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WineCouture 11-12/2023

WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.

WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.

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4<br />

lanti, spesso sorprendenti e colorate: ma quali<br />

sono i “segreti” oggi per fare breccia nei cuori<br />

una nuova generazione di consumatori di vino?<br />

Oggi abbiamo a che fare con consumatori complessi e<br />

poco propensi alla fidelizzazione. Da un certo punto di<br />

vista sono più curiosi e attenti, cercano il dialogo con l’azienda,<br />

chiedono conto delle sue azioni a 360° e del suo<br />

ruolo sociale. Da un altro punto di vista, però, sono consumatori<br />

abituati all’acquisto d’impulso: per questo, credo<br />

sia fondamentale potenziare l’e-commerce. L’online non è<br />

il nostro canale fondamentale, né lo sarà mai – continueremo<br />

a farci conoscere soprattutto attraverso l’Horeca –, ma<br />

deve esistere un’altra possibilità di connessione e questo<br />

significa che deve funzionare in modo rapido, intuitivo e<br />

funzionale, così da non perdere potenziali occasioni.<br />

Visto da chi siede anche ai tavoli istituzionali nel<br />

consiglio Uiv, il vino è un mondo per giovani?<br />

Certo, noi giovani possiamo portare prospettive interessanti.<br />

Devo dire, però, che per me l’esperienza nel Consiglio<br />

dell’Unione Italiana Vini mi consente innanzitutto<br />

il confronto con persone di grande esperienza ed intelligenza,<br />

d’imparare un approccio più globale ai problemi,<br />

ampliando il mio punto di vista che, talvolta, nelle contingenze<br />

del quotidiano rischia di essere parziale.<br />

PRIMO PIANO<br />

Il vino è (anche) un<br />

mondo per giovani<br />

A tu per tu con Filippo Polegato: i primi due anni<br />

da amministratore delegato e il futuro di Astoria Wines<br />

All’interno dell’universo del Prosecco,<br />

Astoria Wines fin dalla sua fondazione,<br />

nel 1987, è brand di primo piano. Oggi il<br />

suo giro d’affari ha raggiunto i 55 milioni<br />

di euro circa, con l’export a toccare oltre<br />

105 Paesi, per un’incidenza del 30% sul fatturato. Due<br />

anni fa, per la realtà trevigiana l’importante svolta dettata<br />

dal cambio al vertice, con la proprietà unica passata nelle<br />

mani del presidente Paolo Polegato e del figlio Filippo,<br />

subentrato nella carica di amministratore delegato. È proprio<br />

con il classe 1991, quarta generazione di famiglia impegnata<br />

nel mondo vinicolo, che abbiamo fissato il punto<br />

su sfide e traguardi dell’ultimo biennio e tracciato la rotta<br />

del futuro di un marchio protagonista nel canale Horeca.<br />

Ottobre 2021, il via un nuovo corso per Astoria<br />

Wines, lei assume la guida: qual è il primo bilancio<br />

dopo due anni da amministratore delegato?<br />

Devo dire che ho vissuto questi due anni con grande intensità:<br />

impegno e determinazione hanno convissuto con<br />

la naturale preoccupazione per un ruolo aziendale così<br />

strategico, difficile e delicato. Però, ero anche consapevole<br />

della qualità dei nostri dipendenti e della rete commerciale<br />

e sicuro della loro collaborazione: sono stati un importante<br />

riferimento e mi hanno dato sempre il loro sostegno.<br />

Astoria Wines, da sempre, è sinonimo di Prosecco<br />

nelle sue differenti sfumature: dalla vostra<br />

DI MATTEO BORRÈ<br />

prospettiva, qual è oggi la temperatura del mercato<br />

della bollicina italiana più diffusa?<br />

È un periodo contraddittorio, per l’economia in generale<br />

e per il Prosecco in particolare. Noi siamo produttori e vinificatori<br />

sia di Docg sia di Doc e capiamo la difficoltà di<br />

conciliare esigenze diverse. Quel che credo fermamente<br />

è che l’equilibrio si possa trovare solo lavorando per dare<br />

maggior valore al Prosecco a tutti livelli. Dopo anni di<br />

grande crescita, i prossimi devono essere quelli del consolidamento<br />

in cui, a mio avviso, tutti dobbiamo lavorare su efficienza<br />

e marginalità più che sull’incremento dei volumi.<br />

Quali devono essere, a suo avviso, i nuovi orizzonti<br />

del futuro nel mondo per il vino italiano?<br />

Credo ci sia ancora tantissimo spazio per il bere italiano,<br />

purché si guardi nella giusta direzione. Il che significa<br />

non limitarsi ai mercati consolidati, che fanno sì grandi<br />

numeri, ma in questo momento sono in via di saturazione<br />

o soggetti a difficoltà. In questo senso, come Astoria<br />

Wines partiamo avvantaggiati: abbiamo sempre avuto un<br />

export molto frammentato e stiamo continuando, anche<br />

in questo periodo, a crescere su più sbocchi, in Africa,<br />

Asia e Sudamerica soprattutto, così da metterci al riparo<br />

da eventuali crisi contingenti. Sempre seguendo questa<br />

logica, operiamo per far crescere la quota export sul totale<br />

del fatturato: vorrei portarla al 50% entro due o tre anni.<br />

Astoria Wines è nota per le sue bottiglie scintil-<br />

Produrre vino fa sempre più rima con innovazione:<br />

su cosa avete scelto d’investire per diventare<br />

ancora più sostenibili economicamente, ambientalmente<br />

e socialmente?<br />

Non amo i proclami sulla sostenibilità, che spesso riguardano<br />

aspetti più marginali della produzione. Piuttosto, abbiamo<br />

affrontato anni di grandi investimenti per migliorare<br />

in modo sostanziale la nostra efficienza, così da ridurre gli<br />

sprechi da tanti punti di vista: è lavoro meno “raccontabile”<br />

ma più sostanziale. Il nostro polo logistico, ad esempio,<br />

inaugurato lo scorso anno: 6mila metri quadrati che<br />

ci consente una distribuzione più efficiente a un mercato<br />

in evoluzione, in cui si è ridotta la dimensione dell’ordine<br />

medio e soprattutto i tempi di consegna richiesti. Abbiamo<br />

sviluppato con l’Università di Padova un progetto per<br />

la gestione robotizzata degli ordini, riunificando tre magazzini<br />

preesistenti – con meno costi di mantenimento, di<br />

trasporto e meno emissioni di CO2 – e riducendo fino al<br />

40% dei tempi di evasione delle commesse. Altro investimento<br />

importante è stato quello sul nuovo monoblocco di<br />

imbottigliamento, realizzato nel <strong>2023</strong>: l’inizio linea completamente<br />

rinnovato ha migliorato del 70% la capacità<br />

produttiva ed eviterà carenze di prodotto a magazzino. In<br />

più, abbiamo completato anche l’impatto per coprire a regime<br />

più del 30% del nostro fabbisogno energetico.<br />

Vini No Alcol: è una strada per il settore?<br />

È una delle tante vie, ma di certo non la principale. E non<br />

è neppure una novità: noi abbiamo lanciato Zerotondo,<br />

il nostro spumante Zero Alcol, più di 10 anni fa. Non si<br />

tratta di un vino dealcolato con processi chimici, ma di un<br />

succo d’uva spumantizzato: anche se non fa grandi numeri,<br />

è un’ottima alternativa per coinvolgere nei momenti<br />

conviviali anche chi non beve alcolici e referenza che ci ha<br />

consentito d’entrare in diversi mercati interessanti.<br />

Imboccato ormai il rettilineo finale, qual è il suo<br />

highlight dell’anno per il <strong>2023</strong>?<br />

Devo dire che veder finalmente i risultati degli investimenti<br />

in efficientamento energetico e logistico, che hanno<br />

richiesto anni di lavoro, mi ha fatto molto piacere. E poi sicuramente,<br />

a livello personale, ricordo come un momento<br />

di particolare commozione la presentazione a Vinitaly del<br />

Rosé dedicato mia nonna Mina.<br />

Quali novità avete in serbo per il 2024?<br />

A livello di prodotto, stiamo lavorando al restyling di una<br />

delle nostre linee di successo. Ma abbiamo anche iniziato<br />

una nuova fase d’investimento per efficientare cantina e<br />

sistema frigorifero. In sintesi: non ci fermiamo mai.

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