Makinglife N.6 2023
Per quanto sgradito e il più possibile evitato, il conflitto è un elemento naturale delle interazioni umane e non può - né dovrebbe - essere eluso. Se affrontato attivamente e precocemente, invece, può offrire interessanti opportunità di imparare, crescere e innovare.
Per quanto sgradito e il più possibile evitato, il conflitto è un elemento naturale delle interazioni umane e non può - né dovrebbe - essere eluso. Se affrontato attivamente e precocemente, invece, può offrire interessanti opportunità di imparare, crescere e innovare.
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variava: da una parte il<br />
maschio dominante e<br />
dall’altra potevano esserci la<br />
femmina alfa o un maschio<br />
subordinato. Come previsto,<br />
il maschio alfa tendeva ad<br />
accaparrarsi il cibo per primo<br />
e in maggiori quantità.<br />
Tuttavia, la politica sociale<br />
degli scimpanzé è complessa:<br />
se il maschio dominante<br />
avesse consumato tutto il<br />
cibo senza condividerlo con<br />
un maschio subordinato, ciò<br />
avrebbe generato tensioni<br />
all’interno del gruppo,<br />
dovuta alla percezione di un<br />
comportamento dispotico da<br />
parte del maschio alfa.<br />
L’esperimento ha rivelato<br />
che il maschio dominante,<br />
rispettando queste<br />
dinamiche, tendeva a non<br />
appropriarsi di tutto il<br />
cibo. Alle femmine, inoltre,<br />
lasciava una porzione di<br />
cibo maggiore rispetto al<br />
maschio non dominante, in<br />
virtù del loro ruolo potenziale<br />
di madri. Con i maschi<br />
subordinati condivideva<br />
meno, mantenendo<br />
l’equilibrio gerarchico.<br />
Il concetto quindi è che le<br />
interazioni sono complesse e<br />
fortemente influenzate dalle<br />
capacità cognitive e dal livello<br />
evolutivo della specie.<br />
A livello di specie invece?<br />
Anche a livello di specie<br />
il conflitto può trovare<br />
un equilibrio tra le parti,<br />
ad esempio nei casi di<br />
simbiosi. Spesso pensiamo<br />
alla simbiosi come a una<br />
relazione armoniosa, ma<br />
di solito è il risultato di un<br />
equilibrio in cui ogni parte<br />
persegue principalmente<br />
il proprio interesse: il<br />
fatto che le specie non si<br />
danneggino reciprocamente<br />
è un comportamento<br />
altrettanto egoistico che<br />
garantisce a entrambe le<br />
parti di mantenere attivo<br />
il rapporto continuando<br />
a trarne vantaggio. La<br />
risoluzione del conflitto<br />
in simbiosi è un esempio<br />
di come l’ottimizzazione<br />
degli interessi individuali<br />
possa portare a un beneficio<br />
reciproco.<br />
Quindi in fondo la simbiosi<br />
in natura qualcosa può<br />
insegnarci rispetto al<br />
conflitto...<br />
L’equilibrio che emerge<br />
nelle relazioni simbiotiche<br />
è affascinante perché<br />
ci fa rendere conto che,<br />
nonostante la nostra natura<br />
egoistica – una caratteristica<br />
intrinseca a tutti gli esseri<br />
viventi – è possibile trovare<br />
un equilibrio. Questo<br />
equilibrio non elimina<br />
l’egoismo, ma lo gestisce<br />
attraverso il compromesso.<br />
In natura osserviamo che<br />
anche organismi semplici<br />
e dal comportamento<br />
meccanico riescono a<br />
negoziare e a coesistere in<br />
maniera funzionale.<br />
Certo, non tutti gli<br />
esperimenti di simbiosi<br />
hanno successo, alcuni hanno<br />
fallito e noi non li vediamo.<br />
Ma quelli che sopravvivono lo<br />
fanno non perché aboliscono<br />
l’egoismo, bensì perché<br />
imparano a controllarlo, a<br />
“<br />
La<br />
risoluzione<br />
del conflitto<br />
in simbiosi è<br />
un esempio<br />
di come<br />
l’ottimizzazione<br />
degli interessi<br />
individuali<br />
possa portare<br />
a un beneficio<br />
reciproco<br />
trovare un punto di incontro.<br />
Nell’introduzione al tuo libro<br />
racconti che ognuno di noi<br />
ospita nel suo organismo una<br />
vasta comunità microbica<br />
(circa 1.000 specie) con<br />
cui intrattiene diverse<br />
relazioni di scambio. In<br />
questo contesto, dovremmo<br />
considerare che l’evoluzione<br />
avvenga come insieme di<br />
comunità o come singoli<br />
individui?<br />
Questa è la domanda delle<br />
domande, perché ci siamo<br />
resi conto solo da poco che<br />
l’evoluzione è più complessa<br />
di come la immaginavamo e<br />
che l’ambiente ha un impatto<br />
più significativo di quanto<br />
si pensasse in precedenza.<br />
Capire il punto di equilibrio tra<br />
individualità e comunità è il<br />
nodo centrale della questione.<br />
Il concetto è che noi siamo<br />
contemporaneamente sia<br />
individui che comunità. Da<br />
un lato, ogni organismo è<br />
un individuo con un proprio<br />
genoma che si evolve<br />
attraverso mutazioni e<br />
selezione naturale. Questo<br />
è il livello di evoluzione che<br />
Darwin ha descritto, dove le<br />
variazioni sono registrate a<br />
livello dei geni e si diffondono<br />
o spariscono nelle popolazioni.<br />
Dall’altro lato, gli organismi<br />
non vivono isolati, ma in<br />
comunità dove interagiscono<br />
con altri organismi, con<br />
membri della stessa specie<br />
ma anche con l’ambiente<br />
inorganico. Queste interazioni<br />
possono influenzare<br />
l’evoluzione in modi che non<br />
sono direttamente codificati<br />
nei geni di un individuo,<br />
un livello oggi chiamato<br />
“epigenetico”. L’epigenetica<br />
e le relazioni simbiotiche<br />
stanno espandendo la<br />
nostra comprensione<br />
dell’adattamento evolutivo.<br />
C’è – giusto per restare<br />
in tema – una sorta di<br />
conflitto tra le teorie di<br />
Darwin, che enfatizzano la<br />
selezione naturale basata<br />
sulla variabilità genetica e<br />
l’adattamento dei singoli<br />
individui, e le idee di<br />
Lamarck, che proponevano<br />
l’adattamento come risultato<br />
di caratteristiche acquisite<br />
per rispondere alle necessità<br />
ambientali. Semplificando,<br />
potremmo dire che il modello<br />
evolutivo darwiniano ha al suo<br />
interno anche meccanismi<br />
di tipo lamarckiano: sebbene<br />
i meccanismi descritti da<br />
Darwin rimangano centrali,<br />
l’interazione con l’ambiente<br />
potrebbe avere un ruolo<br />
altrettanto significativo.<br />
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