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Saccargia: una tappa del pellegrinaggio medievale?,

Il lavoro si occupa delle orgini e delle funzionalità della basilica di Saccargia

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18 Franco G. R. Campus

l’affidabilità della testimonianza scritta 51 . In quest’ottica lo studio comparato delle

due cronache, senza dimenticare i problemi legati alla loro composizione e tradizione

di riferimento, permette di analizzare non tanto la reale esistenza dei sistemi

insediativi coevi ai fatti narrati, quanto solo il tessuto d’insieme che, messo a confronto

con altri supporti informativi (topografia, fonti scritte), offre la possibilità

di definire un ‘sistema stradale’ costituito dai luoghi di sosta e dai servizi correlati

a questo apparato. Queste indicazioni definiscono il ruolo di Saccargia prima e

dopo l’arrivo dei Camaldolesi: da una struttura insediativa semplice, inserita in

una maglia stradale a lunga percorrenza che aveva come meta il centro martiriale

e il maggior porto del giudicato, ad una di tipo complesso in grado di modificare

la geografia socio-insediativa di un vastissimo territorio ma conservando e valorizzando

ulteriormente le caratteristiche originali come l’attenzione verso i pellegrini

ei traffici mercantili verso Turris.

Queste osservazioni consentono di disegnare la fine strategia perseguita dal

giudice di Torres (che emerge dalla documentazione ufficiale anche prescindendo

dalle cronache) capace di mediare tra le prospettive pertinenti l’ente monastico (i

diversi stadi messi in campo dai monaci nella scelta dei territori esposti in precedenza),

le esigenze espresse dalla struttura ecclesiastica locale 52 , e contestualmente

mirando non ad un semplice progresso del quadro insediativo e produttivo dipendente

dalla nuova sede monastica, quanto un rafforzamento generale del ‘sistema

stradale’ di tutto il giudicato 53 .

51

Sulla definizione di modello narrativo seguito dall’anonimo autore del Libellus si veda quanto

espresso da Patrizia Serra (P. SERRA, Alle origini della scrittura letteraria in Sardegna, in EAD., Questioni

di letteratura sarda. Un paradigma da definire, Milano 2012, pp. 19-60).

52

Il complesso di Saccargia sorge a pochi chilometri da un centro episcopale (Ploaghe). Da evidenziare

come nell’atto di donazione tra i vari vescovi manca la firma del vescovo di Castra, forse perché la sede

era ancora in via di costituzione (cfr. SCHIRRU, Le pergamene camaldolesi cit., doc. V) carica vescovile

citata all’interno della leggenda di fondazione (TOLA, Codex, cit., sec. XII, doc. XXI, p. 193). Da

evidenziare come specialmente all’ordine di Camaldoli siano legate, secondo quanto scritto da Mauro G.

Sanna, quasi tutte le notizie che si possiedono sulla diocesi di Castra nel XII secolo (M.G. SANNA, La

diocesi di Castra, cit., pp. 133-147).

53

Non esiste un’opera di sintesi critica sulla viabilità medievale, anche se esistono diversi tentativi di

ricostruzione dei percorsi attraverso la comparazione con la rete stradale di romana (su questo si veda Le

strade romane in Sardegna in Storia della Sardegna antica, a cura di A. Mastino, Nuoro 2005, pp. 333-

392), da quelle pertinenti il periodo bizantino (SPANU, La Sardegna bizantina, cit., pp. 121-128) e quelle

attestate tra XIII e XIV secolo (E. BELLI, Le vie di comunicazione della Sardegna Medievale, in Milites,

Castelli e battaglie nella Sardegna tardo-medievale, catalogo della mostra, Cagliari 7-31 dicembre 1996,

Cagliari, pp. 77-86).

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