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Tubular Assemblages

Thesis project by Giacomo Righi Grimaldi - advisor: Alessio Erioli - co-advisor: Lapo Naldoni - Thesis project done @ Università di Bologna - 2020

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TUBULAR ASSEMBLAGES

SISTEMA TETTONICO-SPAZIALE AD ELEMENTI TUBOLARI

BASATO SU LOGICHE DI CRESCITA AUTO ORGANIZZANTE

Giacomo Righi Grimaldi

A.A. 2019 - 2020

1


TUBULAR ASSEMBLAGES

SISTEMA TETTONICO-SPAZIALE AD ELEMENTI TUBOLARI

BASATO SU LOGICHE DI CRESCITA AUTO ORGANIZZANTE

Tesi di Laurea in Architettura e Composizione Architettonica III

Corso di Ingegneria Edile-Architettura

Scuola di Ingegneria e Architettura

Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

a.a. 2019 - 2020

Relatore: Prof. Alessio Erioli

Correlatore: Lapo Naldoni

Giacomo Righi Grimaldi

2 3



INDICE

Abstract

0. Introduzione

1. Fondamenti Teorici

1.1 Swarm Intelligence e Emergenza

1.2 Stigmergia e Colonie di Formiche

1.3 Occupazione e Non Compenetrazione

2. Applicazione Digitale

2.1 Premesse

2.2 Parametri esogeni

2.3 Regole Interne

2.4 Post Produzione

2.5 Indagine sui Parametri endogeni

2.6 Indagine sui Parametri esogeni

3. Sistemi Materiali

3.1 Premesse

3.2 Inflatables

3.3 Fibrocompositi

3.4 Confronto materico

4. Applicazione Architettonica

4.1 Obiettivi

4.2 Caso studio Inflatables

4.3 Caso studio Fibrocompositi

Conclusioni

Bibliografia

4 5



ABSTRACT

La tesi propone un sistema architettonico che si

sviluppa per assemblaggio progressivo di elementi

tubolari individualmente privi di una funzione

specifica, ma capaci di creare a livello collettivo, in

virtù delle relazioni che intercorrono tra loro quando

organizzati in un assemblaggio, condizioni tettoniche

articolate, composite e complesse quali involucro,

elemento strutturale, ornamento, etc.

Ciascun elemento può concorrere a più di una

condizione, ed ogni condizione è sempre espressa da

un gruppo di elementi.

Il sistema è in grado di processare alcuni fattori

esogeni differenziati e di coordinarsi con essi,

esprimendo una profonda capacità di adattamento,

coerente con le proprie regole interne. In particolare,

lo si è dotato della capacità di crescere per mezzo di

logiche di autoportanza, di rinforzarsi e incorporare

nella propria tettonica i prodotti di queste logiche.

La gestione di questi fattori consente l’indirizzamento

del sistema verso determinati obiettivi progettuali, e

l’eventuale considerazione di vincoli esistenti.

Il potenziale di questo lavoro risiede nella capacità del

sistema di ricreare una tettonica ed un’estetica

fortemente differenziate ed articolate, emergenti da

un’organizzazione collettiva impostata sull’impiego di

un unico tipo di elemento, ed un unico tipo di

connessione tra elementi, con i potenziali vantaggi

che derivano dalle economie di scala (in termini di

processo) e da caratteristiche di volatilità e

reversibilità (in termini di applicazioni architettoniche).

6 7



INTRODUZIONE

Parafrasando

Johnson S. 2001.

Emergence: The Connected Lives of

Ants, Brains, Cities, and Software

Per anni i matematici si sono interrogati sul

”problema del commesso viaggiatore”.

Immaginamo di essere un venditore ambulante che

deve raggiungere 50 città diverse su una mappa.

Qual’è il percorso più rapido per raggiungere una

sola volta ciascuna di queste città?

Nel 1999, Marco Dorigo della Free University of

Brussels affermò di aver individuato un approccio più

efficiente per la risoluzione del problema: “ lasciarlo

risolvere alle formiche”.

Le formiche adoperano un metodo di comunicazione

noto come stigmergia che si basa sul rilascio di

tracce di feromone sul percorso che compiono, nel

loro caso viene utilizzato per ottimizzarre

l’approvigionamento di cibo della colonia e per altre

funzioni.

L’esperimento utilizzava un centinaio di venditori

ambulanti virtuali capaci di rilasciare tracce sui

percorsi compiuti. Poichè il quantitativo di feromone

è limitato, sui percorsi lunghi ne viene rilasciata una

quantità minore,che piano piano svanisce, mentre si

accumula nei percorsi più brevi. Ripetendo il processo

più volte, i venditori cominciano a percorrere sempre

gli stessi percorsi brevi.

La sua soluzione era migliore di quella ottenuta da un

tradizonale calcolatore centrale, tanto che dopo la

pubblicazione dei suoi esperimenti, France Telecom,

British Telecommunications e la MCI hanno iniziato

ad applicare la sua strategia per l’infrastruttura delle

proprie reti telefoniche.

Dopo alcuni studi si è dimostrato che l’approccio di

Dorigo creava un Network sigificativamente più

efficiente di quello prodotto dal primo calcolatore di

percorso più breve utilizzato da Internet per

distribuire dati.

Questo è un esempio di come alcune proprietà di

sistemi decentralizzati, dotati di Swarm intelligence si

possano usare per ottimizzare le proprie

infrastrutture e migliorare l’efficienza della

distribuzione delle risorse.

8 9



La prima parte della tesi tratta di come funzionano i

sistemi decentralizzati dotati di Swarm Intelligence e

di come si possono utilizzare per l’architettura.

Questi sistemi sono costituiti da una moltitudine di

elementi, chiamati agenti, dotati di comportamenti

individuali semplici, ma che interagendo tra loro

danno luogo a un comportamento di auto

organizzazione superiore rispetto a quello che vi è

alla base, tale comportamento è riconoscibile dal

punto di vista macroscopico, attraverso i pattern

altamente complessi che vengono generati, e che

conservano un’estetica propria delle leggi agenti a

livello microscopico.

John Frazer

The moment you start encoding things, you start putting

intentionality into it

Il vantaggio di osservare il prodotto alla macroscala

di logiche agenti alla microscala sta nella possibilità

di implementare precise intenzioni progettuali, e

osservarle mentre prendono forma sempre

coerentemente, ma in modi diversi in base ai

parametri che si impongono.

Permette di esplorare le diverse forme sempre frutto

dell’intenzione del progettista, di fare architettura in

maniera non deterministica, di ricerca delle qualità

spaziali ed estetiche desiderate all’interno di forme

complesse da cui emergono le nostre volontà.

Distribuzione nell’ambiente del

Physarium Polycephalum.

L’esperimento è presente su

YouTube nel video:

Heather Barnett: What humans can

learn from semi-intelligent slime

L’Applicazione Strava, lanciata nel

2009 contiene dati rappresentati

termograficamente delle attività di

running, ciclismo,, nuoto e sci.

Reiser J. Umemoto N. 2006.

Atlas of Novel Tectonics

“ Interestingly, when we run up against a code in practice

what we use to get around it is called a variance. [...] We

do not advocate the rejection of codes.

Rather, we propose a working model in which codes are

more open to variance, in which they become ranges rather

than determinants.”

La parte centrale, e più corposa, spiega come sono

stati codificati i comportamenti più interessanti, quali

sono le variabili di sistema, come interagiscono, che

effetti hanno. Si procede, attraverso metodo

comparativo, con la scrematura degli algoritmi e

fissaggio dei parametri in base alla loro capacità o

meno di far esprimere alle simulazioni determinate

geometrie o spazialità.

Il carattere combinatorio di parametri e algoritmi ha

reso necessario lungo il percorso la revisione di

alcune scelte, pertanto il processo di ricerca

computazionale si può definire un raffinamento

progressivo non lineare del codice.

10 11



Il sistema genera un ordine di assemblaggio coerente

con alcune logiche di equilibrio d’insieme, a partire

da un unico tipo di elemento tubolare, ed un unico

tipo di connessione.

In questo senso il sistema permette di lavorare sul

singolo elemento e sul tipo di connessione per ideare

soluzioni adatte a collaborare al meglio con esso.

In considerazione del fatto che il sistema si esprime al

meglio quando si compone di un grande numero di

elementi, si è scelto di esplorare il campo dei sistemi

materiali ad alto rapporto prestazione-peso, per

assecondare un principio di volatilità e di

riconfigurabilità dell’architettura attraverso una

attenzione ai processi critici che compongono lo

sviluppo esecutivo di un assemblaggio di elementi

(trasportabilità, strumentazione necessaria,

impiego di manovalanza, strutture di supporto).

Verranno proposte due soluzioni materiche

compatibili con il principio designato, e saranno valutate

le diverse possibilità applicative.

Questo è il momento di ampliare lo spettro delle

soluzioni architettoniche, materiche, metodiche

rimasto limitato fino alla fine del XX secolo, di astrarci

dal consueto e superare le dicotomie forma-struttura

e materiale-metodo.

“ [...] we prefer and architecture that, while precise, is open

enough to be generative of unforeseen material outcomes

bot in its form and the way it is taken up in rise.”

Reiser J. Umemoto N. 2006.

Atlas of Novel Tectonics

12 13



1. FONDAMENTI

TEORICI

Banco di pesci in fuga.

14

15



1.1 Swarm Intelligence e Emergenza

“How ant colonies learn to forage and built nests, why

industrial neighborhoods form along class lines, how our

minds learn to recognize faces. [...] What features do all

there systems share? In simple terms, they solve problems

by drawing on masses of relatively stupid elements, rather

than a single, intelligent executive branch”.

Il termine Swarm intelligence si introduce in

robotica per usa per definire il comportamento

collettivo di sistemi decentralizzati, auto-organizzanti,

naturali o artificiali. In natura alcuni esempi di questi

sistemi sono banchi di pesci, stormi di uccelli, colonie

di insetti. Questi sistemi sono composti di entità

chiamate “Agenti” dotati di semplici regole

individuali.

Gli agenti interagiscono tra loro tramite queste

regole, e danno luogo ad un comportamento di auto

organizzazione che è in qualche modo più complesso

del comportamento che vi è alla base.

L’Emergenza, è il comportamento superiore che si

riconosce a livello macroscopico proveniente da

regole agenti a livello microscopico.

I pattern che emergono da queste interazioni sono

molto complessi, ma per citare nuovamente Johnson:

Johnson S. 2001.

Emergence: The Connected Lives of

Ants, Brains, Cities, and Software

Definizione di G.Beni e J.Wang

Regole alla base del comportamento

di ciascun uccello all’interno dello

stormo.

Modello di Craig Reynolds

I comportamenti individuali incorporano finalità

funzionali che a scala macroscopica manifestano una

grande efficienza nel risolvere problemi e nel coesistere

col proprio ambiente. I prodotti di logiche

collettive sono spesso molto più efficienti di quelli del

“single, intelligent exectuive branch”, poichè sono in

grado di tenere conto di tutte le variabili durante il

processo. Lo studio di questi sistemi suscita il nostro

interesse perchè sono in grado di generare geometrie

molto complesse e profondamente coerenti con delle

regole.

“La complessità emergente senza adattamento è come il

cristallo di un fiocco di neve:

splendido pattern ma non ha funzione.”

Stormo di uccelli. Nessuno di loro ha

idea dello spettacolo che generano

per l’osservatore esterno.

La tecnologia che abbiamo a disposizione ci permette

di simulare delle interazioni tra agenti dotati di regole

individuali, e osservare successivamente i prodotti di

queste regole alla macroscala.

Questo approccio progettuale prende il nome di

Bottom-Up, ossia generare logiche individuali e

valutare successivamente i risultati delle simulazioni

su larga scala.

Siamo in grado di trasformare le nostre intenzioni

progettuali in semplici regole e osservare le forme

complesse che emergono sempre coerentemente con

le nostre intenzioni, e ricercare in queste forme delle

qualità specifiche.

16 17



1.2 Stigmergia e Colonie di Formiche

“[...]The primary mechanism of swarm logic is the interaction

between neighboring ants in the field: ant stumbling

across each oher, or each others pheromone trails,

while patrolling the area around the nest. Adding ants to

the overall system will generate more interactions between

neighbors and will consequently enable the colony itself

to solve problems and regulate itself more effectively”.

Johnson S. 2001.

Emergence: The Connected Lives of

Ants, Brains, Cities, and Software

“Pay attention to the neighbours”

In architettura simulazioni di stigmergia vengono

applicate e declinate in diversi modi a seconda delle

intenzioni e delle qualità che si ricercano.

La Stigmergia è un metodo di comunicazione

utilizzato nelle colonie di formiche, ma non solo.

Si basa sul rilascio da parte degli insetti di tracce di

feromone nell’ambiente durante il movimento.

Tutti gli insetti sono attratti da queste tracce sparse, e

le seguono rilasciandone a loro volta.

Col tempo si catalizza il rilascio di feromoni lungo i

percorsi più attraversati, che sono i più brevi.

Il network di comunicazione che emerge, se si

visualizzano solamente le tracce di feromone,

è dinamicamente sempre più complesso ed efficiente

in termini di shortest-path finding, tanto che viene

applicato per la realizzazione di molte infrastrutture

per la comunicazione e distribuzioine di dati.

Stigmergia, Modello di Jeff Jones

Nonstandardstudio

Simulazione bidimensionale di

fenomeno stigmergico con elevate

quantità di agenti.

A sinistra: SpaceStream Project

Daniel Widrig, Stefan Bassing,

Soomeen Hahm

Bartlett , AD,RC6 2015

a confronto con:

a destra. Stigmergic Bridge

Yang Chenghan

Il primo progetto applica una

simulazione stigmergica per la

sola messa in evidenza dei tratti da

ispessire di un pattern geometrico

tridimensionale.

Il secondo applica il modello a più

scale da quella della circolazione, a

quella della struttura , organizzandosi

in base a dei punti da connettere.

La stigmergia ha ispirato il modello di morfogenesi

del sistema con due importanti concetti: il concetto di

“rilascio di informazioni come attrattori” e il concetto

di “visualizzazione del percorso compiuto” (Trail).

Nella colonia, ogni formica svolge compiti semplici,

ma in un’ottica di organizzazione d’insieme sono

capaci di collaborare per compiere imprese di molto

superiori alle proprie capacità individuali.

Il sistema fa propria anche questa qualità: Ogni

elemento collabora alla generazione di una tettonica

d’insieme che non può produrre individualmente.

Ponte composto da formiche di fuoco

18 19



1.3 Occupazione e Non Compenetrazione

“The most familiar structures occupy surfaces with a

3-, 4- or 6-cornered grid, forming hexagonal, quadratic,

rectangular, rhomboid or triangular territories (illus. 4).

Every planning, whether of a road with boundary posts,

division of plots of ground or the building of multi-storey

structures, relies on a knowledge of the rules for oneto

three dimensional occupations. In evaluating the results,

it is in theory irrelevant what materials are used to plan

the occupation. And yet the materials (T-square, curve

template, optical instruments and computers, use of

construction machinery, planting and harvesting

instruments) do have an influence on the outcome.”.

Frei Otto è stato uno dei visionari dell’architettura

più importanti del XX secolo. Nell’articolo citato sono

analizzate a diverse scale i vari comportamenti di

occupazione e interconnessione esistenti in natura.

Tra le tipologie analizzate si esprime sull’occupazione

Attrattiva:

“Attractive occupation is characterised by the close proximity

of the occupying elements. Strings of pearls, birds

flocking on cables and houses built close together along

roads are typical representatives of attractive occupation

of linear elements”

Frei Otto. 2009

Occupying and Connecting:

Thoughts on Territories and Spheres

of Influence with Particular Reference

to Human Settlement

A sinistra:

Immagine correlata alla citazione

sotto:

Principali diagrammi di occupazione

pianificata utilizzati.

Primi test applicativi di Stigmergia

tridimensionale e legge di non

compenetrazione

Questa lettura, unitamente ad altri riferimenti,

ha suscitato interesse per quanto riguarda alcune

proprietà specifiche delle simulazioni di stigmergia.

Nella realtà ogni formica tiene conto dello spazio

che occupa, e i network di feromoni che formano le

formiche, contengono delle espansioni localizzate,

e ciò significa che spesso i percorsi sono così densi

di formiche da costringerle a evitarsi. Trattandosi di

un passaggio in un dato istante di tempo, i percorsi

(trails) compiuti dalle formiche, comunque sono

passibili di sovrapposizione. Nelle simulazioni, questo

comportamento è approssimato, ma l’espansione si

traduce direttamente in informazione luminosa. In

questo caso i trails sono continuamente sovrapposti

l’un l’altro.

Trattandosi di simulazioni algoritmiche, si è potuto

sperimentare una legge di non compenetrazione dei

trails precedentemente compiuti. I risultati prodotti

sono stati interessanti fin da subito, e hanno

condotto la ricerca tettonica nel campo degli

elementi filiformi con dei confini prestabiliti di non

occupazione, ossia dei tubolari.

20 21



2. APPLICAZIONE

DIGITALE

Simulazione effettuata con Blender

del comportamento di un banco di

pesci.

Artist: Crazy_Minion

22 23



2.1 Premesse Ambiente e Informazioni

I sistemi decentralizzati possono interagire in forma

sincrona o in forma asincrona.

In questo caso il sistema si basa su una swarm

intelligence applicata ad un’entità individuale capace

di processare o rilasciare informazioni nell’ambiente

in forma asincrona.

L’Ambiente rappresenta lo spazio di movimento

dell’agente, e contiene delle informazioni sottoforma

di punti tensori, ossia punti contenenti informazioni

come un valore scalare e un vettore associato, che

per il ruolo che svolgono da qui in poi chiameremo

“attrattori”.

3

2

1

1

Ambiente

Informazioni

Forma sincrona

2

Forma asincrona

Agente

3

Raggio di Ricerca

Per migliorare la comprensione del capitolo si

introduce brevemente il comportamento più

generale e i parametri che riguardano questo tipo di

sistemi, per poi vedere come viene declinato e per

quali motivazioni. Si introdurranno i parametri

esogeni, che agiscono sulla crescita del sistema ma

non sul comportamento intrinseco, e i parametri

endogeni, ossia l’insieme di regole individuali e che

costituiscono la sua crescita auto-organizzante.

Osservazione

L’Agente ha un campo visivo isotropo delimitato da

un raggio di ricerca. Se delle informazioni ricadono

all’interno l’Agente è in grado di processarle. Il modo

in cui avviene la lettura delle informazioni all’interno

dell’ambiente si può riassumere in tre passaggi:

Decisione

Azione

Vediamo ora come i concetti di ambiente e

informazioni vengono declinati nell’algoritmo.

Si partirà dalla definizione di Ambiente e informazioni

per poi trattare a più scale cosa avviene in termini di

regole individuali.

24 25



2.2 Parametri esogeni

Field

Si introducono tutti quelli che sono i parametri di

variazione dei prodotti del sistema ma non del suo

comportamento intrinseco. Tali parametri si

identificano con l’ambiente e le informazioni

contenute al suo interno.

Prima tipologia di informazioni presenti

nell’ambiente sotto forma di attrattori.

In linea generale l’assemblaggio cresce

cercando di ricoprire i punti del field e

assumerne le direzioni.

Si utilizza per indirizzare il sistema verso

un determinato obiettivo progettuale.

Si genera a partire da diverse geometrie

lineari o di superficie in questo modo:

Ambiente e Punto di Partenza

Il volume costituisce lo spazio all’interno

del quale si muove l’Agente, il punto di

partenza rappresenta la sua posizione

iniziale, a cui è associato un vettore.

Divisione della

superficie in una

griglia regolare di pti e

tangenti di componente

Z positiva massima.

Divisione della

superficie in una

griglia regolare di pti

e tangenti dirette verso

il suo centro.

Divisione della curva in pti

equidistanti e rispettive tangenti.

Circuito

Volumi

Volume Vuoto

Si configura come una griglia di punti a

cella cubica.

Volume di Supporto: utilizzato dal

sistema per sostenersi

Il nome deriva dal fatto che ciascuno dei

punti è un “Check-point” per un punto

in movimento.

Il Circuito incorpora più intenzioni:

• 1- Semplificare l’applicazione della

legge di non compenetrazione.

• 2- Costringere il punto a compiere i

soli movimenti presenti in una specifica

stella di vettori.

Stella di vettori a cui si riconducono

tutti i vettori di movimento del

sistema

Volume Vuoto: vincolo volumetrico che

l’agente non può mai penetrare.

Il primo volume non varia a meno che

non si vogliano effettuare esperimenti

di adattamento, per i quali il sistema è

già impostato.

Il Volume Vuoto e il Field costituiscono i

principali parametri esogeni.

Volume di Supporto

Il punto due è in parte è una scelta di

design, in parte è utile per semplificare

la produzione degli elementi rigidi e

velocizzare l’analisi strutturale.

26 27



2.3 Regole interne

Lettura delle informazioni

Ora che si è definito l’ambiente del sistema e le

informazioni di partenza contenute al suo interno,

si procede introducendo le regole interne che

compongono il comportamento di crescita sulle 3

scale del progetto:

1. Agente 2. Trail 3. Assemblaggio

Il modello di lettura e processazione delle

informazioni segue una struttura gerarchica

composta da 3 tipi differenziati di attrattori rispetto ai

quali l’agente ha delle priorità specifiche nel processo

di osservazione. Parte delle informazioni citate non

sono ancora state introdotte, ma sarà più facile poi

comprenderne il significato.

1. Agente

I tre principali comportamenti comuni a molti sistemi

decentralizzati precedentemente introdotti sono così

declinati:

Punti Critici: Sono gli attrattori più importanti. Se

sono presenti nell’ambiente, anche a lunga distanza, il

sistema si riorganizza per interagire col più vicino di

essi. Ogni volta che un punto critico entra nel raggio di

ricerca dell’agente, sparisce. Il processo sussiste finchè

che esistono punti critici.

Osservazione Decisione Azione

Trail: Se non esistono Punti Critici e l’agente rileva nel

suo intorno delle tracce allora interagisce con esse.

Raggio di Ricerca

Punti del Circuito

L’agente ricerca attrattori nel suo

intorno

L’agente individua una direzione, vi

trasla, e il punto traslato ricerca il

punto a sè più vicino tra i punti del

Circuito

L’Agente si colloca al posto del

punto del Circuito rimuovendolo.

La traslazione produce un tratto di

percorso detto “Trail”.

Attrattore

Vettore dell’ Attrattore

Vettore di Coesione

Vettore Direzione

- Vettore di Coesione: Vettore unitario diretto verso l’Attrattore

- Vettore di Allineamento: Vettore copia del Vettore dell’Attrattore

- Vettore Direzione è la somma dei due vettori.

Field: Se non esistono Punti Critici e l’agente non rileva

nulla nel suo raggio di ricerca allora interagisce con il

Field.

Agente

Vettore di Allineamento

Si usano fattori moltiplicativi testare le proprietà che emergono

bilanciandone i valori. Saranno fissate a 1.0 per l’allineamento e 0.5

per la coesione.

28 29



2. Trail

L’Agente compie al massimo 8 movimenti nello

spazio. Ogni movimento genera un segmento di una

polilinea continua denominata Trail. Essa costituisce

la linea media dell’elemento tubolare.

Produzione della prima Trail

Non essendoci altre informazioni, il sistema procede

interagendo col Field come attrattore. Il vettore di

partenza è sempre prestabilito.

Il Raggio di ricerca è 1.8 volte

l’interasse tra i punti.

Questa dimensione consente di

tenere conto dei punti distanti in

diagonale ma non di quelli a due

unità di distanza.

Produzione della seconda Trail

Non appena la prima trail è terminata avvengono due

istruzioni:

• Produzione del Prossimo punto di Inizio:

Esportazione del punto centrale della Trail generata

verso il Field con spostamento unitario. Il vettore di

partenza (sempre prestabilito) sarà la tangente della

Trail in quel punto.

• Considerazione della Trail come Attrattore.

Da ora in avanti quella Trail è una informazione di

tipo Traccia, quando entra nella sfera di ricerca.

Passaggio di attrattore

Trails > Field

30 31



3. Assemblaggio

1)

Deformazione Accettabile

Durante la generazione della Trail vengono prodotti

dei tratti di connessione con la Trail precedente.

Dopo ogni Trail prodotta avviene una fase di

Analisi Strutturale tramite FEM, il cui modello è un

telaio tridimensionale completo di connessioni

(generate durante la composizione della Trail).

Il dato cui faremo riferimento per ricercare l’equilibrio

è la Deformazione Complessiva della struttura.

2)

Deformazione Accettabile

- 1) e 2) Stato di Deformazione Accettabile.

- 3) Stato di Deformazione Critica: il sistema converte

le proprie regole per rispondere a questa

condizione di squilibrio. Si individuano i nodi della

Trail più sollecitati denominati “Punti Critici”.

Il Punto di Partenza successivo è il Punto

Critico più vicino al Punto di Partenza della

Simulazione, proiettato sul Supporto. Il Vettore di

Partenza è il versore diretto verso il Punto Critico.

- 4) Le prossime Trail devono ristabilire l’equilibrio.

Si utilizzano i Punti Critici come Attrattori per le

Regole di Spostamento Unitario. Ogni volta che un

Punto Critico si connette alla Trail generata, viene

rimosso dalla lista dei Punti Critici.

Si procede con queste regole nella generazione di

Trail fintanto che non si esauriscono i Punti Critici.

Si osserva che dopo una sola Trail generata con

queste regole sono rimossi entrambi i Punti Critici e

la Deformazione complessiva ritorna Accettabile.

3)

prossimo Punto di Partenza

primo Punto di Partenza

Punti Critici

Vettore di Partenza

Deformazione

Critica

Il modello si avvale di un unica soluzione materica

costituita da un materiale generico isotropo

omogeneo. Il FEM è un tipo di modello di calcolo che

lavora per distribuzione energetica e offre risultati

rapidi e accurati entro certi limiti strumentali.

4)

Deformazione

Accettabile

La deformazione è amplificata per

facilitare la visualizzazione.

32 33



Vincoli Attivi

Vincolo di Rotazione

é composto da:

Vincolo di Rotazione Complessivo

90° rispetto al vettore iniziale

Vincolo del Vettore di Offset

- Vincolo di Rotazione Complessiva:

Ogni Punto Posizione costruisce un cono visivo

inclinato di 90° rispetto al primo vettore di

spostamento eseguito nel Trail.

- Vincolo di Rotazione Locale:

Ogni Punto Posizione costruisce un cono visivo

inclinato di 45° rispetto al precedente vettore di

spostamento.

Dopo il calcolo del Vettore Direzione si valuta sempre

che tale vettore rientri in ciascuno dei due coni

costruiti (per costruzione hanno sempre come

minimo un vettore in comune).

Se il vettore non rientra all’interno dell’intersezione

dei coni, lo si ruota verso l’interno dell’angolo

necessario a farlo rientrare nel cono di intersezione.

Questo accorgimento ha motivazioni sia estetiche

che tecniche, infatti, oltre a ridurre movimenti nodali

che inficiano sulla direzionalità, si provvede a rendere

gli angoli ai nodi di ogni Trail meno acuti possibili,

per facilitare la produzione e composizione delle parti

che costituiscono il tubolare.

Il vincolo aiuta molto ma non è risolutivo al 100%

poichè lo spostamento rimane comunque legato alla

disponibilità dei punti del circuito.

Vincolo di Rotazione Locale

45° rispetto al vettore precedente

Condizione di Ripartenza

Connessione Impossibile

Il primo punto di ogni Trail è sempre costituito da un

vettore di direzione prestabilito.

La ripartenza (inizio di una nuova Trail) avviene a

partire dal punto centrale di ogni Trail, traslato in

direzione del Field. Tale punto ricerca all’interno del

Circuito il punto più vicino che costituirà il prossimo

punto di partenza. Ad esso si associa il vettore

tangente della Trail nel punto centrale

Questa imposizione permette sia di fornire già il

primo tratto parallelo, quindi collegabile, con il Trail

precedente, sia di “aiutare” ogni successivo

Trail a seguire il più possibile le proprie Tracce.

Connessione Possibile

Il vettore rientra nell’intersezione

dei due coni.

Il vettore non rientra nell’

intersezione dei due coni.

Si ruota fino a rientrarvi

34 35



Legge di Non Compenetrazione

Si esprime con 2 metodi paralleli:

1- Principio di Rimozione: Ogni volta che un punto

del Circuito diventa Punto Posizione di un Trail, viene

rimosso dal Circuito.

Questo fa sì che quel punto non sia più disponibile,

e quindi ne impedisce il contatto permanentemente.

Si applica anche all’Ambiente: Vuoto e

Supporto sono definiti come impenetrabili, e tale

intenzione si realizza rimuovendo a inizio simulazione

i punti del Circuito interni a ciascuno di essi.

Questo principio svolge il ruolo principale nell’

applicazione della Non Compenetrazione poichè

incorpora anche alcuni meccanismi autocorrettivi:

basandosi su logiche di prossimità, rimuovere dei

punti tra quelli disponibili per concretizzare il moto,

genera automaticamente delle barriere, tanto più

efficaci quanto più ampie: é difficile che un punto da

un lato del vuoto generato dal principio di rimozione

riesca a raggiungere l’altro lato. Ma non è sempre

valido, soprattutto in zone ad alta densità di Trails.

Agente

Agente

Meccanismo di produzione

di un Incrocio

Traslato

Pto più vicino

Meccanismo di produzione

di un’Estensione

Pto più vicino

Traslato

Circuito

Trails

(*) La lunghezza massima

rappresenta il modulo maggiore tra i

vettori della Stella.

Se scomponiamo i vettori in base alla

lunghezza (posti i vettori cardinali di

lunghezza unitaria), abbiamo

rispettivamente tre lunghezze.

La lunghezza maggiore è quella

massima, e se viene superata significa

che un tratto non costituisce un

movimento classificato dalla stella.

L = 1

L = 1,414

2- Test di Spostamento: é un metodo integrativo al

Principio di Rimozione. Costituisce un collaudo del

Vettore Spostamento, con eventuale correzione.

Si esegue appunto un “test” dello Spostamento che

avverrebbe con la regola di Spostamento Unitario.

Se il tratto relativo presenta uno tra i due casi:

- Lunghezza superiore a 1,732 ( Estensione )

- Intersezione con un Trail ( Incrocio )

Si applica il procedimento correttivo:

Si ordina la lista dei Vettori della Stella che rientrano

nei Vincoli di Rotazione in base all’angolo che

formano con il Vettore Direzione.

Si esegue lo stesso test su ciascun Vettore in ordine

di “somiglianza”. Il primo Vettore Spostamento che

genera un tratto privo di errori blocca i test sui vettori

successivi, e lascia proseguire il movimento.

Il test permette in pratica di rilevare il Vettore

Spostamento (quindi il tratto) più simile al Vettore

Direzione ma privo di errori.

Schema di Applicazione del Test di Spostamento

Infatti può capitare che il Punto Posizione traslato

individui un punto del Circuito effettivamente

disponibile, ma che di fatto produce un’ incrocio tra

due tratti o un’estensione del tratto.

L = 1,732

Errore di Incrocio

Primo Vettore Spostamento disponibile

Comportamento

Vettore 3

Vettore 2

Vettore Direzione

Vettore 1

Circuito

Espletamento del principio di Rimozione

36 37



2.4 Post-Produzione

Riduzione degli aggetti isolati

Il prodotto finale del sistema solitamente contiene

alcuni elementi aggettanti isolati, salvo combinazione

di parametri eterni atti a prevenirli.

Tali elementi costituiscono individualmente un

ostacolo per la circolazione o per la calpestabilità, e

non aggiungono proprietà emergenti al sistema, non

concorrono a generare alcun tipo di condizione

tettonica.

Dopo che si compone l’assemblaggio, interviene un

algoritmo di riduzione delle dimensioni di questi

elementi, mantenendo tutte le connessioni prodotte

in precedenza, e migliorando la fruibilità e la pulizia

del sistema.

38 39



2.5 Indagine sui parametri endogeni

Il metodo comparaivo aiuta a riconoscere qualità e

criticità delle modifiche applicate localmente.

Nei parametri endogeni le modifiche comportamentali

sono semplici, ma le dinamiche di interazione producono

risultati profondamente diversi e unici.

Lo scopo è selezionare le correzioni che permettono la più

precisa rappresentazione del Field di riferimento, un

certo grado di direzionalità percepita, e una elevata

capacità di produrre spazialità interessanti prive di volumi

di condizionamento del movimento.

Si utilizza questo metodo di confronto per includere,

classificare e valutare il numero più alto possibile di

casistiche generate dalle diverse combinazioni.

25 x 25 x 4 m

Per i test successivi si utilizzerà il primo tipo di field

per le maggiori capacità di elevazione. Stesso box e

stesso punto di partenza posizionato al centro.

Si ricorda la relazione che intercorre tra le geometrie

utilizzate per la rappresentazione del Field e la

configurazione dello spazio vettoriale generato.

Tipo di Field Scelto

25 x 25 x 4 m

40

41



Confronto Angolo di Rotazione locale e

fattore di Coesione

Angolo di Vincolo di

Rotazione Locale

45°

Angolo di Vincolo di

Rotazione Locale

45°

90°

/

90°

0.5

0.7

/

Fattore moltiplicativo del

vettore di Coesione

1.0

0.5

0.7

1.0

Fattore moltiplicativo del vettore di Coesione

42

43



Confronto Start Reset - Top Reset

Angolo di Vincolo di

Rotazione Locale

Start Reset

200 elementi

Bot Start Velocity

Top Reset

45°

Contesto: Subito dopo il ristabilimento della deformabilità

complessiva, Start Reset e Top Reset individuano il punto da

cui deve riprendere la sequenza di assemblaggio

Start Reset: il punto di ripartenza è il punto del circuito più

vicino al punto di partenza.

Top Reset: il punto di ripartenza è l’ultimo punto posizione

generato dall’assemblaggio prima dell’intervento della legge

di irrigidimento.

90°

First Vel

Modify

La prima funzione garantisce migliore densità a terra, mentre

la seconda funzione offre maggiore possibilità di aggetto e

di estensione libera nel vuoto. A seconda dei casi una può

risultare più interessante dell’altra, ma, in linea generale, la

seconda rispecchia di più una mia intenzione progettuale.

First Vel Modify: sceglie se il primo vettore applicato al punto

iniziale di ogni nuova Trail si calcola tramite legge di movimento

invece che assumere lo stesso vettore del punto della Trail

che lo precede nella sequenza di assemblaggio.

45°

90°

No First

Vel Modify

0.5 0.7 Fattore di Coesione 0.5

0.7

Confronto Bot Start Vertical - Bot Start Velocity

Bot Start Vertical

200 elementi

Top Reset

Bot Start Velocity

Contesto: Superata la soglia di deformabilità complessiva

si generano i Punti Critici della struttura. Bot Start Vertical

e Bot Start Velocity impongono la direzione del vettore

associato al primo punto posizione della prima Trail di

irrigidimento.

Bot Start Vertical: Il vettore ha componenti (0,0,1).

45°

90°

First Vel

Modify

Bot Start Velocity: Il vettore è l’ultimo Vettore Spostamento

registrato.

Sembra una differenza minima eppure in alcuni casi premia

di più una unità di direzione di ripartenza, in altri casi è più

interessante sperimentare direzioni variabili, questo perchè

i vincoli di rotazione sono piuttosto coercitivi nel permettere

al sistema di ricercare le proprie conformazioni, ma è un

aspetto necessario per renderlo fabbricabile.

45°

No First

Vel Modify

90°

44

45



Parametri endogeni fissati

Fattore di coesione: 0.5

Bot Start Vertical

Top Reset

No First Vel Modify

I parametri endogeni fissati rispondono all’esigenza di:

• Assecondare ampi aggetti, per enfatizzare un effetto

di estensione da parte del sistema, e per offrire una

valida superficie di copertura/pavimentazione.

• Favorire la crescita per fasci direzionali, piuttosto che

agglomerazioni intricate, spesso di difficile produzione.

Risulta particolarmente interessante la capacità del

sistema di creare un pattern di contatto con il proprio

confine. Dal momento che i confini del sistema sono

materia dei Parametri Esogeni, questo aspetto verrà

approfondito maggiormente in seguito.

Destra: Pattern di Contatto

Sotto: Test selezionati per il fissaggio

dei parametri endogeni

46 47



2.6 Indagine sui Parametri Esogeni

Fields e

Punti di Partenza

I parametri esogeni non apportano modifiche al

comportamento del sistema, ma costituiscono lo strumento

principale per indirizzare il sistema verso la realizzazione di

determinati obiettivi progettuali, o per costringerlo a

rispettare determinati requisiti di spazio o di confine.

In questa fase si osservano i passaggi fondamentali che

hanno permesso di capire quali sono le combinazioni di

parametri esogeni che concedono al sistema il miglior

rapporto tra libertà di espressione e condizioni tettoniche.

Si utilizza nuovamente il metodo di confronto per includere,

classificare e valutare il numero più alto possibile di casistiche

generate dalle diverse combinazioni.

Field Lineare Multiplo

Il primo test effettuato è sulle capacità del sistema di seguire

più informazioni contemporaneamente, per questo è stato

sceltoun caso tipo Auditorium, per verificare quanto il sistema

è preciso nel realizzare determinate richieste sotto forma di

Field Lineare multiplo, e che condizioni tettoniche

emergono da una scelta di solo Field.

Il Risultato è che i vincoli di movimento pianificati in

previsione di fabbricabilità e per migliorare la direzionalità,

impediscono di rappresentare in modo preciso Field troppo

ravvicinati.

48

49



Combinazioni generiche

Focus Caso 1

Caso 1

Caso 2

Field e

Punti Iniziali

Il pattern di contatto crea occasioni di

planarità sia verticale che orizzontale,

ma nel primo caso non vi è una reale

necessità come esigenza di calpestabilità.

Se non si impone un vuoto, si possono

generare elementi di ostacolo alla

circolazione che non ricreano alcuna

condizione tettonica.

Vuoti

Focus Caso 2

Risultato

50

51



Combinazioni generiche

Focus Caso 3

Caso 3

Caso 4

Field e

Punti Iniziali

Focus Caso 4

Vuoti

Vincolato e adattabile ma Libero di estendersi.

Risultato

Il sistema emerge in adattabilità

ma non è libero di estendersi

la compressione deve essere

meno netta

52

53



Combinazioni generiche

Focus Caso 5

Caso 5

Caso 6

Field e

Punti Iniziali

Fascio direzionale, si ricerca una

agglomerazione in fasci di pochi elementi

che seguono direzioni locali

Vuoti

Convogliamento di due fasci

Risultato

Si ricerca questo tipo di libertà di

espressione in orizzontale

54

55



3. SISTEMI

MATERIALI

Simulazione effettuata con Blender

del comportamento di un Lucy banco Irvine di

“Before the After” pesci.

Artist: Crazy_Minion 2013

56

57



3.1 Premesse

Punto di Partenza e Field

Le proprietà emergenti di un sistema sono tanto

maggiori quanto maggiore è il numero di elementi

che lo compongono.

Il numero di elementi in questione è naturalmente

variabile in un gradiente che va dalla pura funzione

(elementi strettamente necessari) alla massima

espressione della sua estetica di agglomerazione

(molti elementi).

Per agevolare l’assemblaggio anche in considerazione

di un gran numero di elementi, si valuteranno delle

soluzioni di sistemi materiali ad elevato rapporto

prestazione / peso.

In edilizia la ricerca sulla chimica dei materiali è molto

attiva sia per quanto riguarda il compromesso tra

leggerezza e prestazione meccanica sia per quanto

riguarda la sostenibilità: il sistema ricerca il proprio

grado di sostenibilità attraverso la riconfigurabilità:

caratterista estremamente necessaria per l’edilizia del

futuro.

Si formulano due ipotesi di soluzioni materiche e di

collegamento, che si collocano all’interno dell’insieme

intersezione di queste due intenzioni.

10 Elementi

100 Elementi

- Inflatables: per strutture provvisorie

Diametro tubolare : 50 cm

Interasse del circuito: 50 cm

- Fibrocompositi: per strutture permanenti

Diametro tubolare : 10 cm

Interasse del circuito: 25 cm

Si tratteranno durante il capitolo in maniera

parallela, descrivendone le caratteristiche per poi

mostrare come come ciascuno incida in maniera

diversa su tre principali aspetti:

500 Elementi

- Aspetto Computazionale

- Aspetto Architettonico

- Aspetto Tecnico - Esecutivo

58 59



3.2 Inflatables

Pneu (greek : Pneuma = air) as an all-embracing term for

a structural system which can be clearly distinguished

from many other systems and which has particular characteristics”

Durante il processo evolutivo, la natura ha sviluppato

strutture ottimali per efficienza e prestazioni.

Tutte le strutture di esseri viventi si basano su questo

principio della cellula detto Pneu.

Diverse cellule possono connettersi per formare

organismi complessi di qualsiasi tipo.

Forma e stabilità derivano dalla combinazione di

una membrana esterna e la pressione interna

risultante da un mezzo fluido o gassoso.

L’architettura pneumatica si basa su due principi:

Aria Flessibile e Membrana Flessibile.

La Membrana Flessibile è in grado di sostenere lo

sforzo di trazione che deriva dalla pressione interna.

L’Aria Flessibile consente alle forze di trasferirsi su

distanze considerevoli con un uso minimo di

materiali e di erigere strutture di campata

estremamente ampie.

Frei Otto - Pneu

La struttura Pneu della cellula è l’unità

costruttiva alla base di tutti gli esseri

viventi.

Parallelismo diagonale, si registra

una riduzione del volume nella situazione

più gravosa (elemento centrale)

del 10-15%, facilmente contenibile.

Vi sono numerose applicazioni di Architettura Pneumatica,

alcune sfruttano lo spazio interno alla membrana, altre

costruiscono lo spazio tramite agglomerazione di

membrane. Le ragioni per cui analizzare questo campo

di ricerca sono gli aspetti di resilienza, le sue capacità di

termoregolazione e coibentazione, controllo della

permeabilità di luce e aria.

Questo materiale è adatto al sistema sia perchè è in grado

di gestire alcune tolleranze di contatto che avvengono per

esempio in caso di parallelismo diagonale, per cui si

rende possibile ipotizzare una sezione ampia (cosa non

possibile per i materiali rigidi), sia perchè unitamente ai

metodi di connessione previsti, rispetta un principio di

riconfigurabilità dell’architettura, purtroppo non vi sono

informazioni note in termini di prestazione, percui si rivela

essere una soluzione ideale per architetture provvisorie.

Gia nel 1950 Frei Otto svolse numerosi esperimenti

sul comportamento spontaneo delle bolle. Scoprì un

principio interessante: La superficie esterna assume

una forma per cui la tensione membranale è minima

ed è equivalente in tutti i punti.

A parità di pressione interna, maggiore è il diametro

della bolla, maggiore è la tensione membranale.

Pertanto, nel caso di bolle più piccole, la pressione

interna è maggiore per mantenere l’equilibrio della

tensione superficiale.

Pneus estremamente grandi come i

padiglioni aerei deformano spesso

drasticamente sotto pressione asimmetrica

come la pressione del vento

e la distorsione riduce gravemente la

loro capacità di carico.

A destra: Ark Nova

Anish Kapoor

A sinistra: Struttura autoportante

gonfiabile, Vira Soluzioni.

Ottimo esempio di come si

possono connettere segmenti di

tubolari anche ad angoli di 90°

Pneusystems

Cellular Pneumatic

Envelope Assemblies

Kathy Velikov, Geoffrey Thün,

Mary O’Malley

Il progetto mostra un metodo di

interlocking tra elementi discreti

permanentemente connessi a valvole

da cui si può controllare la pressione

interna, temperatura..etc.

60 61



Produzione

Applicazione materica sull’esempio a

inizio capitolo con 10 elementi.

Il tubolare è composto da un determinato numero di

tratti rettilinei di diversa lunghezza, incollati tra loro e

chiusi alle estremità da due testine con valvole.

Ciascuno è costituito da quattro bande ritagliate,

piegate e unite longitudialmente.

Questa scelta viene effettuata sia per incrementare

l’effetto direzionale, sia per dare maggiore rigidezza

longitudinale al tratto.

Si è preso come riferimento la tecnologia applicata

all’ingegneria navale dei gommoni. Le strutture dei

gommoni sono essenzialmente composte da tubolari

giuntati per termosaldatura o per incollaggio, a

seconda che si usi un materiale plastico come il PVC

o una gomma, come l’Hypalon.

La scelta di un materiale piuttosto che un altro ha

poca differenza in termini statici, l’Hypalon è molto

più costoso perchè ha prestazioni maggiori in termini

di durabilità, tenuta delle cuciture, resistenza termica,

ma ha un peso proprio di 1500 Kg/mc, mentre il PVC

(1350 Kg/mc) è un po più leggero.

Pacchetto base degli strati di Hypalon

per la produzione dei tubolari dei

gommoni più performanti in campo

navale.

Produzione di un elemento

Spessore ipotizzato: 2mm

Area di Sezione: 0,362 cmq

Lunghezza media di un elemento: 5m

Peso medio di un elemento: 22-24 Kg

I gommoni hanno estreme esigenze in termini di

durabilità, impermeabilità e resistenza agli urti, quindi

normalmente hanno uno spessore sui 3-4mm. La

condizione statica per cui è previsto l’impiego di

questi materiali consente l’uso di uno spessore più

ridotto: Per entrambi i materiali lo spessore di sezione

è 2mm.

S3

S2

S1

T2

T2

Testine di chiusura con

valvole pneumatiche

Sezione.

Spessore scelto in base al peso di 1 m di tubolare

s[mm] Pl[Kg/m] Peso elemento Operai

medio [Kg] per elemento

S4

S1

50 cm

PVC

Hypalon

1 2,43 11 1

2 4,87 22 1

3 7,32 32 1-2

4 9,77 44 2

1 2,70 12 1

2 5,41 24 1

3 8,13 33 1-2

4 10,8 54 2

T1

S2

S3

S4

2- Piegatura

T1

3- Saldatura delle

bande

4- Saldatura dei

segmenti e delle

testine.

1- Ritaglio delle bande

62 63



Attacco a Terra

Picchetti di Ancoraggio

1- Picchetti di Ancoraggio

L’attacco a terra tramite Picchetti di Ancoraggio si

utilizza negli elementi che poggiano a terra

orizzontalmente, lavorano per attrito, quindi la tenuta

è maggiore se il tubolare è molto compresso con una

superficie rugosa. Per non incorrere in scivolamento,

nelle zone destinate ad ospitare fasce di connessione

(anche con gli altri elementi) si incolla un pezzo di

tessuto abrasivo.

Tipo A: suolo impenetrabile

Spessore: 1 cm

Larghezza: 10 cm

Piastra di Contrappeso

50 x 50 x 10 cm

2- Portapilastro doppio a bicchiere regolabile

Tipo B: suolo penetrabile

L. di ancoraggio: 50 cm

Spessore: 1 cm

Larghezza: 10 cm

L’attacco a terra tramite Staffa a Bicchiere si utilizza

per tutti gli elementi che hanno un contatto verticale

con il terreno.

Dal punto di vista computazionale è possibile, dopo

la simulazione, individuare le coordinate di tutti i

punti in cui i tubolari scaricheranno verticalmente.

é dunque possibile porre precedentemente tutte le

staffe nei punti predisposti e poi procedere con

la fase di assemblaggio.

A differenza del caso in Fibrocompositi, la sezione

inflatables occupa tutto l’interasse tra gli elementi, e

non vi è spazio per i fori di ancoraggio. Il problema si

risolve in una fase di post produzione. Si posizionano

le piastre 50 x 50. Quelle adiacenti vengono unite e

ampliate di 15cm per lato per permettere lo spazio

per i fori. Il pezzo sarà così progettato ad hoc.

Portapilastro a Bicchiere

Piastra

65 x 65 x 10 cm

Estremità seghettate

Fori di ancoraggio

d: 2 cm

I due giunti si accoppiano

attorno al tubolare tappato

da una superficie piatta per

migliorare il contatto, e sono

cinti dalla stessa fascia di

connessione dei giunti.

Fascia di

compressione

1 2

3

Superficie interna di attrito per

resistenza a scivolamento

64 65



Collegamenti

Fasi di asseblaggio e posizione

dei nastri.

2

I collegamenti sono realizzati con Nastri a Strappo.

Questa scelta risponde all’esigenza di reversibilità del

processo in previsione di edificio provvisorio.

Sono previste superfici abrasive incollate ai tubolari

nelle zone di posizionamento dei nastri, per

migliorarne la resistenza a scivolamento.

Il processo computazionale di assegnazione dei punti

di collegamento viene prodotto simultaneamente alla

configurazione digitale di ogni tratto.

Questo perchè gli elementi non possono connettersi

a ciò che non è ancora stato posizionato. Data la

sequenzialità del processo si inseriranno delle

Etichette enumerative per riconoscere la cronologia

di assemblaggio, e la posizione dei nastri.

La scelta dei punti di collegamento ha due priorità

specifiche:

- Il collegamento deve avvenire in 2 punti:

Naturalmente questo principio si rende necessario

per evitare ribaltamento dei tratti, sopratutto nella

fase iniziale dove gli elementi sono ancora pochi.

1

2

3

- I collegamenti devono essere più corti possibili:

Questa legge descrive rapidamente la necessità di

trovare zone di accoppiamento in cui i tubolari siano

il più possibile paralleli.

Etichetta enumerativa in

tessuto abrasivo e

Posizionamento dei Nastri di

connessione

4

2

3

66 67



3.3 Fibrocompositi

ICD/ITKE Research Pavilion

2014-2015

Le fibre EFTE sono stese su di una

calotta gonfiabile da un braccio

robotico collocato all’interno.

I materiali fibrocompositi sono costituiti da una trama di

fibra continua con elevate proprietà meccaniche

impregnata in una matrice polimerica di natura organica.

Dato il processo di produzione, sono materiali

prevalentemente eterogenei, e hanno un comportamento

di deformazione elastica fino a rottura.

Si confrontano usualmente con l’acciaio in quanto sono

prevalentemente resistenti a trazione, ma hanno un peso

notevolmente minore rispetto ad essi ed alcuni compositi

(fibra di carbonio) possono arrivare ad avere anche una

rigidezza a deformazione 3 volte maggiore.

In edilizia è ampiamente utilizzata soprattutto per il

consolidamento di edifici in muratura, ma sono in corso

diverse ricerche in campo tecnologico per ampliarne il

raggio di applicazione.

Si sceglie di utilizzare questo materiale per coerenza con

il principio di trasportabilità e rapidità di messa in opera a

basso impatto energetico. L’elevato rapporto prestazione

peso del materiale consente di ipotizzare una crescita in

elevazione, realizzare luci maggiori a parità di struttura, e

si presta per realizzare architetture permanenti, anche

perchè di fatto questa soluzione ha processi di reversibilità

più lenti rispetto agli inflatables. Trattandosi di un

elemento rigido, non è consentito alcun margine di

compenetrazione, pertanto si ipotizza una sezione ridotta

e conseguentemente è possibile esplorare anche una

diversa risoluzione del circuito.

Elytra Filament Pavilion,

ICD Research Buildings / Prototypes

West Bund, Shanghai, China

2016

I moduli di copertura e di pilastro

sono interamente realizzati in

fibrocompositi pre tirati

ICD/ITKE Research Pavilion

ICD Research Buildings / Prototypes

2017

Questa mensola fortemente in

aggetto è stata rinforzata in

fibrocompositi da droni collegati al

filamento di EFTE.

68 69



Produzione

Il tubolare si produce a partire da una sagoma dello

stesso materiale degli inflatables, con sezione

circolare e diametro di 20cm. Il tubolare in PVC si

gonfia con un compressore, viene avvolto da una

guaina impermeabilizzante e infine si applica sulla

guaina il materiale composito.

In genere il materiale si dispone con un metodo

chiamato pultrusione, che consiste nella trazione

degli elementi con parallela stesura della matrice

polimerica. Questo processo migliora la resistenza

complessiva a trazione dell’elemento, pertanto

maggiore è la qualità della strumentazione

disponibile per la stesura in trazione delle fibre,

migliore sarà la prestazione meccanica.

Dopo una fase di indurimento si sgonfia il tubolare

e si estrae, lasciando così la guaina impregnata nel

composto.

Gonfiaggio del tubolare che funge da

cassaforma a perdere.

Applicazione guaina e stesura del

materiale fibrocomposito.

Applicazione materica sull’esempio a

inizio capitolo con 10 elementi.

Il processo è simile a quello svolto per realizzare i

tubolari in fibrocompositi presenti in commercio, con

la differenza che in questo caso la preformazione è

mirata al mantenimento della continuità materica

lungo tutto l’elemento. Per fornire maggiori dati sugli

elementi si ipotizza di utilizzare una comune Fibra di

Carbonio, da cui si ricavano i seguenti dati:

Guaina impermeabilizzante

Materiale composito

Compressore

10 cm

Sezione Circolare.

Diametro Interno 10mm

Diametro Esterno 8mm

Spessore: 2mm

Area di Sezione: 0,123 cmq

Peso Lineare: 0,044 Kg/m

Peso di un generico elemento: 0,110 Kg

Tubolare in PVC

Indurimento della matrice polimerica.

Sgonfiaggio del tubolare e rimozione.

Il tubolare si può agilmente

riconfigurare per un ulteriore utilizzo.

70 71



Attacco a Terra

1- Picchetti di Ancoraggio

L’attacco a terra tramite Picchetti di Ancoraggio si

utilizza negli elementi che poggiano a terra

orizzontalmente. A differenza dell’inflatables,

l’elemento è connesso tramite dei morsetti strutturali

ad una placca metallica ancorata al suolo.

Tipo A: suolo impenetrabile

Spessore: 1 cm

Larghezza: 8 cm

Piastra di Contrappeso

25 x 25 x 8 cm

Tipo B: suolo penetrabile

L. di ancoraggio: 50 cm

Spessore: 1 cm

Larghezza: 8 cm

Picchetti di Ancoraggio

Estremità seghettate

2- Staffa a Bicchiere

L’attacco a terra tramite Staffa a Bicchiere si utilizza

per tutti gli elementi che hanno un contatto verticale

con il terreno.

In questo caso si tratta di elementi di dimensioni

molto ridotte rispoetto alla staffa a bicchiere degli

inflatables.

Fori di ancoraggio

d: 2cm

Piastra

25 x 25 x 8 cm

Morsetto di

compressione

Staffa a Bicchiere

Stesso meccanismo di attacco a terra, al posto delle fasce, si

può utilizzare un semplice morsetto o delle fascette. Non si

prevede utilizzo di una superficie rugosa interna per la resistenza

a scivolamento per attrito, al massimo si può utilizzare

una semplica guaina in silicone come nei giunti idraulici.

72 73



Collegamenti

Fasi di asseblaggio e posizionamento

dei giunti in fibrocomposito.

2

I collegamenti sono realizzati con Aste rigide in

fibrocomposito bullonate agli elementi. Questi tratti

sono molto più semplici da realizzare. Ogni forma

è digitalmente progettata per aderire alla propria

posizione, che in questo caso, non richiede strategie

aggiuntive, ma è contraddistinta dai buchi presenti

negli elementi.

Che al massimo, per chiarezza, potranno presentare

delle piccole sigle numeriche per semplificare il

riconoscimento dei tratti da posizionare.

La scelta dei punti di collegamento ha due priorità

specifiche:

Processo di collegamento ed

elementi necessari.

1

- Il collegamento può avvenire in più punti, a patto

che nell’asta vi siano torsione/flessione contenute.

Questo per garantire il maggior numero possibile di

connessioni realmente efficienti.

- I collegamenti devono essere più corti possibili:

Naturalmente per risparmiare materiale e ridurre la

lunghezza libera d’inflessione del tratto rigido.

Fori asolati

2

3

4

2

3

74 75



3.4 Confronto materico

In questo capitolo si valuteranno i principali aspetti che

vengono influenzati dalla scelta di un materiale piuttosto

che di un altro. Per favorire il confronto saranno trattati

parallelamente invece che uno per volta. Tali aspetti sono:

- Computazionale

- Architettonico

- Esecutivo

76 77



Influenza sull’aspetto Computazionale

Generazione connessioni Inflatables

Generazione connessioni Fibrocompositi

Divisione di ogni segmento in 3 tratti e

isolamento degli estremi interni.

Si considerano gli estremi di ogni tratto e si

rilevano i propri punti più vicini sulle curve

della lista di Trail precedenti

Connessione di ciascun punto al proprio

punto più vicino sulle curve della lista di Trail

precedenti (per rispettare l’ordine di posa)

Connessione dei punti rilevati da ciascun

estremo con il proprio precedente e

rimozione delle connessioni troppo lunghe.

Controllo di:

• Parallellismo tra le curve connesse

• Ortogonalità dei tratti con entrambe

le curve connesse

• Lunghezza inferiore all’interasse

moltiplicato per 1.5 per consentire

connessione in diagonale

Pulizia dei tratti compenetranti a favore del

mantenimento della diagonalità (per favorire

lo scarico a terra).

Scelta del primo e del terzo elemento, per

consentire migliore resistenza a rotazione

I tratti generati costituiscono la trama delle

connessioni a cui si andranno a sostituire quelle

effettive, declinate a seconda del materiale.

Nonostante la scrupolosità con cui si agisce in merito

alla decisione dei tratti da realizzare, comunque, il

modello è flessibile: i tratti generati potrebbero non

rispettare mai una condizione di quelle imposte e

comunque dovranno connettersi.

Dai test effettuati, risulta una percentuale di errore

del 2-3%, ampiamente accettabile, ed empiricamente

risolvibile.

78 79



Influenza sull’aspetto Computazionale

Configurazione delle connessioni

Il modello di calcolo utilizzato per rilevare la soglia di

deformazione si approssima in entrambi i casi al

comportamento di un telaio tridimenionale, e il calcolo

tiene conto delle caratteristiche dei materiali ipotizzati.

Le condizioni di carico sono di semplice considerazione

del peso proprio, e il materiale utilizzato per le simulazioni

è un materiale isotropo generico.

L’analisi permette di conservare molte più informazioni

della sola deformazione complessiva, per esempio gli

sforzi normali, il momento, il taglio, la torsione...etc agenti

su ogni tratto.

Inflatables

Vediamo come l’assemblaggio dei tubolari viene

rappresentato nel modello di calcolo.

Dunque maggiori sono le informazioni sul materiale che si

utilizza, maggiore è la precisione del calcolo.

Pontenzialmente, se il materiale utilizzato fosse l’acciaio,

ossia con un materiale dalle caratteristiche note, si

potrebbe sfruttare la maggiore quantità di informazioni

per agire con soluzioni più performanti, come bloccare

l’aggregazione prima di superare la tensione ammissibile

dell’acciaio, o inserire dei giunti di scarico della tensione, e

tutto nel pieno controllo che gli stati tensionali agenti non

superino la soglia limite.

Tuttavia le informazioni riguardanti gli inflatables sono

poco note, mentre quelle sui fibro-compositi, materiale

molto più esplorato, sono maggiormente note, ma dal

momento che non si esplicita un particolare tipo di

materiale fibrocomposito, si tratteranno come non note.

Fibrocompositi

Modello di calcolo

Rimozione delle connessioni

superflue/errate e produzione del

collegamento

Stato tensionale del

modello di calcolo

Pertanto, si è scelto di utilizzare unicamente la soglia di

deformazione come informazione puramente qualitativa

per il riconoscimento di uno stato di collasso, inoltre il

modo in cui il sistema reagisce è estremamente semplice

ed intuitivo, per cui non vi è interesse nell’

approfondimento o utilizzo di ulteriori informazioni.

Inflatables

Fibrocompositi

80 81



Influenza sull’aspetto Architettonico

Inflatables

- Materiale morbido e confortevole, si presta a differenti

utilizzi, dall’installazione in un parco, o in una piazza, al

sostegno/ intervento in aree/beni di pregio.

La sezione non è proprio tubolare, contiene saldature

longilinee, che aumentano rigidezza e direzionalità.

- Le sue dimensioni, unitamente alle regole locali di

movimento rendono difficile realizzare elementi di tipo

scala o rampa, ma ogni tubolare privo di elementi sopra

di se costituisce una comfortevole seduta.

- Dai punti precedenti, si presta principalmente per

strutture monoplanari

- Può realizzare superfici poco permeabili.

Fibrocompositi

- Materiale ad alto rapporto prestazione/peso, durevole e

resistente, pertanto è più universalmente utilizzabile.

La superficie del tubolare fibrocomposito è lucida, può

essere interessante collocare l’oggetto in un contesto in

cui la sua complessità è enfatizzata da luci che si

riflettono su di esso.

- Ha un diametro più accessibile per la produzione anche

di scale, e in determinate situazioni può creare sedute.

ma non è calpestabile, necessita di superficie aggiuntiva.

- Può comporre più facilmente strutture in elevazione.

- Può realizzare solo superfici permeabili.

Interasse tra i punti del Circuito: 50 cm

Diametro elemento: 50 cm

Interasse tra i punti del Circuito: 25 cm

Diametro elemento 10cm

50cm

30cm

82 83



Influenza sull’aspetto Tecnico-Esecutivo

Trasporto delle risorse necessarie

Inflatables

1- Processo in Azienda:

Preformazione e saldatura dei pezzi in

PVC/Hypalon. (Cap 3.2 - Produzione)

56 Elementi piegati

56 Elementi piegati

2- Trasporto:

Si trasportano piegati in grandi

quantità con camion.

224 Testine di chiusura con valvole

198 Fasce di connessione

Assemblaggio della struttura

112 Elementi Tubolari

3- In Loco:

Sequenza di gonfiaggio degli elementi

e assemblaggio con la struttura tramite giunti.

Spostamento agevole e ridotto impego di

manovalanza e di strutture di supporto.

Lunghezza totale: 448 m

Peso complessivo: 2181 Kg

Peso medio elemento: 20 Kg

Peso dell’elemento più grande: 35 Kg

Dispiegamento e gonfiaggio degli

elementi

Compressore

Peso generico elemento: 22-30 Kg

Controllo numerico della sequenza di

montaggio. I numeri sono presenti sul

tessuto abrasivo cucito sugli elementi in

prossimità delle zone di connessione.

N° 1 N° 112

Sequenza di montaggio espressa in

gradiente colorimetrico, di più facile

lettura.

Entrambe le rappresentazioni valgono

anche per i fibrocompositi.

84 85



Influenza sull’aspetto Tecnico-Esecutivo

Fibrocompositi

1- Processo in Azienda:

Produzione dei pezzi e dei giunti.

3- In Loco:

Sequenza di montaggio dei giunti nel pezzo e

assemblaggio con la struttura. Spostamento agevole e

ridotto impego di manovalanza e di strutture di supporto.

2- Trasporto:

Si trasportano smontati in camion

Trasporto delle risorse necessarie

112 Elementi

Assemblaggio della struttura

112 Elementi Tubolari

Peso generico elemento:

80 g

500 Aste di connessione

Montaggio dei giunti di connessione

sul pezzo

Lunghezza totale: 224 m

Peso complessivo: 10 Kg

Peso medio elemento: 80 g

Peso dell’elemento più grande: 150 g

86 87



4. APPLICAZIONE

ARCHITETTONICA

88

89



4.1 Obiettivi

Il sistema propone di lavorare con un tipo diverso di

tettonica che non è costituita da un catalogo funzionale di

elementi differenziati come solaio, trave e pilastro, bensì, è

costituita da elementi generici discretizzati che in base alla

sequenza di assemblaggio eccedono le proprietà del

singolo elemento e generano una serie di condizioni

riconducibili a detti elementi funzionali.

Il lavoro di speculazione architettonica mira a classificare i

prodotti del sistema derivanti da diverse combinazioni di

parametri esogeni. Vengono selezionati per il caso studio

di ciascun materiale, quelli che danno i risultati più

compatibili e che mostrano le diverse possibilità di

espansione del sistema e come si sviluppano.

Condizione di Parete

Condizione di Copertura

Condizione di Pilastro

90

91



4.2 Caso Studio Inflatables

Test 1

Setup

Date le premesse architettoniche svolte per entrambi i

materiali, per gli inflatables si è deciso di realizzare un

caso studio monoplanare, percui si applicheranno al

sistema delle condizioni che gli consentano di ricreare una

forte estensione orizzontale. A tal proposito il caso studio

scelto è una installazione di copertura per una piazza.

Box 30 m x 30 m x 4 m

Per favorire estensione orizzontale si adottano Field di

tipo Lineare, modellati per proporre un certo tipo di

direzionalità ma anche un certo grado di spazialità.

Applicazione

Sistemica

200 Elementi

Circolazione

Materiale Ipotizzato:

PVC

Sup. Coperta: 153 mq

Sup. Attacco a terra: 26 mq

Rapporto: 6,52

Lunghezza Totale: 500 m

Peso Lineare: 4,87 Kg/m

Peso Totale: 2437 Kg

Peso Elemento Più lungo: 35 Kg

350 Elementi

Nuovi percorsi

Sup. Coperta: 207 mq

Sup. Attacco a terra: 37 mq

Rapporto: 5,59

Lunghezza Totale: 739 m

Peso Lineare: 4,87 Kg/m

Peso Totale: 3598 Kg

Peso Elemento Più lungo: 35 Kg

500 Elementi

Sup. Coperta: 256 mq

Sup. Attacco a terra: 54 mq

Rapporto: 4,74

Lunghezza Totale: 1018 m

Peso Lineare: 4,87 Kg/m

Peso Totale: 4957 Kg

Peso Elemento Più lungo: 35 Kg

92

93



Test 2

Setup

Le aree di maggiore densità, sono naturalmente le zone di

maggiore prossimità tra le curve, pertanto si provvede

all’inserimento di due semisfere di raggio 2m, poste sul

piano sotto a quei punti, inoltre si sono scalate rispetto al

proprio baricentro le curve del Field Lineare del fattore 1.2.

Si osserva come risultato una crescita più decentralizzata

con una maggiore possibilità di percorrenza. Inoltre a

parità di elementi la superficie coperta è molto più estesa.

Il Test 2 viene portato avanti come caso studio.

Applicazione

Sistemica

Circolazione

Materiale Ipotizzato:

PVC

200 Elementi

Sup. Coperta: 188 mq

Sup. Attacco a terra: 21 mq

Rapporto: 8,95

Le semisfere

spezzano la densita

localizzata

Lunghezza Totale: 500 m

Peso Lineare: 4,87 Kg/m

Peso Totale: 2437 Kg

Peso Elemento Più lungo: 35 Kg

350 Elementi

Sup. Coperta: 280 mq

Sup. Attacco a terra: 34 mq

Rapporto: 8,23

Lunghezza Totale: 739 m

Peso Lineare: 4,87 Kg/m

Peso Totale: 3598 Kg

Peso Elemento Più lungo: 35 Kg

500 Elementi

Sup. Coperta: 344 mq

Sup. Attacco a terra: 50

Rapporto: 6,88

Lunghezza Totale: 1018 m

Peso Lineare: 4,87 Kg/m

Peso Totale: 4957 Kg

Peso Elemento Più lungo: 35 Kg

94

95



Sviluppo

A fronte dei test precedenti si è scelto di portare avanti il

test 2 nel caso con 500 elementi per i seguenti motivi:

• Il rapporto sup. di copertura/sup. di attacco a terra

è basso rispetto ai primi due, ma è comunque elevato,

inoltre rispetto ai precedenti genera una superficie di

copertura più compatta, e quindi, più utile.

• La circolazione interna non risente di troppe occlusioni

rispetto al primo caso, anzi si creano enclosures con

diversi gradienti di permeabilità.

• Il peso in tutti e tre i casi è molto contenuto, questo

consente di spingere verso una maggiore espressione

sistemica.

• La lunghezza totale, e il peso, sono accettabili anche

prima fase di riduzione dei tratti isolati, che alleggerirà,

ulteriormente la struttura.

Riduzione elementi aggettanti isolati

Applicazione

Materica

La fase di riduzione degli

elementi aggettanti isolati

riduce la lunghezza totale del

3% circa, quindi i valori stimati

in precedenza cambiano di

poco, ma si ottiene un enorme

guadagni in termini di unità di

agglomerazione, senza inficiare

sulla direzionalità.

Si processano sulle Trail rifinite

i tubolari a sezione esatta,

l’algoritmo di collocamento dei

giunti, e quello di rilevamento

degli attacchi a terra.

Setup

Descrizione dell’Ambiente

Dati Definitivi post produzione

Applicazione

Sistemica

Comparazione Field - Sistema

prodotto.

Sup. Coperta: 344 mq

Sup. Attacco a terra: 50

Rapporto: 6,88

Lunghezza Totale: 1018 m

Peso Lineare: 4,87 Kg/m

Peso Totale: 4957 Kg

Peso Elemento Più lungo: 35 Kg

N Elementi: 500

N Picchetti di ancoraggio: 40

N Giunti a Bicchiere: 27

N Fasce di Connessione: 750

N Testine di chiusura: 1000

96

97



Viste

Prospetti

Pianta

C

N

Prospetto Nord

B’

Prospetto Est

A’

Sezioni

Sezione A-A’

B’

5

1

0

m

Sezione B-B’

A

C’

Sezione C-C’

5 1 0

m

98

99



Circolazione

N

Pianta degli Attacchi a Terra

5 1 0 5

1 0

m

m

Varietà di Ambienti

Vista dall’alto

30 mq

75 mq

65 mq

5 1 0 5

1 0

m

m

100

101



102

103



104

105



106 107



108 109



110 111



4.2 Caso Studio Fibrocompositi

Test Finale

Livello 0

Setup

Applicazione

Sistemica

Livello 0,1

Box 10 m x 10 m x 6

Altitudine [m]

7

3.5

0

Materiale Ipotizzato:

Fibra di Carbonio

Date le premesse architettoniche, per i fibrocompositi si

è deciso di realizzare un caso studio multipiano, per cui

si indirizza il sistema verso l’elevazione con produzione di

collegamenti verticali. A tal proposito il caso studio scelto

è una Terrazza coperta sopraelevata.

Il sistema fatica a ricercare verticalità e ricostruire diverse

condizioni tettoniche contemporaneamente, per questo

motivo si utilizzerà una maggiore quantità di parametri

esogeni, e diverse combinazioni di Field Lineare.

I test effettuati sono molteplici, si sviluppa solo il più

promettente nonchè il Test Finale.

Livello 0

Livello 0,1

500 Elementi

Sup. Attacco a terra: 6 mq

Sup. Livello 1: 25 mq

Sup. Copertura: 16 mq

Sup. Struttura di Copertura: 3,4 mq

Rapporto Cop/struttura:

Livello 0: 4,1

Livello 1: 4,7

Lunghezza Totale: 1155 m

Peso Lineare: 0,044 Kg/m

Peso Totale: 50 Kg

Peso Elemento Più lungo: 0,15 Kg

800 Elementi

Sup. Attacco a terra: 17 mq

Sup. Livello 1: 36 mq

Sup. Copertura: 35 mq

Sup. Struttura di Copertura: 6 mq

Rapporto Cop/struttura:

Livello 0: 2,1

Livello 1: 5,8

Lunghezza Totale: 1927 m

Peso Lineare: 0,044 Kg/m

Peso Totale: 85 Kg

Peso Elemento Più lungo: 0,15 Kg

1100 Elementi

Sup. Attacco a terra: 30 mq

Sup. Livello 1: 40 mq

Sup. Copertura: 60 mq

Sup. Struttura di Copertura: 7 mq

Rapporto Cop/struttura:

Livello 0: 1,3

Livello 1: 8,5

Lunghezza Totale: 2427 m

Peso Lineare: 0,044 Kg/m

Peso Totale: 106 Kg

Peso Elemento Più lungo: 0,11 Kg

112

113



Sviluppo

A fronte dei test precedenti si è scelto di portare avanti il

secondo test nel caso con 1100 elementi, per i seguenti

motivi:

• Il rapporto sup. di copertura/sup. di struttura è il

più elevato, e trattandosi di una terrazza coperta risulta

la soluzione migliore.

• La sup. Livello 1 è l’unica totalmente percorribile dei

tre casi.

• Il peso è così ridotto che non si prevedono limiti in

termini di assemblaggio, se non tempistici.

Poichè il caso è unico, il setup e l’applicazione sistemica

sono i medesimi, il processo di Riduzione degli elementi è

minimo, si procede con il passaggio da applicazione

sistemica ad applicazione materica.

Dati Definitivi post produzione

Livello 1

Sup. Livello 1: 40 mq

Sup. Copertura: 60 mq

Sup. Struttura di Copertura: 7 mq

Rapporto Cop/struttura: 8,5

Applicazione

Sistemica

Interessante il confronto tra il

sistema che cerca di riprodurre

il Field e i vuoti che veicolano il

suo movimento nell’Ambiente.

Altitudine [m]

7

3.5

Livello 0

Sup. Attacco a terra: 30 mq

Sup. Livello 1: 40 mq

Rapporto Cop/struttura: 1,3

0

Applicazione

Materica

Sono applicati i giunti

Attacchi a

Terra

N Elementi: 1100

N Picchetti di ancoraggio: 36

N Giunti a Bicchiere: 42

N Aste di Connessione: 3886

di cui Lung. Totale: 620 m

di cui Pesto Totale: 18 Kg

114

115



Viste

Pianta Livello 0

Prospetti

N

Prospetto Est

Pianta Livello 1

Prospetto Sud

5

1

0 m

5 1 0

m

116

117



Viste

Sezioni

N

B

Vista dall’Alto

Sezione A-A’

5

1

0 m

A

A’

5

B’

1

0 m

Sezione B-B’

5

1

0

m

118

119



120 121



122 123



124 125



126 127



CONCLUSIONI

Durante questa ricerca si è indagata la possibilità di lavorare con una tettonica

che supera l’ordinaria composizione di elementi funzionali differenziati, ma

prende vita da elementi generici discretizzati che in virtù dell’ordine di

assemblaggio ricreano condizioni tettoniche diversificate.

Il sistema risponde a stimoli esogeni differenziati, principalmente campi vettoriali

di riferimento e vuoti da non occupare. La sua capacità di seguire un campo

vettoriale è limitata dai vincoli di movimento atti a controllare le inversioni e a

mantenere il più possibile stabile la propria direzione, per cui in questo senso è

preferibile utilizzare campi vettoriali di ampia curvatura per consentirgli di

assecondarli meglio, inoltre ha maggior potere espressivo se guidato da campi

vettoriali lineari, poiché affini alle caratteristiche di direzionalità dell’elemento.

Dal punto di vista architettonico ha difficoltà a ricreare superfici e spazi fruibili in

assenza di volumi di contenimento, infatti produce spesso aggetti isolati che

ostacolano la circolazione e non concorrono a generare alcuna condizione

tettonica. La difficoltà principale è stata quella di conferire al sistema la capacità di

generare spazialità e direzionalità indipendenti da pre-imposizioni volumetriche, e

di gestire non tanto la propria densità, quanto la compattezza, per ridurre aggetti

isolati ostacolanti. Si osserva che risultati attendibili per l’architettura si hanno

comunque in presenza di volumi di contenimento, ma che spesso l’impiego

consente di osservare i pattern dettati dalle strategie di movimento del sistema.

Dai casi studio selezionati si evince che il sistema mostra una maggiore capacità

estensiva in orizzontale, per via del funzionamento delle logiche di equilibrio, che

sfruttano ampiamente il contatto con il supporto (caso studio inflatables). Mostra

invece una forte difficoltà a espandersi parallelamente in verticale e orizzontale,

per cui necessita di un maggiore condizionamento per generare un minimo di

superficie calpestabile su più livelli.

Pur basandosi su informazioni strutturali quantitative legate all’affidabilità dello

strumento di calcolo, il sistema ha un forte potenziale di autoportanza, ma

l’assenza di test effettuati impedisce di affermarne con certezza la validità.

Tuttavia sarebbe in grado di processare un segnale strutturale calcolato in modo

accurato senza bisogno di alcuna modifica.

Per quanto riguarda gli sviluppi futuri sarebbe sicuramente interessante

studiare quali fattori reali influenzano la capacità autoportante effettiva del

sistema e come migliorarlo in tal senso. In secondo luogo, ci sono tutte le

premesse per poter impostare un processo di assemblaggio automatizzato.

La proprietà fondamentale che emerge è la versatilità: si tratta di un sistema

monocostruttivo (supera problemi di dilatazioni differenziate, differenze di

rigidezza o di risposta strutturale dei metodi costruttivi eterogenei), volatile,

riconfigurabile, consapevole del proprio spazio operativo e, con un minimo di

sforzo progettuale, capace di generare spazialità complesse e articolate

(prevalentemente in estensione orizzontale).

128 129



Bibliografia

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Johnson, Steven - “Emergence” - Scribner, 2004

Carpo, Mario - “The Alphabet and the Algorithm” - MIT Press, 2001

De Landa, Manuel - “Mille anni di storia non lineare” - Instar Libri, 2003

Spuybroek, Lars - “L’architettura del continuo” - Delevya Editore, 2013

Thompson, D’Arcy W. - “On growth and Form” - Dover Publications, 1945

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Nachtigal, W. Wisser, A. “Bionics by Example” - Springer, 2014

Frei Otto - “Occupying and Connecting”

Leach, N - “Digital Tool Thinking: Object Oriented Ontology vs New Materialism”

Wiscombe, Tom - “Extreme integration”

Snooks, Roland - “Volatile Formation”

Frei Otto - “IL35 Pneu and Bone”

Velikov,K. Thun,G. O’Malley,M. “Pneusystem” - Acadia 2014 Design Agency

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http://www.jeanpauljungmann.fr

http://hybios.blogspot.com

https://www.icd.uni-stuttgart.de

https://it.wikipedia.org

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Ringraziamenti

A mia nonna, Alda Pedretti, fonte di inestimabile saggezza. Spero che tu sia fiera di me.

Ci tengo a ringraziare:

Il Prof. Alessio Erioli per l’opportunità concessami, per l’attenzione con cui ci ha seguiti

durante questo percorso, e per la passione che mette nel suo lavoro.

Il mio correlatore, e amico, Lapo Naldoni, che ha sempre saputo guidarmi

verso le scelte giuste, non potevo sperare in un supporto migliore.

Mia madre e mio padre, che mi hanno sempre sostenuto e hanno gioito e sofferto con

me durante tutti questi anni, che hanno lottato per permettermi di realizzare i miei

sogni e non hanno mai preteso altro che la mia felicità.

Chiara, mia luce nel buio da più di 4 anni, mi ha sempre supportato nelle mie scelte, e

mi ha insegnato a superare i miei limiti, ma anche a ricordare il valore del nostro tempo.

I miei “colleghi” Federico e Marcello. Ogni emozione condivisa resterà per me come un

bellissimo ricordo di un lungo capitolo che con questa tesi, si chiude. Ma sono

convinto che continueremo a condividerne in futuro.

Il mio migliore amico, Damiano, la cui amicizia costante dura da più di 20 anni, cosa rara

a questo mondo. Lui mi conosce meglio di me.

Gli amici della “Setta dei poeti estintori”, che mi hanno saputo tirare su nei momenti

difficili e anche tirare giù in quelli facili. Il tutto senza mai aver letto una sola poesia.

Tutte le persone che mi sono state vicino anche solo per un momento, ma che non mi

hanno mai voltato le spalle e mi hanno sempre incoraggiato a proseguire per la mia

strada, ad intraprendere questo percorso di tesi con il tempo che ha richiesto.

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