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L'ippopotamo in fondo al corridoio

L’invito era stato consegnato da uno sciame di api. Non c’era nessun destinatario, ma Ben sapeva che era per lui. E gli avrebbe aperto le porte di un polveroso e caotico museo pieno di strane creature incantate. Un mondo di intriganti misteri e curiosi segreti di famiglia...dove la magia rivela il suo lato più malefico! L’ippopotamo in fondo al corridoio è il romanzo d’esordio di Helen Cooper, già vincitrice dei prestigiosi premi Kate Greenaway Medal e Smarties Young Judges’Award.

L’invito era stato consegnato da uno sciame di api. Non c’era nessun destinatario, ma Ben sapeva che era per lui. E gli avrebbe aperto le porte di un polveroso e caotico museo pieno di strane creature incantate. Un mondo di intriganti misteri e curiosi segreti di famiglia...dove la magia rivela il suo lato più malefico!

L’ippopotamo in fondo al corridoio è il romanzo d’esordio di Helen Cooper, già vincitrice dei prestigiosi premi Kate Greenaway Medal e Smarties Young Judges’Award.

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© 2017 by David Fickl<strong>in</strong>g Books,<br />

per la prima edizione <strong>in</strong> Gran Bretagna<br />

© 2019 by<br />

è un marchio<br />

Via Jucker, 28 - Legnano (MI) - It<strong>al</strong>ia<br />

© 2017 Helen Cooper per testi e illustrazioni<br />

Titolo orig<strong>in</strong><strong>al</strong>e: The Hippo at the End of the H<strong>al</strong>l<br />

Progetto di Ian Butterworth<br />

Traduzione d<strong>al</strong>l’<strong>in</strong>glese di Gioia Sartori<br />

Tutti i diritti sono riservati - Stampato <strong>in</strong> It<strong>al</strong>ia


Per Ian Butterworth,<br />

per il progetto di questo libro e di tutti gli <strong>al</strong>tri.


I n d i c e<br />

FUORI TEMPO MASSIMO 1<br />

CAPITOLO 1 L’<strong>in</strong>vito 3<br />

ORARI DI APERTURA 9<br />

CAPITOLO 2 Un ricordo strano e segreto (di papà) 11<br />

CAPITOLO 3 Vieni ora o mai più 18<br />

CAPITOLO 4 Origliare 26<br />

CAPITOLO 5 Tempo e piume 32<br />

CAPITOLO 6 L’<strong>al</strong>tro lato del s<strong>al</strong>one 39<br />

CAPITOLO 7 Il toporagno elefante 50<br />

CAPITOLO 8 Misurare il tempo 59<br />

CAPITOLO 9 L’ippopotamo 67<br />

CAPITOLO 10 Le storie delle api 76<br />

CAPITOLO 11 Il cam<strong>al</strong>eonte 87<br />

CAPITOLO 12 Una strega <strong>in</strong> bottiglia 95<br />

CAPITOLO 13 Uova per cena 101<br />

CAPITOLO 14 La pietra naufragata 107<br />

CAPITOLO 15 La storia dell’uovo di mamma 114<br />

CAPITOLO 16 Una bottiglia di guai 121<br />

CAPITOLO 17 Constance Garner-Gee 131<br />

CAPITOLO 18 Una sc<strong>in</strong>tilla di vita 139<br />

CAPITOLO 19 Il pesce p<strong>al</strong>la 146<br />

CAPITOLO 20 L’ora del tè e l’ora delle api 153<br />

CAPITOLO 21 La nebbia 159


CAPITOLO 22 Attraverso la nebbia e l’aria sporca 165<br />

CAPITOLO 23 Rancore e m<strong>al</strong>vagità nella stanza dei pesci 173<br />

CAPITOLO 24 Term<strong>in</strong>i e risarcimento 181<br />

CAPITOLO 25 Che cosa ne fu dell’uovo di uccello elefante 191<br />

CAPITOLO 26 Magia folle 197<br />

CAPITOLO 27 La diga 204<br />

CAPITOLO 28 Una storia 212<br />

CAPITOLO 29 Fulm<strong>in</strong>i e tempesta 220<br />

CAPITOLO 30 Intrusione 230<br />

CAPITOLO 31 Inseguimento 238<br />

CAPITOLO 32 Il giorno più duro 244<br />

CAPITOLO 33 Una strana imbarcazione 250<br />

CAPITOLO 34 Julian Pike... ridimensionato! 257<br />

CAPITOLO 35 Il bue acquatico 264<br />

CAPITOLO 36 Il diamante 271<br />

CAPITOLO 37 Il soffio del bue acquatico 278<br />

CAPITOLO 38 Visitatori <strong>in</strong>attesi 286<br />

CAPITOLO 39 Il pesce p<strong>al</strong>la e l’arca 294<br />

CAPITOLO 40 Tempo passato e tempo presente 301<br />

CAPITOLO 41 Cosa mangiò l’ippopotamo quella matt<strong>in</strong>a... 309<br />

CAPITOLO 42 ...e cosa bevve! 318<br />

ORARI DI APERTURA 329<br />

Nota dell’autrice 337<br />

L’Autrice 342


F u o r i t e m p o<br />

m a s s i m o<br />

Nell’ora più buia e<br />

disperata, quando tutti<br />

avrebbero dovuto dormire,<br />

l’ufficio del Gee<br />

Museum era illum<strong>in</strong>ato<br />

d<strong>al</strong>la luce fioca di una<br />

lampada a forma di pesce<br />

p<strong>al</strong>la. Era così debole che, più che<br />

luce, proiettava ombra sul m<strong>in</strong>uscolo torchio tipografico sulla<br />

scrivania. Eppure <strong>in</strong> un modo o nell’<strong>al</strong>tro fu stampato un<br />

ultimo <strong>in</strong>vito. E, <strong>in</strong> un modo o nell’<strong>al</strong>tro, sul retro furono aggiunte<br />

quattro parol<strong>in</strong>e, scritte con una penna quasi troppo<br />

grande per essere impugnata. Dicevano:<br />

Vieni ora o mai più!<br />

Dopodiché la luce si spense.<br />

Nulla si mosse f<strong>in</strong>o <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>ba, quando le porte d’<strong>in</strong>gresso si aprirono<br />

di scatto, e volò fuori una busta con l’<strong>in</strong>dirizzo: 33° Treadlemill<br />

Rd. Le api post<strong>al</strong>i la portarono via nella nebbia plumbea.<br />

............................ 1 ............................


CAPITOLO 1<br />

L’<strong>in</strong>vito<br />

Al 33° di Tradlemill Road, d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>tra parte della città, c’era un<br />

negozio con uno scant<strong>in</strong>ato. Lì viveva, <strong>in</strong>sieme <strong>al</strong>la madre, Ben<br />

Makepeace, un ragazzo dagli occhi vispi e scuri come quelli di<br />

un passero e un cespuglio di capelli rossicci. A volte Ben aiutava<br />

<strong>in</strong> negozio. Altre volte <strong>in</strong> casa. Quella matt<strong>in</strong>a, quando andò a<br />

ritirare il latte sull’uscio, ci trovò <strong>in</strong>filata sotto una busta.<br />

Ben guardava sempre con sospetto <strong>al</strong>le lettere. Ogni tanto<br />

arrivava ancora posta per papà, ma stavolta vide con sollievo<br />

che non era per lui. Non era nemmeno <strong>in</strong>dirizzata a mamma.<br />

In re<strong>al</strong>tà, non c’era scritto il nome di nessuno. Non era sigillata.<br />

Ben sperò che non fosse un’<strong>al</strong>tra bolletta. Diede una sbirciata<br />

<strong>al</strong>l’<strong>in</strong>terno.<br />

All’<strong>in</strong>izio vide solo un cartonc<strong>in</strong>o sottile con una figura, e<br />

immag<strong>in</strong>ò fosse una pubblicità. La tirò fuori per guardarla<br />

meglio, perché c’erano disegnati molti anim<strong>al</strong>i. E a Ben piacevano,<br />

anche se non ne aveva nessuno: gli anim<strong>al</strong>i erano vietati<br />

nell’appartamento. In ogni caso quelle non erano certo bestie<br />

da tenere <strong>in</strong> casa.<br />

............................ 3 ............................


C’erano una giraffa, un ippopotamo, un gufo d<strong>al</strong>l’aria scontrosa,<br />

e, nell’angolo <strong>in</strong> basso a destra, una creatura simile a un<br />

toporagno con il naso penzolante. Il cuore di Ben com<strong>in</strong>ciò a<br />

battere più forte: l’immag<strong>in</strong>e risvegliava il suo segreto più recondito:<br />

un segreto che non aveva mai svelato a nessuno.<br />

“Cosa fai lì fuori?” chiese mamma.<br />

Ben <strong>in</strong>filò di nuovo il cartonc<strong>in</strong>o nella busta con aria colpevole.<br />

Poi appoggiò il latte sul tavolo e vi posò accanto la busta.<br />

Mamma aveva gli stessi occhi di Ben, ma capelli diversi, e gestiva<br />

il negozio <strong>al</strong> piano di sopra. “Cos’è?” domandò abbassando<br />

lo sguardo.<br />

“È arrivata con il latte.”<br />

Mamma aprì la busta, poi si irrigidì. Ma dopo averla fissata<br />

per un po’ disse solo: “Pensavo che il vecchio Gee Museum<br />

avesse chiuso.”<br />

Ben le prese il cartonc<strong>in</strong>o di mano e lo esam<strong>in</strong>ò mentre masticava<br />

scaglie di mandorla croccanti. Il toporagno nella figura<br />

teneva <strong>in</strong> mano una penna e sembrava aver appena f<strong>in</strong>ito di<br />

scrivere la frase <strong>in</strong> <strong>fondo</strong>:<br />

VIENI A TROVARCI QUALCHE VOLTA…<br />

“Sembra un <strong>in</strong>vito per entrare gratis” disse. “Magari ha riaperto.”<br />

“Magari” rispose mamma. Si mordeva il labbro.<br />

“Vorrei andarci” disse Ben.<br />

............................ 4 ............................


Contiene le meravigliose opere della NATURA<br />

e le curiose opere della scienza.<br />

DUE<br />

INGRESSI<br />

GRATIS<br />

Gli uccelli e<br />

gli anim<strong>al</strong>i ti<br />

<strong>in</strong>segneranno<br />

VIENI A TROVARCI QUALCHE VOLTA<br />

“Sì?” mamma aveva l’aria tesa.<br />

“Due <strong>in</strong>gressi, c’è scritto.”<br />

“Però non so quando avrò tempo.” Era molto p<strong>al</strong>lida. Ma era<br />

arrivata la posta e, mentre lei rovistava fra le buste, Bill capì che<br />

c’erano molte bollette. Sapeva che mamma era preoccupata per<br />

i soldi. E che non poteva chiudere spesso il negozio.<br />

Il negozio si chiamava “Passatempi perfetti”. Una volta era<br />

stato una semplice cartoleria, ma ora ci si trovava un po’ di tutto:<br />

materi<strong>al</strong>i per la pittura e fili di seta, bottoni e lana, carta da<br />

lettere e adesivi, e poi modell<strong>in</strong>i da colorare e libri <strong>in</strong>teressanti,<br />

e tutte le cianfrusaglie che piacciono ai bamb<strong>in</strong>i.<br />

............................ 5 ............................


Passatempi perfetti<br />

A volte era affollato. Più spesso vuoto, ma il sabato, se c’era<br />

tanta gente, mamma voleva che Ben la aiutasse.<br />

Il giorno dopo era sabato.<br />

Ben sventolò l’<strong>in</strong>vito. “Posso andare da solo domenica?”<br />

Mamma, accigliata, guardò le fatture e non disse nulla.<br />

“Dici sempre che <strong>al</strong>la mia età andavi da sola ovunque.”<br />

“Vero” disse mamma con voce <strong>in</strong>solitamente rauca.<br />

“Allora… posso andare da solo?”<br />

“È… non mi sembra… Senti, vorrei che tu fossi <strong>in</strong>dipendente,<br />

ma il museo è effettivamente un po’ lontano per andarci<br />

............................ 6 ............................


da solo. Comunque non penso ti piacerebbe”<br />

“Dov’è?” Ben girò il pezzo di carta. Dietro non c’era nessun<br />

<strong>in</strong>dirizzo, solo c<strong>in</strong>que parol<strong>in</strong>e scritte a mano:<br />

Vieni ora o mai più!<br />

Sbirciò dentro la busta e sul <strong>fondo</strong> trovò una piccola piuma<br />

nera: nient’<strong>al</strong>tro.<br />

Mamma disse: “È sull’<strong>al</strong>tra sponda del fiume, vic<strong>in</strong>o <strong>al</strong> ponte,<br />

mi pare, non lontano d<strong>al</strong>la diga, ma non devi andare da quelle<br />

parti.”<br />

Ben sospirò: “Starò <strong>al</strong>la larga d<strong>al</strong> fiume: te l’ho promesso<br />

mille volte. Voglio vedere il museo. Non è lontano: perché non<br />

ci posso andare? Ha qu<strong>al</strong>cosa che non ti piace?”<br />

Mamma com<strong>in</strong>ciò ad aprire una scatola di matite da portare<br />

<strong>al</strong> piano di sopra. Non aveva f<strong>in</strong>ito il porridge. Ben temeva che<br />

non dicesse più nulla, come faceva spesso quando voleva mettere<br />

f<strong>in</strong>e a una conversazione. Ma un attimo dopo lei proseguì:<br />

“Non ho mai detto che non mi piace. Solo che… Comunque, da<br />

quando ti <strong>in</strong>teressano i musei?”<br />

“Da adesso, mamma. Potrei dare un’occhiat<strong>in</strong>a su <strong>in</strong>ternet?”<br />

Si morse il labbro. Poi si c<strong>al</strong>mò. “Visto che sei pronto,<br />

puoi dare un’occhiata prima di scuola. Ma dubito<br />

abbia un sito <strong>in</strong>ternet, a meno che non sia<br />

............................ 7 ............................


cambiato completamente. Era gestito da una signora molto<br />

anziana, ma ormai sarà morta.”<br />

Non c’era molto tempo. E Ben non riuscì a scoprire niente<br />

sul Gee Museum, ma trovò il sito di un Museo della Scienza<br />

appena r<strong>in</strong>novato. Sembrava molto moderno.<br />

Mamma diede un’occhiata <strong>al</strong>lo schermo. “Perché non vai lì?”<br />

disse. “Guarda, è <strong>in</strong> centro: molto più vic<strong>in</strong>o. E ci sono anim<strong>al</strong>i<br />

impagliati anche lì. E… oh, guarda la direttrice. Trovano che<br />

abbia un’aria amichevole, mi chiedo?”<br />

“Sembra un <strong>in</strong>setto gigante” ridacchiò Ben. “Non ci metto<br />

piede: sennò mi mangia.”<br />

“Un po’ di rispetto” disse mamma, ma sorrideva tra sé.<br />

Ben non voleva rov<strong>in</strong>are quel sorriso, qu<strong>in</strong>di non nom<strong>in</strong>ò<br />

più il museo, ma prima di andare a scuola mise l’<strong>in</strong>vito sullo<br />

scaff<strong>al</strong>e della sua stanza, <strong>in</strong>sieme <strong>al</strong>la collezione di oggetti<br />

speci<strong>al</strong>i. Decise di chiedere <strong>in</strong>formazioni sul Gee Museum <strong>al</strong>la<br />

maestra. Magari lei ne sapeva qu<strong>al</strong>cosa.<br />

............................ 8 ............................


O r a r i di apertura<br />

La giornata <strong>al</strong> Gee Museum passò come<br />

tutte le <strong>al</strong>tre. L’edificio era sempre gremito…<br />

di ombre; perché le f<strong>in</strong>estre erano piccole, le pareti<br />

erano di una sfumatura mogano e le luci erano<br />

diffuse da un generatore che non aveva mai funzionato<br />

<strong>al</strong>la perfezione nemmeno da nuovo. Ormai<br />

nuovo non era più e la luce sembrava provenire da<br />

una torcia con la batteria scarica. A volte lampeggiava,<br />

<strong>al</strong>tre si spegneva del tutto immergendo le stanze<br />

<strong>in</strong> una soffice oscurità odorosa di naft<strong>al</strong><strong>in</strong>a, miele,<br />

scatole chiuse da secoli, e tempo che passa.<br />

L’edificio era comunque <strong>in</strong>cantevole, se si<br />

riusciva a entrare.<br />

Se si riusciva a entrare, si poteva ammirare un’arnia di crist<strong>al</strong>lo<br />

con api vive o un uovo gigante di un uccello elefante est<strong>in</strong>to, o una<br />

meridiana <strong>in</strong> un cucchia<strong>in</strong>o.<br />

Se si riusciva a entrare, si poteva trovare un bottiglia<br />

d’argento che pareva contenesse una<br />

strega, o una rara e meravigliosa collezione<br />

di anim<strong>al</strong>i impagliati, o vetr<strong>in</strong>e, cassetti<br />

e barattoli con macabri esemplari di varie specie,<br />

............................ 9 ............................


<strong>al</strong>cuni dei qu<strong>al</strong>i sembravano avere un che di magico.<br />

Se si riusciva a entrare… ma di solito non si riusciva.<br />

Il Gee Museum, <strong>in</strong>fatti, era quasi sempre chiuso.<br />

Quasi tutti i giorni Constance Garner-Gee, la vecchia, vecchissima<br />

direttrice, era troppo stanca per aprire. Qu<strong>in</strong>di aspettava,<br />

sperando <strong>in</strong> qu<strong>al</strong>cosa di probabilmente<br />

impossibile; fantasticava, mentre il<br />

tempo e il denaro scivolavano via e i<br />

pensieri e le parole felici dei visitatori<br />

di un tempo sembravano adunarsi nel<br />

buio come fantasmi.<br />

............................ 10 ............................


L’<strong>in</strong>vito era stato consegnato da uno sciame di api.<br />

Non c’era nessun dest<strong>in</strong>atario, ma Ben sapeva che era per<br />

lui. E gli avrebbe aperto le porte di un polveroso e caotico<br />

museo pieno di strane creature <strong>in</strong>cantate. Un mondo di<br />

<strong>in</strong>triganti misteri e curiosi segreti di famiglia...<br />

dove la magia rivela il suo lato più m<strong>al</strong>efico!<br />

Contiene le meravigliose opere della NATURA<br />

e le curiose opere della scienza<br />

.<br />

DUE<br />

INGRESSI<br />

GRATIS<br />

Gli uccelli e<br />

gli anim<strong>al</strong>i ti<br />

<strong>in</strong>segneranno<br />

VIENI A TROVARCI QUALCHE VOLTA<br />

L’ippopotamo <strong>in</strong> <strong>fondo</strong> <strong>al</strong> <strong>corridoio</strong> è il romanzo<br />

d’esordio di Helen Cooper, già v<strong>in</strong>citrice dei<br />

prestigiosi premi Kate Greenaway Med<strong>al</strong> e<br />

Smarties Young Judges’Award.<br />

ISBN 978-88-474-5943-4<br />

e 14,90

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