Makinglife N.6 2023
Per quanto sgradito e il più possibile evitato, il conflitto è un elemento naturale delle interazioni umane e non può - né dovrebbe - essere eluso. Se affrontato attivamente e precocemente, invece, può offrire interessanti opportunità di imparare, crescere e innovare.
Per quanto sgradito e il più possibile evitato, il conflitto è un elemento naturale delle interazioni umane e non può - né dovrebbe - essere eluso. Se affrontato attivamente e precocemente, invece, può offrire interessanti opportunità di imparare, crescere e innovare.
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makinglife | dicembre <strong>2023</strong><br />
situati nel Nord del mondo e la pipeline<br />
di sviluppo ancora fortemente guidata<br />
da risposte a bisogni clinici dei Paesi<br />
a forte industrializzazione. Tuttavia,<br />
il fenomeno della globalizzazione<br />
dell’industria farmaceutica ha lasciato<br />
tracce ben importanti. Ad esempio, la<br />
nascita di imprese di produzione di Api<br />
e di generici in Paesi in via di sviluppo,<br />
dall’India al Brasile, ma oramai<br />
anche in molti Paesi africani quali<br />
Egitto, Nigeria, Sud-Africa, Marocco.<br />
La nascita di un settore chimicofarmaceutico,<br />
seppur non orientato ad<br />
attività R&D in contesti a basso costo<br />
di manodopera e di produzione, ha<br />
senza dubbio innescato la nascita di<br />
una supply chain – se non globale –<br />
sicuramente transnazionale.<br />
Dopo circa 20 anni del nuovo secolo<br />
si può osservare come il fenomeno<br />
della globalizzazione ponga sfide molto<br />
impegnative. La pandemia Covid ha<br />
mostrato in tutta la sua drammaticità<br />
il rischio industriale associato a supply<br />
chain estese. Le tensioni internazionali<br />
che si stanno manifestando in questi<br />
ultimi anni indicano che l’idea di<br />
un mercato globale si scontra con<br />
l’esistenza di confini e di conflitti.<br />
E infine, ma non certo ultimo, il<br />
consolidamento – in Paesi in via di<br />
sviluppo – di mercati nazionali (ma<br />
estremamente estesi) che competono<br />
con le supply chain “originarie”.<br />
Questi aspetti naturalmente riguardano<br />
molti ambiti industriali ma acquistano<br />
particolare rilevanza per l’industria<br />
farmaceutica, i cui prodotti sono<br />
soggetti a due ulteriori vincoli: il primo<br />
è quella della deperibilità, il secondo è<br />
quello della compliance regolatoria.<br />
Le rotture di stock e la carenza<br />
di farmaci anche essenziali sono<br />
diventate sempre più frequenti, anche<br />
in Europa, e dimostrano come la<br />
gestione della supply chain richieda<br />
un rapido adattamento a condizioni<br />
sempre mutabili.<br />
Uno dei problemi forse meno<br />
conosciuti dall’opinione pubblica<br />
ma potenzialmente più rischioso è<br />
l’introduzione dolosa – in una supply<br />
chain regolata e approvata – di<br />
farmaci, eccipienti, principi attivi<br />
contraffatti o substandard. Sebbene<br />
il numero di report di farmaci<br />
contraffatti introdotti in supply chain<br />
regolate sia estremamente variabile<br />
geograficamente (Cina, Russia, India,<br />
ma anche USA, rappresentano i<br />
casi principali, mentre gran parte<br />
dei Paesi della UE non riporta casi),<br />
la contraffazione o la falsificazione<br />
di un farmaco hanno una valenza<br />
ben più grave di quella di altri beni<br />
di largo consumo, sia per il diretto<br />
rischio per la salute, sia per il fatto<br />
che il consumatore ripone la sua<br />
fiducia nell’integrità del prodotto<br />
che sta assumendo. Acquistare<br />
da un distributore autorizzato un<br />
prodotto farmaceutico confezionato<br />
è per molti garanzia assoluta di<br />
affidabilità. L’introduzione di farmaci<br />
contraffatti o falsificati non è soltanto<br />
conseguenza dell’esternalizzazione<br />
della filiera di produzione verso<br />
mercati meno controllati, ma dipende<br />
anche dall’illecita sottrazione di<br />
farmaci da strutture ospedaliere<br />
e dalle vendite attraverso canali<br />
informatici. Il packaging è, in<br />
definitiva, il vero e proprio biglietto<br />
da visita del prodotto farmaceutico.<br />
Noi riponiamo fiducia nel prodotto<br />
perché ne riconosciamo la forma con<br />
cui si presenta. Ma il problema della<br />
falsificazione rende indispensabile<br />
che il “biglietto da visita” si trasformi<br />
in vera e propria carta d’identità, in<br />
cui vengono conservati in maniera<br />
digitale tutti i dati relativi all’intera<br />
filiera produttiva e distributiva.<br />
Le applicazioni della blockchain<br />
associate all’intelligenza artificiale<br />
rappresentano un’opportunità di<br />
grande rilievo per mantenere la fiducia<br />
del consumatore e dei sistemi nazionali<br />
nei confronti delle supply chain<br />
transnazionali e rappresentano anche<br />
un modo efficiente per il controllo<br />
delle scadenze, delle condizioni di<br />
conservazione e di integrità di principi<br />
attivi ed eccipienti. Il packaging del<br />
farmaco, quindi, dovrà rappresentare<br />
un valore pari al farmaco stesso<br />
nella preservazione della fiducia e<br />
nell’assicurazione di qualità.<br />
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