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I fantasmi di Villa Polidori

Domina la paura. Osserva. Agisci! Da quando i loro genitori vengono dati per dispersi durante un viaggio di esplorazione nelle profondità dell’oceano, Petronella e i suoi fratelli vivono insieme agli eccentrici nonni nel “Polidorium”, una villa fatiscente a  acciata sul mare. Ben presto capiscono che lì, tra le “Pareti Erranti”, si nascondono molti segreti... l’impresa di pompe funebri nel seminterrato è soltanto il primo. Chi sono Musgret, la Zia Morta e Dita Gelate? Che potere ha Hodder Morkel, il defunto baleniere che, un tempo, era il proprietario del Polidorium? Quando la per  da compagna di classe Marie-Hedwig si vanta di conoscere il segreto della famiglia Polidori, Petronella decide di vincere la paura e di arrivare al fondo del mistero...

Domina la paura. Osserva. Agisci!
Da quando i loro genitori vengono dati per dispersi durante un viaggio di esplorazione nelle profondità dell’oceano, Petronella e i suoi fratelli vivono insieme agli eccentrici nonni nel “Polidorium”, una villa fatiscente a  acciata sul mare.
Ben presto capiscono che lì, tra le “Pareti Erranti”, si nascondono molti segreti... l’impresa di pompe funebri nel seminterrato è soltanto il primo. Chi sono Musgret, la Zia Morta e Dita Gelate? Che potere ha Hodder Morkel, il defunto baleniere che, un tempo, era il proprietario del Polidorium?
Quando la per  da compagna di classe Marie-Hedwig si vanta di conoscere il segreto della famiglia Polidori, Petronella decide di vincere la paura e di arrivare al fondo del mistero...

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ora, era successo quello che lui aveva sempre temuto: il dottor<br />

Oscar e la dottoressa Stella <strong>Polidori</strong> erano dati per <strong>di</strong>spersi<br />

nell’Atlantico.<br />

Già. Quella poteva essere non solo la fine delle vacanze<br />

estive, ma anche la fine della vita che avevano vissuto fino a<br />

quel momento. Con quei pensieri in testa, Petronella avvertì<br />

le lacrime bruciare <strong>di</strong>etro le palpebre. Buttò in<strong>di</strong>etro la testa<br />

e alzò gli occhi verso la piccola torre sul tetto pieno <strong>di</strong> buchi.<br />

Le finestre della torre sembravano ricambiare lo sguardo con<br />

aria <strong>di</strong> sfida. Stranamente, quella vista le fece <strong>di</strong>menticare le<br />

lacrime.<br />

Dopo quel viaggio in treno <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci ore verso nord, durante<br />

il quale avevano perso per due volte la coincidenza, il sole<br />

era ormai piuttosto basso nel cielo e <strong>di</strong>segnava lunghe ombre<br />

<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> loro sul viottolo <strong>di</strong> conchiglie a pezzi. Conduceva a<br />

una porta d’ingresso d’ebano e ottone che incuteva un certo<br />

timore.<br />

Roberta suonò il campanello e fece un cenno con la testa<br />

prima a Petronella e poi a Pellegrino. Stava a significare:<br />

ricomponetevi, zucconi (una delle parole preferite <strong>di</strong> Roberta),<br />

e Petronella constatò <strong>di</strong> nuovo che, a <strong>di</strong>re il vero, non aveva<br />

per niente paura. No, continuava a sentire quel formicolio<br />

inopportuno correrle su e giù per la spina dorsale.<br />

Risuonò un potente, maestoso rintocco <strong>di</strong> campana.<br />

Appena un secondo dopo, la pesante porta si aprì e un’anziana<br />

signora <strong>di</strong>stinta (per davvero, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> Roberta) si<br />

presentò davanti a loro indossando una veste da camera dorata.<br />

Petronella conosceva sua nonna solo dalle poche fotografie <strong>di</strong><br />

un album ingiallito, nelle quali era decisamente più giovane.<br />

Ora era anziana; e sempre bella, constatò Petronella con<br />

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