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Otherland - Le tre prove

Otherland è un mondo magico e pericoloso, un luogo dove le apparenze ingannano e tutto può accadere. Un mondo di vampiri, dei, fate e folletti. Ed è... orribile. Quando Myra e Rohan, amici da sempre, scoprono che la sorellina di Rohan è stata rapita e portata nell’Otherland, capiscono che l’unica strada per salvarla è prendere parte a una partita mortale: tre impossibili prove ideate dalla Regina delle Fate di quel mondo. In caso di vittoria, Rohan e Myra potranno riportare Shilpa a casa, ma in caso di sconfitta... saranno intrappolati nell’Otherland per sempre. Un’avventura fantasy piena di azione e colpi di scena dall’acclamata autrice di Un drago in biblioteca, Il mostro del lago, Il mago del bosco.

Otherland è un mondo magico e pericoloso, un luogo dove le apparenze ingannano e tutto può accadere. Un mondo di vampiri, dei, fate e folletti. Ed è... orribile.

Quando Myra e Rohan, amici da sempre, scoprono che la sorellina di Rohan è stata rapita e portata nell’Otherland, capiscono che l’unica strada per salvarla è prendere parte a una partita mortale: tre impossibili prove ideate dalla Regina delle Fate di quel mondo.
In caso di vittoria, Rohan e Myra potranno riportare Shilpa a casa, ma in caso di sconfitta... saranno intrappolati nell’Otherland per sempre.

Un’avventura fantasy piena di azione e colpi di scena dall’acclamata autrice di Un drago in biblioteca, Il mostro del lago, Il mago del bosco.

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LOUIE STOWELL<br />

<strong>Le</strong> Tre Prove<br />

BASTERÀ UNA SOLA NOTTE PER SALVARE IL MONDO?


Della stessa autrice:


<strong>Le</strong> Tre Prove


© 2021 by Nosy Crow Ltd<br />

© 2022 by<br />

è un marchio<br />

Via Jucker, 28 - <strong>Le</strong>gnano (MI) - Italia<br />

© Louie Stowell, 2021 per i testi<br />

© George Ermos, 2021 per copertina<br />

e illustrazioni in apertura dei capitoli<br />

Titolo originale: <strong>Otherland</strong><br />

Traduzione dall'inglese di Michela Guardigli<br />

Tutti i diritti sono riservati - Stampato in Croazia


A Margot, che non è mai stata rapita dalle fate ma<br />

che po<strong>tre</strong>bbe essere una di loro, non si sa mai.<br />

L.S.


Prologo<br />

Due bambini nascono nello stesso ospedale. Si levano due vocine, poi<br />

il silenzio. I loro cuori si inceppano. I polmoni smettono di riempirsi.<br />

Tutti accorrono. <strong>Le</strong> macchine fanno bip. Un genitore urla.<br />

Dopo un’eternità, l’aria ritorna nei piccoli polmoni. I cuoricini<br />

ricominciano a battere. I genitori piangono lacrime di gioia. Tutto<br />

va bene, ora.<br />

Se non fosse che...<br />

Con uno strappo, nell’universo si è aperto un varco: dal nostro<br />

mondo a un altro. E qualcuno sta osservando. Sa che, se aspetta<br />

abbastanza a lungo, lo squarcio crescerà. Sa che, se li guarda<br />

abbastanza da vicino, troverà il suo momento e reclamerà quello che<br />

le spetta.<br />

Il tempo passa. Un giorno vede le fiamme e capisce: è ora.<br />

Quei bambini desidereranno non essere mai nati.<br />

1


1<br />

Uragano<br />

Myra<br />

La mamma di Myra le strinse la mano e le sorrise da sotto<br />

il naso da clown rosso brillante. «Buon complimorte,<br />

Myra.»<br />

«Grazie, ma!», rispose Myra. Fece a sua madre un<br />

sorrisone a denti s<strong>tre</strong>tti e cercò di sentirsi entusiasta.<br />

Stavano andando alla sua festa di compleanno, che ogni<br />

anno organizzavano insieme a Rohan, suo amico, ma non<br />

troppo. Passare del tempo con Rohan, sempre perfettino,<br />

la faceva innervosire. Stare insieme a lui era come<br />

presentarsi a scuola con il pigiama sporco quando tutti gli<br />

altri indossano vestiti immacolati e perfettamente stirati.<br />

Immersa nei suoi pensieri, strascicava gli stivaletti di<br />

gomma men<strong>tre</strong> passavano davanti ai chioschi di kebab e<br />

ai ferramenta allineati sulla strada, piena di rifiuti, dove<br />

viveva. È il mio compleanno, rifletteva. È un giorno felice. Pensa<br />

a pensieri felici. Ma la malinconia continuava a diffondersi<br />

in lei, come quell’infiltrazione nell’angolo del soggiorno.<br />

3


Guardò sua madre e si sforzò di sorridere di nuovo.<br />

Era come far muovere una bambola di pezza, triste e<br />

bagnata, solo che la bambola era il suo viso. Sua madre<br />

ricambiò il sorriso.<br />

«Non sono fantastici i compleanni?»<br />

Myra annuì. «Proprio fantastici.»<br />

Per festeggiare il compleanno di Myra, sua madre si<br />

era vestita da clown e teneva in mano uno stormo di<br />

palloncini rossi. Quello da clown era uno dei suoi vestiti<br />

più sobri.<br />

Men<strong>tre</strong> camminavano per il centro commerciale<br />

illuminato, mano nella mano, la mamma di Myra<br />

ricevette un sacco di occhiatacce dai passanti, ma a Myra<br />

non importava. Erano solo invidiosi perché non avevano<br />

il loro clown.<br />

Guardò sua madre con orgoglio. Bridget Duffy aveva<br />

una personalità così straripante che a volte Myra si<br />

sentiva un po’ schiacciata accanto a lei. Doveva solo darsi<br />

una scossa ed essere più simpatica possibile, no?<br />

Myra era vestita al meglio per l’occasione, con un fiore<br />

dietro le orecchie e i capelli ricci castani sciolti e selvaggi.<br />

Indossava un tutù da ballo verde brillante, una maglietta<br />

giallo fosforescente con la scritta NOW PANIC AND<br />

FREAK OUT e un paio di stivali verde brillante. Men<strong>tre</strong><br />

camminava accanto a sua madre, per un momento pensò<br />

4


che anche lei avrebbe dovuto indossare un costume.<br />

Niente pensieri il giorno del tuo compleanno, ricordi? si disse.<br />

Era uno dei tanti modi di dire di sua madre, insieme a I<br />

frignoni non piacciono a nessuno e Non ti fidare mai di un Sagittario.<br />

«Il quartiere di Rohan è così noioso, vero?», disse sua<br />

madre. «Sembra di stare all’obitorio.»<br />

Imboccarono la via dove abitava Rohan. Era<br />

fiancheggiata da alberi e tutto era calmo e tranquillo e<br />

profumava debolmente di rose. Myra viveva invece su<br />

una strada a grande scorrimento, intasata di auto, che<br />

puzzava di gas di scarico e di patatine.<br />

«Molto noioso», concordò Myra. Il silenzio di quella<br />

via aumentava il volume dei suoi pensieri.<br />

«Cosa ti sei portata, tesoro?» chiese sua madre;<br />

evidentemente aveva notato solo ora che Myra portava<br />

una borsa.<br />

«È una sorpresa!», rispose Myra con un tono misterioso.<br />

«Così mi piaci!» ridacchiò sua madre, porgendole un<br />

palloncino. «Lascialo andare e guardalo volare!», suggerì.<br />

Myra lasciò andare la corda e il palloncino volò via<br />

nel cielo. Chissà come ci si sente a essere così leggeri e a<br />

volare così in alto.<br />

Presto raggiunsero la casa di Rohan, ordinata e pitturata<br />

di fresco, e Myra suonò il campanello. Un millisecondo<br />

dopo, allungò la mano per suonare di nuovo nel caso<br />

5


non avessero sentito, ma la porta si aprì. Rohan era sulla<br />

soglia, come se fosse stato lì ad aspettare.<br />

«Ciao», disse Rohan. Sembrava preoccupato.<br />

D’altra parte, Rohan sembrava sempre preoccupato.<br />

Era un metro e mezzo di preoccupazione in forma umana.<br />

I capelli neri, sollevati con il gel, gli regalavano almeno un<br />

centimetro in più. Myra non sapeva come fosse possibile,<br />

ma di Rohan sembravano preoccupati anche i capelli. Gli<br />

occhi scuri erano spalancati e guardavano Myra come si<br />

po<strong>tre</strong>bbe guardare una bomba pronta a esplodere.<br />

Myra pensò che sembrava vestito per un funerale, e<br />

non in modo divertente, ironico, della serie «è il mio<br />

complimorte». Aveva una camicia blu scuro e pantaloni<br />

blu ancora più scuri. L’unico accenno di colore era la<br />

cravatta, che era rossa. Ma era comunque una cravatta.<br />

Una cravatta vera. Lo faceva sembrare un adulto<br />

rimpicciolito per sbaglio da un raggio laser.<br />

«CIAO!» disse Myra, a volume maiuscolo. «BUON<br />

COMPLIMORTE A NOI! ORA URLO!» Accompagnò<br />

la parola «urlo» con un vero e proprio ululato penetrante,<br />

con le mani ai lati del viso. Fare una bella entrata era<br />

importante, specialmente a una festa. Rohan si coprì le<br />

orecchie finché lei non ebbe finito. Guardò su e giù per<br />

la strada, controllando se c’era qualcuno nelle vicinanze,<br />

poi fece un cenno, sibilando: «Prego, entrate».<br />

6


«Evvai! Diamo inizio alla festa!» disse la mamma<br />

di Myra, alzando le braccia con le maniche a balze.<br />

«UOOO!»<br />

«Ehm, salve, signora Duffy», disse Rohan, men<strong>tre</strong><br />

osservava il clown sulla porta. «Sa che quest’anno saremo<br />

solo noi e qualche zia, vero? Per via di quello che è<br />

successo l’anno scorso...» Rohan si allontanò, guardando<br />

Myra e poi distogliendo lo sguardo.<br />

Myra sentì una fitta allo stomaco, provocata dai ricordi.<br />

No, non l’aveva dimenticato, ma l’aveva sepolto sotto i<br />

pensieri felici.<br />

La festa congiunta di Myra e Rohan era una tradizione.<br />

I due bambini erano nati nello stesso ospedale, la stessa<br />

notte, ed entrambi erano morti dopo la nascita. Era stato<br />

solo per un minuto, e si erano ripresi completamente<br />

grazie alla prontezza di medici e infermieri. Una volta<br />

l’anno le due famiglie si riunivano per festeggiare quel<br />

doppio miracolo della medicina.<br />

Myra pensò che il miracolo fosse in realtà una<br />

maledizione, dato che ogni anno, alla festa, qualcosa<br />

andava storto.<br />

I misfatti non erano del tutto colpa di Myra, a meno<br />

che «colpa» non volesse dire «avvenimenti causati da<br />

qualcosa che lei aveva fatto».<br />

7


L’anno scorso era andata peggio del solito.<br />

Myra aveva aperto la porta al mago con così tanto<br />

entusiasmo che lui si era ritrovato con una frattura<br />

alla mano, e il suo unico trucco era stato quello di<br />

trasformarsi in un paziente dell’ospedale. C’era stato<br />

anche un incidente con la supercolla e i capelli della cugina<br />

di Rohan, culminato con un intervento d’emergenza dal<br />

parrucchiere.<br />

Sua madre non l’aveva punita, per fortuna. La mamma<br />

di Myra non la rim<strong>prove</strong>rava mai, e non le dava punizioni.<br />

Non faceva parte della sua filosofia genitoriale. «Non mi<br />

piace limitare la mia Myra», le piaceva dire. «Voglio che<br />

scopra da sola i suoi limiti.»<br />

Tuttavia, alla mamma di Rohan non piaceva tanto<br />

che Myra scoprisse i suoi limiti proprio a casa loro. Così<br />

quell’anno Myra aveva ricevuto una lista di regole.<br />

Niente fiammiferi<br />

Niente supercolla<br />

Non aprire la porta d’ingresso<br />

Nessun divertimento<br />

Ok, l’ultimo punto non c’era davvero sulla lista. Eppure<br />

le sembrava quello il vero obiettivo dei genitori di Rohan.<br />

Quale festa ha una lista di regole?<br />

Con un’espressione perplessa, Rohan squadrò dalla<br />

testa ai piedi la madre di Myra, dalla parrucca da clown<br />

8


ai pantaloni con le toppe, fino al trucco sul viso.<br />

«Quindi, ecco... non ci saranno altri bambini», disse.<br />

Giustamente Rohan non si considerava un bambino,<br />

pensò Myra.<br />

«E allora?», chiese la signora Duffy. «Più piccola è la<br />

festa, più dobbiamo impegnarci per renderla divertente,<br />

non credete?» La sua voce era leggermente attutita da<br />

un grosso naso rosso che stringeva il naso vero e proprio.<br />

Portò la mano sul bavero da clown e un getto d’acqua uscì<br />

da un fiore di plastica, finendo dritto in faccia a Rohan.<br />

«Buon complimorte, tesoro!» ridacchiò lei.<br />

«Grazie...» rispose Rohan, asciugandosi l’occhio e<br />

appiattendosi al muro per lasciarle passare. Sembrava<br />

rimanesse appiattito più a lungo del necessario, come se<br />

si fidasse più del muro che di Myra e di sua madre.<br />

«Palloncino?», chiese la mamma di Myra, porgendone<br />

uno a Rohan.<br />

«Io... perché no...», rispose Rohan.<br />

«Più tardi, possiamo inalare l’elio e parlare come le<br />

formiche!» suggerì la mamma di Myra.<br />

Rohan fece una faccia inorridita. «Ma fa male!»<br />

La mamma di Myra scrollò le spalle. «Davvero? Ah!<br />

Ciao, piccoletta! Dai una strizzata a zia Bridget!» E tese<br />

le braccia verso la sorellina di Rohan, Shilpa, che arrivò<br />

sgambettando e ridacchiando da sola.<br />

9


Quando vide un pagliaccio nel corridoio, Shilpa gridò<br />

e corse verso Rohan, aggrappandosi alle sue gambe.<br />

La madre di Myra sembrò rattristarsi per un momento.<br />

Ma no, era impossibile. La mamma di Myra non era mai<br />

triste alle feste.<br />

«Oh, quanto bene vuole a suo fratello», disse Bridget<br />

Duffy.<br />

Rohan accarezzò delicatamente la testa scura e<br />

riccioluta di Shilpa. La bambina indossava un pigiama<br />

dell’Uomo Ragno e faceva uno sbadiglio dopo l’altro.<br />

«No nanna!» disse a Rohan. «Giochiamo!»<br />

«Prima devi fare il tuo pisolino», disse Rohan. «Dopo<br />

potrai giocare con noi.»<br />

«Giochiamo!» ripeté Shilpa. «Adesso?»<br />

«No, più tardi. È ora di dormire. Vuoi che ti canti una<br />

ninna nanna? La tua preferita?»<br />

«Sì» rispose Shilpa, annidandosi nella sua gamba come<br />

un koala aggrappato a un albero. Poi, nel caso qualcuno<br />

pensasse che avrebbe accettato tutto senza fiatare,<br />

aggiunse: «Però prima giochiamo!»<br />

«Sss! Più tardi», disse Rohan. Cercò di sembrare severo,<br />

ma quando Shilpa lo guardò con i suoi occhioni scuri, lui<br />

si sciolse e le fece il solletico.<br />

«Giochiamo!» gridò, poi si lasciò andare a risatine di<br />

gioia.<br />

10


La madre di Rohan scese proprio in quel momento,<br />

profumata ed elegante come una star del cinema. Myra<br />

sospettava che non fosse una persona reale, ma una specie<br />

di ologramma. Indossava un vestito verde molto carino<br />

con un foulard vaporoso e brillante e tutto in lei sembrava<br />

risplendere di perfezione.<br />

Rohan prese in braccio Shilpa e cercò di farla smettere<br />

di ridacchiare.<br />

«Priyamvada!» disse la signora Duffy. Abbassò per un<br />

attimo lo sguardo sul suo costume da clown, poi tornò<br />

a guardare la mamma di Rohan, il suo sorriso vacillò<br />

leggermente sotto il naso da clown. «Sei bellissima!»<br />

«Grazie!», rispose la mamma di Rohan. «Ma ora<br />

mi sento un po’ fuori posto: il tuo costume da clown è<br />

stupendo!»<br />

La mamma di Myra si illuminò per il complimento.<br />

«Vuoi un po’ di chai men<strong>tre</strong> aspettiamo che sia pronto<br />

il pranzo?», continuò la mamma di Rohan.<br />

Myra sentiva l’odore del cibo: calore speziato e pane<br />

fresco. La mamma di Myra fece oink con il naso rosso, il<br />

che significava che le sarebbe piaciuto un po’ di chai, e gli<br />

adulti si avviarono in cucina. Myra fece per seguirle, ma<br />

sua madre scosse la testa.<br />

«Vai a giocare», disse lei. «Ho bisogno di un po’ di<br />

tempo da adulti!»<br />

11


Myra deglutì. Gli odori appena sfornati le si inacidirono<br />

nelle narici. «Facciamo qualcosa di divertente!» disse a<br />

Rohan, men<strong>tre</strong> Shilpa si dimenava tra le sue braccia.<br />

«La metterò a letto, poi po<strong>tre</strong>mo giocare a<br />

Thronehammer», disse Rohan, sollevando la sorella. <strong>Le</strong>i<br />

ridacchiò e gli tirò i capelli sugli occhi. «È tutto pronto<br />

sotto la tenda, nel caso piova. Shilpa, non fare così. Devo<br />

andare di sopra e non ci vedo.»<br />

Shilpa ridacchiò e gli scompigliò ancora di più i capelli<br />

men<strong>tre</strong> lui saliva le scale.<br />

«Rohaaaaa!» «Rohaaaa! Dormire no! No a letto!»<br />

«Andiamo, non voglio farti cadere», disse Rohan,<br />

allontanando Shilpa dal suo viso men<strong>tre</strong> saliva le scale.<br />

Myra sorrise. Shilpa non faceva mai quello che le<br />

veniva detto, e Myra apprezzava questa qualità in una<br />

persona, anche in un personcina così piccola.<br />

«Non può giocare un po’?» chiese Myra, pensando<br />

che Shilpa sarebbe stata probabilmente più divertente di<br />

Rohan.<br />

«Gioco con Myra!», ribatté Shilpa, tendendo le braccia<br />

cicciottelle verso Myra.<br />

«No!» Rohan era già a metà delle scale. «Non sei<br />

d’aiuto, sss!»<br />

«E va bene!» rispose Myra, sentendosi un po’ offesa,<br />

ma senza farci troppo caso. Ci sarà da divertirsi, ricordati. Non<br />

12


può non essere divertente. Non importa che la mamma non voglia<br />

stare con me ora. Ha passato tutta la mattina con me, no? Quindi<br />

anche al<strong>tre</strong> persone dovrebbero stare con me!<br />

Ma non c’erano al<strong>tre</strong> persone nelle vicinanze. Rohan<br />

sarebbe tornato presto al piano terra. Myra si diresse<br />

verso il giardino, con la borsa a tracolla. Conteneva cose<br />

preziose e non poteva essere persa di vista. Era coperta<br />

di toppe e distintivi. Su uno c’era scritto: «Morte al<br />

patriarcato!». Uno diceva: «Salvate gli animali, mangiate<br />

le piante!» e un altro, semplicemente: «Cuccioli!». Myra<br />

aveva gusti variegati, ma era coerente nel suo amore<br />

per i punti esclamativi su tutto. Rendono le parole più<br />

emozionanti!<br />

Myra si sedette su una delle sedie del giardino, con la<br />

sua Importantissima Borsa vicina, e osservò il tabellone<br />

di Thronehammer come un generale che si prepara alla<br />

battaglia.<br />

I pezzi erano disposti ordinatamente, con i dadi<br />

accanto al tabellone e il regolamento al posto giusto.<br />

Myra amava tutti i personaggi del gioco e i disegni sulla<br />

scatola; c’erano un nano, un elfo e un guerriero umano<br />

che combattevano contro un ragno gigante. La realtà del<br />

gioco non era mai stata all’altezza delle illustrazioni. Era<br />

un gioco di ruolo, dove si fingeva di essere personaggi<br />

fantastici, si compivano missioni e si combatteva contro<br />

13


i mostri. A Myra piaceva, ma c’erano così tante regole!<br />

Non mangiare cibo magico!<br />

Non si possono usare armi di ferro con un personaggio<br />

fatato!<br />

Non si può continuare a combattere quando hai perso<br />

900 punti ferita dopo un attacco frontale un po’ incauto<br />

contro un troll...<br />

...e Rohan era così pignolo su tutto. Per esempio, Myra<br />

non capiva perché non le fosse permesso lanciare un<br />

incantesimo di nono livello con un mago di quarto livello,<br />

e lui andava su tutte le furie quando lei ci provava.<br />

«Ma se oggi mi sento EXTRA potente? CABAM!<br />

Palla di fuoco!» A questo punto, in preda all’ansia, Rohan<br />

cominciava di solito a saltellare da un piede all’altro.<br />

La finestra della cucina si aprì raschiando il davanzale.<br />

Arrivavano rumori di piatti e ciotole e tazze, e varie zie<br />

che suggerivano il modo migliore per fare le cose, finché<br />

la signora Patel chiese loro di andare ad apparecchiare<br />

la tavola. Myra rivolse la sua attenzione al tabellone, per<br />

decidere quale personaggio voleva essere oggi. Rohan<br />

aveva un mago di nono livello che impersonava da un<br />

anno, e finora era riuscito a uccidere tutti i personaggi di<br />

Myra, tranne un berserker. La cosa buona dei berserker,<br />

che combattono come invasati, è che si precipitano in<br />

battaglia senza un piano, ed era per questo che il suo<br />

14


personaggio, Thorag il Temerario, non era morto. Non<br />

ancora.<br />

<strong>Le</strong> voci degli adulti uscivano pigre dalla finestra della<br />

cucina.<br />

«Come va la tua attività?» chiese la signora Patel.<br />

«Oh, sai», rispose la mamma di Myra. «Stenta a decollare.<br />

Non sono sicura che la gente sia pronta per lo yogurt<br />

curativo. Ed è difficile des<strong>tre</strong>ggiarsi tra il lavoro e badare a<br />

Myra.»<br />

Sentendo il suo nome, Myra drizzò le orecchie.<br />

«Mi dispiace, sì è difficile», disse la signora Patel. «Non<br />

so come fai.»<br />

«Quando hai un figlio non ti dicono quanto sia difficile<br />

poi fare qualunque cosa. <strong>Le</strong> voglio tantissimo bene, ma<br />

non smette mai di parlare quando cerco di concentrarmi.»<br />

<strong>Le</strong> parole erano come graffi su una lavagna, ma la<br />

lavagna era la sua cassa toracica. Myra strinse i denti.<br />

«Se qualche volta vuoi che venga qui a giocare per<br />

darti un po’ di respiro, basta che tu lo dica», disse la<br />

signora Patel.<br />

«Non mi tentare! Po<strong>tre</strong>i fare la sua valigia e lasciarti<br />

mia figlia per un bel po’!», rise la madre di Myra.<br />

Myra non voleva sentire altro. Sapeva di aver ostacolato<br />

lo stile di vita di sua madre, ma non voleva ascoltarla<br />

men<strong>tre</strong> lo diceva ad alta voce. Si alzò improvvisamente,<br />

15


sbattendo le ginocchia nude contro il tabellone e<br />

spargendo i pezzi del gioco per tutto il patio.<br />

<strong>Le</strong> voci in cucina si zittirono improvvisamente, e<br />

qualcuno allungò la mano per chiudere la finestra.<br />

Myra guardò i pezzi caduti, mordendosi il labbro.<br />

Rohan si sarebbe arrabbiato. Passava secoli a preparare<br />

le partite di Thronehammer e lo faceva sempre in modo<br />

così attento e perfetto. Si mise in ginocchio e cominciò a<br />

recuperare i piccoli guerrieri e maghi meticolosamente<br />

dipinti, i dadi e i mostri. Li rimise sul tabellone, ma non<br />

riusciva a ricordare le loro posizioni iniziali. Mise un troll<br />

delle caverne nella taverna dove avrebbero iniziato il<br />

gioco, invece di un posto più adatto, come una prigione.<br />

Perché non iniziare il gioco con il botto?<br />

Anzi, perché non iniziare la festa con il botto? Diede<br />

un’occhiata alla sua borsa. Quando aveva deciso di<br />

portarli con sé, non era sicura che sarebbe andata fino in<br />

fondo. Ma ora... avrebbe dimostrato a sua madre che non<br />

era solo una palla al piede. Sapeva stare al gioco, e non<br />

solo tra i piedi!<br />

Proprio in quel momento, Rohan uscì. Fissò il tabellone<br />

con orrore. «Che cosa hai combinato?»<br />

Myra alzò le spalle. «Ho spostato un po’ le cose. Ma<br />

giocheremo a Thronehammer più tardi. Ho un’idea,<br />

faremo qualcosa di molto più divertente. Andiamo!»<br />

16


Prese la borsa piena di tesori e gli fece cenno di seguirla.<br />

«Cosa?» domandò Rohan. «Dove stai andando?»<br />

Trotterellò per raggiungerla, come se avesse ingoiato un<br />

cesto di ragni, e ogni ragno fosse in preda a una crisi di nervi.<br />

Di cosa doveva preoccuparsi? Era una festa! Sua madre<br />

non pensava a lui come un peso morto. No, era il signorino<br />

Perfettino, l’Angioletto, il piccolo Capitano Coraggioso.<br />

«Datti una mossa!» disse, e scomparve tra i cespugli<br />

umidi che separavano la parte principale del giardino<br />

da quella con lo stagno dei pesci sul retro. Il giardino dei<br />

genitori di Rohan era enorme. Per gioco, quando erano<br />

piccoli, Rohan e Myra dicevano che c’erano dei mostri<br />

che vivevano lì dietro, solo che Myra non stava giocando.<br />

Credeva che fossero reali, e lasciava del cibo fuori per<br />

loro. I ratti e le volpi dei dintorni lo apprezzavano molto.<br />

I genitori di Rohan meno. Myra aprì la borsa, guardando<br />

il cielo. Poteva piovere da un momento all’altro, quindi<br />

ora o mai più.<br />

Quando Rohan la raggiunse, stava allineando i fuochi<br />

d’artificio, conficcandoli ognuno nel terreno, e legando<br />

un filo tra i pezzi di carta blu in basso. Sorrideva. Sarebbe<br />

stato fantastico.<br />

«Cosa stai facendo?» chiese Rohan.<br />

Men<strong>tre</strong> Myra piantava l’ultimo fuoco d’artificio, si<br />

voltò verso di lui, pulendosi le mani. Era entusiasta<br />

17


di condividere il suo piano, incredibilmente scaltro e<br />

scientifico. «Dato che è giorno, i fuochi d’artificio non<br />

si vedranno molto bene contro il cielo. Così ho pensato<br />

di collegarne alcuni insieme in modo che fossero più...»<br />

gesticolava. «BUM! Li accendo io o vuoi farlo tu?»<br />

«Ma...» disse Rohan. «Avevamo detto niente<br />

fiammiferi.»<br />

«TA-DAA!» Tirò fuori dalla tasca l’accendino e lo<br />

sventolò davanti al suo viso con aria trionfante. «Non mi<br />

servono i fiammiferi. Vedi! Sto seguendo le regole!».<br />

«La regola niente fiammiferi non riguardava solo i<br />

fiammiferi...» Rohan sospirò. «Il punto era non dare<br />

fuoco alle cose. Sai, come quella volta che hai dato fuoco<br />

a tutti i miei biglietti d’auguri cercando di accendere le<br />

candeline sulla torta...»<br />

«Tua mamma non ha detto di “non dare fuoco alle<br />

cose”, giusto?» Myra scosse la testa. Lui non capiva. «<strong>Le</strong>i<br />

ha detto “niente fiammiferi”. Come posso obbedire a cose<br />

che non ha detto? Non sono mica una sensitiva. Anche se<br />

mia madre dice che è una cosa di famiglia...» Myra fece<br />

scattare l’accendino con un forte SNAP. Si chinò e accese<br />

la miccia a un’es<strong>tre</strong>mità della catena di fuochi d’artificio.<br />

Myra non era del tutto sicura di cosa successe dopo.<br />

Ci furono sicuramente dei bang molto forti, dei flash,<br />

degli schianti e un fischio acuto che sembrava un diavolo<br />

18


fuggito dall’inferno e finito per sbaglio in una gara di<br />

ballo su un cannone.<br />

Poi alzò lo sguardo e scoprì che il capanno era in<br />

fiamme.<br />

Dalla casa si levarono le urla degli adulti. Passi affrettati.<br />

Al<strong>tre</strong> grida. Un bambino che piange.<br />

«Ops», disse Myra. Si accigliò. «Non volevo.»<br />

«Il capanno, Myra!», disse Rohan. Si passò le dita tra<br />

i capelli, bianco come un criceto a un convegno di gatti.<br />

«Hai dato fuoco al capanno!»<br />

«Sì», disse Myra. Iniziò a sentirsi un po’ depressa.<br />

Poi le balenò un sorriso e fece un gesto trionfale verso la<br />

struttura in fiamme. «Almeno non ho infranto le regole!»<br />

Accanto a lei, Rohan si prese la testa tra le mani e si<br />

abbandonò al panico...<br />

19


<strong>Otherland</strong> è un mondo magico e<br />

pericoloso, un luogo dove le apparenze<br />

ingannano e tutto può accadere. Un mondo<br />

di vampiri, dei, fate e folletti.<br />

Ed è... orribile.<br />

Quando Myra e Rohan, amici da sempre,<br />

scoprono che la sorellina di Rohan è stata<br />

rapita e portata nell’<strong>Otherland</strong>, capiscono che<br />

l’unica strada per salvarla è prendere parte a<br />

una partita mortale: <strong>tre</strong> impossibili <strong>prove</strong> ideate<br />

dalla Regina delle Fate di quel mondo.<br />

In caso di vittoria, Rohan e Myra potranno<br />

riportare Shilpa a casa, ma in caso di sconfitta...<br />

saranno intrappolati nell’<strong>Otherland</strong> per sempre.<br />

Un’avventura fantasy piena di azione e colpi di<br />

scena dall’acclamata autrice<br />

di Un drago in biblioteca, Il mostro del lago,<br />

Il mago del bosco.<br />

ISBN 978-88-474-6155-0<br />

e 10,00

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