong> suo figlio. A<br />

quanto pareva, il dottor Oscar non era il solo a cui non piaceva<br />

molto parlare <strong>di</strong> sé.<br />

«Io preferirei una Coca Cola, però» <strong>di</strong>sse Roberta.<br />

Petronella, Roberta e Pellegrino sedevano stretti stretti<br />

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