Saccargia: una tappa del pellegrinaggio medievale?,
Il lavoro si occupa delle orgini e delle funzionalità della basilica di Saccargia
Il lavoro si occupa delle orgini e delle funzionalità della basilica di Saccargia
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Saccargia: una tappa nel pellegrinaggio medievale? 23
successiva a quella di Pentecoste. La stretta correlazione tra queste date permette
di immaginare, in andata e ritorno, l’itinerario seguito non solo dai pellegrini, ma
anche dai mercanti, soprattutto da quelli che operavano a più ampio raggio.
Persone che si spostavano in questi luoghi non solo per celebrare i vari eventi religiosi
ma che erano certamente motivati dal fatto che gli stessi rappresentavano le
più affollate piazze commerciali 64 .
una maggiore attendibilità dal punto di vista dell’analisi dei codici, mentre la seconda è quella pertinente
alla venerazione locale e quindi, per tradizione, dovrebbe rappresentare il vero dies natalis del martire.
Per Proto e Gianuario, segnalati per il 27 ottobre nello stesso Martirologio, sempre per Victor Saxer, sarebbero
da riferire ad una notizia martirologica aumentata tramite l’intervento dei monaci dell’Isola di
Gorgona (V. SAXER, La Sardegna nel Martirologio Geronimiano, in La Sardegna Paleocristiana tra Eusebio
e Gregorio Magnocit., pp. 437-448). Da evidenziare come nel Condaghe di S. Pietro di Silki sia spesso ricordata
la chiesa di S. Gavino come luogo dove si celebravano le sedute del tribunale giudiziario (allo
stesso modo è ricordata anche Saccargia), che si potevano anche svolgere anche nel giorno del «nnatale
Sacti Gavini» (CSPS, schede 70, 205, 365). Un chiaro riferimento alla festa di S. Gavino (anche se non
esplicitata quale) si trova nel Condaghe di S. Nicola di Trullas (CSNT, scheda n. 150). Le altre date di venerazione
legate a S. Gavino, o meglio alla basilica e al medievale ritrovamento dei corpi santi, sono tutte
relative alla primavera inoltrata. Nell’Officium del 1555 (Officia propria SactorumGavini, Proti et IanuariiiMartyrumTurritanorusecc.
XV-XX, a cura di G. Zichi - M. Pischedda, Sassari 2000, pp. 24-26) sono
ricordate «In inventione corporum sactorum Gavini, Prothi et Ianuarii Martyrum, festa che da antica data
veniva celebrata nella seconda domenica dopo pasqua (…); l’Officio con le parti proprie unitamente agli
opportuni rinvii In dedicatione sactorum Gavini, Prothi, et Ianuarii martyrum, festa che da antica data
veniva celebrata ab immemorabile il 5 di maggio di ogni anno». Oltre a queste ricorrenze, appare interessante
come nel 1548 il vicario generale Pietro Paolo Suzzarello, reggitore della diocesi turritana al posto
del titolare Salvatore Aleppus, richiamava a tutti i beneficiari e clerici della diocesi di recarsi a S. Gavino
nelle ricorrenze più importanti (25 ottobre) ma anche il 4 maggio (data di dedicazione della chiesa) e
come nello stesso periodo il capitolo turritano chiedeva l’istituzione di altre due feste relative all’Inventio
e alla Traslatio corporum. Ricorrenze da celebrare in date non corrispondenti a quelle appena ricordate.
Questo avveniva, secondo Giancarlo Zichi, per offrire un maggiore sostentamento alla chiesa di S.
Gavino, dato che la chiesa, secondo quanto riporta il vicario, era in stato di semiabbandono dopo il trasferimento
della sede vescovile. In realtà - prosegue Zichi - il problema derivava essenzialmente dal fatto
che «non era stato trasmesso con precisione il giorno esatto della prima inventio, nonostante esistesse
nell’archivio della chiesa Turritana il Condaghe-racconto del rinvenimento dei ‘corpi santi’ e questa era
stata fissata convenzionalmente nella seconda domenica post Pascha» (ID. p. 25).
64
Alla voce Portotorres del Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli stati di S.M. il Re
di Sardegna, (voll. 31, Torino 1833-1856, a cura di G. Casalis con le voci riguardanti la Sardegna a cura di
V. Angius) è riportato come le feste per S. Gavino siano essenzialmente due: la prima ad ottobre, con
grande partecipazione di popolo, e una seconda «nella primavera, ma con minor concorso». Nella descrizione
in realtà il compilatore mischia insieme i diversi riti, soprattutto descrive con distacco ed ironia,
il rito pertinente al trasporto dei simulacri in basilica (che solitamente si effettua a maggio). A prescindere
da questi errori è interessante il dato finale «in una e in altra si celebra una fiera». Allo stesso modo, alla
voce Codrongianos, il compilatore, dopo aver riportato tutta la leggenda del condaghe di Saccargia annota
«nella domenica della SS. Trinità è la più solenne festa dei Codrongianesi, e concorronvi quattro e più
migliaja di forestieri dai dipartimenti vicini e da Sassari».