Makinglife N.6 2023
Per quanto sgradito e il più possibile evitato, il conflitto è un elemento naturale delle interazioni umane e non può - né dovrebbe - essere eluso. Se affrontato attivamente e precocemente, invece, può offrire interessanti opportunità di imparare, crescere e innovare.
Per quanto sgradito e il più possibile evitato, il conflitto è un elemento naturale delle interazioni umane e non può - né dovrebbe - essere eluso. Se affrontato attivamente e precocemente, invece, può offrire interessanti opportunità di imparare, crescere e innovare.
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makinglife | dicembre <strong>2023</strong><br />
misurare correttamente le emissioni<br />
legate allo Scope 3 troviamo: il<br />
trasporto e la distribuzione dei<br />
prodotti dell’azienda oggetto di<br />
indagine, incluso lo stoccaggio in<br />
veicoli e strutture non di proprietà o<br />
controllate dall’azienda, ma anche il<br />
trasporto e la distribuzione di prodotti<br />
e servizi acquistati dall’azienda, il<br />
trattamento dei rifiuti generati e la<br />
movimentazione dei dipendenti.<br />
Risulta evidente quanto sia complessa<br />
la valutazione di questa categoria di<br />
emissioni. Ciononostante le aziende<br />
non possono più permettersi di<br />
escluderle o di ignorarle. Non è più<br />
sufficiente considerare solo le attività<br />
sotto il proprio controllo diretto:<br />
affrontare l’impatto ambientale della<br />
propria supply chain è indispensabile<br />
per una transizione concreta verso<br />
l’obiettivo net-zero.<br />
La rinnovata sensibilità su questi<br />
temi e la normativa gradualmente<br />
più stringente obbligheranno i<br />
produttori di farmaci e altri prodotti<br />
della salute a scegliere i propri<br />
partner commerciali anche in base<br />
alla loro carbon footprint. Quindi,<br />
nei prossimi anni, la sostenibilità<br />
diventerà un driver di mercato<br />
importantissimo per le aziende della<br />
logistica, che dovranno trovare un<br />
nuovo equilibrio tra remunerazione<br />
e sostenibilità economica dei servizi<br />
offerti, digitalizzazione, compliance<br />
normativa ai crescenti obblighi<br />
europei e sicurezza dei prodotti.<br />
Sostenibilità sociale e di governance<br />
Anche se l’acronimo ESG compirà vent’anni nel 2024, ancora troppo spesso quando si parla di sostenibilità ci si<br />
riferisce solo a quella ambientale. Il modello ESG, infatti, prende in considerazione anche l’analisi dell’impatto<br />
sociale dell’impresa e della governance aziendale.<br />
La nostra società è di fronte a una sfida sociale che riflette decenni di disuguaglianze. Questa sfida si ripercuote<br />
anche nel mondo del lavoro, dove si sente parlare sempre più di diversità, equità e inclusione (D&I) come di<br />
un importante opportunità per le aziende. I luoghi di lavoro più diversificati e inclusivi dimostrano un impegno<br />
maggiore dei dipendenti, più elevati livelli di innovazione, migliori tassi di fidelizzazione e maggiori profitti.<br />
Le aziende che stanno sposando principi di diversità e inclusione permettono e favoriscono la nascita di diverse<br />
realtà. Una di queste è rappresentata dai gruppi ERG (Employee resource group): si tratta di gruppi di risorse per<br />
dipendenti che uniscono persone accomunate dallo stesso interesse. Non si limitano a promuovere un ambiente<br />
inclusivo, ma organizzano anche attività di mentoring, networking e sviluppo professionale.<br />
Da una analisi dei bilanci di sostenibilità volontari di aziende operanti nella filiera health italiana, non sono pochi i<br />
casi di gruppi ERG, principalmente sui seguenti temi: LGBTQ+, Women Leaders, minoranze etniche, disabilità. A<br />
queste iniziative vengono spesso affiancate formazioni sui temi proposti dai gruppi per favorire un clima di lavoro<br />
sereno e inclusivo, donazioni a favore di associazioni impegnate sui temi approfonditi dai gruppi, giornate di<br />
sensibilizzazione rivolte ad altri operatori della filiera.<br />
Quello che non verrà fatto con le modalità scelte dalle singole aziende, verrà imposto dalla legge e dal mercato.<br />
L’Unione europea ha approvato nel novembre del 2022 la Corporate sustainability reporting directive che prescrive<br />
l’inserimento in bilancio degli impegni ESG. La direttiva entra in vigore quest’anno per i bilanci che verranno<br />
presentati nel 2024 per le aziende di maggiori dimensioni. Certo, questo vale solo per l’Ue ma riguarderà nel giro di<br />
tre anni circa 50mila imprese. E se si decidesse di delocalizzare una produzione inquinante altrove? Sarà difficile fare<br />
i furbi perché in sostanza bisognerà certificare la filiera in cui si è inseriti con oneri di tracciabilità e documentabilità.<br />
Bisognerà certificare dove quella merce è stata prodotta, da chi, come e con quali passaggi<br />
è stata trasportata in Europa. Un obbligo oneroso che potrebbe, incrementando i<br />
costi dai Paesi low cost, facilitare lo sviluppo in loco delle produzioni, favorendo<br />
almeno un certo reshoring.<br />
Responsabilità sociale, sostenibilità, formazione del personale, sicurezza<br />
e legalità sono temi cruciali, su cui si giocherà non solo la credibilità,<br />
ma anche la competitività e l’attrattività delle aziende della nostra<br />
filiera.<br />
Il percorso ESG non sarà facile da realizzare ma indietro non si torna.<br />
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