Makinglife N.6 2023
Per quanto sgradito e il più possibile evitato, il conflitto è un elemento naturale delle interazioni umane e non può - né dovrebbe - essere eluso. Se affrontato attivamente e precocemente, invece, può offrire interessanti opportunità di imparare, crescere e innovare.
Per quanto sgradito e il più possibile evitato, il conflitto è un elemento naturale delle interazioni umane e non può - né dovrebbe - essere eluso. Se affrontato attivamente e precocemente, invece, può offrire interessanti opportunità di imparare, crescere e innovare.
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da affrontare sconsiglia<br />
l’approccio bilaterale tra<br />
stati, essendo manifesto il<br />
disallineamento tra risorse<br />
(umane ed economiche)<br />
disponibili e l’obiettivo<br />
scientifico perseguito.<br />
La dimensione europea,<br />
per quel che ci riguarda, è<br />
l’unità scientifica “minima”<br />
a cui fare riferimento.<br />
Ovviamente nulla<br />
impedisce – ed è anzi<br />
auspicabile – che<br />
nell’ambito di programmi<br />
macro di collaborazione e<br />
cooperazione scientifica<br />
si sviluppino forme di<br />
collaborazione multilaterali<br />
(con specifici progetti,<br />
protocolli d’intesa,<br />
scambi didattici etc.) che,<br />
attraverso la mobilità<br />
di persone e idee, diano<br />
gambe a progetti e ricerche<br />
che altrimenti, anche se<br />
ben pianificate sulla carta,<br />
corrono il rischio di non<br />
trovare mai la luce.<br />
Ad esempio, in ambito<br />
sanitario, come si evince<br />
dalla prima relazione<br />
biennale sull’attuazione<br />
dell’approccio globale alla<br />
ricerca e all’innovazione<br />
della Commissione<br />
europea al Consiglio e<br />
al Parlamento europeo<br />
del 29 giugno scorso,<br />
“[la Commissione ha]<br />
promosso il coordinamento<br />
internazionale degli studi<br />
di piattaforme europee<br />
finanziate dall’Unione<br />
attraverso il Consiglio<br />
di coordinamento delle<br />
sperimentazioni, ha<br />
proseguito la cooperazione<br />
con l’acceleratore per<br />
l’accesso agli strumenti<br />
Covid-19 (acceleratore<br />
ACT), ha finanziato la<br />
ricerca sulla Covid-19 e<br />
SE PER VALORIZZARE I<br />
“GIACIMENTI” DI DATI<br />
PUBBLICI SERVONO<br />
INVESTIMENTI<br />
PRIVATI, SI DEVE<br />
CONTEMPERARE<br />
L’INTERESSE DEL<br />
PRIVATO CON IL FINE<br />
DI SALUTE PUBBLICA E<br />
AVANZAMENTO SOCIALE<br />
A CUI È PREORDINATA<br />
LA RICERCA<br />
“<br />
altre malattie infettive e ha<br />
sostenuto la Coalizione per<br />
l’innovazione in materia di<br />
preparazione alle epidemie<br />
(CEPI).<br />
L’UE ha istituito il<br />
terzo programma del<br />
partenariato Europa-<br />
Paesi in via di sviluppo per<br />
gli studi clinici (EDCTP)<br />
come impresa comune<br />
nell’ambito di Orizzonte<br />
Europa per affrontare<br />
le malattie infettive e<br />
le emergenze di sanità<br />
pubblica nell’Africa<br />
subsahariana”.<br />
Esistono ambiti della<br />
ricerca scientifica in cui la<br />
cooperazione assume un<br />
ruolo più importante che in<br />
altri?<br />
Ho fatto già l’esempio<br />
del consorzio EHT che<br />
ha permesso di ottenere<br />
le prime e uniche due<br />
immagini di un buco nero<br />
attraverso radiotelescopi<br />
lontani migliaia di<br />
chilometri ma puntati<br />
verso la stessa sorgente.<br />
Restando all’ambito<br />
dell’astrofisica, un altro<br />
esempio è l’impresa<br />
realizzata dai due<br />
interferometri Virgo –<br />
progetto a sua volta nato<br />
da una collaborazione<br />
internazionale tra fisici<br />
e ingegneri appartenenti<br />
a venti diversi gruppi<br />
di ricerca europei e<br />
localizzato in provincia<br />
di Pisa – e LIGO, negli<br />
Stati Uniti: insieme hanno<br />
permesso di registrare<br />
per la prima volta il<br />
passaggio di un’onda<br />
gravitazionale. Sarebbe<br />
stato impossibile per un<br />
singolo Paese o gruppo<br />
di ricerca raggiungere<br />
questi risultati. Così<br />
come non potremmo<br />
mai conoscere tutti i<br />
segreti del Dna umano<br />
senza collaborazione<br />
fra studiosi. Non a caso<br />
il progetto “Genoma<br />
umano”, iniziato negli anni<br />
’90, è tra gli antesignani<br />
dei programmi di<br />
cooperazione scientifica e<br />
ancora oggi le scoperte più<br />
rivoluzionarie in ambito<br />
genomico continuano<br />
ad arrivare da consorzi<br />
internazionali. L’ultima è<br />
quella del pangenoma che<br />
permette di confrontare<br />
in parallelo un grande<br />
numero di sequenze<br />
genetiche umane di<br />
diverse popolazioni umane<br />
per cogliere somiglianze e<br />
differenze.<br />
Le piattaforme allo studio<br />
in ambito biomedico per<br />
la condivisione di dati e<br />
cooperazione tra i grossi<br />
gruppi, anche tra privato<br />
e pubblico, porteranno un<br />
avanzamento scientifico e<br />
un vantaggio per i pazienti?<br />
Le piattaforme sono<br />
grandi opportunità di<br />
conoscenza e avanzamento<br />
scientifico ma – specie<br />
a valle di collaborazioni<br />
tra pubblico e privato – è<br />
necessario essere chiari<br />
e ragionare bene su ogni<br />
aspetto della filiera dei<br />
dati di cui si alimentano<br />
e della titolarità degli<br />
“output” che si generano. I<br />
dati, la loro aggregazione,<br />
archiviazione, disponibilità<br />
e utilizzabilità sono – è<br />
notorio – il petrolio della<br />
moderna economia. Molto<br />
spesso la fonte che ne<br />
genera la maggior quantità<br />
e sistematicità origina da<br />
enti e strutture pubbliche.<br />
Se i “giacimenti” di dati<br />
pubblici, in particolare<br />
quelli sanitari, per essere<br />
valorizzati comportano<br />
investimenti ingenti che ad<br />
oggi solo i privati possono<br />
garantire, si pone il<br />
problema di come – ferme<br />
restando le garanzie di<br />
riservatezza del singolo<br />
cittadino – costruire<br />
un assetto di interessi<br />
economici e sociali che<br />
siano desiderabili da tutti.<br />
Si deve cioè prevedere la<br />
possibilità di contemperare<br />
l’interesse del privato<br />
alla remunerazione<br />
dell’investimento con il<br />
fine di salute pubblica e<br />
avanzamento sociale a cui<br />
è preordinata la ricerca<br />
scientifica.<br />
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