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Saccargia: una tappa del pellegrinaggio medievale?,

Il lavoro si occupa delle orgini e delle funzionalità della basilica di Saccargia

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Saccargia: una tappa nel pellegrinaggio medievale? 3

sia per quelli interni allo stesso comprensorio. Una caratteristica molto particolare

sfruttata nel Medioevo dato che la prossimità permetteva di creare vivibilità,

socialità e sicuro supporto per scambi commerciali a medio e lungo raggio. Un panorama

di possibilità che non deve essere sfuggita né al concedente, Costantino

giudice di Torres, né ai beneficiari, i monaci camaldolesi.

Il passaggio di beni in favore degli enti monastici non rappresenta in Sardegna

un fatto isolato e neppure una particolare eccezione. Sulla diffusione delle fondazioni

monastiche, ma anche sul loro successo politico, economico e sociale, la storiografia

ha prodotto più chiavi di lettura. Alcuni studiosi hanno posto l’attenzione

sul carattere spirituale dando grande importanza all’iniziativa portata avanti dall’autorità

giudicale e dalla struttura ecclesiastica locale. Per questo filone di studi,

il progetto proveniva dalla constatazione da parte dei giudici di un clero rurale generalmente

illetterato, ridotto in condizioni di profonda povertà e forse ancora radicato

a pratiche liturgiche di stampo orientale 3 . Altri studiosi hanno invece

preferito evidenziare i caratteri economici correlati allo stanziamento degli enti

monastici. In questo caso la lettura dei medesimi fatti ha portato a due differenti

interpretazioni: per alcuni studiosi la distribuzione nei territori delle sedi monastiche

rappresenterebbe lo strumento per il rilancio produttivo delle campagne della

Sardegna ancora segnate da un sistema produttivo orientato verso l’autoconsumo 4 ;

per altri studiosi la presenza degli ordini religiosi rappresenta la causa stessa del

mancato sviluppo delle società rurali dell’Isola 5 .

3

TURTAS, Storia della chiesa in Sardegna cit., pp. 202-204.

4

L’impronta decisiva per questa interpretazione proviene dalle opposte posizioni di Enrico Besta e

Arrigo Solmi. Il primo era portato a cogliere nella presenza esterna, e soprattutto in quella dei monaci,

un ruolo di gestione e di razionalizzazione delle produzioni agricole, ma destinato sul medio periodo a

sottomettere gli elementi locali (E. BESTA, La Sardegna medioevale. Le vicende politiche dal 450 al 1326,

Sala Bolognese 1987, rist. anast. ed. Palermo 1909, in part. pp. 160-162); l’altro correlava alla sola

presenza esterna l’impulso qualitativo che avrebbe permesso la rinascita di porti, città e campagne della

Sardegna ma, dietro questo progresso, già si intravedevano i nuovi sistemi di gestione basati su elementi

di stampo feudale del resto riconosciuti nelle stesse concessioni agli ordini monastici (A. SOLMI, Studi

storici sulle istituzioni della Sardegna nel Medioevo, a cura di M.E. Cadeddu, Nuoro 2001, ried. Cagliari

1917, in part. pp. 265-284). All’interno di questo stesso filone si trova molta della produzione storiografica

successiva: A. SABA, Montecassino e la Sardegna medievale. Note storiche e Codice Diplomatico sardo-cassinese,

Miscellanea Cassinese, 4, Badia di Montecassino 1927, pp. 109-110; A. BOSCOLO, Aspetti della

vita curtense in Sardegna nel periodo alto-giudicale, in Fra il passato e l’avvenire. Saggi storici sull’agricoltura

sarda, Padova,1965, pp. 47-63 (ora in A. BOSCOLO, Studi sulla Sardegna Bizantina e giudicale, Sassari,

1988, pp. 85-101); F. CHERCHI PABA, Evoluzione storica dell’attività industriale agricola. Caccia e pesca in

Sardegna, voll. I-IV, Cagliari, 1974-77, in particolare, vol. II passim; B. FOIS, Territorio e paesaggio agrario

nella Sardegna medievale, Pisa, 1990, pp. 87-113; EAD, Sardegna in Medievistica italiana e storia agraria, a

cura di A. Cortonesi - M. Montanari, Bologna, 2001, pp. 79-90.

5

Su questi aspetti si veda quanto espresso da John Day (J. DAY, La Sardegna sotto la dominazione pisano-genovese,

Torino 1987. Ristampa anastatica del capitolo La Sardegna e i suoi dominatori dal XI al

secolo XIV, in J. DAY - B. ANATRA - L. SCARAFFIA, La Sardegna medievale e Moderna, in Storia d’Italia, a

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