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Saccargia: una tappa del pellegrinaggio medievale?,

Il lavoro si occupa delle orgini e delle funzionalità della basilica di Saccargia

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Saccargia: una tappa nel pellegrinaggio medievale? 9

che provenivano dall’esterno 17 . Il dato essenziale è rappresentato dal fatto che

anche le più piccole comunità mostrano una predisposizione ‘quasi naturale’ per

la produzione di oggetti artigianali da destinare all’esportazione 18 . Gli scambi,

quindi, non avvenivano solo nei porti 19 , ma anche all’interno dei villaggi rurali,

magari sfruttando lo spostamento di alcune persone all’interno di una rete di

mercati periodici, a cadenza settimanale, mensile, o durante la ricorrenza delle

maggiori feste religiose. In questo insieme appare notevolmente complicato immaginare

un totale controllo dei monaci, anche se gli spazi fisici del mercato potevano

svolgersi all’interno dei villaggi compresi nei loro territori, o in spazi occasionali

da localizzare a poca distanza dalle loro sedi. Dopo il crollo istituzionale dei giudicati,

nella seconda metà del XIII secolo, nelle zone a più alta densità abitativa e

con simultanea presenza degli enti monastici si sovrappose l’incastellamento signorile

20 . A Torres la scomparsa senza eredi di Adelasia corrisponde alla crisi dei

monasteri benedettini (un dato che si palesa anche nella contemporanea chiusura

cronologica dei condaghes). Sorprendentemente, cessate le coperture politiche,

abati e badesse si mostrano del tutto impreparati al cospetto delle famiglie signorili

e alla modifica sociale ed insediativa indotta dalla costruzione delle nuove fortificazioni

Doria 21 e Malaspina 22 . Casate che nei loro territori applicarono una strategia

volta in parte a smembrare gli assetti precedenti, spingendo nella realizzazione di

nuovi centri di controllo dei traffici commerciali (i castelli), ma contestualmente

queste entità si offrono come i perfetti continuatori della precedente politica am-

L. BICCONE, Invetriate monocrome decorate a stampo dallo scavo del palazzo giudicale di Ardara (SS), in La

ceramica invetriata nel medioevo e in età moderna, Atti del XXXVIII Convegno Internazionale della Ceramica,

Firenze 2006, pp. 251-264; M. MILANESE - L. BICCONE, Le ceramiche dal Mediterraneo orientale

in Sardegna, in Italia, medio ed estremo Oriente: commerci, trasferimenti di tecnologie e influssi decorativi

tra basso Medioevo ed Età moderna, Atti del XL Convegno Internazionale della Ceramica, Firenze 2007,

pp. 129-136.

18

D. ROVINA, Ceramiche di importazione e produzioni locali dall’insediamento altomedievale di Santa

Filitica (Sorso-Sassari), in Ceramica in Italia: VI-VII secolo, atti del convegno in onore di John W. Hayes,

Roma 11-13 maggio 1995, (a cura di) L. Saguì, Firenze 1998, pp. 787-796; D. ROVINA - E. GARAU - P.

MAMELI - B. WILKENS, Attività produttive nell’insediamento romano e altomedioevale di Santa Filitica

(Sorso SS), «Erentzias», I (2011), pp. 245-268.

19

M. TANGHERONI, I diversi sistemi economici: rapporti e interazioni. Considerazioni generali e analisi

del caso Sardo, in Le Italie del tardo Medioevo, a cura di S. Gensini, Pisa 1990, pp. 291-320.

20

F. G.R. CAMPUS, Castelli e dinamiche dell’insediamento urbano nella Sardegna bassomedievale (XII-

XIV secolo), in Identità cittadine ed élites politiche e economiche in Sardegna tra XIIII e XIV secolo, a cura

di G. Meloni - P. F. Simbula - A. Soddu, Sassari 2010, pp. 29-62.

21

E. BASSO - A. SODDU, L’Anglona negli atti del notaio Francesco da Silva (1320-1326), Perfugas

(Sassari) 2001; A. SODDU, La signoria dei Doria in Sardegna e l’origine di Castelgenovese, in Castelsardocit.,

pp. 235-267.

22

A. SODDU, I Malaspina e la Sardegna, Documenti e testi dei secoli XII-XIV, Cagliari 2005.

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