Powertrain 2023-11
DIESEL OF THE YEAR Scania Next Generation DC13, ultima tappa: generazione. Il nostro ha sedotto Tecnogen AZIENDE Cummins: a Cracovia il centro europeo di remanufacturing CONFRONTI 13 litri industriali: Caterpillar e Perkins lanciano il guanto di sfida a Scania SALONI Busworld Bruxelles: Ballard, Cummins, Fpt, ZF e tanti bus urbani elettrici Salone di Genova: Fpt, Hyundai, John Deere, mtu, Oxe, Punch, Scania ELETTRIFICAZIONE Eurac Reasearch: per i servizi sul Lago d’Orta Volvo CE: Sette escavatori e una pala Toyota: la road map delle batterie Voith: Fip (Future inverter platform) EVENTI PowerOn: Bosch Rexroth si è raccontata agli Oem. Luci sull’e-Lion RUBRICHE Editoriale, Hi-Tech, Automotive, VeT Network, Oem&motori
DIESEL OF THE YEAR
Scania Next Generation DC13, ultima tappa: generazione. Il nostro ha sedotto Tecnogen
AZIENDE
Cummins: a Cracovia il centro europeo di remanufacturing
CONFRONTI
13 litri industriali: Caterpillar e Perkins lanciano il guanto di sfida a Scania
SALONI
Busworld Bruxelles: Ballard, Cummins, Fpt, ZF e tanti bus urbani elettrici
Salone di Genova: Fpt, Hyundai, John Deere, mtu, Oxe, Punch, Scania
ELETTRIFICAZIONE
Eurac Reasearch: per i servizi sul Lago d’Orta
Volvo CE: Sette escavatori e una pala
Toyota: la road map delle batterie
Voith: Fip (Future inverter platform)
EVENTI
PowerOn: Bosch Rexroth si è raccontata agli Oem. Luci sull’e-Lion
RUBRICHE
Editoriale, Hi-Tech, Automotive, VeT Network, Oem&motori
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NOVEMBRE<br />
<strong>2023</strong><br />
N° <strong>11</strong><br />
EURO 5,00<br />
Forza<br />
TREDICI<br />
VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com<br />
ISSN 0042 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p.<br />
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />
art. 1, comma 1, LO/MI<br />
• TREDICI, COME I LITRI<br />
DEL CONFRONTO. SUL<br />
PODIO CAT E PERKINS,<br />
DEUTZ, SCANIA<br />
• ELETTRICI? AUTOBUS AL<br />
BUSWORLD, ESCAVATORI<br />
A FIRMA VOLVO CE<br />
• CUMMINS HA<br />
INAUGURATO A<br />
CRACOVIA L’EUROPEAN<br />
MASTER REBUILD CENTRE
NOVEMBER 12-18, <strong>2023</strong><br />
HANNOVER, GERMANY<br />
HALL 15 | BOOTH G18<br />
Our new ambition is rising.<br />
Its name is Kohler Energy.<br />
When it comes to engines, we’ve been on the leading edge of technology<br />
and innovation since our foundation. But we don’t simply provide you with<br />
functional power: we redefine your energy resilience with industry-leading<br />
electrification, hybrid solutions, alternative fuels and innovative products,<br />
to create better lives and communities in a more sustainable future.<br />
This is the next chapter in our vision, and its name is Kohler Energy.
Novembre <strong>2023</strong><br />
SEGUICI SUI<br />
SOCIAL:<br />
powertrainweb.it<br />
14<br />
6<br />
24 28<br />
IL SONDAGGIO<br />
DEL MESE<br />
Volta Trucks, Volta crack. Il<br />
camion non s’ha da elettrificare?<br />
Rispondi su<br />
powertrainweb.it<br />
Il sondaggio non ha valore statistico. Le rilevazioni<br />
non sono basate su un campione scientifico<br />
LE RISPOSTE DI<br />
OTTOBRE<br />
Tassi di interesse. La mazzata<br />
che ammazzerà Oem e fornitori?<br />
73%<br />
sì<br />
37%<br />
no<br />
DIESEL OF THE YEAR<br />
6. Scania Next Generation DC13:<br />
Ultima tappa: generazione.<br />
Il nostro ha sedotto Tecnogen<br />
AZIENDE<br />
14. Cummins:<br />
A Cracovia il centro europeo<br />
di remanufacturing<br />
CONFRONTI<br />
18. 13 litri industriali:<br />
Caterpillar e Perkins lanciano<br />
il guanto di sfida a Scania<br />
SALONI<br />
24. Busworld Bruxelles:<br />
Ballard, Cummins, Fpt, ZF<br />
e tanti bus urbani elettrici<br />
28. Salone di Genova:<br />
Fpt, Hyundai, John Deere,<br />
mtu, Oxe, Punch, Scania<br />
ELETTRIFICAZIONE<br />
32. Eurac Reasearch:<br />
Per i servizi sul Lago d’Orta<br />
32. Volvo CE:<br />
Sette escavatori e una pala<br />
36. Toyota:<br />
La road map delle batterie<br />
37. Voith:<br />
Fip (Future inverter platform)<br />
EVENTI<br />
38. PowerOn:<br />
Bosch Rexroth si è raccontata<br />
agli Oem. Luci sull’e-Lion<br />
RUBRICHE<br />
4. Editoriale 10. Hi-Tech<br />
12. Automotive 44. VeT<br />
50. Oem&motori<br />
SOMMARIO<br />
3
MA CHE BRUTTA SCOSSA!<br />
Casi diversi, applicazioni altrettanto<br />
aliene, più che di un “fil rouge”<br />
dovremmo parlare di un cavo.<br />
Quello dell’elettricità. Le notizie<br />
bomba che deflagrano nell’arena della<br />
elettrificazione sono due: la voce che<br />
Torqeedo è sul mercato e il fulmineo<br />
fallimento di Volta Crack... cioè Volta<br />
Trucks. La prima notizia proviene da un<br />
dettagliato ritratto a cura del Manager<br />
Magazin, mensile di Amburgo che da<br />
oltre mezzo secolo scandaglia i fondali<br />
dell’ecosistema finanziario. Sulla graticola<br />
per l’acquisizione di Torqeedo nel 2017 da<br />
parte di Deutz AG è finito il dimissionato<br />
board dell’azienda di Colonia. Una<br />
brutta gatta da pelare per il neo-Ceo,<br />
Sebastian Schulte, e i membri del<br />
rinnovato consiglio di amministrazione,<br />
Timo Krutoff, Markus Müller e Petra<br />
Mayer. Una squadra che si sta peraltro<br />
muovendo in modo lungimirante<br />
fin dall’insediamento, cavalcando<br />
l’onda lunga del mercato off-highway,<br />
correggendo la traiettoria degli errori<br />
dei predecessori e centrando l’agognato<br />
obiettivo dei 2 miliardi di fatturato.<br />
Manager Magazin apre così l’articolo<br />
sulla possibile cessione di Torqeedo: «Il<br />
più antico produttore di motori del mondo<br />
(Deutz AG, ndr) voleva guardare al futuro<br />
con gli azionamenti elettrici per le barche.<br />
Il risultato: problemi di qualità, minacce<br />
di azioni legali e vendita della divisione.<br />
Una lezione di cattiva gestione...».<br />
Si cambia scenario e si va in strada con<br />
l’esempio capziosamente virtuoso della<br />
start-up di successo, che aveva fatto<br />
scouting tra le sette sorelle del camion<br />
europeo, si stava ramificando e strutturando.<br />
Pensate che la consegna delle prime unità<br />
era prevista proprio per il terzo quarto di<br />
quest’anno, cioè a partire da qualche<br />
giorno fa... Questo, a poco più di un<br />
annetto dall’entrata a regime delle linee<br />
produttive dello stabilimento di Steyr,<br />
in Austria. Il camion elettrico da 16 ton<br />
si accomoda dunque nel sacello sepolcrale<br />
e i suoi fratellini da 7,5 e 12 ton non<br />
vedranno mai la luce del giorno. Volta<br />
Trucks ha aperto ufficialmente la procedura<br />
di bancarotta in Svezia. Su questo<br />
argomento torneremo, e approfondiremo,<br />
su POWERTRAIN Dicembre.<br />
EDITORIALE<br />
4
LA TECNOLOGIA<br />
GIUSTA PER<br />
SODDISFARE<br />
LE TUE ESIGENZE<br />
DIESEL AVANZATI • CARBURANTI RINNOVABILI<br />
IBRIDI • BATTERIE • IDROGENO<br />
Dal 1919 Cummins motorizza l’agricoltura. Con quasi un milione di motori agricoli<br />
alimentiamo aziende in tutto il mondo. Dall’azienda agricola, al campo, al futuro,<br />
Cummins fornisce i prodotti giusti per la tua attività.<br />
Ci vediamo ad Agritechnica, 12-18 novembre – padiglione 15, stand H23.<br />
©<strong>2023</strong> Cummins Inc.
scania. Next Generation DC13<br />
GENERAZIONE<br />
BRUNO<br />
Il Diesel of the Year fa irruzione nella generazione<br />
di potenza, a firma di Bruno Generators.<br />
Il sodalizio tra il gruppo capitanato da Renato<br />
Bruno e il fornitore svedese di<br />
soluzioni propulsive prosegue<br />
dal 2019, sotto le insegne dello<br />
Stage V. Il motore siglato 505A<br />
equipaggia un gruppo Fusteq,<br />
avvistato al Bauma<br />
C<br />
orreva l’anno 2019, Bruno Generators proietta<br />
l’ologramma del grifone sul grande schermo<br />
dello Stage V. Nel <strong>2023</strong>, Scania si aggiudica<br />
il Diesel of the Year con il Next Generation DC13.<br />
Qual è il trait d’union? Semplice, la generazione di<br />
potenza, che Bruno ha declinato anche nelle forme<br />
del 13 litri svedese. Al Bauma di Monaco di Baviera<br />
del 2019 trovammo un gruppo elettrogeno equipaggiato<br />
con lo Scania DC13, da 450 kVA. Bruno<br />
celebrava così l’epifania di Scania nell’ecosistema<br />
Stage V, applicato ai gruppi elettrogeni. All’epoca,<br />
Domenico De Gianni, Direttore Export di Bruno,<br />
dichiarò: «La nostra consolidata esperienza nel settore<br />
del noleggio e l’elevato livello di competenza e<br />
specializzazione, ci permettono di affrontare le sfide<br />
del passaggio dalle norme europee sulle emissioni<br />
Stage III A a Stage V. Per rispondere con successo<br />
a questa sfida, Bruno confida nel supporto tecnico e<br />
nell’avanzata esperienza professionale del partner<br />
Scania».<br />
Scania per la serie Fusteq<br />
La serie Fusteq includeva gruppi elettrogeni che<br />
spaziano dagli 8 agli 800 kVA, con cofanature altamente<br />
insonorizzate e dagli 800 ai 2.500 kVA in<br />
container HC da 20’ e 40’. Oltre agli elevati livelli<br />
stazionari<br />
L’AVVENTO DI SPACE CAPITAL CLUB<br />
Risale alla tarda primavera del 2022 la notizia<br />
dell’ingresso della piattaforma di investimenti<br />
Space Capital Club nella compagine societaria di<br />
Bruno Generators. La quota è pari a circa il 40%<br />
del capitale sociale. L’investimento si propone di<br />
supportare lo sviluppo internazionale del gruppo,<br />
con particolare attenzione al mercato nordamericano<br />
e australiano, e di accompagnare l’azienda alla<br />
quotazione in Borsa nell’arco di 3/5 anni.<br />
Renato Bruno, amministratore delegato, e il fratello<br />
Giuseppe, rimarranno azionisti di maggioranza<br />
continuando il processo di sviluppo del gruppo,<br />
focalizzato nella ingegnerizzazione e produzione<br />
di sistemi di generazione di fascia premium.<br />
Le caratteristiche di prodotto, derivanti dall’attività<br />
di ricerca e sviluppo proprietaria, sono protette da<br />
brevetti e vengono particolarmente apprezzate<br />
dal mercato rental, a cui il gruppo è esposto sia<br />
come fornitore Oem dei principali operatori attivi<br />
nel comparto (25% del fatturato), sia prestando<br />
un servizio diretto di noleggio tramite una flotta<br />
di circa 1.000 gruppi elettrogeni in Italia. Con 4<br />
stabilimenti in Italia (Piacenza, Grottaminarda, Bari<br />
e Milano), ed una presenza commerciale diretta nel<br />
Regno Unito, Usa e Germania, Bruno Generators<br />
vanta una presenza internazionale consolidata<br />
(export pari a oltre il 60% del fatturato) in più di<br />
70 Paesi con un’ampia ed eterogenea base di<br />
clienti attivi in mercati di riferimento diversificati.<br />
Ha recentemente acquisito Ftg Equipment, il proprio<br />
distributore in Usa, che rappresenterà la base per la<br />
futura crescita sul mercato americano. Nel consiglio<br />
di amministrazione della società affiancheranno<br />
il Ceo, Renato Bruno, e Giuseppe Bruno: Andrea<br />
Abbati Marescotti (presidente del comitato<br />
investimenti di Scc, già amministratore delegato di<br />
Brembo dal 20<strong>11</strong> al 2019 con vent’anni di carriera<br />
nel gruppo Cnh), Edoardo Subert, Alfredo Ambrosio,<br />
Giorgio Paris (VP di Volvo Penta) e Domenico<br />
De Gianni (manager di Bgg).<br />
6
Circa un anno<br />
fa fu vergata la<br />
firma sul contratto<br />
di fornitura<br />
di 63 gruppi<br />
elettrogeni di<br />
Bruno Generators,<br />
motorizzati dal<br />
DC09 320A Scania,<br />
da 230 kVA, per i<br />
posti di comando<br />
regionali del Corpo<br />
nazionale dei<br />
Vigili del Fuoco.<br />
Questa fornitura<br />
è destinata a<br />
incrementare<br />
i numeri delle<br />
Colonne Mobili<br />
Regionali nelle<br />
strutture modulari<br />
di pronto impiego.<br />
Le strutture<br />
forniranno l’energia<br />
adeguata per<br />
rispondere alle<br />
situazioni di<br />
emergenza, come<br />
terremoti, alluvioni<br />
o disastri ambientali<br />
di vario genere.<br />
di insonorizzazione, i gruppi elettrogeni Fusteq si<br />
distinguono per l’innovativo sistema di raffreddamento<br />
VSi che regola il regime di rotazione delle<br />
elettroventole in base al carico del gruppo elettrogeno<br />
e alla temperatura esterna, eliminando la<br />
ventola meccanica del motore e riducendone così<br />
i consumi di carburante. Tornando ai giorni nostri,<br />
sono proprio quelli di Scania che ci confermano:<br />
«Il pedigree di questo gruppo elettrogeno vanta non<br />
solo il primo motore Scania Stage V single-speed,<br />
ma anche la partecipazione al Bauma nel 2019 e la<br />
messa in servizio nello stesso anno presso gli stabilimenti<br />
produttivi di Tecnogen. Attività quest’ultima<br />
che è proseguita fino ad oggi ed ha permesso di<br />
raggiungere la soglia delle 20mila ore di funzionamento.<br />
Le fatiche di questo progetto ci hanno<br />
permesso di sviluppare e perfezionare sul campo il<br />
nostro motore Stage V, offrendo a Bruno una gamma<br />
Stage V adatta alle richieste più stringenti del<br />
mercato del noleggio. Memori di questa esperienza<br />
positiva, abbiamo chiesto a Bruno la sua disponibilità<br />
per una nuova collaborazione che ricalcasse<br />
il sentiero tracciato in precedenza, ma con l’ambizione<br />
di spingerci un po’ oltre. Il progetto – unico<br />
in tutta Europa – ha permesso la presentazione al<br />
mercato della nuova piattaforma motore da 13 litri;<br />
si tratta del primo motore di nuova generazione<br />
messo in funzione al di fuori degli stabilimenti<br />
di Södertälje. Squadra che vince non si cambia: il<br />
(Next Generation, ndr) DC13 505A Stage V è stato<br />
installato sempre all’interno di un gruppo Fusteq<br />
ed esposto al Bauma 2022. Al termine della fiera,<br />
A sinistra lo Scania 12,7 litri. In alto, tre scatti<br />
del Fusteq di Tecnogen.<br />
la macchina è stata spostata presso Tecnogen per<br />
sostituire il fratello maggiore e iniziare il lavoro<br />
sul campo. Queste unitamente ad altre iniziative<br />
di co-marketing come il progetto “Radio Norba<br />
Cornetto Battiti live”, hanno permesso di rafforzare<br />
la collaborazione commerciale tra Bruno e<br />
Scania. Ad oggi Bruno realizza gruppi elettrogeni<br />
per mercato stand-by e noleggio con tutta la nostra<br />
gamma di motori».<br />
La versione da gruppo porta in dote il set tecnologico<br />
del 12,7 per utilizzi off-highway. Si tratta<br />
di un motore a controllo elettronico, gestito dalla<br />
centralina Ems (Engine management system), con<br />
il common rail Xpi, concepito a quattro mani con<br />
Cummins per le più raffinate ed esigenti applicazioni<br />
stradali e travasato nell’industriale, doppio<br />
albero a camme in testa. Sia a 1.500 che a 1.800<br />
giri, il 6 cilindri in linea (AxC 130x160 millimetri)<br />
si segmenta in un generoso ventaglio da 240 a 528<br />
chilowatt elettrici.<br />
7
Gis Piacenza: Deutz e Webasto<br />
SOLLEVARE<br />
SENZA FRENI<br />
Intendiamoci, senza freni rispetto alle<br />
elucubrazioni dell’ingegneria degli<br />
Oem, soggetta ai diktat normativi e alle<br />
paturnie del mercato. Al Gis di Piacenza,<br />
in splendida forma, Deutz ha mostrato<br />
le soluzioni termiche, Webasto le<br />
declinazioni elettriche alle richieste<br />
del mondo del sollevamento<br />
Gis, una sigla che si è gradualmente<br />
imposta nel<br />
panorama del sollevamento.<br />
Queste le cifre della edizione<br />
andata in scena da giovedì 5<br />
a sabato 7 ottobre. Oltre 18mila<br />
presenze; 432 espositori, in crescita<br />
del 44%. La manifestazione<br />
si è tenuta in 71mila metri quadri,<br />
alla Fiera di Piacenza, tra area<br />
coperta e scoperta. La densità<br />
espositiva era palpabile, al di là<br />
della algida contabilità dei numeri.<br />
Al momento la risposta dei<br />
motoristi è però tiepida. Ha colto<br />
l’opportunità Deutz Italy, che si<br />
propone di aumentare la penetrazione<br />
nello scenario complessivo<br />
del sollevamento, partendo dalla<br />
posizione egemonica tra i telescopici.<br />
In esposizione abbiamo visto<br />
il Tcd3.9 L4 Value e il Tcd5.2. Il<br />
3,9 litri (AxC 99x120 millimetri)<br />
è stato sviluppato a quattro mani<br />
con John Deere Power Systems.<br />
Con la livrea americana è appar-<br />
so al Conexpo, mentre Deutz l’ha<br />
presentato in anteprima mondiale<br />
al Coreum di Stockstadt. La potenza<br />
dichiarata è <strong>11</strong>0 chilowatt,<br />
a 2.300 giri, con una coppia di<br />
700 Newtonmetro a 1.600. Posizionato<br />
nel portfolio Deutz tra<br />
il 3.6 e il 4.1, prosegue nella tradizione<br />
renana della densità di<br />
potenza, per esaudire le richieste<br />
degli installatori rispettando l’esigenza<br />
di ottimizzare lo spazio<br />
sotto i cofani. Tra l’altro, è stato<br />
progettato per alimentazioni come<br />
gas e idrogeno, in grado di ridurre<br />
sensibilmente le emissioni allo<br />
scarico, senza modificare il layout<br />
e l’ecosistema industriale.<br />
Webasto presidia movimento<br />
terra e sollevamento con le soluzioni<br />
elettrificate (basti pensare<br />
alle applicazioni Doosan).<br />
Il CV battery standard system<br />
prevede la tecnologia delle celle<br />
Samsung Sdi, ed è stato concepito<br />
per applicazioni flessibili, sotto<br />
il profilo dell’assorbimento di<br />
energia e del carico. L’approccio<br />
è modulare, con un allestimento<br />
compatibile fino a 10 unità, ed è<br />
configurabile per 400V o 800V.<br />
La capacità energetica va da 35<br />
kWh a 350 kWh. Webasto si è<br />
premurata di fornire un adeguato<br />
livello di sicurezza informatica.<br />
L’eBTM 2.0 è un’unità indipendente<br />
di gestione termica della<br />
batteria. Cosa significa? Beh, se il<br />
controllo della temperatura è essenziale<br />
per un endotermico, per<br />
un pacco batterie è vitale. Stabilità<br />
del sistema macchina, durata<br />
e affidabilità delle batterie dipendono<br />
in buona misura da questo<br />
dispositivo. Le dimensioni sono<br />
contenute (LxWxH: 1.000 x 700<br />
x 300 mm), per agevolare l’installazione<br />
su un ventaglio elastico di<br />
macchine. Snoccioliamo qualche<br />
dato essenziale: 8 kW di capacità<br />
di raffreddamento, 10 kW di riscaldamento,<br />
210 kWh di batteria.<br />
HI-TECH<br />
8
Da Punch a Dumarey. ZF Bouthéon<br />
IDENTITÀ È...<br />
Tradizione e innovazione al tempo stesso. Per<br />
il Gruppo Punch, la trasformazione onomastica<br />
in Dumarey Group non rappresenta un semplice<br />
omaggio al fondatore, Guido Dumarey. È il<br />
collante tra le radici e la proiezione nel futuro<br />
Il Gruppo Punch ha celebrato<br />
i suoi primi 40 anni di innovazione<br />
e l’evoluzione del<br />
marchio che riflette la sua evoluzione<br />
da azienda di metallo<br />
punzonato a specialista nello<br />
sviluppo, integrazione e produzione<br />
di soluzioni ingegneristiche<br />
per il settore automobilisti, per<br />
l’industriale e la nautica. Oggi<br />
il Gruppo Punch si trasforma<br />
in Dumarey Group, diventando<br />
così eponimo del fondatore. Nei<br />
prossimi mesi le società del gruppo<br />
passeranno a comunicare sotto<br />
un unico marchio: Dumarey.<br />
Questa strategia si riverbererà<br />
nei prossimi mesi nell’aggiornamento<br />
dei nomi delle società del<br />
Gruppo sotto una nuova identità<br />
visiva. Punch Powerglide Strasbourg,<br />
dedicata allo sviluppo e<br />
alla produzione di soluzioni di<br />
trasmissione e componenti automobilistici,<br />
sarà la prima del<br />
gruppo a cambiare nome: dal 10<br />
ottobre <strong>2023</strong> assumerà il nome di<br />
Dumarey Powerglide Strasbourg.<br />
È recente, inoltre, l’acquisizione<br />
dello stabilimento ZF<br />
Bouthéon, situato a ovest di Lione,<br />
che produce trasmissioni per<br />
veicoli commerciali. L’azienda,<br />
che prenderà il nome di Dumarey<br />
Powerglide Bouthéon, impiega<br />
più di 300 persone ed è specializzata<br />
nella lavorazione di parti<br />
meccaniche, nell’assemblaggio e<br />
nel collaudo di trasmissioni.<br />
Guido Dumarey<br />
ha indirizzato e<br />
accompagnato<br />
l’evoluzione del<br />
gruppo belga.<br />
Dalla punzonatura<br />
all’ingegneria<br />
di prodotto,<br />
automobilistico,<br />
industriale e marino.<br />
Hyundai Motor Group e Korea Zinc per il nichel<br />
Hyundai Motor Group ha annunciato<br />
la firma di un memorandum d’intesa<br />
con Korea Zinc, la principale società<br />
coreana di fusione di metalli non ferrosi,<br />
che vedrà le due realtà collaborare<br />
lungo tutta la catena del valore<br />
del nichel. La partnership prevede<br />
l’approvvigionamento congiunto di<br />
materie prime a base di nichel e la<br />
relativa lavorazione, la garanzia di<br />
una fornitura stabile di nichel lavorato<br />
e di altri materiali per batterie, come<br />
anche l’esplorazione di nuove attività,<br />
tra cui il riciclo delle batterie. Entrambe<br />
le aziende hanno in programma di<br />
acquistare congiuntamente nichel e di<br />
investire in progetti di sviluppo minerario<br />
per soddisfare i requisiti dell’Inflation<br />
Reduction Act. In aprile, il Gruppo ha<br />
presentato il suo piano di leadership<br />
globale nel settore dei veicoli elettrici<br />
producendo 3,64 milioni di EV entro<br />
il 2030, posizionandosi tra i primi tre<br />
produttori mondiali. Sfruttando la sua<br />
esperienza nella fusione di metalli non<br />
ferrosi come lo zinco e l’argento, nel<br />
2017 Korea Zinc ha aperto una filiale per<br />
la produzione di solfato di nichel per le<br />
batterie rivolti ai veicoli elettrici. L’azienda<br />
si sta concentrando sull’espansione della<br />
propria presenza nel settore delle batterie<br />
EV, con particolare attenzione al nichel.<br />
L’espansione comprende la creazione di<br />
una filiale per la produzione di materiali<br />
per le batterie EV e l’intenzione di<br />
costruire quest’anno una fonderia di<br />
nichel nel complesso industriale di Ulsan.<br />
La fornitura di nichel derivante dalla<br />
partnership è prevista a partire dal 2026.<br />
Nel 2031, il Gruppo intende rifornirsi del<br />
50% del nichel necessario per produrre<br />
batterie EV che soddisfino i requisiti Ira<br />
attraverso la partnership con Korea Zinc.<br />
Nell’ambito della collaborazione, Hmg<br />
Global, una joint venture estera costituita<br />
congiuntamente da Hyundai Motor, Kia<br />
e Hyundai Mobis, intende acquisire una<br />
partecipazione del 5% in Korea Zinc.<br />
Ufi Filters e il Cursor 16<br />
Ufi Filters ha la paternità<br />
del filtro blow-by per il<br />
nuovo motore Cursor 16<br />
Tst (Twin-stage turbine), il<br />
6 cilindri di Fpt Industrial<br />
per applicazioni off-road<br />
4WD – quattro ruote motrici.<br />
l blow-by progettato da Ufi<br />
Filters per il Cursor 16 Tst è<br />
di tipo rotante e autopulente,<br />
offre così una capacità di<br />
filtrazione superiore al 90%.<br />
Il filtro è sviluppato con<br />
media filtrante multistrato<br />
composto da fibre sintetiche<br />
– FormulaUfi.Micron – e<br />
da una rete metallica<br />
per garantirne la piena<br />
funzionalità nel tempo.<br />
La filtrazione blow-by<br />
di Ufi Filters svolge<br />
la funzione di filtrare<br />
e recuperare gli<br />
aerosol dell’olio<br />
generati in camera<br />
di combustione.<br />
Interpreta dunque<br />
un ruolo attivo<br />
nella riduzione<br />
delle emissioni<br />
inquinanti legate<br />
al funzionamento<br />
stesso dell’albero<br />
motore.<br />
HI-TECH<br />
10
EV. L’Università di Eindhoven e Qualcomm<br />
FUTURO DA<br />
TRANSFORMER<br />
L’elettrificazione e le nuove sfide: modelli “eterni”<br />
oppure con allestimenti e funzioni definiti dal<br />
software di bordo. Gli studenti del Politecnico di<br />
Eindhoven hanno concepito Eterna, un Bev destinato<br />
a durare più di un ventennio. Vi parliamo anche<br />
della piattaforma software di Qualcomm<br />
AUTOMOTIVE<br />
12<br />
C<br />
hi è convinto che le uniche incognite nel futuro<br />
delle Bev, le auto a batteria, siano la guerra dei<br />
prezzi tra Elon Musk e i costruttori cinesi oppure<br />
l’avvento delle batterie allo stato solido rischia<br />
di doversi ricredere molto rapidamente. Per il mondo<br />
dell’automotive il passaggio dai combustibili fossili<br />
all’elettricità non rappresenta semplicemente lo switch<br />
da un propulsore a un altro, come era avvenuto nel<br />
corso della lunga (e ricca) stagione che aveva visto<br />
prevalere i motori a gasolio su quelli a benzina. L’avvento<br />
delle Bev, infatti, mette in discussione tutti i<br />
punti di riferimento del “prodotto auto”, come documenta<br />
bene il recente progetto Eterna del Politecnico<br />
di Eindhoven, nei Paesi Bassi. Gli studenti olandesi<br />
sono partiti da un report dell’Adac, l’Automobile club<br />
tedesco, secondo il quale l’età media delle auto in Germania<br />
(e in Europa) continua a crescere ed è in pratica<br />
raddoppiata dal 1970: oggi si parla di più di 10 anni<br />
come media del parco per approdare alla demolizione<br />
intorno a 20 anni di età e con una percorrenza compresa<br />
tra 150 e 200mila chilometri. Dati che, almeno<br />
dal punto di vista anagrafico, fanno a pugni sia con la<br />
prospettiva di mantenere aggiornati i software di controllo<br />
delle Bev sia con la rapida evoluzione del “sistema<br />
batteria”. Certo, oggi la “fame” di Bev sostiene le<br />
quotazioni di Bmw i3 e Nissan Leaf usate con 10 anni<br />
di età, ma è una bolla destinata a scoppiare. E sarebbe<br />
comunque un controsenso in fatto di sostenibilità delle<br />
Bev avviare alla rottamazione mezzi in cui gran parte<br />
dei componenti è ancora pienamente funzionale.<br />
Una coupé Eterna<br />
La piccola coupé a due posti Eterna sviluppata a Eindhoven<br />
è quindi una Bev concepita per durare molto<br />
più di 20 anni, in linea di principio almeno il doppio,<br />
facendo leva su una costruzione modulare che si basa<br />
su un telaio ad alta resistenza e un motore elettrico<br />
long life, integrata da carrozzeria, interni e sistemi<br />
di controllo facilmente sostituibili per obsolescenza<br />
tecnica (e non solo), dopo un determinato numero di<br />
anni, con un costo ragionevole. Un concept sintetizzato<br />
con un video che, nello stile dei pit-stop della<br />
Formula 1, vede assemblare il prototipo Eterna nel<br />
giro di pochi minuti. In collaborazione con i colleghi<br />
della facoltà di economia, inoltre, i futuri ingegneri di<br />
Eindhoven hanno messo a punto anche una formula<br />
di leasing quinquennale, allo scadere del quale l’auto<br />
verrebbe completamente ricondizionata, interni, cruscotto<br />
e infotainment compresi, per essere rimessa in<br />
noleggio “ex novo”. In sintesi, si passerebbe dall’attuale<br />
“usa e getta” a una filosofia simile a quella oggi<br />
adottata per far percorrere milioni di chilometri ai rotabili<br />
ferroviari.<br />
Altrettanto dirompente la prospettiva tratteggiata da<br />
Qualcomm in un recente incontro con la stampa<br />
automotive tedesca per annunciare l’adozione della<br />
propria innovativa piattaforma software da parte di<br />
Mercedes. Enrico Salvatori, ingegnere romano oggi<br />
vicepresidente del colosso delle telecomunicazioni<br />
Usa (44 miliardi di dollari di fatturato lo scorso<br />
anno), ha infatti sottolineato come elettrificazione e<br />
digitalizzazione stiano aprendo al mondo automotive<br />
prospettive diverse dalle attuali. Dietro il nome da<br />
videogame dello Snapdragon Digital Chassis sviluppato<br />
da Qualcomm, che non a caso è tra i leader nella<br />
produzione di smartphone e portatili, ed è a oggi già<br />
adottato da alcuni modelli di Bmw, Mercedes e Renault,<br />
si cela un sistema che consente loro di usare lo<br />
stesso hardware per modelli diversi. Solo il software<br />
installato a bordo “fa la differenza” e definisce le funzioni<br />
disponibili secondo quello che si chiama Sdv,<br />
Software definited vehicle. Ciò vuol dire che, di base,<br />
ogni auto che adotta la tecnologia Sdv nel momento in<br />
cui viene costruita ha lo stesso infotainment, gli stessi
Nella foto di<br />
apertura, lo<br />
chassis elettrico.<br />
Di fianco, le parti<br />
scomponibili e<br />
il risultato finale.<br />
In pochi minuti si<br />
assembla Eterna,<br />
concept degli<br />
studenti del<br />
Politecnico di<br />
Eindhoven.<br />
La promessa è<br />
nella durata, non<br />
della batteria,<br />
dell’auto in sé:<br />
più di 20 anni.<br />
schermi, gli stessi sistemi di assistenza alla guida. E<br />
solo il software, in base alle impostazioni fornite in<br />
fabbrica (o dagli aggiornamenti “on the air”), decide<br />
quali funzioni e a che livello possono essere disponibili.<br />
Il che, per esempio, consentirebbe di variare il livello<br />
di equipaggiamento, e di conseguenza il prezzo,<br />
dell’auto senza dover intervenire fisicamente sul veicolo.<br />
E, come già da tempo avviene con le Tesla che<br />
prevede funzionalità a pagamento come l’Autopilot<br />
(guida semi autonoma), limitare servizi o prestazioni<br />
in funzione del canone di abbonamento scelto dal<br />
cliente. Oppure ancora proporre nuove funzionalità,<br />
come i navigatori satellitari integrati dall’intelligenza<br />
artificiale, anche ai clienti delle auto già vendute, purché<br />
sviluppate con una piattaforma Sdv.<br />
IL SUV NUOVO DELL’IMPERATORE<br />
In Giappone dal 1967 circola<br />
una berlina Toyota che<br />
rappresenta la quintessenza<br />
del marchio ma non porta le<br />
tre ellissi sul radiatore. È la<br />
Century, limousine costruita<br />
“quasi a mano” in 50 esemplari<br />
all’anno, il cui logo con una<br />
fenice dorata coincide con<br />
quello della famiglia imperiale.<br />
Venduta solo in alcuni Toyota<br />
Store del Giappone, la Century<br />
è riservata, oltre che alla Corte<br />
e al governo giapponesi, anche<br />
ai top manager delle grandi<br />
aziende del Paese. Ecco<br />
perché ha fatto sensazione, alla<br />
presentazione del MY 2024, il<br />
mutare della iperconservatrice<br />
limousine Century in un clone<br />
del suv Cullinan realizzato<br />
dalla altrettanto esclusiva<br />
Rolls-Royce. I responsabili del<br />
progetto della “nuova” Century,<br />
Yoshikazu Tanaka per la<br />
meccanica e Tatsuya Sonoda<br />
per il design, si affannano da<br />
settimane a sottolineare di aver<br />
voluto sviluppare un nuovo<br />
concetto di “chaffeur-driven car”<br />
che rappresenti un’alternativa<br />
agli apprezzati e confortevoli<br />
minibus Lexus Alphard. La<br />
“vox populi” non si ferma.<br />
L’imperatore Naruhito è nato<br />
nel 1960 e, stufo di circolare<br />
“imbalsamato” nelle limousine<br />
nere di servizio, avrebbe chiesto<br />
a Toyota di sviluppare un mezzo<br />
più al passo dei tempi.<br />
13
cummins. Reman Centre Cracovia<br />
COME<br />
NUOVO<br />
Il Master Rebuild Centre che Cummins ha inaugurato<br />
a Cracovia è il numero 13 su scala globale. Servirà<br />
il mercato europeo delle applicazioni minerarie,<br />
nautiche, generazione e ferroviarie dei motori<br />
da 19 a 79 litri, da 450 a 3.500 cavalli. Il processo<br />
di “rifacimento” avviene in sei passaggi<br />
repower<br />
14<br />
Benvenuti nell’epicentro della Mitteleuropa. Non<br />
è la Vienna asburgica, è Cracovia, sito Unesco,<br />
arcivescovato di Karol Wojtyla, residenza universitaria<br />
dal 1364. A un tiro di schioppo da Repubblica<br />
Ceca e Slovacchia, ospita un aeroporto internazionale<br />
e un intrico di direttrici autostradali per la<br />
Germania, il Sud Europa, Ucraina ed Est slavofono.<br />
È qui che Cummins ha deciso di installare il centro<br />
di competenza europeo per la ricostruzione della<br />
fascia motoristica di elevate cilindrate e prestazioni.<br />
Le ragioni dell’insediamento a Cracovia dipendono<br />
dai citati fattori logistici e viari e dal “talent pool”,<br />
che deriva dal diffuso know-how del territorio. Nel<br />
reticolo universitario cittadino, la Cracow University<br />
of Technology assiste 14mila studenti, e compare<br />
nello Shanghai Ranking’s Global Ranking of Academic<br />
Subjects 2019 e 2020 - Ingegneria meccanica,<br />
nella classifica mondiale delle università 2021<br />
e nel QS World University Rankings. La Polonia,<br />
al pari della Repubblica Ceca, è stata del resto il<br />
presidio dell’ingegneria e dell’industria meccanica<br />
ed elettronica all’interno del blocco sovietico. Una<br />
tradizione che ha consentito a Varsavia di rilanciare<br />
le proprie quotazioni nell’economia globalizzata.<br />
A Cracovia Cummins ha fatto 13<br />
Questo è il 13° “Master Rebuild Centre” della galassia<br />
Cummins, due dei quali nella sola Australia,<br />
ed è consacrato all’assistenza per il mercato<br />
europeo. Quale, anzi, quali mercati, delimitando il<br />
perimetro alle declinazioni applicative? Chiariamo<br />
infatti una cosa: qui si ragiona di grossi calibri, non<br />
dei motori super-compatti o della Performance Series,<br />
che ammiriamo alle fiere dell’agricolo e del<br />
construction. I motori sono compresi tra 19 e 78<br />
litri, da 331 a 2.572 chilowatt (da 450 a 3.500 cavalli),<br />
per applicazioni in miniera, grandi macchine<br />
da cava e cantiere, marino commerciale, ferroviario<br />
e generazione. La generazione lievita e continuerà<br />
a lievitare, il ferroviario richiede assistenza ed è<br />
“incatenato” agli obblighi di fruibilità del servizio<br />
pubblico, il settore minerario è caldo, soprattutto<br />
nel Nord Europa, per l’estrazione di terre rare. Sono<br />
tre i livelli di intervento. Si comincia dall’ultimate<br />
remanufacture (traducibile come “rifabbricazione<br />
definitiva”), che consiste nel montaggio e riassemblaggio<br />
integrale del motore e nella sostituzione con<br />
parti originali Cummins non solo dei componenti<br />
usurati, anche di quelle parti più esposte all’usura.<br />
Si tratta dunque di una formula chiavi in mano,<br />
che fornisce all’utilizzatore un motore equivalente<br />
al nuovo. Difficile stabilire un dato generalizzato<br />
sul risparmio. Dipende dall’applicazione, dal ciclo<br />
di lavoro, dall’usura della macchina e dalle variabili<br />
ambientali. Si potrebbe ipotizzare un risparmio<br />
medio nella forbice tra il 20% e il 30%. I benefici<br />
non si riducono a una mera contabilità finanziaria:<br />
per rivisitare un motore e consegnarlo come nuovo<br />
occorre fino all’85% di energia in meno. Il disegno<br />
green del plesso produttivo è garantito da un approccio<br />
olistico, che prevede la fornitura di energia<br />
elettrica tramite pannelli solari, l’installazione delle<br />
colonnine di ricarica e il riciclo dell’acqua di lavaggio<br />
dei processi. Sono inoltre sensibilmente ridotti<br />
l’utilizzo di materie prime, imballaggi e la produzione<br />
di rottami metallici. Il “reman” completo riconosce<br />
una garanzia assimilabile a quella del primo
«Ci concentriamo<br />
sulle ore standard,<br />
non sul numero di<br />
motori. La crescita<br />
maggiore dovrebbe<br />
provenire dal<br />
settore minerario.<br />
Vediamo alcune<br />
politiche di<br />
sviluppo da parte<br />
dei Paesi nordici».<br />
Non si esaurisce<br />
però in queste<br />
parole la ragion<br />
d'essere del Reman<br />
Centre di Cracovia.<br />
MASTER REBUILD CENTRE CRACOVIA<br />
4.600 metri quadri<br />
10 milioni € di investimento<br />
50 addetti<br />
19-78 litri<br />
450-3.500 cv<br />
2 gru da 15 tonn<br />
Banco prova con dinamometro<br />
2 stazioni disassemblaggio<br />
4 isole assemblaggio alte potenze<br />
3 isole assemblaggio “mid-range”<br />
Ann-Kristin de Verdier, Executive Managing<br />
Director di Cummins Europe Distribution Business:<br />
«Questa struttura è il risultato di un investimento<br />
significativo e strategico per offrire una maggiore<br />
scelta ai nostri clienti in tutta Europa, aiutandoli<br />
a ridurre i costi e ad aumentare la produttività.<br />
Cummins produce motori diesel da oltre 100 anni<br />
e, sebbene saremmo sempre felici di fornire<br />
ai clienti un nuovo motore, se c'è un modo per<br />
mantenere un motore esistente al massimo delle<br />
sue prestazioni, questa dovrebbe essere la prima<br />
opzione. Ecco perché abbiamo costruito questo<br />
nuovo Centro».<br />
equipaggiamento. I motori sono completamente<br />
messi alla frusta sul banco prove, compreso un<br />
test di oltre 20 parametri di convalida. Del resto, le<br />
aspettative di durata della revisione sono identiche<br />
a quelle di un motore uscito dalle linee produttive.<br />
Il secondo livello di rifacimento è definito advanced<br />
rebuild (“ricostruzione avanzata”): si tratta di una<br />
rivisitazione rispetto al classico aggiornamento del<br />
motore. Una rilettura meno in profondità, rispetto<br />
all’ultimate remanufacture, che si porta comunque<br />
in dote 12 mesi di garanzia sulle parti nuove e tre<br />
mesi di garanzia sulla manodopera. Anche in questo<br />
caso il motore è testato al banco prova. Infine, il<br />
cosiddetto classic refresh, o “aggiornamento classico”:<br />
gli interventi sul motore sono effettuati in<br />
situ, direttamente “a casa” dell’utilizzatore da parte<br />
di, chiamiamoli così, “flying doctor”, tecnici dotati<br />
delle attrezzature diagnostiche e di veicoli adeguatamente<br />
equipaggiati per questo genere di operazioni.<br />
Le riparazioni prevedono l’utilizzo esclusivo di<br />
ricambi originali Cummins, secondo i parametri del<br />
processo di assistenza QuickServe.<br />
Lo stabilimento si sviluppa su 4.600 metri quadri.<br />
I motori ricostruiti sono sottoposti a un processo<br />
di rigenerazione in sei fasi che prevede lo smon-<br />
15
Nella sede di<br />
Cracovia sarà<br />
possibile restituire<br />
a nuova vita le<br />
unità di grossa<br />
cilindrata. Il<br />
settore minerario<br />
in Scandinavia è<br />
in fermento. Non<br />
stanno a guardare<br />
nemmeno marino e<br />
generazione.<br />
repower<br />
16<br />
taggio, la pulizia, l’ispezione, la rilavorazione, il<br />
riassemblaggio con parti originali e il collaudo. Uno<br />
dei vantaggi risiede nell’accelerazione del time to<br />
market. In una congiuntura di asfittica programmazione<br />
dei tempi di consegna, in ragione dei persistenti<br />
colli di bottiglia della catena di fornitura, le<br />
consegne sono assai più brevi rispetto a un motore<br />
ordinato in fabbrica senza inficiare le prestazioni,<br />
con un tempo di ciclo tipico di 35 giorni lavorativi.<br />
«Qual è il costo del non rigenerare?», suggeriscono<br />
quelli di Cummins. Si potrebbe subire un guasto<br />
costoso, perché il downtime è l’incubo di qualsiasi<br />
segmento di business, figuriamoci un Lpg carrier<br />
nell’Atlantico, il gruppo di un data centre o un dumper<br />
nel deserto di Atacama.<br />
Un dato avvalorato dalla maggiore produttività di<br />
un motore rigenerato rispetto al precedente stato<br />
del motore stesso. L’assemblaggio costituisce ovviamente<br />
il passaggio critico, che dipende dalla<br />
precisione della procedura e dall’attenzione degli<br />
operatori. Per agevolare gli addetti il blocco “nudo”<br />
(lo short block) ruota su 360 gradi. Una macchina<br />
provvede poi all’imbullonaggio. Quindi si procede<br />
con l’assemblaggio di filtri e altre periferiche. I dirigenti<br />
Cummins definiscono la procedura di riassemblaggio<br />
come il montaggio dei mattoncini Lego.<br />
Noi ci permettiamo di paragonarlo a un puzzle: i<br />
singoli pezzi devono essere integri e sistemati al<br />
posto giusto.<br />
La pulizia è fondamentale<br />
Si può assemblare tutto alla perfezione, ma impu-<br />
rità residuali posso causare enormi problemi. Ogni<br />
unità in ristrutturazione è posizionata in un canestro<br />
dedicato, e conduce il motore alla macchina<br />
per la sabbiatura. Questo processo impiega da 10 a<br />
30 minuti. Cummins ha sostanzialmente eliminato i<br />
solventi nelle lavorazioni più dispendiose in termini<br />
energetici. I solventi sono invece utilizzati per i<br />
filtri da 5 micron applicati all’albero a gomiti. Se le<br />
impurità superano la soglia dei 5 mg, sono esaminati<br />
al microscopio e sottoposti a ulteriore verifica. Al<br />
termine dell’operazione, subiscono l’evaporazione<br />
mediante un’apposita asciugatrice.<br />
Il ciclo assorbe da 7/8 ore a quasi una giornata intera.<br />
I test dinamometrici riguardano i motori diesel,<br />
non quelli a gas metano, ugualmente soggetti a revisione<br />
ma non al “dyno-test”. La procedura di riparazione<br />
più complicata dal punto di vista tecnico<br />
è probabilmente la fasatura dell’iniezione. Quella<br />
più sensibile al fallimento umano e che si riverbera<br />
maggiormente sui costi è il processo di smontaggio,<br />
che in caso di errore comporta l’acquisto di nuovi<br />
pezzi. Il Qsk95 è escluso dalle attenzioni del Reman<br />
Centre di Cracovia.<br />
La maggior parte della popolazione europea dei
motori industriali tra 19 e 78 litri è in regime standby,<br />
e gli esemplari marini sono in servizio presso<br />
armatori che hanno sede e tratte nel Regno Unito,<br />
Paesi Bassi e Belgio. Diventerebbe dunque antieconomico,<br />
e logisticamente oneroso, il trasferimento<br />
dei 95 litri in Polonia. Per gli altri motori (Qsk19,<br />
Qsk35, Qsk60 e Qsk78) è possibile aggiornare l’elettronica<br />
anche di versioni a regolazione elettronica,<br />
ma più semplificate, come ad esempio quelli con<br />
sistema di iniezione Hpi.<br />
Cummins Preventech<br />
Cummins PrevenTech monitora i<br />
parametri del motore, come lo stato<br />
dei fluidi e le condizioni operative,<br />
setacciando costantemente i dati<br />
per ottimizzare le prestazioni delle<br />
macchine. L’analisi dettagliata<br />
consente di individuare i punti in cui<br />
il sistema non funziona a dovere,<br />
consigliando pratiche operative<br />
efficienti dal punto di vista del<br />
consumo di carburante o sostituzioni di<br />
componenti. È una modalità di accesso<br />
in remoto, che quindi minimizza i rischi<br />
associati alla manutenzione in aree<br />
remote, come abitualmente sono cave<br />
e miniere. Sfruttando la telematica<br />
avanzata e gli algoritmi proprietari,<br />
PrevenTech fornisce un monitoraggio<br />
remoto in tempo reale e un report<br />
sullo stato di salute dei macchinari. Il<br />
sistema utilizza una serie completa di<br />
sensori. Le funzionalità di reporting e di<br />
avviso basate su cloud di PrevenTech<br />
forniscono notifiche immediate sui<br />
dispositivi mobili di qualsiasi anomalia<br />
delle prestazioni. Oltre a esorcizzare<br />
lo spettro del downtime, questa<br />
soluzione di reportistica remota aiuta a<br />
pianificare le attività di manutenzione,<br />
a prolungare il ciclo di vita, a ridurre<br />
i costi operativi. PrevenTech tiene<br />
traccia della temperatura e della<br />
pressione dell’olio, consentendo<br />
agli operatori di determinare con<br />
precisione il cambio olio. L’efficacia<br />
di PrevenTech risiede dunque nella<br />
funzione prognostica. I dati in tempo<br />
reale confluiscono negli algoritmi<br />
analitici, in grado di prevedere i<br />
potenziali guasti, consentendo alle<br />
squadre di manutenzione di agire in<br />
modo proattivo.<br />
17
CONFRONTO. 13 litri industriali<br />
UNA STORIA<br />
CHE<br />
CONTINUA<br />
E lo fa aggiungendo sale e pepe, cioè chilowatt<br />
e Newtonmetro. Scania annovera in questa arena<br />
il Next Generation DC13, Diesel of the Year <strong>2023</strong>.<br />
Caterpillar e Perkins hanno presentato al Conexpo<br />
il 12,9 litri con le rispettive livree (C13D e 2606J).<br />
Di Deutz abbiamo reclutato sia il 12 a V che il<br />
13,5 in linea<br />
Si scrive 13 litri e si iscrive nel segmento <strong>11</strong>,9 -<br />
13,5 litri, fascia di potenza compresa nell’elastico<br />
ventaglio tra la cuspide dei 300 chilowatt (383,<br />
nello specifico) e l’attacco dei 500 chilowatt. Come<br />
mai un intervallo così esteso? Le prestazioni specifi-<br />
DA <strong>11</strong>,9 A 13,5 LITRI<br />
TERRA<br />
Marca CATERPILLAR CUMMINS DEUTZ DEUTZ FPT INDUSTRIAL<br />
Modello C13D X12 513 TCD12.0 V6 TCD13.5 L6 C13 2ST T<br />
CARTA D’IDENTITÀ<br />
A x C mm - C/A 130 x 162 - 1,25 130 x 150 - 1,15 130 x 150 - 1,15 135 x 157 - 1,16 135 x 150 - 1,<strong>11</strong><br />
N. cilindri - litri 6 - 12,90 6 - <strong>11</strong>,94 6 - <strong>11</strong>,94 6 - 13,48 6 - 12,88<br />
Potenza intermittente kW - rpm 515 - 2.100 383 - 1.900 404 - 1.700 454 - 2.100 500 - 2.100<br />
Pme bar 23,3 20,7 24,3 19,6 22,6<br />
Velocità lineare pistone m/s <strong>11</strong>,3 9,5 8,5 <strong>11</strong> 10,5<br />
Coppia max Nm - rpm 3.200 - 1.300 2303 - 1.400 2505 - 1.200 2757 - 1.100 2901 - 1.400<br />
Pme a coppia max bar 31,8 24,7 26,9 26,2 28,9<br />
Riserva di coppia % 52,2 50,1 52,1 50,8 48<br />
Coppia a potenza max Nm 2.342 1.921 2.264 2.058 2.274<br />
% Potenza a coppia max (kW) 84,6 (436) 88,20 (338) 78,00 (315) 70,00 (318) 85,10 (426)<br />
NELLO SPECIFICO<br />
Potenza kW/litro 39,9 32 33,7 33,6 38,8<br />
Coppia Nm/litro 248 192,7 209,6 204,4 225,2<br />
Potenza areale kW/dm 2 64,70 48,12 50,75 52,85 58,21<br />
METRO E BILANCIA<br />
Peso kg 1.154 1.125 983 990 1.430<br />
L x W x H mm<br />
1.381x969x1.273 1.274x994x1.134 1.378x852x1.161 1.378x852x1.161 1.365x912x1.213<br />
Ingombro m 3 1,70 1,44 1,36 1,36 1,51<br />
Massa/potenza kg/kW 2,2 2,9 2,4 2,2 2,9<br />
Densità globale kg/litri 89,4 94,2 82,3 73,4 <strong>11</strong>1<br />
Densità di potenza kW/m 3 302,9 266 297,1 333,8 331,1<br />
Densità assoluta t/m 3 0,68 0,78 0,72 0,73 0,95<br />
Densità relativa litri/m 3 7,59 8,30 8,78 9,91 8,53<br />
ELASTICITÀ 12,1 8,4 8,5 13,4 10,8<br />
PRESTAZIONI 8,7 7 7,5 7,5 8,0<br />
SOLLECITAZIONE 14,4 <strong>11</strong>,4 <strong>11</strong>,8 12,4 13,1<br />
LEGGEREZZA <strong>11</strong>,9 12,8 <strong>11</strong>,1 10 15,4<br />
COMPATTEZZA 9,8 8,9 10,2 10,3 10,2<br />
DIESEL INDUSTRIALI 8,5 7,4 7,7 8,3 7,9<br />
18
che, come solito, non mentono. Considerate due dati.<br />
La coppia a potenza massima si raccoglie nel fazzoletto<br />
del 20%. Una forbice percentualmente significativa<br />
che va però letta caso per caso, facendo attenzione ai<br />
parametri dell’ingombro e altri fattori come la risalita<br />
e la densità. Senza considerare (l’approfondimento ci<br />
porterebbe troppo lontano) le variabili di ingombro<br />
del post-trattamento, della coppa strutturale per i trattori,<br />
l’intreccio delle curve e l’elasticità del regime, sui<br />
quali ogni Oem esprime preferenze in base all’identikit<br />
della specifica applicazione. Sono trascorsi anni<br />
dall’ultima redazione di questo confronto e il profilo<br />
dei concorrenti ha subìto un vistoso make-up, quando<br />
non, addirittura, l’apparizione di cilindri disegnati da<br />
foglio bianco. È il caso della premiata ditta Caterpillar<br />
- Perkins, che ha sviluppato un 12,9 litri, in forma<br />
sinergica, sebbene con una concretizzazione duale,<br />
svelato al Conexpo sia in giallo che in grigio e recentemente<br />
ammirato allo Shard di Londra nella livrea<br />
Perkins. È tuttora un work in progress, dal momento<br />
che la produzione seriale è calendarizzata nel 2026.<br />
Un motore che comunque imprime una svolta nel<br />
chiacchiericcio sulla plausibilità dell’endotermico. Cominciamo<br />
dall’abc del confronto, l’Indice Diesel, che<br />
riassume le coordinate ingegneristiche di un progetto.<br />
Il C13D di Caterpillar e il 2606J di Perkins si aggiudicano<br />
il gradino più alto del podio, in coabitazione.<br />
A seguire, il 13,5 litri di Deutz, disegnato anch’esso<br />
a quattro mani, con Liebherr, e l’altra eclatante new<br />
entry del lotto, il 12,74 litri di Scania, vincitore del<br />
13 litri industriali<br />
Quello a cavallo<br />
tra i 12 e 13 litri è<br />
uno dei segmenti<br />
motoristici più<br />
resilienti alla<br />
consunzione<br />
del motore<br />
endotermico<br />
JOHN DEERE LIEBHERR MAN ENGINES MTU PERKINS SCANIA VOLVO<br />
JD14X D946 A7-04 D2676LE 6R 1300 2606J-E13TA NEXT GENERATION DC13 TAD1375VE<br />
132 x 165 - 1,25 130 x 150 - 1,15 126 x 166 - 1,32 132 x 156 - 1,18 130 x 162 - 1,25 130 x 160 - 1,23 131 x 158 - 1,21<br />
6 - 13,54 6 - <strong>11</strong>,94 6 - 12,41 6 - 12,80 6 - 12,90 6 - 12,74 6 - 12,77<br />
510 - 2.100 400 - 1.900 404 - 1.700 390 - 1.600 515 - 2.100 450 - 1.900 405 - 1.900<br />
21,9 20,5 23,4 23,3 23,3 22,8 20,4<br />
<strong>11</strong>,6 9,5 9,4 8,3 <strong>11</strong>,3 10,1 10<br />
3050 - 1.550 2605 - 1.250 2520 - 1.100 2605 - 1.300 3.200 - 1.300 3009 - 1.400 2650 - 1.150<br />
28,9 28 26 26,1 31,8 29,9 26,6<br />
49,8 58,4 52,4 56,8 52,2 56 55,4<br />
2.323 2.009 2.264 2.323 2.342 2.264 2.038<br />
97,10 (495) 85,3 (341) 71,90 (290) 91 (355) 84,60 (436) 96,80 (436) 78,90 (319)<br />
37,6 33,4 32,5 30,4 39,9 35,3 31,7<br />
225,1 218 202,9 203,3 248 236,1 207,4<br />
62,12 50,25 54,01 47,50<br />
1.521 1.341 1.107 1.071 1.154 1.050 1.267<br />
1.446x890x1.366 1.428x903x1.151 1.355x907x1.120 1.393x1.043x1.215 1.381x969x1.273 1.397x1.157x920 1.148x868x1.237<br />
1,76 1,48 1,38 1,77 1,70 1,49 1,23<br />
3 3,4 2,7 2,7 2,2 2,3 3,1<br />
<strong>11</strong>2,3 <strong>11</strong>2,3 89,1 83,6 89,4 82,4 99,2<br />
289,8 256,8 292,8 220,3 302,9 302,0 329,3<br />
0,86 0,91 0,80 0,61 0,68 0,70 1,03<br />
7,70 8,07 9,00 7,24 7,59 8,55 10,39<br />
9,5 10,1 9,3 6,5 12,1 9 <strong>11</strong><br />
8,2 7,6 7,4 7,3 8,7 8,1 7,4<br />
13,5 12,5 <strong>11</strong>,8 <strong>11</strong>,5 14,4 13,3 12,2<br />
15,5 14,8 <strong>11</strong>,7 <strong>11</strong>,2 <strong>11</strong>,9 <strong>11</strong> 13,1<br />
8,8 9,5 9,8 7,6 9,8 10,3 <strong>11</strong>,2<br />
7,7 7,5 7,6 7,1 8,5 8 7,7<br />
19
CATERPILLAR<br />
CUMMINS<br />
DEUTZ TCD12<br />
CATERPILLAR<br />
CUMMINS<br />
DEUTZ TCD12<br />
kW! 560!<br />
4.372! Nm!<br />
kW! 560!<br />
4.469! Nm!<br />
kW! 540!<br />
4.502! Nm!<br />
520!<br />
3.972!<br />
520!<br />
4.069!<br />
500!<br />
4.102!<br />
480!<br />
3.572!<br />
480!<br />
3.669!<br />
460!<br />
3.702!<br />
440!<br />
3.172!<br />
440!<br />
3.269!<br />
420!<br />
3.302!<br />
400!<br />
2.772!<br />
400!<br />
2.869!<br />
380!<br />
2.902!<br />
360!<br />
2.372!<br />
360!<br />
2.469!<br />
340!<br />
2.502!<br />
320!<br />
1.972!<br />
320!<br />
2.069!<br />
300!<br />
2.102!<br />
280!<br />
1.572!<br />
280!<br />
1.669!<br />
260!<br />
1.702!<br />
240!<br />
1.172!<br />
240!<br />
1.269!<br />
220!<br />
1.302!<br />
200!<br />
rpm!<br />
772!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
200!<br />
rpm!<br />
869!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
180!<br />
rpm!<br />
902!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
Diesel of the Year <strong>2023</strong>. L’esacilindrico avvicendato<br />
da Cat era un 12,5 litri, distante due millimetri di<br />
alesaggio e cinque millimetri di corsa dalla canna del<br />
12,9 litri. La densità di potenza ha alzato l’asticella<br />
del 10% rispetto al 18 litri mono-turbo. Per comprimere<br />
gli ingombri, il Doc è stato innestato sul Dpf.<br />
Questo motore è in grado di funzionare a 3.658 metri,<br />
corrispondenti ai 12.000 piedi dichiarati a Las Vegas,<br />
il doppio dell’attuale 13 litri, e affronta serenamente<br />
un’escursione termica da +60° a -40°. La riduzione del<br />
rumore tra motore e motore, senza la ventola, è quantificata<br />
fino a tre dB. Da segnalare anche la riduzione di<br />
oltre il 45% del numero di perdite nei giunti. Insieme<br />
ad altri miglioramenti contribuisce a una diminuzione<br />
del consumo di fluidi e a un aumento degli intervalli<br />
di manutenzione dei filtri dell’olio e del carburante.<br />
Il traguardo è quello delle 1.000 ore tra un tagliando<br />
e l’altro. Il treno di ingranaggi anteriore ha traslocato<br />
sul posteriore. È lì che si trovano i momenti di inerzia<br />
e i componenti che tradizionalmente producono<br />
rumore, che sono stati smorzati. Anche la pompa del<br />
carburante ad alta pressione contribuisce alla riduzione<br />
del rumore. Conferma per il common rail, comunque<br />
aggiornato alle esigenze di calibrazione del combustibile<br />
di un’unità così performante. Prima assoluta per<br />
la turbina a geometria variabile.<br />
LIEBHERR<br />
MAN<br />
PERKINS<br />
TERRA<br />
kW! 560!<br />
520!<br />
480!<br />
440!<br />
400!<br />
360!<br />
320!<br />
280!<br />
240!<br />
LIEBHERR<br />
Nm!<br />
4.600!<br />
4.200!<br />
3.800!<br />
3.400!<br />
3.000!<br />
2.600!<br />
2.200!<br />
1.800!<br />
1.400!<br />
kW! 560!<br />
520!<br />
480!<br />
440!<br />
400!<br />
360!<br />
320!<br />
280!<br />
240!<br />
MAN<br />
Nm!<br />
4.964!<br />
4.564!<br />
4.164!<br />
3.764!<br />
3.364!<br />
2.964!<br />
2.564!<br />
2.164!<br />
1.764!<br />
kW! 560!<br />
520!<br />
480!<br />
440!<br />
400!<br />
360!<br />
320!<br />
280!<br />
240!<br />
PERKINS<br />
4.372! Nm!<br />
3.972!<br />
3.572!<br />
3.172!<br />
2.772!<br />
2.372!<br />
1.972!<br />
1.572!<br />
1.172!<br />
200!<br />
rpm!<br />
1.000!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
200!<br />
rpm!<br />
1.364!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
200!<br />
rpm!<br />
772!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
20
DEUTZ TCD13.5L6<br />
FPT INDUSTRIAL<br />
JOHN DEERE<br />
DEUTZ TCD13.5<br />
FPT INDUSTRIAL<br />
JOHN DEERE<br />
kW! 560!<br />
4.970! Nm!<br />
kW! 560!<br />
4.175! Nm!<br />
kW! 560!<br />
Nm!<br />
3.993!<br />
520!<br />
4.570!<br />
520!<br />
3.775!<br />
520!<br />
3.593!<br />
480!<br />
4.170!<br />
480!<br />
3.375!<br />
480!<br />
3.193!<br />
440!<br />
3.770!<br />
440!<br />
2.975!<br />
440!<br />
2.793!<br />
400!<br />
3.370!<br />
400!<br />
2.575!<br />
400!<br />
2.393!<br />
360!<br />
2.970!<br />
360!<br />
2.175!<br />
360!<br />
1.993!<br />
320!<br />
2.570!<br />
320!<br />
1.775!<br />
320!<br />
1.593!<br />
280!<br />
2.170!<br />
280!<br />
1.375!<br />
280!<br />
1.193!<br />
240!<br />
1.770!<br />
240!<br />
975!<br />
240!<br />
793!<br />
200!<br />
rpm!<br />
1.370!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
200!<br />
rpm!<br />
575!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
200!<br />
rpm!<br />
393!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
Deutz schiera un attacco a due punte, entrambe esacilindriche,<br />
con canne diverse. Il risultato è un 12 e un<br />
13,5 litri, figli dell’accordo con Liebherr, che consegna<br />
il monoblocco all’architettura in linea e bandisce<br />
l’Egr. Non abbiamo considerato il tradizionale 12 a V,<br />
fedele alla filosofia del ricircolo, per le più morigerati<br />
prestazioni (390 chilowatt e 2.130 Newtonmetro). La<br />
cilindrata unitaria del 13,5 litri è modulare rispetto a<br />
quella del 9 litri, Diesel of the Year 2018. E il “caratterino”<br />
del Tcd13.5L6 emerge certamente dalla coppia,<br />
legata anche alla cilindrata più robusta dei dodici<br />
“apostoli” di questa fascia di potenza, e dalla valutazione<br />
relativa al peso piuma. Per esempio, l’incidenza<br />
della massa in relazione alla cubatura e, soprattutto,<br />
la tanto agognata densità di potenza. Solo il Cursor<br />
13 tallona da vicino il rosso di Colonia, merito anche<br />
del doppio stadio che imprime coesione del comburente<br />
e un ottimale riempimento della camera. Certo,<br />
richiede anche maggiore cautela nella gestione delle<br />
macchine e accortezza nella filtrazione delle impurità.<br />
Sul podio è salita anche Scania, che merita una<br />
adeguata riflessione. A Södertälje hanno pianificato<br />
il transito sull’affollato sentiero della transizione ecologica.<br />
Nella “Lonely Planet” svedese la promozione<br />
dell’elettrificazione, svelata all’Ecomondo del 2021,<br />
con i pacchi batteria da 32 kWh scalabili fino a 12<br />
Deutz presenta<br />
addirittura due<br />
motori, uno<br />
con la classica<br />
configurazione a<br />
V, un altro con<br />
architettura in linea,<br />
di derivazione<br />
Liebherr<br />
ROLLS-ROYCE<br />
SCANIA<br />
VOLVO<br />
ROLLS-ROYCE<br />
SCANIA<br />
VOLVO<br />
kW! 560!<br />
Nm!<br />
4.600!<br />
kW! 560!<br />
Nm!<br />
4.122!<br />
kW! 560!<br />
Nm!<br />
4.880!<br />
520!<br />
4.200!<br />
520!<br />
3.722!<br />
520!<br />
4.480!<br />
480!<br />
3.800!<br />
480!<br />
3.322!<br />
480!<br />
4.080!<br />
440!<br />
3.400!<br />
440!<br />
2.922!<br />
440!<br />
3.680!<br />
400!<br />
3.000!<br />
400!<br />
2.522!<br />
400!<br />
3.280!<br />
360!<br />
2.600!<br />
360!<br />
2.122!<br />
360!<br />
2.880!<br />
320!<br />
2.200!<br />
320!<br />
1.722!<br />
320!<br />
2.480!<br />
280!<br />
1.800!<br />
280!<br />
1.322!<br />
280!<br />
2.080!<br />
240!<br />
1.400!<br />
240!<br />
922!<br />
240!<br />
1.680!<br />
200!<br />
rpm!<br />
1.000!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
200!<br />
rpm!<br />
522!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
200!<br />
rpm!<br />
1.280!<br />
900! 1.300! 1.700! 2.100!<br />
21
unità, procede di pari passo con l’adeguamento dei<br />
parametri termodinamici e del raffinamento dell’endotermico.<br />
Con questi presupposti è stato concepito il<br />
Next Generation DC13, Diesel of the Year in carica.<br />
Un motore equilibrato, che non esaspera il ciclo del<br />
pistone e si avvicina alla fatidica soglia del 50% di<br />
efficienza. Vi rammentiamo quanto scrivemmo del Super,<br />
il genitore del nostro, lanciato in anteprima sotto<br />
la calandra del grifone. “Proiettato nell’orbita Euro 6E,<br />
in un arco di quattro potenze da 420 a 560 cavalli<br />
(le altre due sono da 460 e 500. Il range equivalente,<br />
espresso in chilowatt, si segmenta quindi a 309, 338,<br />
368 e 412 chilowatt), la catena cinematica di Scania<br />
Super strizza l’occhiolino al Tco. I risparmi di carburante<br />
rispetto alla precedente generazione sono stimati<br />
all’8% (e nei successivi dati riportati da alcuni flottisti,<br />
addirittura migliorato), per il lungo raggio. Come nella<br />
migliore tradizione scandinava, la compatibilità con<br />
le varianti bio e di sintesi sono parte integrante del<br />
progetto. L’Hvo è compatibile all’intera famiglia, le<br />
tarature mediane, da 460 e 500 cavalli, digeriscono il<br />
biodiesel Fame. Seguiranno altre versioni per i mercati<br />
extra europei e per il biometano. Scania è riuscita<br />
nell’impresa anche grazie al contributo dei doppi alberi<br />
a camme superiori e il doppio dosaggio dell’AdBlue<br />
dello Scania Twin Scr. Il momento torcente è disponibile<br />
a 900 giri, altro fattore che implementa l’efficienza,<br />
sia nell’impatto sul consumo specifico che per<br />
l’elasticità del motore”. Così si è espresso in merito<br />
Magnus Henriksson, Chief Engineer: «Sapevamo fin<br />
dall’inizio che i doppi alberi a camme in testa (Dohc)<br />
insieme tecnologia della testata singola con cilindri a<br />
4 valvole e Scr erano un requisito. Inoltre, il controllo<br />
preciso delle valvole da parte delle camme in testa è<br />
“ASPETTANDO L’EURO 7”. 13 LITRI CAMIONISTICI. DIESEL GENNAIO-FEBBRAIO 2022<br />
TERRA<br />
Marca CUMMINS DAF FORD<br />
Modello X12 MX-13 530 ECOTORQ 12.7L<br />
CARTA D’IDENTITÀ<br />
A x C mm - C/A 134 x 142 - 1,06 130 x 162 - 1,25 130 x 160 - 1,23<br />
N. cilindri - litri 6 - 12,01 6 - 12,90 6 - 12,74<br />
Potenza intermittente kW - rpm 373 - 2.000 390 - 1.800 368 - 1.800<br />
Pme bar 19 22,1 19,6<br />
Velocità lineare pistone m/s 9,5 9 9,6<br />
Coppia max Nm - rpm 2.305 - 1.000 2.500 - 1.000 2.500 - 1.000<br />
Pme a coppia max bar 24,6 24,8 25,2<br />
Riserva di coppia % 51,8 54,1 58<br />
Coppia a potenza max Nm 1.784 2.225 1.950<br />
% Potenza a coppia max (kW) 64,8 (242) 67,10 (262) 71,20 (262)<br />
NELLO SPECIFICO<br />
Potenza kW/litro 31 30,2 28,8<br />
Coppia Nm/litro 191,8 193,6 196,1<br />
Potenza areale kW/dm 2 44,09 48,99 46,23<br />
METRO E BILANCIA<br />
Peso kg 930 1.000 -<br />
L x W x H mm 1.294x931x1.002 1.375x825x1.150 -<br />
Ingombro m 3 1,21 1,30 -<br />
Massa/potenza kg/kW 2,5 2,6 -<br />
Densità globale kg/litri 77,4 77,5 - 92,9<br />
Densità di potenza kW/m 3 308,3 300 -<br />
Densità assoluta t/m 3 0,77 0,77 -<br />
Densità relativa litri/m 3 9,93 9,92 -<br />
INDICI<br />
Elasticità 13,1 9,9 -<br />
Prestazioni 6,9 7,1 7,1<br />
Sollecitazione <strong>11</strong>,4 <strong>11</strong>,3 <strong>11</strong>,6<br />
Leggerezza 10,2 10,3 -<br />
Compattezza 10,5 9,9 -<br />
DIESEL INDUSTRIALI 8 7,7 -<br />
22
indispensabile per il sistema Scr Scania avanzato con<br />
doppio dosaggio dell’urea». Fin qui la descrizione di<br />
un propulsore camionistico. Certo, le affinità non lo<br />
rendono esattamente speculare all’industriale, ma il li-<br />
gnaggio è questo. Diciamo che, nell’ottica di un livello<br />
sesto della letteratura normativa, il dialogo tra questo<br />
motore e le batterie lo rendono un candidato ideale a<br />
superare gli esami a pieni voti. Con 3.000 Newtonmetro<br />
è il solo reale antagonista di Cat e Perkins e si<br />
dimostra capace di erogare quasi il 97% della potenza,<br />
al regime di coppia massima. Anche sulla bilancia si<br />
comporta bene, poco sopra i mille chili, e un ingombro<br />
compatibile con l’alloggiamento del motore sugli<br />
sbalzi anteriori di macchine dal design angusto. Di lui<br />
ha detto Paolo Carri, Power Solutions Director Scania<br />
Italia, durante la premiazione in studio a Milano:<br />
«Le dimensioni complessive e le staffe di montaggio<br />
rimangono invariate e le interfacce con il cliente sono<br />
mantenute in posizioni simili. Basti pensare a come alcune<br />
macchine, come applicazioni ferroviarie e dumper,<br />
potrebbero beneficiare di un aumento della potenza<br />
massima dell’<strong>11</strong>% a 450 chilowatt e della coppia<br />
massima del 21% a oltre 3.000 Nm. Ciò si traduce in<br />
una maggiore produttività e in un miglioramento del<br />
consumo di carburante, elemento fondamentale per<br />
tutte le macchine destinate al lavoro, che può essere<br />
migliorato fino al 7%».<br />
Di Fpt Industrial abbiamo ribadito la precisione della<br />
sovralimentazione. Nel precedente confronto si era<br />
classificato secondo, dietro il Qsg12, avvicendato a<br />
Columbus dall’X12. Resisteva ancora la stagione dello<br />
Stage IV. Del 13 di John Deere apprezziamo il compattamento<br />
degli ingombri. Il peso è sostanzialmente<br />
allineato, appena 21 chili in meno.<br />
FPT INDUSTRIAL MAN MERCEDES RENAULT SCANIA VOLVO<br />
CURSOR 13 D2676 - 500 OM 471 - 530 DTI 13-520 DC13 173 D 13 K-540<br />
135 x 150 - 1,<strong>11</strong> 126 x 166 - 1,32 132 x 156 - 1,18 131 x 158 - 1,21 130 x 160 - 1,23 131 x 158 - 1,21<br />
6 - 12,88 6 - 12,41 6 - 12,80 6 - 12,77 6 - 12,74 6 - 12,77<br />
419 - 1.900 368 - 1.800 390 - 1.850 382 - 1.800 412 - 1.800 397 - 1.800<br />
21 20,1 20,1 20,3 22 21,1<br />
9,5 10 9,6 9,5 9,6 9,5<br />
2.400 - 950 2.500 - 930 2.597 - 1.100 2.548 - 1.100 2.803 - 900 2.597 - 1.000<br />
23,9 25,8 26 25,6 28,2 26,1<br />
47,3 58 56,6 56,6 58,1 55,4<br />
2.107 1.950 2.009 2.029 2.185 2.107<br />
57 (239) 66,20 (244) 76,80 (299) 76,90 (294) 64,20 (264) 68,50 (272)<br />
32,5 29,6 30,4 29,9 32,3 31<br />
186,3 201,2 202,7 199,4 219,9 203,2<br />
48,78 49,20 47,50 47,22 51,76 49,07<br />
1.197 1.<strong>11</strong>4 1.126 1.<strong>11</strong>5 1.100 1.134<br />
1.360x1.008x1.171 1.630x893x1.046 1.375x980x1.260 1.285x1.100x1.301 1.710x780x1.430 1.285x1.100x1.301<br />
1,61 1,52 1,70 1,84 1,91 1,84<br />
2,9 3 2,9 2,9 2,7 2,9<br />
89,7 87,9 87,3 86,3 88,8<br />
260,3 242,1 229,4 207,6 215,7 215,8<br />
0,74 0,73 0,66 0,61 0,58 0,62<br />
8 8,17 7,53 6,94 6,67 6,94<br />
12,5 <strong>11</strong>,9 10,9 10,3 12,4 <strong>11</strong>,3<br />
6,9 7,3 7,3 7,2 7,7 7,3<br />
<strong>11</strong>,1 <strong>11</strong>,9 <strong>11</strong>,9 <strong>11</strong>,7 12,6 <strong>11</strong>,9<br />
12,8 <strong>11</strong>,9 <strong>11</strong>,6 <strong>11</strong>,4 <strong>11</strong>,5 <strong>11</strong>,7<br />
8 8,6 7,9 7,2 7,6 7,3<br />
7,7 7,7 7,7 7,7 7,9 7,7<br />
23
BUSWORLD. Tutte le novità da Bruxelles<br />
UN NUOVO<br />
CONCETTO<br />
DI MOBILITÀ<br />
Grande successo per la<br />
ventiseiesima edizione di Busworld<br />
(Bruxelles, 7-12 ottobre), che<br />
ha registrato la presenza di oltre<br />
500 espositori e 40mila visitatori.<br />
Tante le novità nelle propulsioni<br />
presentate, tra cui quelle di<br />
Cummins, Fpt Industrial, Ballard, ZF<br />
batteria adotta l’eBM5, il primo Bms sviluppato<br />
da Fpt con algoritmi avanzati di gestione delle<br />
batterie per garantire un livello più elevato di<br />
sicurezza, precisione e prestazioni. Il terzo prodotto<br />
è il pacco batteria eBS69 da 69 kWh per<br />
gli autobus, con densità energetica best-in-class<br />
fino a 178 Wh/kg, che ottimizza l’installazione sui<br />
veicoli dei clienti ed è ideale per le applicazioni<br />
nel settore degli autobus. Il modello di batteria<br />
eBS37 è anche l’oggetto di una nuova partnership<br />
tra Fpt Industrial e Reefilla, un’innovativa startup<br />
torinese che offre il primo servizio predittivo<br />
di ricarica mobile per le flotte commerciali e i<br />
privati. Questo progetto pilota è finalizzato a dare<br />
una seconda vita alle batterie per i minibus e i<br />
veicoli commerciali elettrici.<br />
Nel segmento degli autobus con motori a combustione<br />
interna, Fpt Industrial ha presentato il N67<br />
NG. Il 6,7 litri a gas metano è in grado di offrire<br />
prestazioni ai vertici della categoria, con potenza<br />
e coppia rispettivamente fino a 285 cavalli e 1.250<br />
Newtonmetro, bassi consumi, rumorosità ridotta<br />
rispetto ai motori diesel grazie alla combustione<br />
stechiometrica multipoint, e riduzione delle emissioni<br />
di CO 2<br />
fino a un massimo del 15% (ciclo di<br />
guida transiente armonizzato a livello mondiale –<br />
Whtc) rispetto ai diesel equivalenti. Ottimizzato<br />
per gli autobus urbani e interurbani, l’N67 NG<br />
conforme alla normativa Euro 6 Step E è una soluzione<br />
sostenibile di facile utilizzo.<br />
Rimanendo all’interno del Gruppo, una delle<br />
novità più attese per questa edizione era l’Iveautomotive<br />
24<br />
Busworld Europe <strong>2023</strong>, che si è svolta a Bruxelles<br />
dal 7 al 12 ottobre, ha ospitato 526<br />
espositori, tra cui 75 costruttori di autobus<br />
(in aumento rispetto ai 66 costruttori di autobus<br />
presenti nel 2019) provenienti da 38 Paesi diversi.<br />
In particolare, 182 espositori partecipavano per la<br />
prima volta all’evento. Tra i debuttanti alla manifestazione,<br />
abbiamo visto il marchio Accelera<br />
by Cummins, lanciato a maggio, che in Belgio<br />
ha presentato la batteria BP95E, che può vantare<br />
una elevata densità di potenza, oltre ad opzioni di<br />
montaggio flessibili e una capacità di integrazione<br />
che la rendono ideale per le applicazioni sugli<br />
autobus urbani.<br />
Fpt e le soluzioni per autobus<br />
Fpt Industrial, nel suo debutto a Busworld come<br />
espositore indipendente, ha presentato la linea<br />
completa di prodotti e soluzioni sia per gli autobus<br />
con motori a combustione interna che per gli<br />
autobus con propulsione elettrica (e<strong>Powertrain</strong>).<br />
Soprattutto per quanto riguarda la propulsione<br />
elettrica, Fpt Industrial si sta rapidamente affermando<br />
come uno dei protagonisti indiscussi del<br />
mercato, grazie anche all’apertura dello stabilimento<br />
dedicato e<strong>Powertrain</strong> di Torino nell’ottobre<br />
2022. Tre i prodotti e<strong>Powertrain</strong> lungamente attesi:<br />
il primo è il pacco batteria eBS37 Evo da 37<br />
kWh per i minibus con densità energetica elevata<br />
fino a 140 Wh/kg, fino a otto anni di garanzia e<br />
nuove caratteristiche di sicurezza ai vertici della<br />
categoria (Ece R100.3). A sua volta, questo pacco
I Sustainable<br />
Bus Awards di<br />
quest’anno sono<br />
stati assegnati nel<br />
corso di Busworld<br />
a Man Lion’s City<br />
10 E, Iveco Bus<br />
Crossway LE Elec<br />
e Setra TopClass S<br />
515 Hdh.<br />
co Bus E-Way H2, l’autobus elettrico a celle a<br />
combustibile alimentato a idrogeno che amplierà<br />
la gamma di soluzioni a zero emissioni di Iveco<br />
Bus per le città. Si tratta di un autobus urbano<br />
a pianale ribassato lungo 12 metri dotato di un<br />
motore elettrico da 310 kW e un sistema di celle<br />
a combustibile fornito da Htwo, basato su fuel<br />
cell di Hyundai Motor Group. (la collaborazione<br />
italo-coreana fu annunciata allo Iaa dello scorso<br />
anno). Dotato di quattro serbatoi che offrono uno<br />
stoccaggio combinato di 7,8 chili di idrogeno e un<br />
pacco batterie da 69 kWh di Fpt Industrial, il veicolo<br />
offre un’autonomia di 450 km in condizioni<br />
operative normali, afferma Iveco Bus.<br />
Protagonisti gli elettrici<br />
Il focus naturalmente, per tutti, è sulla transizione<br />
energetica: Daimler Buses sostiene che un dimezzamento<br />
delle emissioni di CO 2<br />
dei nuovi autobus<br />
in Europa sia possibile a partire dal 2030, rispetto<br />
Sustainable Bus Awards 2024<br />
I Sustainable Bus Awards<br />
2024 sono stati consegnati<br />
il 6 ottobre durante la serata<br />
di gala del Busworld. Nella<br />
categoria “Urban”, il massimo<br />
riconoscimento è stato<br />
assegnato al Man Lion’s City 10<br />
E per gli sforzi tecnologici del<br />
produttore e la sua crescente<br />
quota di mercato nel segmento<br />
degli autobus a emissioni<br />
zero. Nella categoria “Intercity”<br />
ha vinto il nuovo Iveco Bus<br />
Crossway LE Elec. Questo<br />
modello, appena aggiornato<br />
con un design e caratteristiche<br />
tecnologiche completamente<br />
nuovi, mette in mostra il<br />
futuro della trasmissione a<br />
emissioni zero nel trasporto<br />
interurbano. Nella categoria<br />
“Coach” i riflettori sono puntati<br />
sul Setra TopClass S 515 Hdh.<br />
Riconosciuto per il suo comfort<br />
di lusso e le sue caratteristiche<br />
di sostenibilità, il Setra si è<br />
distinto come la scelta principale<br />
per viaggi sicuri in autobus.<br />
Questi veicoli pluripremiati<br />
rappresentano l’avanguardia<br />
delle soluzioni di trasporto<br />
sostenibili, incarnando l’impegno<br />
per un futuro più verde e<br />
sostenibile per l’intero settore.<br />
La giuria, composta da 8<br />
giornalisti europei esperti del<br />
settore Bus&Coach, seleziona<br />
un massimo di 5 veicoli per<br />
categoria. La valutazione<br />
tiene conto di come le nuove<br />
tecnologie rendono i veicoli<br />
più sicuri, più efficienti, più<br />
confortevoli, altamente<br />
connessi e meno inquinanti.<br />
Questo meticoloso processo<br />
di selezione e votazione<br />
garantisce che solo i veicoli più<br />
innovativi e promettenti ricevano<br />
il riconoscimento, evidenziando<br />
l’impegno del settore verso il<br />
progresso e la sostenibilità.<br />
25
al 2025, in tutti i segmenti. L’azienda con queste<br />
dichiarazioni sostiene la proposta della Commissione<br />
Europea che tutti i nuovi autobus urbani siano<br />
a zero emissioni a partire dal 2030 e prevede<br />
inoltre che entro il 2030 il costo totale di proprietà<br />
(Tco) di un autobus urbano a emissioni zero sarà<br />
equivalente a quello di un autobus diesel.<br />
L’elettrificazione del trasporto urbano viene portata<br />
avanti con convinzione anche da ZF, la cui divisione<br />
Commercial Vehicle Solutions al Busworld<br />
ha svelato l’assale AxTrax 2 LF, specificamente<br />
progettato per gli autobus urbani a pianale ribassato.<br />
Si tratta della più recente evoluzione ZF<br />
nella mobilità elettrica, la cui produzione di serie<br />
avrà inizio nel 2025. «L’inserimento di AxTrax 2<br />
LF all’interno della nostra gamma completa di<br />
powertrain elettrici è un’importante espansione<br />
del nostro rivoluzionario, scalabile e modulare<br />
e-Drive kit», ha dichiarato Winfried Gründler,<br />
Driveline Systems Product Line Leader della divisione<br />
CVS. «Questa soluzione costituisce il più<br />
recente passo di ZF a supporto dei produttori di<br />
veicoli commerciali e industriali nella transizione<br />
verso le tecnologie a zero emissioni». Il nuovo<br />
assale elettrico è dotato di due inverter indipendenti<br />
al carburo di silicio (SiC) e di un’unità di<br />
controllo elettronica ad alte prestazioni, offrendo<br />
così un sistema di trazione elettrica completo per<br />
gli autobus urbani. AxTrax 2 LF è disponibile in<br />
due varianti, che offrono rispettivamente potenze<br />
continue di 260 kW e 360 kW e coppie di picco<br />
di 22.700 Nm e 37.300 Nm. Con la variante più<br />
potente, è possibile ottenere una capacità di arrampicata<br />
del 20% anche per gli autobus articolati<br />
fino a 29 tonnellate, con un solo asse motore.<br />
Tra i costruttori italiani che hanno partecipato per<br />
la prima volta a Busworld c’è Rampini con il<br />
suo portafoglio completo di autobus a emissioni<br />
zero in dimensioni compatte. Il clou è la presentazione<br />
del nuovo midibus Hydrogen Range Extender<br />
Hydron, che entrerà in produzione nel 2024.<br />
Rampini ha sviluppato l’Hydron utilizzando il suo<br />
modello di autobus elettrico a batteria, con modifiche<br />
per incorporare lo stoccaggio del carburante<br />
e un motore a celle a combustibile Loop Energy<br />
S300 (30 kW) (la collaborazione con il fornitore<br />
canadese di celle a combustibile è stata avviata al<br />
Next Mobility Exhibition 2022 di Milano). Lungo<br />
8 metri, l’autobus può ospitare fino a 48 passeggeautomotive<br />
26
A sinistra, alcune soluzioni per autobus<br />
presentate da Accelera by Cummins a<br />
Busworld. In particolare, la batteria BP95E<br />
ideale per l’applicazione sugli autobus<br />
urbani. Sopra. ZF ha presentato il nuovo<br />
assale elettrico AxTrax 2 LF per autobus<br />
urbani a pianale ribassato. In basso,<br />
l’atteso bus Iveco E-Way H2 a idrogeno.<br />
ri ed è dotato di un serbatoio di idrogeno da 10,8<br />
chilogrammi che consente un’autonomia di 450<br />
chilometri. L’autonomia estesa dell’autobus fa sì<br />
che gli operatori non debbano fare rifornimento<br />
durante il servizio.<br />
Soluzioni alternative<br />
La scelta delle soluzioni alternative è anche al<br />
centro dello stand Scania, che ha presentatogli<br />
autobus alimentati a Gnl, costruiti in collaborazione<br />
con Irizar, e una nuova piattaforma per autobus<br />
elettrici a batteria con una capacità della batteria<br />
di 520 kWh. Per le aree interurbane, Scania<br />
ha sviluppato il nuovo bus elettrico a batteria di<br />
produzione Northvolt (520 kWh). Il gruppo all’inizio<br />
di quest’anno ha annunciato la decisione di<br />
cessare la produzione di carrozzerie per autobus<br />
Scania in Polonia e di continuare a offrire autobus<br />
e pullman completi grazie a partnership con<br />
allestitori (modello di business già adottato per il<br />
90% delle vendite di autobus Scania nel mondo).<br />
Due protagonisti dell’elettrificazione si sono presentati<br />
a Busworld insieme: si tratta della canadese<br />
Ballard Power Systems, presente con la sua<br />
gamma FCmove a fuel cell, e del produttore francese<br />
di batterie Forsee Power, che dichiara: «Con<br />
l’obiettivo dichiarato della neutralità carbonica<br />
entro il 2050, l’elettrificazione dei trasporti non è<br />
più un’opzione. Il Boston Consulting Group prevede<br />
che il 50% del mercato europeo della mobilità,<br />
compreso il trasporto pubblico, sarà elettrificato<br />
entro il 2030. Abbiamo già equipaggiato<br />
circa 2.500 autobus con i nostri sistemi di batterie<br />
intelligenti in tutto il mondo e Forsee Power è leader<br />
nel mercato mondiale degli autobus batterie<br />
al di fuori della Cina. Siamo più che mai convinti<br />
dell’impatto della mobilità a emissioni zero e<br />
dell’importanza di sviluppare prodotti quanto più<br />
possibile privi di carbonio».<br />
E, se parliamo di batterie, non possiamo tralasciare<br />
di parlare di Cina e India. Il colosso indiano Jbm<br />
ha presentato l’autobus urbano elettrico Ecolife e<br />
il coach di lusso Galaxy. Questo passo segna anche<br />
l’ingresso di Jbm Electric Vehicles nella regione<br />
dell’Unione Europea con una serie di prodotti e<br />
soluzioni specificamente studiati per fornire soluzioni<br />
end-to-end per l’ecosistema della mobilità<br />
elettrica del Vecchio Continente. Jbm Electric<br />
Vehicles afferma di avere una vasta esperienza di<br />
5.000 autobus elettrici distribuiti e in fase di realizzazione<br />
in varie aree geografiche del mondo e in<br />
molteplici applicazioni. L’azienda ha una capacità<br />
produttiva di oltre 20.000 autobus all’anno.<br />
Per quanto riguarda la Cina, Byd ha presentato<br />
in anteprima due nuovi autobus elettrici, oltre a<br />
due modelli già esistenti in Europa: il Byd eBus<br />
B19 (18,75 m) e il Byd eBus B15 (15 m), come<br />
annunciato. Con l’ultima generazione di autobus<br />
elettrici da 12 metri, Byd ha presentato il suo<br />
nuovo telaio per autobus elettrici che integra la<br />
batteria a lama al litio ferro fosfato nella struttura<br />
del telaio. Questa tecnologia Blade Battery<br />
Chassis utilizza anche un nuovo controller 6-in-<br />
1 con tecnologia al carburo di silicio, insieme a<br />
due motori a forcella per il mozzo delle ruote. La<br />
batteria Blade, con una capacità massima di 500<br />
kWh, garantisce un’autonomia dichiarata di 600<br />
km con una sola carica.<br />
27
SALONE DI GENOVA. Tutte le novità<br />
PRESENZA<br />
SUL<br />
TERRITORIO<br />
I numeri di questa edizione hanno parlato<br />
chiaro: la nautica italiana gode ancora di<br />
ottima salute e si conferma come, più che<br />
una nicchia, un settore trainante per le<br />
aziende che operano nella tecnologia<br />
e nella ricerca di soluzioni sostenibili,<br />
oltre che nel settore del design<br />
MARE<br />
28<br />
N<br />
onostante la vicinanza geografica e cronologica<br />
con lo Yachting Festival di Cannes,<br />
che si è svolto solo una settimana prima, il<br />
Salone Nautico Internazionale di Genova ha una<br />
personalità ben distinta, è rivolto più alla nautica<br />
commerciale che al diporto e molto focalizzato sul<br />
mercato italiano, ragione per cui molte novità, soprattutto<br />
quelle presentate dalle aziende del nostro<br />
Paese, sono state svelate all’ombra della Lanterna.<br />
Oggi la nautica rappresenta una delle vere eccellenze<br />
del Made in Italy. Nel 2022 sono stati 7 i<br />
miliardi di fatturato e l’Italia si è affermata come<br />
il primo esportatore al mondo in questo settore.<br />
È uno dei motivi per cui la 63esima edizione si è<br />
chiusa il 26 settembre registrando numeri da record:<br />
<strong>11</strong>8.269 visitatori (+13,9% rispetto al 2022), 1.043<br />
brand esposti (+4,5%), oltre un migliaio di barche<br />
esposte, dai 2 ai 40 metri di lunghezza, di cui 184<br />
rappresentavano novità assolute.<br />
Un bilancio molto positivo, secondo Saverio Cecchi,<br />
Presidente di Confindustria Nautica: «Questi<br />
sono i numeri di un Salone che continua a superarsi<br />
anno dopo anno e che, in questa edizione, è andato<br />
oltre le nostre stesse aspettative. Il nostro obiettivo<br />
è diventare la manifestazione numero uno di settore<br />
nel mondo. Stiamo lavorando per ottenere questo<br />
obiettivo, anche grazie alla stretta collaborazione<br />
tra pubblico e privato per far sì che il nuovo<br />
Waterfront di Levante, progettato da Renzo Piano,<br />
sia il primo quartiere espositivo al mondo tagliato<br />
espressamente per la nautica da diporto. Da domani<br />
iniziamo a lavorare per la prossima edizione in<br />
programma dal 19 al 24 settembre 2024».<br />
E, a proposito del Waterfront e della prossima edizione,<br />
per quella data dovrebbero essere ultimati<br />
gran parte dei lavori di ampliamento, con grande<br />
sollievo di espositori e partecipanti. Perché, diciamo<br />
la verità, quest’anno l’arrivo al porto di Genova è<br />
stato a dir poco difficoltoso per via dei lavori e della<br />
viabilità ridotta.<br />
Ha osservato il sindaco di Genova Marco Bucci<br />
durante la cerimonia di inaugurazione, affollata dai<br />
rappresentati delle istituzioni: «Camminando per le<br />
banchine in questi giorni ho sentito complimenti sul<br />
nuovo layout, i canali, l’Isola Blu completamente<br />
circondata dall’acqua. La nautica da diporto e il<br />
Salone Nautico sono un business importante e crescono<br />
ogni anno con una grande ricaduta economica<br />
e occupazionale nella nostra città. L’anno prossimo<br />
sarà l’anno dell’inaugurazione del Waterfront<br />
di Levante e questo nuovo quartiere insieme al Salone<br />
Nautico formano già un sistema sinergico che<br />
sta cogliendo grandi opportunità».<br />
L’importante è esserci<br />
Sono molte le novità presentate a Genova, ma per<br />
qualcuno l’aspetto più importante è proprio la presenza<br />
in una vetrina così importante per il mercato<br />
italiano. Come evidenzia Gianluca Bononi, vicedirettore<br />
del business marittimo di Rolls-Royce Power<br />
Systems, a Genova non sono esposte grandi<br />
novità rispetto a qualche giorno prima, a Cannes,<br />
ma «Genova per noi rappresenta un Salone impor-
È tempo di<br />
restyling per i<br />
Saloni nautici:<br />
il consorzio che<br />
gestisce Cannes<br />
ha lanciato un<br />
grande progetto<br />
di rinnovamento e<br />
ammodernamento<br />
del Vieux Port che<br />
prenderà avvio<br />
all’inizio del 2024<br />
per concludersi<br />
alla fine del 2026.<br />
A Genova, invece,<br />
il Waterfront di<br />
Levante, progettato<br />
da Renzo Piano<br />
come il primo<br />
quartiere espositivo<br />
al mondo tagliato<br />
espressamente per<br />
la nautica, sarà<br />
inaugurato l’anno<br />
prossimo.<br />
tante per il mercato dei costruttori italiani. Questo<br />
per noi è il luogo dell’incontro con i clienti della<br />
nautica commerciale e navale, con i quali abbiamo<br />
l’occasione di confrontarci. Le nuove aree, che<br />
dall’anno prossimo saranno dedicate alla manifestazione,<br />
sicuramente in futuro daranno un valore<br />
aggiunto».<br />
È proprio questo il senso della presenza, nello<br />
stand Bimotor, del motore Scania Next Generation<br />
DC13, vincitore del Diesel of the Year <strong>2023</strong>. È fresca<br />
di pochi giorni, infatti, la notizia dell’accordo di<br />
distribuzione tra Bimotor e Scania per il marino sul<br />
mercato italiano. Lo conferma Rinaldo Marengo,<br />
Sales & Purchasing General Manager di Bimotor:<br />
«Per Bimotor si tratta di una bella opportunità per<br />
ampliare verso l’alto la gamma di prodotto per il<br />
gruppo elettrogeno di bordo, che ora possiamo fornire<br />
al cliente dotato tutte le certificazioni, cosa che<br />
non era possibile per noi in precedenza». Come si<br />
usa dire adesso, fornitori di soluzioni, non più solo<br />
di prodotti. E aggiunge Ettore Brunero, Head of<br />
Mea and South East Asia: «Dopo aver completato<br />
la tradizionale gamma Fpt in basso due anni fa<br />
con Raywin, ora abbiamo guardato in alto non solo<br />
con il focus della propulsione ma specialmente con<br />
la power generation di bordo, dove intravvediamo<br />
nuove opportunità commerciali e crediamo di poter<br />
essere utili al mercato». «Questa scelta» conclude<br />
Marengo «ci impone di continuare ad evolvere<br />
soprattutto a Marghera, dove c’è la nostra anima<br />
marina e dove l’azienda dovrà strutturarsi per realizzare<br />
un prodotto finito. Il matrimonio con Scania<br />
è stato facile perché condividiamo gli stessi valori<br />
e l’approccio sul mercato in termini di servizio e<br />
di componenti customizzati. Scania ha apprezzato<br />
la nostra disponibilità nel mettere a disposizione<br />
la nostra struttura di formazione, lo Skill Center di<br />
Ciriè, che potrebbe integrarsi con quella di Scania<br />
per formare la loro rete sul marino».<br />
Confermano il tutto anche dal lato Scania, che con<br />
la presenza a Genova si rafforza nel settore marino,<br />
ampliando e diversificando il portafoglio, con<br />
motori da 700 a 1.150 CV, disponibili anche nel<br />
segmento yacht da diporto per uso privato e charter.<br />
Che si tratti di un Open sportivo, di un filante<br />
Double Deck o di un solido Explorer, le caratteristiche<br />
di estrema durata e operatività dei motori<br />
marini Scania contribuiscono ad offrire prestazioni<br />
eccezionali, elevata sicurezza e bassi consumi. A<br />
completamento della gamma di prodotti per il diporto,<br />
tutti certificati Rcd2 con range di potenza ai<br />
vertici della categoria, Scania dispone di una rete<br />
29
MARE<br />
30<br />
di assistenza competente e in espansione. Grazie<br />
al modulo C300 per la diagnostica a distanza, la<br />
rete Scania è in grado di identificare anomalie e<br />
problematiche legate al funzionamento del motore<br />
riducendo, così, tempi e costi di intervento.<br />
«Stiamo riscontrando un grandissimo interesse attorno<br />
alla nostra attuale gamma di prodotto, con il<br />
V8 che viene riconosciuto non solo quale icona di<br />
ingegneria Scania ma come propulsore dal rapporto<br />
peso/potenza senza eguali. Su questa solidissima<br />
base, nel futuro prossimo vedremo il debutto nel<br />
marino della nuova piattaforma 13 litri, fresca vincitrice<br />
del Diesel of the Year <strong>2023</strong>, e di una gamma<br />
altamente integrata di soluzioni ibride», dichiara<br />
Riccardo Moraglia, Responsabile Vendite Motori<br />
Marini di Scania Italia.<br />
Cosa c’è di nuovo<br />
Tra le première, e in particolare tra i motori nuovi,<br />
esposto nello stand di Socoges c’è il nuovo DX22,<br />
ora etichettato soltanto con il marchio “Hyundai”.<br />
Lanciato nel 2021 dall’allora Hyundai Doosan Infracore<br />
per espandere la famiglia DX, il nuovo diesel<br />
a controllo elettronico da 22 litri, 12 cilindri,<br />
pensato per la generazione di potenza, ora si apre<br />
con entusiasmo all’utilizzo marino. Le potenze variano<br />
dai 596 agli 846 kW per l’utilizzo propulsivo<br />
e dai 553 ai 664 kW per quello ausiliario.<br />
Rama Marine ha presentato a Genova alcune importanti<br />
novità riguardo ai suoi brand di punta, in<br />
particolare la nuova tecnologia Stage V, applicata<br />
al motore John Deere, e attualmente disponibile sui<br />
modelli 6135AFM85 (da 272 a 429 kW – da 365 a<br />
575 cv) e 6135SFM85 (da 317 a 559 kW – da 425<br />
a 750 cv), entrambi da 13,5 L, utilizzabili per la<br />
navigazione delle acque interne. Per quanto riguarda<br />
invece Lombardini Marine, Rama ha introdotto<br />
le nuove opzioni di Sail-Drive, utilizzando come<br />
base la tecnologia dell’azienda reggiana (proprietà<br />
di Kohler), con un range di potenza che va da 40.8<br />
a 50.6 cv (da 30 a 37 chilowatt).<br />
Per Paolo Ghisellini, titolare dell’omonima azienda<br />
ferrarese, Genova ha rappresentato l’occasione giusta<br />
per presentare il nuovo motore LP Series su base<br />
VM omologato Stage V, un 4,2 litri di 270, 320 e<br />
350 cv (rispettivamente 199, 235 e 257 chilowatt).<br />
«È un motore common rail di ultima generazione,<br />
molto versatile, ha già a corredo tutto l’impianto<br />
elettrico, è controllabile (coppia e consumi) da un<br />
piccolo pannello in carbonio e configurabile. L’abbiamo<br />
già montato su dieci imbarcazioni da charter<br />
affinché i test fossero effettuati nelle condizioni più<br />
dure e abbiamo colto l’occasione di Genova perché<br />
questo motore può essere usato per il diporto ma<br />
anche per il trasporto commerciale e da lavoro».<br />
Dall’automotive al marino<br />
Interessante la presenza di Punch Torino, azienda<br />
di ingegneria tradizionalmente legata all’automotive.<br />
Nello stand c’è un modellino, ma in acqua c’è<br />
vera e propria imbarcazione: si tratta della bellissima<br />
Heritage 9.9 US, frutto della collaborazione<br />
con Castagnola Yacht, con due potenti (500 cv)<br />
motori V8 Bukh, ingegnerizzati dall’azienda torinese,<br />
che ha anche curato tutta la parte di inte-<br />
grazione elettronica-barca, come spiega il Project<br />
Manager Paolo Pagano. «Con il motore Yanmar<br />
la Castagnola arrivava a 36 nodi, ora siamo a 50,<br />
quindi abbiamo sfruttato al massimo il vano motore<br />
esistente, abbiamo fatto la parte di analisi Cad/<br />
Cae, ma vogliamo presentare anche quella che sarà<br />
l’evoluzione, con l’idrogeno e le emissioni zero».<br />
Prosegue infatti anche la corsa di Punch al motore a<br />
idrogeno, di cui una parte è esposta nello stand. Un<br />
altro importante focus per questo Salone di Genova<br />
è stato sull’ottimizzazione dei motori Punch per<br />
l’utilizzo con Hvo, insieme ad Eni. Proprio durante<br />
il Salone, Punch ha inoltre comunicato alla stampa<br />
l’avvio di una collaborazione con Oxe Marine per<br />
lo sviluppo dei motori diesel fuoribordo, resa possibile<br />
grazie alla significativa competenza maturata<br />
in ambito ingegneristico automotive.<br />
Al servizio dei cantieri<br />
Grande spazio dedicato allo stand di Saim, insieme<br />
a Kohler, di cui l’azienda milanese è distributore<br />
per quanto riguarda il marino. Non ci sono<br />
grosse novità rispetto a quanto visto a Cannes,<br />
a parte la distribuzione di un dispositivo dell’azienda<br />
olandese Exalto Wiper Technologies, specializzata<br />
in tergicristalli per il mercato nautico e<br />
molto attiva in Germania nella distribuzione dei<br />
QS Seamaster. «Ci aspettiamo molto quest’anno<br />
dal Salone di Genova» commenta Massimo Donà,<br />
presidente e amministratore delegato, «perché ci<br />
sono tutte le premesse per andare bene, visto che il
comparto nautico sta vivendo un momento positivo<br />
in Italia. Prevediamo una stagione <strong>2023</strong>-24 più o<br />
meno sugli stessi livelli, come confermato dai dati<br />
presentati da Confindustria Nautica».<br />
Milos Poli, Sales Department di Ranieri Tonissi,<br />
sottolinea l’importanza della presenza a Genova:<br />
«Mentre a Cannes abbiamo partecipato più in veste<br />
di distributore Man (quest’anno con il V8 per<br />
yacht dotato di Scr, conforme Stage V e Tier III),<br />
naturalmente siamo legati a Genova per motivi<br />
territoriali e qui cerchiamo di spingere il brand<br />
Tonissi, quindi presentiamo tutta la gamma e le soluzioni<br />
complete che possiamo fornire ai cantieri».<br />
Sempre al servizio dei cantieri, ma di quelli più<br />
grandi, c’è Daviddi, azienda in crescita, nata solo<br />
sei anni fa nel Reggiano, a Quattro Castella, ma<br />
presente per la prima volta a Genova. Distribuisce<br />
in esclusiva in Italia stabilizzatori Quantum,<br />
eliche di manovra Ocean Marine Systems, generatori<br />
Zenoro, trattamenti gas di scarico Xeamos,<br />
sistemi di imbarco Feebe e batterie al litio Shift<br />
Clean Energy.<br />
Sono presenti a Genova anche molte aziende<br />
dell’indotto, come Honitech, nella persona del<br />
titolare Paolo Bertini, che ha esposto alcune<br />
macchine levigatrici, come la Vpm. La presenza<br />
di un’azienda di questo tipo si spiega con il fatto<br />
che sia il motore nautico che quello stazionario<br />
mediamente ogni 20mila ore hanno bisogno di<br />
un’operazione di levigatura (che si distingue dalla<br />
rettifica in quanto quest’ultima arriva a 900°C,<br />
mentre la levigatura a non più di 40-50°C).<br />
Lanciato nel<br />
2021 dall’allora<br />
Hyundai Doosan<br />
Infracore, il DX22<br />
(qui esposto nello<br />
stand Socoges)<br />
è un 22 litri, 12<br />
cilindri a controllo<br />
elettronico,<br />
pensato per la<br />
generazione di<br />
potenza e ora<br />
pronto all’utilizzo<br />
marino.<br />
AS Labruna elettrifica l’endotermico<br />
Nasce, presentato per la prima volta al Salone<br />
di Genova da AS Labruna, il nuovo kit HK<br />
per elettrificare le imbarcazioni da diporto<br />
e professionali con motore endotermico<br />
e trasmissione in linea d’asse in maniera<br />
semplice, rapida ed economica, con elevate<br />
performance in termini di affidabilità e<br />
autonomia. Con questo kit applicato al classico<br />
propulsore diesel l’imbarcazione può navigare<br />
in elettrico ad emissioni zero e nel completo<br />
silenzio. Il kit prevede una trasmissione a<br />
cinghia per adeguare in maniera precisa l’elica<br />
alla potenza del motore elettrico sfruttandola<br />
appieno. L’elica è sempre dimensionata per<br />
la potenza e il regime di giri del motore diesel.<br />
Variando i diametri delle pulegge si riesce ad<br />
ottenere il miglior rapporto di trasmissione.<br />
La cinghia utilizzata è a profilo super silenzioso<br />
per ottimizzare il comfort a bordo durante la<br />
navigazione. La puleggia è inserita tra la flangia<br />
dell’invertitore e la flangia della linea d’asse,<br />
in modo da rendere semplice anche<br />
il refitting di barche già esistenti.<br />
Il motore elettrico e il controller sono raffreddati<br />
ad acqua dolce mediante un circuito chiuso<br />
ed uno scambiatore acqua dolce/acqua<br />
mare. Il raffreddamento ad acqua rispetto<br />
al raffreddamento ad aria permette un<br />
uso prolungato per ore al massimo carico<br />
senza alcun innalzamento di temperatura e<br />
successivo derating. Tutti i componenti del<br />
raffreddamento sono racchiusi nel Cooling<br />
pack, facile da installare e collegare.<br />
Le batterie al litio utilizzate sono costituite<br />
da moduli da 2,5 kWh con la possibilità di<br />
estensione della autonomia di navigazione in<br />
modalità elettrica. La versione Gold prevede<br />
moduli da 7 kWh super performanti e leggeri.<br />
Durante il funzionamento del motore diesel<br />
il kit ricarica le batterie in soli 40 min. Le taglie<br />
di potenza disponibili sono 5 kW e 10 kW a<br />
48 V e 20 kW a 96 V.<br />
31
eurac research. Mobster<br />
SI PUÒ<br />
FARE!<br />
Eurac Research ha curato il progetto Mobster. In una<br />
prima fase ha calcolato la sostenibilità energetica<br />
della riconversione della flotta di autobus a Bolzano.<br />
Poi ha rivolto lo sguardo alle tre imbarcazioni per<br />
il trasporto pubblico nel Lago d’Orta. Il risultato?<br />
Con colonnine da 1 MW la riconversione è possibile<br />
Ricarica da 1.000, 500, 200 e 100 kW<br />
Come si evince dalle parole di Prina, il progetto ha<br />
preso in esame quattro scenari di infrastruttura di ricarica.<br />
In caso di potenze di ricarica più elevate (1.000<br />
e 500 chilowatt), l’intera flotta di imbarcazioni può<br />
essere sostituita con lo stesso numero di imbarcazioni<br />
elettriche senza alcuna modifica delle rotte o degli<br />
orari. Tuttavia, nello scenario con potenza di ricarica<br />
di 500 chilowatt, lo stato di carica delle imbarcazioni<br />
potrebbe scendere sotto il 50%, e complicare la gestione<br />
della flotta. Negli scenari con potenze di ricarica<br />
inferiori (200 e 100 kW), il numero minimo di<br />
imbarcazioni sale a quattro. Con 1.000 chilowatt i tre<br />
vascelli fanno le loro tratte, scaricando le batterie e ricaricando<br />
quando arrivano in porto, con stati di carica<br />
delle batterie tranquilli, mai sotto il 50% di scarica.<br />
La ricarica avviene in orario serale, alla conclusione<br />
delle tratte previste dal servizio pubblico, con le<br />
barche in porto. Nel caso delle stazioni di ricarica da<br />
1.000 e 500 chilowatt si rivela un’applicazione congemare<br />
32<br />
Il Lago D’Orta, riflessi cristallini sparsi nei 18,1 chilometri<br />
quadri di estensione. Una profondità massima<br />
di 143 metri. Come preservare l’afflato bucolico<br />
di questo specchio d’acqua di origine glaciale e conciliarlo<br />
con le esigenze del trasporto pubblico lacustre?<br />
Eurac Research è stata incaricata del progetto<br />
Mobster, un Interreg Italia-Svizzera, articolato in due<br />
fasi. La prima si è focalizzata sulla mobilità elettrica<br />
stradale nell’Alto Adige (vedi box). Successivamente<br />
il “compasso” della ricerca ha perimetrato il servizio<br />
di linea sul Lago d’Orta (citiamo, tra le principali località<br />
toccate dal trasporto passeggeri, Orta, Isola di San<br />
Giulio e Omegna). Nel suo complesso, le attività di<br />
ricerca si rivolgono alla sezione infrastrutturale. L’estensione<br />
del progetto nel caso studio del Lago d’Orta<br />
è conosciuta come Mobster quarto avviso.<br />
Mobster per Isola San Giulio. E non solo<br />
Per espletare questa missione hanno sviluppato ulteriormente<br />
il modello alto-atesino, applicandolo<br />
alla Provincia di Verbania-Cusio-Ossola, quindi alla<br />
riconversione della flotta di battelli turistici sul lago<br />
d’Orta. Stessi meccanismi con un grado di complessità<br />
in meno; è, infatti, assente lo studio dell’elevazione,<br />
relativo ai consumi in salita e discesa. Al microscopio<br />
sono finite le tre imbarcazioni turistiche che coprono<br />
le tratte lacustri, con una capacità da 70 a 295 posti.<br />
Il modello calcola il numero minimo di imbarcazioni<br />
elettriche e permette un’analisi di sensitività sulla<br />
potenza installata delle colonnine elettriche nei porti<br />
per svolgere servizio sulle tratte della flotta diesel.<br />
Lasciamo la parola direttamente a Matteo Giacomo<br />
Prina, l’autore principale dello studio. «A differenza<br />
dei lavori precedenti, il nostro modello incorpora una<br />
simulazione dettagliata basata sul tempo. Seguiamo la<br />
posizione e la carica della batteria di ogni imbarcazione<br />
elettrica modellata nel tempo, mentre serve le<br />
rotte programmate. Ciò consente di valutare se l’imbarcazione<br />
ha un’autonomia e un tempo di ricarica<br />
adeguati a mantenere il servizio. In caso contrario,<br />
il modello aggiunge un’altra imbarcazione elettrica.<br />
Espandendo gradualmente la flotta modellata secondo<br />
le necessità, l’ottimizzazione identifica le imbarcazioni<br />
minime necessarie per la sostituzione completa<br />
delle imbarcazioni a diesel. L’applicazione del nostro<br />
modello al Lago d’Orta ha evidenziato l’importanza<br />
della potenza di ricarica. Con un’infrastruttura di ricarica<br />
veloce da 1.000 chilowatt, le tre imbarcazioni<br />
diesel del lago potrebbero essere sostituite direttamente<br />
con tre imbarcazioni elettriche senza modificare le<br />
rotte o gli orari. Ma la ricarica lenta da 100-200 kW<br />
richiede l’aggiunta di una quarta imbarcazione elettrica<br />
per coprire tutte le rotte».
Lyona Zubareya,<br />
coautrice dello<br />
studio, insieme<br />
a Matteo<br />
Giacomo Prina:<br />
«Decarbonizzare<br />
la navigazione è la<br />
prossima sfida che<br />
richiede un’attenta<br />
pianificazione e<br />
l’elettrificazione<br />
del settore della<br />
navigazione interna<br />
potrebbe essere un<br />
primo facile passo<br />
in questo percorso.<br />
Pertanto, vorremmo<br />
sostenere le<br />
autorità regionali<br />
e le aziende di<br />
trasporto pubblico<br />
che scelgono<br />
questa transizione,<br />
con calcoli<br />
dettagliati su ciò<br />
che è necessario<br />
per realizzare<br />
la transizione<br />
nel modo più<br />
efficiente».<br />
niale. Questa è la sintesi della missione del progetto.<br />
Eurac Reasearch non esclude di ampliare gli orizzonti<br />
per sondare gli aspetti più economici, per supportare<br />
maggiormente le compagnie interessate. Alo stato attuale<br />
il modello si limita a stabilire la fattibilità dal<br />
punto di vista dell’autonomia dei mezzi.<br />
«Io mi occupo di modellazione dei sistemi energetici»,<br />
precisa Prina. Questa declinazione si è sviluppata<br />
dall’esperienza in Alto Adige, dove la disponibilità<br />
di fonti rinnovabili è assai elevata, in considerazione<br />
delle risorse idroelettriche. A Verbania bisognerebbe<br />
approfondire la delicata questione di come soddisfare<br />
la domanda per un bilancio ambientale completo dei<br />
mezzi. Del resto, ci spiegano che: «Sicuramente è fattibile<br />
lo studio di altre soluzioni come il repowering,<br />
oppure applicazioni basate sulle fuel cell. Il modello<br />
può estendersi in varie direzioni, dai costi al ciclo di<br />
vita, in rapporti alle applicazioni diesel».<br />
Eurac a Bolzano ha fatto le pulci al bus elettrico<br />
Tutto prende il via da qui, dalla<br />
collaborazione di Sasa, la società<br />
di trasporti di Bolzano, con Eurac<br />
Research, che ha sviluppato un modello<br />
per la conversione della flotta autobus<br />
provinciale interamente a zero emissioni.<br />
Quindi non si tratta di un repowering,<br />
ma della sostituzione con mezzi nuovi.<br />
Con un’analisi spaziale si sono ricostruite<br />
le tratte in tre dimensioni, mappando<br />
distanze, dislivelli e pendenze di tutte<br />
le 235 linee attive per calcolare col<br />
modello energetico il consumo nel caso<br />
di mezzi elettrici o a idrogeno. Fatta<br />
un’ottimizzazione del numero di mezzi<br />
necessari per una flotta interamente<br />
“alternativa”, era rilevante valutare dove<br />
installare le infrastrutture di ricarica o gli<br />
impianti per l’idrogeno e caricare i serbatoi.<br />
Dallo studio sul servizio di trasporto<br />
pubblico in Alto Adige è emerso che gli<br />
autobus a zero emissioni potrebbero<br />
garantire la maggior parte delle tratte<br />
anche nelle condizioni peggiori, con<br />
l’autobus affollato e pendenza massima,<br />
in una giornata invernale di maltempo.<br />
Considerando un ciclo tipico di lavoro<br />
e consentendo agli autobus elettrici di<br />
essere parzialmente ricaricati durante le<br />
soste di oltre 10 minuti, è emerso che circa<br />
l’80% dei casi un autobus diesel potrebbe<br />
essere sostituito da un autobus elettrico<br />
o a celle a combustibile.<br />
33
volvo ce. Per l’elettrificazione in cantiere<br />
CALA IL<br />
SETTEBELLO<br />
Volvo Construction Equipment dispone attualmente<br />
di sette macchine nel listino elettrico. Sei modelli di<br />
escavatori e pale gommate compatti e un escavatore<br />
di medie dimensioni. Lars Arnold, Product Manager,<br />
Sustainable Power, e Ray Gallant, Vice President,<br />
Sustainability and Productivity Services, di Volvo<br />
Construction Equipment Nord America, sono<br />
entrati nel dettaglio, anche tramite la comparazione<br />
prestazionale tra le macchine elettrificate di Volvo<br />
CE e i loro equivalenti mossi da endotermici<br />
Terra<br />
34<br />
Il Gruppo Volvo si è votato all’elettrificazione<br />
con congruo anticipo rispetto agli umori del settore.<br />
Volvo Buses è stato il primo costruttore a<br />
bandire la parola “endotermico” dal vocabolario<br />
degli autobus urbani. Volvo Penta ha annunciato<br />
di volere elettrificare anche le propulsioni marine.<br />
Volvo Construction Equipment è sulla stessa lunghezza<br />
d’onda. Ci siamo rivolti a chi è competente<br />
per il mercato nordamericano, che si dimostra<br />
sempre più scrupoloso nei confronti dell’impatto<br />
sullo scarico. La Carb, per esempio, si è allineata<br />
all’Unione europea nella tempistica della decarbonizzazione.<br />
Abbiamo intervistato Lars Arnold,<br />
Product Manager, Sustainable Power, e Ray Gallant,<br />
Vice President, Sustainability and Productivity<br />
Services, di Volvo Construction Equipment<br />
Nord America.<br />
Quanto è completa l’offerta di macchine elettriche<br />
di Volvo CE? Lars Arnold ha risposto che «Volvo<br />
CE offre attualmente sei modelli di escavatori e<br />
pale gommate compatti elettrici e un escavatore<br />
elettrico di medie dimensioni. I modelli compatti<br />
comprendono gli escavatori EC18 Electric,<br />
ECR18 Electric e EC25 Electric; le pale gommate<br />
L20 Electric e L25 Electric e il compattatore per<br />
asfalto DD25 Electric. Volvo offre anche il nuovo<br />
escavatore elettrico EC230 da 23 tonnellate, il<br />
primo escavatore di medie dimensioni progettato<br />
in proprio nel settore, già disponibile in Europa<br />
e presto in consegna in Nord America».<br />
Attualmente non esistono alternative agli ioni<br />
di litio. Esistono invece delle alternative alle<br />
batterie? Gallant: «Alla Volvo vediamo l’evoluzione<br />
dell’energia sostenibile nelle macchine<br />
pesanti per l’edilizia come una combinazione<br />
di diverse tecnologie. Dobbiamo renderci conto<br />
che l’approccio all’elettrificazione o all’energia<br />
sostenibile in questo genere di applicazioni non<br />
rappresenta un’unica soluzione tecnica, ma una<br />
serie di proposte diverse che dovremo sviluppare<br />
e mettere in campo. Le macchine compatte si prestano<br />
bene a una semplice trasmissione elettrica<br />
a batteria. Noi di Volvo CE montiamo sulle nostre<br />
macchine compatte un pacco batterie da 48V in<br />
grado di immagazzinare l’energia sufficiente per<br />
consentire alle macchine di svolgere il loro ciclo<br />
di lavoro durante il giorno, in base a un ciclo di<br />
lavoro tipico. Abbiamo anche diversi caricabatterie<br />
disponibili. Anche se si tratta di macchine<br />
più pesanti, oltre i 50 chilowatt, fino a circa<br />
100-120 chilowatt, possiamo alimentarle con un<br />
pacco batterie. L’unica differenza è che il pacco<br />
batterie arriva a una tensione molto più alta, 600<br />
V nel nostro caso, in modo da ottenere tempi di<br />
ricarica più rapidi e la potenza necessaria con<br />
un ragionevole equilibrio peso/potenza. Oltre a<br />
questo, va detto che una volta superati i 120-150<br />
chilowatt di potenza richiesta e con cicli di lavoro<br />
più lunghi, dobbiamo prendere in considerazione<br />
tecnologie come le celle a combustibile, i motori a<br />
combustione a idrogeno o l’alimentazione elettrica<br />
via cavo. Dobbiamo farlo perché le batterie sono<br />
troppo pesanti per fornire il tipo di potenza di cui<br />
avremo bisogno».
Lars Arnold: «Il tempo di funzionamento dipende dalla macchina:<br />
da quattro a sei ore per L20, L25, ECR25 e DD25 e da sei a otto<br />
ore per ECR18 ed EC18. Forniamo un intervallo perché queste<br />
macchine possono essere impiegate in modo molto intenso o in<br />
applicazioni leggere. L’intensità di utilizzo influisce sulla durata di<br />
una carica completa delle batterie di trazione».<br />
Può fornirci maggiori dettagli sull’EC230 Electric?<br />
Arnold: «L’EC230 Electric è stato sviluppato<br />
sulla base dell’EC220E diesel e offrirà le<br />
stesse prestazioni, se non migliori, con l’aggiunta<br />
di emissioni zero e un basso Tco. Si prevede<br />
una riduzione del 60%-70% dei costi di gestione<br />
dell’energia rispetto all’EC220E. Con l’EC230<br />
Electric, gli operatori beneficeranno anche di un<br />
sistema idraulico più reattivo. Gli operatori riferiscono<br />
che l’EC230 non solo ha raggiunto una<br />
forza di scavo simile a quella del suo equivalente<br />
diesel, ma lo ha fatto con un tempo di ciclo ancora<br />
più veloce e molto meno rumore. I connettori<br />
impermeabili a doppia chiusura dei cablaggi sono<br />
utilizzati per garantire connessioni esenti da corrosione,<br />
mentre i relè principali e le elettrovalvole<br />
sono schermati per evitare danni».<br />
Quali sono le operazioni più gravose per un<br />
escavatore elettrico in termini di potenza richiesta:<br />
traslazione, picchi di carico, sollevamento<br />
frequente della benna? Arnold: «Gli escavatori<br />
compatti Volvo sono dotati di batterie agli ioni<br />
di litio e di un motore elettrico che sostituisce il<br />
diesel per l’alimentazione dell’impianto idraulico.<br />
Le batterie immagazzinano energia elettrica sufficiente<br />
ad alimentare le macchine per un ciclo di<br />
lavoro tipico nelle applicazioni più comuni, come i<br />
lavori di giardinaggio e di pubblica utilità. Anche<br />
le pale gommate compatte elettriche Volvo utilizzano<br />
batterie agli ioni di litio, consentendo un funzionamento<br />
simile nelle applicazioni abituali delle<br />
macchine, tra cui lavori infrastrutturali leggeri,<br />
paesaggistica e agricoltura. Entrambi i modelli di<br />
pale incorporano due motori elettrici dedicati: uno<br />
per la trasmissione e uno per l’impianto idraulico.<br />
Il disaccoppiamento dei sottosistemi ha portato a<br />
una maggiore efficienza sia dei sistemi che dell’intera<br />
macchina. L’EC230 Electric è in grado di gestire<br />
le stesse applicazioni della sua controparte<br />
diesel, tra cui l’estrazione, il movimento terra e la<br />
livellazione, nonché la movimentazione di rifiuti e<br />
rottami. L’aspetto principale da ricordare è che si<br />
spegne invece di girare al minimo, il che consente<br />
di risparmiare energia e di utilizzarlo per 4-5 ore<br />
prima di doverlo rabboccare».<br />
Un rapido confronto tra il mini escavatore elettrico<br />
e il suo equivalente endotermico? Arnold:<br />
«Prendiamo in considerazione due modelli più<br />
popolari di Volvo: l’escavatore elettrico ECR25<br />
e la pala gommata elettrica L25. L’escavatore<br />
elettrico ECR25 ha una profondità di scavo<br />
di 2,76 m e una forza di strappo di 22,3 kN. La<br />
pala gommata elettrica L25 ha un carico di ribaltamento<br />
a pieno giro di 3,7 tonnellate (3,35<br />
tonnellate metriche), un’altezza di scarico di 2,5<br />
m (8,2 piedi) e una capacità di carico della forca<br />
di 2,2 tonnellate (2 tonnellate metriche). Le<br />
poche eccezioni sono un leggero aumento della<br />
potenza continua del motore e un peso operativo<br />
marginalmente superiore per l’escavatore elettrico<br />
ECR25. Anche la pala gommata elettrica L25<br />
ha un peso operativo leggermente superiore e un<br />
carico statico di ribaltamento più elevato rispetto<br />
al modello diesel».<br />
35
toyota. Le declinazioni dell’elettrificazione<br />
PIÙ CHE DI UNA BATTERIA<br />
Si dovrebbe ragionare di un serie di opzioni relative alle batterie. All’inaugurazione<br />
della sua fabbrica di auto elettriche (Bev Factory) Toyota ha indicato tre linee di<br />
sviluppo. Ci saranno le batterie Performance, Popularisation e High Performance.<br />
La direzione è quella della riduzione dei costi e dei tempi di ricarica<br />
Takero Kato,<br />
presidente della<br />
Toyota Bev Factory:<br />
«Avremo bisogno<br />
di diverse opzioni<br />
per le batterie,<br />
proprio come<br />
abbiamo diverse<br />
varianti di motori. È<br />
importante offrire<br />
soluzioni di batterie<br />
compatibili con una<br />
varietà di modelli<br />
e di esigenze dei<br />
clienti».<br />
batterie<br />
36<br />
Toyota ha parlato, e di per sé<br />
fa notizia. Se il contenuto<br />
dell’esternazione verte sulle<br />
batterie, l’eco inevitabilmente<br />
si amplifica, in ragione dei<br />
volumi e dell’autorevolezza del<br />
costruttore giapponese e delle<br />
passate perplessità espresse<br />
da Akio Toyoda in merito alle<br />
fregole elettriche. È successo<br />
in occasione del lancio della<br />
Bev Factory. Le tre linee guida<br />
per le batterie a elettroliti liquidi<br />
individuate da Toyota sono<br />
“Performance”, “Popularisation”<br />
e “High Performance”.<br />
La prima soluzione è destinata<br />
a essere introdotta con i Bev disponibili<br />
dal 2026. La batteria<br />
Performance agli ioni di litio<br />
aumenterà l’autonomia dei Bev<br />
fino a oltre 800 chilometri, in<br />
abbinamento con una migliore<br />
aerodinamica e una riduzione del peso del veicolo.<br />
Le caratteristiche salienti di questa batteria sono il<br />
20% di riduzione dei costi (rispetto all’attuale Bev<br />
bZ4X e il tempo di ricarica rapida, che si aggira<br />
intorno ai 20 minuti (SoC*1 = 10-80%).<br />
La seconda possibilità che Toyota sta esplorando<br />
mette nel mirino la riduzione degli oneri economici,<br />
per favorire la diffusione dei veicoli elettrici. La<br />
batteria Popularisation, che dovrebbe equipaggiare<br />
auto a partire da fine 2026-inizio 2027, è costruita<br />
utilizzando la tecnologia bipolare che Toyota ha<br />
sperimentato e confermato con le sue batterie per<br />
veicoli ibridi NiMh, combinata con l’economico<br />
fosfato di ferro di litio (LiFePO) come materiale di<br />
base. La batteria Popularisation dovrebbe estendere<br />
l’autonomia del 20% e ridurre i costi del 40%, nel<br />
confronto con l’attuale bZ4X). Il tempo di ricarica<br />
rapida si attesta sui 30 minuti, o addirittura meno<br />
(SoC*1= 10-80%).<br />
Infine la soluzione High Performance. La batteria<br />
ad alte prestazioni che combina la struttura bipolare<br />
con la chimica degli ioni di litio e un catodo ad alto<br />
tenore di nichel per ottenere maggiori progressi e<br />
aumentare ulteriormente l’autonomia fino a oltre<br />
1.000 chilometri, in combinazione con una migliore<br />
aerodinamica e una riduzione del peso del veicolo.<br />
Cosa si aspetta l’ingegneria di Toyota dalla batteria<br />
High-Performance? Un’ulteriore riduzione del 10%<br />
del costo rispetto alla Performance, alla quale si allinea<br />
in merito ai tempi di ricarica rapida, stimati<br />
sui 20 minuti o meno (SoC*1 = 10-80%). L’introduzione<br />
è prevista per il 2027-28.<br />
In conclusione, le batterie Toyota allo stato solido<br />
hanno un elettrolita solido che consente un movimento<br />
più rapido degli ioni e una maggiore tolleranza<br />
alle alte tensioni e alle temperature. Queste<br />
qualità rendono le batterie allo stato solido adatte<br />
alla carica e alla scarica rapida e alla fornitura di<br />
maggiore potenza in un formato più piccolo.
voith. Future inverter platform<br />
E INTEGRAZIONE SIA!<br />
La nuova famiglia di inverter Voith è più leggera e compatta, con una superiore<br />
densità di potenza rispetto alla precedente generazione. È conforme ai<br />
più recenti requisiti di cybersecurity nel settore automobilistico ed è stata<br />
concepita per essere adattabile a diverse applicazioni veicolari<br />
Manuel Calero, Vice<br />
President di Voith<br />
E-Mobility: «Questa<br />
integrazione è<br />
il risultato della<br />
esperienza di Voith<br />
in materia di sistemi<br />
completi. Gli<br />
utilizzatori del Veds<br />
(Voith electronic<br />
drive system)<br />
possono quindi<br />
essere certi che<br />
stiamo fornendo<br />
un pacchetto di<br />
sistema completo,<br />
in cui tutti i<br />
componenti sono<br />
esattamente<br />
abbinati l’uno<br />
all’altro e<br />
funzionano in<br />
modo efficace».<br />
Voith ha messo letteralmente le mani avanti<br />
sulla semplificazione dei processi di elettrificazione<br />
veicolare. Basta sfogliare qualsiasi<br />
discussione sulle batterie per intercettare la<br />
parola “integrazione”, scandita con enfasi. Voith<br />
ha presentato al Busworld la Future inverter platform<br />
(Fip) per il sistema di trazione Veds (Voith<br />
electrical drive system). Il sistema di trazione<br />
elettrica è stato finora applicato al segmento degli<br />
autobus, fin dalla sua introduzione nel 2021.<br />
L’inverter è stato concepito per equipaggiare i<br />
veicoli commerciali e sarà integrato nelle future<br />
generazioni del Veds. La tecnologia Fip entrerà<br />
in produzione di serie senza unità di gestione<br />
della trazione integrato (Dmu, Drive management<br />
unit) nel 2024 e con Dmu integrata nel 2025. Oltre<br />
all’inverter, il nuovo Fip incorporerà quindi<br />
anche la stessa unità di gestione della trazione,<br />
precedentemente separata, e offrirà quindi una<br />
densità di potenza molto più elevata rispetto al<br />
precedente inverter. All’interno del Veds, il Fip<br />
funziona come parte del sistema di azionamento<br />
elettrico, ma è anche un sistema a sé stante composto<br />
da inverter e unità di controllo. In ragione<br />
dell’integrazione dell’unità di controllo nell’alloggiamento<br />
dell’inverter, il Fip riduce anche la<br />
complessità di progettazione dell’intero sistema<br />
di azionamento. La riduzione della complessità<br />
semplifica il processo di progettazione e produzione<br />
del veicolo degli Oem. Nonostante la<br />
maggiore densità di potenza, il sistema Voith si<br />
presenta compatto e leggero, con un peso di 25<br />
chili, meno della metà rispetto al predecessore.<br />
Dal momento che il Fip funziona sia come inverter<br />
che come unità di controllo, potrebbe essere<br />
un potenziale bersaglio per gli hacker. A partire<br />
dalla metà del 2024, gli standard internazionali di<br />
sicurezza informatica, stabiliti dalla Commissione<br />
economica per l’Europa delle Nazioni Unite<br />
(Unr 155 e Unr 156), saranno applicati all’industria<br />
automobilistica. I veicoli stradali dovranno<br />
quindi soddisfare gli standard Iso 26262 e 21434<br />
per la sicurezza funzionale e l’ingegneria della<br />
cybersecurity. Voith ha pertanto deciso di utilizzare<br />
i più recenti microcontrollori di tipo automobilistico<br />
per i circuiti integrati della piattaforma<br />
di inverter. I controlli di cybersecurity integrati<br />
nel Future inverter platform non si limitano a<br />
prevenire attacchi da parte di pirati informatici;<br />
i convertitori di frequenza non saranno in grado<br />
di apportare modifiche che violino le norme sulla<br />
sicurezza funzionale.<br />
batterie<br />
37
power-on. Bosch Rexroth Italia<br />
A BORDO<br />
MACCHINA<br />
PowerOn ha rappresentato per Bosch<br />
Rexroth un momento di incontro<br />
con gli installatori. Coloro i quali<br />
dipendono dagli specialisti per<br />
l’armonica realizzazione dell'ecosistema<br />
macchina. Ci siamo concentrati sul demo<br />
elettrificato, ma c’è stato spazio per<br />
eOC-S, Eda, Dual path, circuito aperto,<br />
IoT, dimostratori gommati e cingolati<br />
PowerOn, un nome del suo abbrivio tecnologico,<br />
che non necessita di didascalie. Ci troviamo a<br />
Cernusco sul Naviglio, il cartello “Milano” si<br />
trova a un paio di fermate della M2. Bosch Rexroth<br />
ha organizzato una maratona enciclopedica del suo<br />
abbrivio tecnologico. Uno sforzo, organizzativo e<br />
logistico, tanto impegnativo quanto necessario, per<br />
uno specialista dei sistemi idraulici ee oleodinamici<br />
da sette miliardi di euro (Bosch, la casa madre, nel<br />
2022 ha fatturato complessivamente 88 miliardi).<br />
Come dire, quele di Rexroth sono spalle assai robuste,<br />
alle quali gli Oem si appoggiano anche per<br />
la frazione informatica, elettronica ed elettrica della<br />
transizione.<br />
terra<br />
38<br />
Angelo D’Ammando<br />
Angelo D’Ammando, direttore della Mobile applications<br />
division di Bosch Rexroth. Il cappello<br />
introduttivo su PowerOn ha riguardato le «sfide tecnologiche,<br />
di mercato, di competizione nelle risorse<br />
umane. Oggi, qui a Cernusco, vogliamo mostrare<br />
l’apporto delle nuove tecnologie anche su macchine<br />
che, a tanti di voi, possono sembrare obsolete». Il<br />
riferimento va ai dimostratori che Rexroth ha ridisegnato<br />
nelle “budella”, come usava dire durante<br />
la lunga stagione della meccanica dura e pura.<br />
Macchine di prova per saggiare, quasi toccando<br />
con mano, l’entità degli aggiornamenti tecnologici.<br />
Un’ideale prosecuzione di quanto discusso in questa<br />
stessa sala, un quarto di secolo or sono. Nel 1998<br />
si tenne infatti, in quello che fin da allora era il<br />
quartier generale di Rexroth Italia, un incontro dal<br />
titolo: “Le macchine mobili del terzo millennio”. In<br />
questa sede ci si dedica alla prototipia e «alla messa<br />
in opera di quelle soluzioni che alleggeriscono il<br />
carico dei clienti». Il virgolettato è preso in prestito<br />
allo stesso D’Ammando, che lo ha rilasciato durante<br />
l’intervista pubblicata sul numero di giugno di<br />
quest’anno. Un contenuto basilare, quello della presa<br />
in carico degli upgrade e della semplificazione a<br />
bordo macchina, che ha innervato la spina dorsale<br />
del programma, il 21 e il 22 di settembre.<br />
Matthias Goebel<br />
Prima di addentrarci nello slalom di contenuti,<br />
ascoltiamo le parole di Matthias Goebel, general<br />
manager della regione Sud Europa. Nell’introduzione<br />
ha sottolineato l’incertezza sul futuro da parte<br />
dei clienti. Si sta forse esaurendo, ci chiediamo noi,<br />
l’onda lunga delle applicazioni mobili industriali,<br />
dopo i fuochi d’artificio dell’ultimo triennio, alimentati<br />
da sovvenzioni varie, in primis gli incentivi<br />
4.0? Il focus, riprende Goebel, sottolinea le difficoltà<br />
nel reperire risorse umane, per ribadire un<br />
concetto espresso in precedenza da D’Ammando.<br />
«Dobbiamo sviluppare sistemi in modo da trasferire<br />
le competenze agli Oem e agli utilizzatori finali, in
Veronica<br />
Brasco,<br />
Energreen<br />
«La traslazione<br />
rappresenta una<br />
parte fondamentale<br />
delle nostre<br />
applicazioni.<br />
Il software di<br />
Bosch Rexroth<br />
è in linea con le<br />
nostre esigenze,<br />
essendo idonea<br />
all’utilizzo da<br />
parte di operatori<br />
inesperti. Come<br />
appurato durante<br />
le dimostrazioni,<br />
il sistema a<br />
ultrasuoni, che<br />
“vede” cosa c’è<br />
intorno, permette<br />
di bloccare<br />
immediatamente<br />
la macchina in<br />
caso di pericolo.<br />
Si impedisce così<br />
all’operatore<br />
qualsiasi manovra<br />
che possa mettere<br />
a repentaglio la sua<br />
e altrui incolumità».<br />
HydraForce e la divisione Compact Hydraulics<br />
Nell’economia di Bosch Rexroth<br />
il segmento Compact hydraulics<br />
vale suppergiù un miliardo di euro.<br />
Dopo l’acquisizione di HydraForce<br />
è stato plasmato un unico canale di<br />
vendita, attivate sinergie di prodotto<br />
e integrazione (per esempio con una<br />
omogeneizzazione di assistenza e<br />
garanzie) e stimolata la fase espansiva<br />
negli Stati Uniti. Gli stabilimenti italiani<br />
sono eredità della incorporazione di<br />
Oil Control, nella “valle oleodinamica”,<br />
tra le province di Modena e Reggio<br />
Emilia. Durante lo shopping completato<br />
nel 2005, Rexroth si aggiudicò, in un<br />
colpo solo, Oil Control, Edi System,<br />
Oleodimamica LC, Oil Sistem, Tarp e<br />
Fimma Oleodinamica. A quel tempo<br />
Manfred Grundke, coevo presidente<br />
di Bosch Rexroth, dichiarò: «Con<br />
l’acquisizione di Oil Control Group<br />
rafforziamo la nostra posizione<br />
nell’idraulica compatta, un mercato<br />
in forte crescita». E quel mercato<br />
si è confermato tale, nell ventennio<br />
trascorso. Con l’operazione Hydraforce,<br />
il mondo compact di Rexroth è in grado<br />
di soddisfare tutto quello che si trova<br />
nel mezzo tra pompa e attuatori. Le<br />
strutture produttive e commerciali delle<br />
due aziende forniranno una copertura<br />
più equilibrata in Europa e NordAmerica,<br />
spingendo insieme per guadagnare<br />
quote in Asia. Bosch Rexroth è orientata<br />
sui sistemi idraulici compatti, HydraForce<br />
si concentra sulle valvole a cartuccia<br />
meccaniche ed elettriche e sui circuiti<br />
idraulici integrati. La divisione, o<br />
business unit, dell’idraulica compatta<br />
avrà due teste pensanti, una nell’Illinois,<br />
a Lincolnshire, l’altra in Emilia, a<br />
Nonantola. La Compact Hydraulics,<br />
con l’avvento di HydraForce, annovera<br />
3.900 addetti, in nove stabilimenti.<br />
Oltre a Stati Uniti e Italia, sono distribuiti<br />
in Brasile, Cina, Germania e Regno<br />
Unito. A capo di questa divisione<br />
c’è Frank Hess, che ha dichiarato:<br />
«L’acquisizione di HydraForce amplia<br />
il nostro accesso al mercato globale<br />
attraverso canali di vendita indiretti:<br />
i partner di vendita e gli integratori di<br />
sistema diventeranno importanti gruppi<br />
target».<br />
39
modo che li possano usare facilmente, senza che<br />
gli operatori debbano specializzarsi (liberando così<br />
risorse per altri centri di spesa, ndr). Un approccio<br />
“easy to use”». A proposito di visione sistema “user<br />
friendly”, la piattaforma per la gestione degli ordini<br />
e la raccolta delle informazioni self-service e online<br />
andrà di pari passo con flussi logistici trasparenti.<br />
La tracciabilità dell’ordine seguirà il modello delle<br />
piattaforme di e-commerce.<br />
Come sintetizzare il contributo di Bosch Rexroth<br />
all’efficienza di una macchina?<br />
«È un ecosistema, non è pensabile di poterne prendere<br />
un singolo pezzo e aspettarci che possa fare<br />
la differenza. Il nostro grande vantaggio deriva<br />
dall’esperienza e dal supporto della casa madre.<br />
Dal motore a combustione interna alle macchine<br />
elettrificate, siamo costantemente impegnati a migliorare<br />
l’efficienza dei singoli prodotti. Qualsiasi<br />
cosa produciamo, questa contiene nel dna il germe<br />
della sostenibilità. Oggi come oggi, con l’avvento<br />
delle nuove tecnologie, tra cui la digitalizzazione,<br />
è aumentata tantissimo la possibilità di migliorare<br />
l’ecosistema. La pompa oleodinamica è ora in<br />
grado di dialogare con la centralina del motore a<br />
combustione per individuare il modo migliore di<br />
affrontare il ciclo di lavoro. Questa combinazione<br />
consente di ridurre il consumo energetico fino al<br />
40%».<br />
Qual è il senso di un evento come PowerOn, così<br />
a stretto contatto con gli Oem?<br />
«In prima battuta, il messaggio riguarda la divulgazione<br />
delle tecnologie che possono confortare e<br />
agevolare la progettazione degli Oem. Forniamo<br />
soluzioni per applicare le tre soluzioni fondamen-<br />
terra<br />
Querétaro e la geografia produttiva<br />
È in corso una riorganizzazione della geografia<br />
produttiva di Bosch Rexroth su scala planetaria.<br />
Nel corso del <strong>2023</strong> Lincolnshire ha coagulato<br />
anche la produzione di Bethlehem, servendo<br />
così da riferimento per il Nord America. Quello<br />
che è avvenuto a San Paolo del Brasile per<br />
l’America Latina. In Cina servirà più tempo per<br />
inverare questa tendenza all’agglutinazione<br />
e razionalizzazione delle linee produttive.<br />
Allo stato attuale restano operative le sedi<br />
di Changzhou e Pechino, così come non è<br />
previsto nessun piano di ridimensionamento<br />
di Birmingham, nel Regno Unito, e degli<br />
stabilimenti italiani.<br />
Per sgravare la supply chain europea è<br />
stato inaugurata la fabbrica nello stato di<br />
Querétaro, nell’area centrale del Messico. La<br />
sede produttiva si sviluppa in 42.000 metri<br />
quadrati. Qui, Bosch Rexroth ha iniziato a<br />
giugno la produzione di pompe, motori e<br />
valvole idrauliche per macchine mobili come<br />
escavatori, carrelli elevatori e trattori. L’azienda<br />
ha in programma di aumentare il numero dei<br />
componenti idraulici e dei prodotti di “linear<br />
motion”. Sono in previsione anche altri sistemi<br />
e componenti per macchine mobili industriali,<br />
come unità di trasmissione e motori a pistoni<br />
radiali. Non finisce qui, dal momento che, come<br />
anticipato, Bosch Rexroth svilupperà anche<br />
alcuni prodotti per la tecnologia del movimento<br />
lineare (guide, pattini) che trovano applicazione<br />
nell’ingegneria meccanica e impiantistica e<br />
nell’automazione di fabbrica. In generale, gli<br />
specialisti del settore prevedono una forte<br />
crescita per le macchine mobili e per il mercato<br />
dell’automazione di fabbrica, soprattutto in<br />
Nord America. «Con la sua strategia “local-forlocal”,<br />
Bosch Rexroth aumenta la capacità, la<br />
flessibilità e la solidità delle catene di fornitura,<br />
riduce l’impronta di CO 2<br />
con prodotti fabbricati<br />
a livello regionale e ottiene tempi di consegna<br />
più brevi», ha evidenziato Reinhard Schaefer,<br />
membro del Consiglio di Amministrazione<br />
di Bosch Rexroth con responsabilità per la<br />
produzione e la qualità. Oltre alla base di<br />
fornitori già esistente in Nord America, Bosch<br />
Rexroth conta su una rete di fornitori stabile<br />
e in continua crescita in Messico, ad esempio<br />
per fusioni, lavorazioni meccaniche, acciaio,<br />
alberi motore o cilindri. Insieme ai siti produttivi<br />
40
tali, nell’economia di un costruttore: sostenibilità,<br />
applicata a macchine più efficienti e omologate con<br />
le normative più restrittive; la transizione verso<br />
l’elettrificazione; infine, il necessario confronto sul<br />
deficit di talenti. Siamo partner in grado di fornire<br />
agli Oem un sottosistema che possono inserire nel<br />
sistema macchina senza investire risorse aggiuntive<br />
per maturare competenze di cui non dispongono<br />
internamente. D’altro canto, il prodotto Bosch<br />
Rexroth è facilmente implementabile e consente agli<br />
installatori di differenziarsi e di innestare su quel<br />
singolo prodotto la loro filosofia della macchina.<br />
Il terzo punto riguarda la semplificazione dei dispositivi,<br />
che applica alla perfezione le funzionalità<br />
della macchina, anche di fronte a un operatore<br />
inesperto».<br />
Bosch Rexroth Italia è specializzata anche nel<br />
project management, a supporto dell’installatore<br />
durante lo sviluppo della piattaforma. Un servizio<br />
che contempla il laboratorio dei softwaristi e un<br />
team dedicato all’elettrificazione, con ruoli specifici:<br />
product manager, project manager, specialisti di<br />
software, di service e di applicazione.<br />
Facciamo il punto sull’elettrico<br />
Scrutiamo solo alcuni lati del poliedro PowerOn.<br />
Quello più “à-la-page” riguarda i processi di sostituzione<br />
o affiancamento dell’idraulica con soluzioni<br />
elettriche. Abbiamo chiesto lumi al corner dedicato,<br />
nel capannone interamente consegnato ai cluster<br />
tecnologici. La famiglia si chiama e-Lion e annovera<br />
i prodotti concepiti da Bosch Rexroth per il mercato<br />
off-highway ad alto voltaggio. Per i tedeschi<br />
significa coprire le richieste da 270 a 800 Volt a corrente<br />
continua (full DC bus). Il motore più piccolo<br />
presente sull’espositore è l’Ems1-10, combinato a<br />
eOC-S<br />
Il controllo<br />
secondario<br />
funziona su tutte<br />
le macchine<br />
mobili compatte.<br />
La regolazione<br />
secondaria su<br />
alcune macchine<br />
permette il<br />
passaggio da<br />
circuito primario<br />
a secondario. Un<br />
rullo stradale, per<br />
esempio, passa<br />
da tre circuiti a<br />
uno. Una sola linea<br />
di alta pressione<br />
collega tutte le<br />
utenze. L’eOC-S<br />
controlla pressione,<br />
portata e coppia.<br />
di Bosch Rexroth a Bethlehem (Pennsylvania),<br />
Charlotte (Carolina del Nord), Fountain Inn<br />
(Carolina del Sud) e Lincolnshire (Illinois)<br />
negli Stati Uniti, che esistono da decenni, lo<br />
stabilimento di Querétaro servirà il mercato<br />
con soluzioni idrauliche e di automazione in<br />
modo molto più rapido e stabile. A Fountain<br />
Inn, Bosch Rexroth sta ampliando i propri<br />
servizi per includere la prototipazione,<br />
la personalizzazione, la rilavorazione e<br />
l’assistenza post-vendita e i pezzi di ricambio.<br />
«Con la nostra crescente capacità produttiva<br />
in questa regione, possiamo reagire ancora più<br />
velocemente di prima alle richieste dei clienti e<br />
soddisfare la crescente domanda di componenti<br />
e soluzioni, in particolare per le macchine<br />
agricole e da costruzione e per i costruttori<br />
di macchine in Nord America», ha aggiunto<br />
Christoph Kleu, Senior Vice President Finance<br />
and Administration di Bosch Rexroth in Nord<br />
America. «I nostri clienti in Nord America<br />
continueranno a ordinare dal loro referente<br />
regionale di Bosch Rexroth, ma avranno più<br />
opzioni per il trasporto e la consegna», ha<br />
specificato Kleu, in conclusione.<br />
41
terra<br />
42<br />
due pompe a ingranaggi. Il motore è disponibile in<br />
una configurazione che non richiede nessuna flangia<br />
di interfaccia e high-voltage orientabile. Ha un’interfaccia<br />
compatibile alla pompa, è disponibile con<br />
configurazione ad albero maschio e alloggiabile con<br />
gearbox centrale. Si sale di taglia con l’Ems1-13: il<br />
numero in doppia cifra (10 o 13) indica i centimetri<br />
di raggio del motore in corrispondenza delle parti<br />
attive. L’Ems1-13 è disponibile con configurazione<br />
high-voltage box per passacavo (cable gland). La<br />
stessa Bosch Rexroth si occupa della produzione<br />
di alcuni cablaggi, tra cui il cavo che trasferisce<br />
il segnale di velocità, posizione e temperatura dal<br />
motore all’inverter. Il gearbox, se preferite la scatola<br />
del cambio, central drive porta il moto all’assale,<br />
accettando velocità in ingresso fino a 16mila<br />
giri. È del tipo “high-end”, con pompa di ricircolo<br />
e heat exchanger integrati. L’olio è raffreddato con<br />
acqua a glicole, alla pari di motore e inverter, che<br />
presenta il medesimo housing per un duplice range<br />
di potenza. Se la classe di potenza è la 1, si arriva<br />
a 50 chilowatt di potenza continua; in classe di<br />
potenza 2 si raddoppia, fino a 100 kW. L’eGft è un<br />
riduttore ruota che accomoda in ingresso il motore<br />
elettrico. L’inverter offre funzioni di sicurezza fino<br />
all’“agriculture performance level D”, in conformità<br />
alle normative Iso31840 e Iso25<strong>11</strong>9 (monitoraggio<br />
della velocità del motore, coppia, tensione sul DC<br />
bus). Un’ulteriore misura di sicurezza, implementata<br />
nell’inverter stesso, è data da un DCDC converter<br />
integrato, per l’autoalimentazione quando la<br />
linea low-voltage viene meno per qualsiasi genere<br />
di malfunzionamento. In esposizione c’era anche un<br />
inverter di classe di potenza 3, per potenze nominali<br />
fino a 200 kW, che presenta un housing completamente<br />
diverso. Raffreddato a liquido, anche questo<br />
presenta DCDC converter integrati, funzioni di sicurezza<br />
e pure un DC filter integrato che riduce le<br />
armoniche nel DC Bus, che non è mai perfettamente<br />
a corrente continua. Persiste infatti abitualmente<br />
del rumore, cancellato dal filtro DC, consentendo<br />
così all’inverter di operare correttamente. Comune<br />
denominatore, tra gli altri, della sicurezza dei prodotti<br />
Bosch Rexroth, è un canale di high voltage<br />
interlock. Il cablaggio è flaggato sul prodotto stesso:<br />
una centralina veicolo manda fuori un segnale<br />
e controlla che ritorni correttamente. L’interlock è<br />
passivo, garantisce la sicurezza elettrica del veicolo.<br />
Un principio esteso al DCDC converter, che fa<br />
la connessione dai 700V ai 12V o 24V. Una sua<br />
prerogativa e la bidirezionalità: questo dispositivo<br />
converte anche da 12V o 24V a 700V, consentendo
Nebulizzatore<br />
Rexroth ha agito<br />
sull’efficienza di<br />
pompa e motore<br />
e ha introdotto<br />
un motoriduttore<br />
innovativo. L’anti<br />
slip control evita di<br />
far girare a vuoto le<br />
ruote, ottimizzando<br />
la trasmissione<br />
di coppia. Lato<br />
pompa, è stata<br />
incrementata la<br />
pressione massima.<br />
Lato motore,<br />
aumentato l’angolo<br />
di inclinazione del<br />
piattello. Disinnesco<br />
meccanico,<br />
ripartizione di<br />
coppia e Hlb (High<br />
level braking).<br />
una precarica della linea DC bus.<br />
Ciak si gira!<br />
Passiamo dalla teoria alla pratica. Anche in questo<br />
caso Bosch Rexroth ha superato l’esame. Il demo<br />
è un telescopico sviluppato in house. La trazione<br />
idrostatica è stata sostituita da un motore elettrico,<br />
comandato dal suo inverter. L’impatto, tangibile<br />
anche sul campo prova, investe l’accelerazione, la<br />
dinamica e la gestione della potenza disponibile.<br />
L’ingegneria dichiara un miglioramento delle prestazioni<br />
pari al 20%, rispetto al diesel. Il motore<br />
elettrico dispone di capacità di sovraccarico, già da<br />
fermo, fino a due volte e mezzo il valore nominale.<br />
E per i movimenti più calibrati? Grazie all’inverter,<br />
anche in salita, durante il carico delle forche<br />
e per altre operazioni di precisione, gira a basse<br />
velocità. La silenziosità, cavallo di battaglia degli<br />
elettrici, è stata misurata in 14 dBA di riduzione<br />
della rumorosità. La gestione sempre più completa<br />
della trazione, fino al cambio marcia, permette una<br />
sincronizzazione attiva, durante le fasi di cambiata.<br />
Hanno sviluppato un riduttore a due velocità, appositamente<br />
per l’elevata velocità dei motori elettrici,<br />
fino a 12mila giri. Nell’architettura hanno conservato<br />
l’idrostatica, azionata da un secondo motore<br />
e dal suo inverter. Il sistema è completo di caricabatterie,<br />
in versione europea, trifase, da 22 kW, e<br />
americana, monofase, 19 kW. Essendo modulare,<br />
permette una ricarica fino a 88 kW, con quattro<br />
dispositivi. La logica è master e slave. Nel pacchetto,<br />
anche il convertitore di corrente continua<br />
e i cavi. Insomma, la famiglia e-Lion è integralmente<br />
installata a bordo macchina. Tra le funzioni<br />
di sicurezza level D, compare la disattivazione del<br />
sistema attraverso la richiesta di coppia nulla. Tutto<br />
questo, con i soli motore e inverter, coadiuvati dalla<br />
adeguata comunicazione. Dalle arrampicate sul<br />
dosso artificiale, e dai dati della centralina proiettati<br />
sul maxi schermo, abbiamo osservato la gestione<br />
della frenata in discesa per ricaricare le batterie.<br />
In un’architettura elettrica, la pompa è sgravata<br />
dalle funzioni idrauliche, come il sollevamento e<br />
la discesa del braccio telescopico, con risparmio<br />
netto di energia oppure maggiore disponibilità per<br />
altri movimenti contemporanei. Per la stabilità interviene<br />
la compensazione elettronica del carico.<br />
La valvola di controllo E-Motion Plus è un punto<br />
cardinale dell’allestimento e-Lion. Con un solo software<br />
per motore elettrico e pompa si individuano i<br />
punti migliori di sincronizzazione. In modalità Eco,<br />
il rendimento aumenta del 10%.<br />
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5 ottobre <strong>2023</strong><br />
IN QUESTO NUMERO<br />
BATTERIE VS FUEL CELL ALLA RESA<br />
DEI CONTI, LE NOVITÀ MAN PER IL<br />
BUSWORLD, ISUZU CITIVOLT 12, VAN<br />
HOOL PER MARINO, LA STORIA DEL<br />
LUXURY BUS, FOCUS UK<br />
e-leganza<br />
del<br />
leader<br />
da Vadoetorno n. 10/<strong>2023</strong> da AUTOBUS n. 10/<strong>2023</strong><br />
44
ioioni<br />
VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />
N.10 - <strong>2023</strong> ANNO 28°<br />
OTTOBRE<br />
600 Vario<br />
ANTEPRIME: FENDT, CASE IH E STEYR. TUTTE LE NEW ENTRY PER AGRITECHNICA<br />
IN CAMPO: CARRARO AGRICUBE PRO 10.5 F. OLTRE IL FRUTTETO<br />
da TRATTORI n. 10/<strong>2023</strong><br />
La rivista VADO E TORNO<br />
affonda le radici nel 1962.<br />
Praticamente rappresenta<br />
l’antologia del camion dal<br />
boom economico ai nostri<br />
giorni. Le riviste AUTOBUS<br />
e TRATTORI affiancarono<br />
successivamente VADO E<br />
TORNO nella descrizione<br />
incalzante a aggiornata<br />
di quanto avviene nel<br />
trasporto persone e nella<br />
meccanizzazione agricola.<br />
Mondi che rappresentano,<br />
per noi di POWERTRAIN,<br />
gli scenari di quelle che su<br />
queste pagine chiamiamo<br />
applicazioni. Ad ogni uscita<br />
proporremo la sintesi di<br />
un articolo pubblicato sui<br />
numeri precedenti delle<br />
riviste di VADO E TORNO<br />
EDIZIONI, la nostra casa<br />
comune. Senza timore di<br />
smentita possiamo parlare<br />
di “filiera corta”: la catena<br />
cinematica e le macchine<br />
che la sostanziano.<br />
45
VADO E TORNO EDIZIONI www.vadoetorno.com ISSN 0042 2096 Poste Italiane s.p.a. - SPED. IN A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
e vai con<br />
l’energia<br />
solare<br />
INFRASTRUTTURE AL BIANCO CI VUOLE IL BIS ● SUT A PARMA E<br />
A PRATO L’INTERPORTO DIVENTA PROTAGONISTA ● ANTEPRIME DAF<br />
XB E XBC - SCANIA R560 IBRIDO SOLARE - RENAULT TRAFIC VAN E-TECH<br />
ELECTRIC - TOYOTA HILUX ELECTRIC ● SPECIAL LA SECONDA VITA<br />
DELL’IVECO STRALIS NP460 ● POLITICA CAMION PERICOLO PUBBLICO<br />
OTTOBRE<br />
<strong>2023</strong><br />
MENSILE<br />
€ 3,00<br />
10<br />
Prima immissione:<br />
5 ottobre <strong>2023</strong><br />
Prosegue il<br />
percorso di<br />
elettrificazione<br />
di Mercedes:<br />
arriva anche in<br />
Italia l’attesa<br />
versione elettrica<br />
del ‘piccolo’<br />
della Stella: 280<br />
chilometri di<br />
autonomia, motore<br />
da 122 cavalli,<br />
batterie da 45<br />
kWh e possibilità<br />
di ricarica fino a<br />
75 chilowatt<br />
A bordo del Mercedes eCitan<br />
Small size<br />
alla spina<br />
C’è voluto un po’ ma, come<br />
annunciato e promesso, Mercedes-Benz<br />
Vans ha completato<br />
la gamma dei suoi furgoni nelle<br />
versioni full-electric. Così, all’eVito,<br />
capostipite dei van della Stella<br />
a emissioni zero, e all’eSprinter si<br />
aggiunge l’eCitan, il fratellino da<br />
città disponibile, appunto, anche<br />
con catena cinematica elettrificata.<br />
Prosegue dunque il percorso<br />
della Stella verso l’elettrificazione,<br />
che vive un momento importante<br />
proprio con il lancio dell’eCitan e<br />
che vedrà un vero e proprio punto<br />
di svolta nel 2026, con l’introduzione<br />
dell’architettura nativa elettrica<br />
Van.Ea, in grado di cambiare<br />
radicalmente il design dei furgoni<br />
Mercedes.<br />
Con autonomia di circa 280<br />
46
Estratto da ‘Vado e Torno’ n.10, <strong>2023</strong><br />
chilometri (ciclo misto, standard<br />
Wltp), motore da 122 cavalli e 24,9<br />
chilogrammetri di coppia, l’eCitan<br />
può contare su 45 kilowattora di<br />
capacità delle batterie.<br />
Due le lunghezze a disposizione, almeno<br />
per quanto riguarda la versione<br />
cargo della furgonetta, da 4.498<br />
e 4.922 millimetri con capacità di<br />
carico rispettivamente di 544 e 722<br />
chili, «pressoché inalterate» rispetto<br />
alla versione endotermica, che continuerà<br />
a essere commercializzata<br />
da Mercedes-Benz Vans.<br />
Più che il listino<br />
conta la rata<br />
Fissato anche il listino, che<br />
oscilla intorno ai 40 mila euro<br />
(38.742 più Iva per la versione<br />
Long, 40.276 euro per la Extra<br />
long), con possibilità di noleggio<br />
a lungo termine o di scegliere la<br />
formula con la rata iniziale da<br />
circa 6 mila euro e finanziamento<br />
di 4 anni con rate mensili intorno<br />
ai 450 euro.<br />
Perché, come spiega Dario Albano,<br />
Managing director di Mercedes-Benz<br />
Vans Italia, il prezzo<br />
di un van elettrico, tra i principali<br />
ostacoli alla diffusione su più larga<br />
scala della tecnologia, va visto<br />
«più come rata che come prezzo<br />
di listino vero e proprio».<br />
Prosegue Albano: «Il posizionamento<br />
premium è insito nella<br />
nostra storia, ancor prima che il<br />
marketing coniasse l’espressione:<br />
è legato non solo al veicolo, ma<br />
anche a tutto quello che c’è intorno,<br />
dai dispositivi di sicurezza al<br />
valore del mezzo, fino a tutti quei<br />
‘fratelli maggiori’ eVito e eSprinter<br />
è quindi disponibile il sistema<br />
multimediale del (...)<br />
Prosegue a pag. 70 di<br />
Vado e Torno Ottobre <strong>2023</strong>.<br />
Inquadra il QRcode<br />
e leggi l’articolo integrale.<br />
47
VADO E TORNO EDIZIONI<br />
www.vadoetorno.com - ISSN 0042 - Poste<br />
Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv.<br />
in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI<br />
OTTOBRE N. 10 - <strong>2023</strong><br />
ANNO 32°- euro 5,00<br />
Estratto da ‘AUTOBUS’ n.10, <strong>2023</strong><br />
IN QUESTO NUMERO<br />
BATTERIE VS FUEL CELL ALLA RESA<br />
DEI CONTI, LE NOVITÀ MAN PER IL<br />
BUSWORLD, ISUZU CITIVOLT 12, VAN<br />
HOOL PER MARINO, LA STORIA DEL<br />
LUXURY BUS, FOCUS UK<br />
e-leganza<br />
del<br />
leader<br />
Al Busworld<br />
il lancio del<br />
Crossway Low<br />
Entry Elec con<br />
nuovo design.<br />
Un vero cambio<br />
di passo nella<br />
storia del Classe<br />
II più venduto<br />
in Europa. Le<br />
novità estetiche<br />
vanno di pari<br />
(...)<br />
Anticipazione. Iveco Bus Crossway Le Elec<br />
In e-Voluzione<br />
senta al pubblico di Bruxelles<br />
forte di pacchi batteria Nmc prodotti<br />
in house da Fpt Industrial<br />
(gli stessi che si affiancheranno a<br />
Forsee Power per quanto riguarda<br />
la gamma E-Way, anch’essa<br />
presentata in versione aggiornata<br />
al salone). Capacità massima?<br />
485 kWh (69 per modulo), con<br />
possibilità di ricarica anche tramite<br />
pantografo. Sarà disponibile<br />
in versioni da 12 e 13 metri,<br />
mentre esce di scena la taglia<br />
da 10,8 metri e quella a tre assi.<br />
Nuova di zecca la suite di Adas,<br />
I<br />
veco Bus alzerà il sipario sulla<br />
nuova gamma Crossway il 6<br />
ottobre al Busworld. Il giornale<br />
che avete tra le mani ne riporta i<br />
dettagli - e un’immagine - in anteprima.<br />
Per il Classe II più venduto<br />
in Europa (oltre 4mila unità all’anno,<br />
2mila dei quali Low Entry - in<br />
crescita - 60mila mezzi prodotti al<br />
<strong>2023</strong>) non si tratta di mero maquillage<br />
ma di una vera e propria rivoluzione<br />
copernicana, che investe<br />
tutti i dettagli dell’autobus a partire<br />
dal nuovo logo, svelato proprio in<br />
occasione della fiera.<br />
Il Crossway Low Entry Elec preche<br />
poggia su piattaforma elettronica<br />
aggiornata. A fine 2024<br />
sarà disponibile con mirrorcam<br />
in luogo degli specchietti.<br />
Il Classe II arriva a maggio<br />
Prosegue a pag 28 di<br />
Autobus Ottobre <strong>2023</strong>.<br />
Inquadra il QR code e leggi<br />
l’articolo integrale.<br />
48
ioioni<br />
N.10 - <strong>2023</strong> ANNO 28°<br />
OTTOBRE<br />
Estratto da ‘TRATTORI’ n. 10, <strong>2023</strong><br />
VADO E TORNO EDIZIONI - www.vadoetorno.com - ISSN 1720-3503 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/ MI - EURO 3,50<br />
600 Vario<br />
ANTEPRIME: FENDT, CASE IH E STEYR. TUTTE LE NEW ENTRY PER AGRITECHNICA<br />
IN CAMPO: CARRARO AGRICUBE PRO 10.5 F. OLTRE IL FRUTTETO<br />
Da realtà<br />
semisconosciuta<br />
a protagonista<br />
in molti mercati<br />
europei,<br />
l’indiana Solis<br />
cresce e punta<br />
sul settore<br />
multifunzione<br />
degli utility<br />
con la nuova<br />
gamma S<br />
alla soglia dei<br />
100 cavalli<br />
Solis<br />
Non chiamateli outsider<br />
no di trattori nel mondo. Fondata<br />
nel 2007, Solis fa parte del gruppo<br />
International Tractors Limited<br />
(ITL), che è uno dei principali<br />
produttori di trattori in India, proprietario<br />
anche del popolare marchio<br />
Sonalika. Per dare un’idea<br />
delle dimensioni dell’azienda,<br />
basti pensare che nel 2022 Solis<br />
ha prodotto oltre 180 mila trattori,<br />
posizionandosi così nella top 5<br />
dei costruttori mondiali. Ma attualmente<br />
la capacità dei suoi stabilimenti<br />
produttivi è esattamente<br />
il doppio, e quindi il suo margine<br />
1.581 trattori immatricolati<br />
in Francia nel 2022, 1.420<br />
in Turchia, 1.383 in Germania.<br />
Con 705 e 426 unità è<br />
il secondo marchio più venduto<br />
in Portogallo e Ungheria, il terzo<br />
con 307 unità in Repubblica<br />
Ceca.<br />
In Italia il marchio è importato<br />
e distribuito da Fiaccadori, che lo<br />
scorso anno ne ha venduti 450.<br />
Stiamo parlando di Solis, uno dei<br />
costruttori indiani più apprezzati<br />
sui mercati internazionali, e non<br />
a caso il primo esportatore indiadi<br />
crescita è ancora enorme.<br />
La sede principale di produzione<br />
dei trattori Solis è a Hoshiapur,<br />
nello stato del Punjab,<br />
nel nord dell’India, ma altri siti<br />
sono a Rajpura, sempre in Punjab<br />
e a Basmat, nello stato di Maharashtra,<br />
nell’ovest dell’India. La<br />
produzione copre la fascia di (...)<br />
Prosegue a pag. 38 di<br />
Trattori Ottobre <strong>2023</strong>.<br />
Inquadra il QRcode e leggi<br />
l’articolo integrale.<br />
49
Scania e i camion elettrici<br />
SEMPRE PIÙ<br />
IN ALTO<br />
La citazione di Mike Bongiorno<br />
serve a introdurre la nuova<br />
gamma di macchine elettriche<br />
con cui Scania di propone<br />
di incentivare l’utilizzo di<br />
camion elettrificati<br />
AUTOMOTIVE<br />
50<br />
Scania spinge sull’acceleratore<br />
dei camion elettrici. Per<br />
stimolarne l’effettiva diffusione<br />
(pesanti e anche distribuzione<br />
– vedi il clamoroso fallimento<br />
di Volta Trucks – ancora<br />
sono legati a un cordone ombelicale<br />
endotermico) gli svedesi<br />
hanno aggiornato la gamma. La<br />
massa complessiva a terra può<br />
raggiungere le 64 tonnellate,<br />
l’autonomia è fino a 390 chilometri,<br />
la capacità di ricarica è<br />
fino a 375 chilowatt, i livelli di<br />
potenza massima 400 o 450 kW.<br />
Il primo passo è stato l’introduzione<br />
di telai con forma e spazi<br />
ottimizzati, di batterie con celle<br />
Northvolt e più efficienti sistemi<br />
ausiliari. Successivamente Scania<br />
ha pianificato l’introduzione di<br />
una nuova gamma di E-Machine,<br />
la famiglia EM C1-4, in cinque<br />
diversi livelli di potenza. «Con<br />
questa aggiunta, introduciamo<br />
l’opportunità di personalizzare i<br />
veicoli elettrici a batteria in base<br />
alle loro operazioni», afferma<br />
Fredrik Allard, Senior Vice Pre-<br />
sident and Head of E-mobility<br />
Scania Group. Lo stesso Allard<br />
puntualizza: «Con i veicoli elettrici<br />
a batteria, la mentalità dovrebbe<br />
essere quella di caricare<br />
per l’autonomia necessaria: se<br />
si devono percorrere 120 chilometri<br />
per raggiungere la stazione<br />
di ricarica presso il deposito, si<br />
dovrebbe caricare per l’autonomia<br />
richiesta da quella distanza<br />
con un piccolo margine extra».<br />
L’aggiornamento della gamma<br />
di autocarri elettrici di Scania riguarda<br />
sia i trattori stradali, sia<br />
gli autotelai. Fonti Scania citano<br />
l’esempio di un ribaltabile da 27<br />
tonnellate. Equipaggiato con sei<br />
batterie può offrire fino a 350<br />
chilometri di autonomia tra una<br />
ricarica e l’altra e un’ora di ricarica<br />
aggiunge 270 km di autonomia.<br />
Tuttavia, anche soluzioni a<br />
potenze inferiori a 350 kW sono<br />
efficaci: una colonnina di ricarica<br />
da 130 kW aggiungerà 100 chilometri<br />
di autonomia in un’ora per<br />
un camion dal consumo energetico<br />
di 1,3 kWh/km.<br />
Motori e componenti per OEM<br />
Cultura, tecnica, impieghi<br />
e mercato del motore diesel.<br />
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Direttore responsabile<br />
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In redazione<br />
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Ha collaborato<br />
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Stampa<br />
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