Saccargia: una tappa del pellegrinaggio medievale?,
Il lavoro si occupa delle orgini e delle funzionalità della basilica di Saccargia
Il lavoro si occupa delle orgini e delle funzionalità della basilica di Saccargia
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16 Franco G. R. Campus
sede per discutere tutta la complessa sequenza archeologica relativa alla struttura
di S. Gavino, tuttavia, quello che appare chiaro, e sintetizzando in modo estremo
i dati a disposizione, vi è la certezza che il cantiere medievale rappresentò il momento
di trasformazione di tutta la precedente sistemazione topografica. In altre
parole, l’articolazione di età paleocristiana insieme con quella che si venne a costituire
nel corso del periodo bizantino se sino a quel momento aveva conservato
edifici di diversa cronologia e funzione, con spazi frequentati anche dai pellegrini,nel
primo secolo dopo il Mille fu annullata con la realizzazione di un’opera architettonica
di grande impatto 44 . La costruzione di S. Gavino raffigura emblematicamente
lo sforzo economico intrapreso dai giudici di Torres, ma il medesimo impegno
rappresenta il principale «tra gli avvenimenti “fondanti” l’identità politica e religiosa
del regno turritano» 45 . Anche per S. Gavino si ha la testimonianza di una leggenda
di fondazione: il condaghe di S. Gavino 46 . La prima parte di questa cronaca riporta
le tappe toccate da Comita, il giudice fondatore,nel suo viaggio verso il luogo dove
avverrà il ritrovamento delle spoglie dei martiri turritani 47 . Un racconto che nella
sua struttura narrativa (necessità di una grazia, il viaggio, le diverse visioni, la promessa
per l’impegno costruttivo, l’esaudimento del miracolo) è del tutto simile a
quello pertinente alla fondazione della Trinità di Saccargia 48 . In questo ultimo
testo l’aspetto miracolistico è invece legato alle vicende di Costantino e Marcusa
44
Sul riconoscimento delle cave antiche si veda E. MARONGIU, La basilica di S. Gavino e i suoi
materiali da costruzione: analisi delle cave storiche in calcare miocenico del turritano, in La basilica di S.
Gavino cit., pp. 111-125. Nel medesimo volume, sul contesto storico legato alla costruzione della chiesa
A. CASTELLACCIO, La basilica di San Gavino di porto Torres: riflessioni sulle motivazioni della sua edificazione,
pp. 79-95.
45
R. CORONEO, Il pellegrinaggio medievale in Sardegna (secoli XI-XIV): fonti e documenti, in Culti,
santuari, pellegrinaggi in Sardegna cit., pp. 45-85, in part. p. 55.
46
Nel manoscritto del 1620 Francesco Roca riporta l’esistenza di precedenti edizioni datate al 1497
e al 1547, versioni del tutto perdute, ma secondo Giuseppe Meloni, è molto verosimile che l’opera dell’autore
si sia concentrata ad una riedizione di un precedente testo manoscritto (G. MELONI, Il condaghe
di San Gavino, Sassari 2004, pp. 12-21, con dovizia di raffronti bibliografici). Sulla parte del testo dedicata
al pellegrinaggio verso la basilica di S. Gavino si veda A. M. PIREDDA, Il pellegrinaggio alla basilica di
Porto Torres, in Pellegrinaggi e peregrinazioni. Percorsi di lettura, a cura di G. Serpillo (Collana Crocevia,
3) a cura di A.M. Morace, Cosenza 2011, pp. 233-247.
47
Sulla reale non esistenza di questo giudice M. G. SANNA, La cronotassi dei giudici di Torres, in La
civiltà giudicale in Sardegna nei secoli XI-XIII cit., pp. 97-113 in part. pp. 97-103. Sulla trasposizione semantica
del termine condaghe, da registro amministrativo a cronaca legata alla ‘storia della fondazione’
di una chiesa, R. TURTAS, Evoluzione semantica del termine condake, «Bollettino di Studi Sardi», 1 (2008),
pp. 9-38, in part. pp. 31-35.
48
TOLA, Codex, cit.,sec. XII, doc. XXI. La vicenda è anche riportata nel Libellus (LIBELLUS, cit.,p.
46-47) dove è riportata la data di scioglimento del voto al 5 novembre del 1116. Elemento che invece non
si trova nel manoscritto conservato a Madrid (ORUNESU - PUSCEDDU, Cronaca medioevale sarda cit., pp.
59-64, in part. p. 60).