WineCouture 7-8/2023
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
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27<br />
Una storia di Champagne che si è sviluppata<br />
dal 1825 a oggi, testimone passato lungo sei<br />
generazioni dai componenti della famiglia<br />
che ha dato vita alla sola Maison che oggi ha<br />
sede a Châlons-en-Champagne. Un’eredità<br />
preziosa, dal 2019 nelle mani di Benjamin Fourmon, che<br />
ha accolto dal padre Jean-Claude la sfida di perpetuare un<br />
racconto d’eccellenza, innovandolo: ci racconta come.<br />
Qual è la sfida più grande nel portare<br />
avanti il testimone di un’eredità<br />
di quasi 200 anni?<br />
Mi considero innanzitutto un “traghettatore”<br />
rispetto all’eredità ricevuta.<br />
È sempre molto complicato<br />
giungere alla guida di una Maison famigliare,<br />
perché ci si fa carico di tutta la<br />
tradizione alle spalle e si riparte daccapo<br />
in un punto fissato nel tempo. Dunque, la<br />
mia “ossessione” oggi è di comprendere come<br />
potrò lasciare al meglio questo prezioso patrimonio ai miei<br />
figli e nipoti nel futuro. Questa prospettiva ti dona una<br />
forza supplementare per fare ogni giorno ancora meglio,<br />
andare ancora più lontano e ampliare gli orizzonti della<br />
Maison. Fortunatamente in questo impegno non sono<br />
solo, ma circondato da una splendida equipe che supporta<br />
il mio sforzo e contribuisce a tenere vivo e perpetuare un<br />
heritage che, così, da pesante come potrebbe apparire si<br />
DI MATTEO BORRÈ<br />
trasforma in vero “atout” per una realtà che alle spalle vanta<br />
quasi 200 anni di savoir-faire. Una carta vincente, quest’ultima,<br />
che nel periodo del Covid-19 ci è servita molto per<br />
porre tutto nella giusta prospettiva: in fondo, abbiamo oltrepassato<br />
Guerre Mondiali, la crisi petrolifera e il conflitto<br />
nel Golfo, il crack finanziario del 2008 e tanto altro ancora.<br />
E così, in momenti di estrema difficolta, come il 2020, ti<br />
rendi conto di quanto solide siano le radici della Maison.<br />
Dopo aver assunto la guida della<br />
Maison, nel 2019, qual è il personale<br />
contribuito aggiunto all’eredità<br />
ricevuta?<br />
Il primo cambiamento che è occorso<br />
è visibile a tutti e si tratta dell’apertura<br />
ai visitatori della nostra Maison, con<br />
un’offerta e percorsi dedicati in cantina.<br />
L’idea era proprio quella di riaprire le porte<br />
della nostra realtà agli appassionati di Champagne,<br />
modernizzandoci ma salvaguardando la<br />
nostra autenticità. Questo è stato il primo progetto, ma ce<br />
ne sono tanti altri pronti per il futuro, a partire dalle iniziative<br />
per il Bicentenario. E poi, ci sono riflessioni in corso su<br />
nuove produzioni, l’idea di un nuovo centro di vinificazione,<br />
ma anche di un progetto di accoglienza con delle camere<br />
per gli ospiti. Chiaramente questa non può che essere<br />
una visione sul lungo termine: si tratta di dotarsi di nuovi<br />
strumenti per accrescere la fama e la qualità dei nostri vini.<br />
L’eredità sempre viva<br />
di Joseph Perrier<br />
A tu per tu con Benjamin Fourmon,<br />
presidente e ceo, sul futuro della Maison<br />
Ma per lei cos’è lo Champagne?<br />
“Art de vivre”: momenti di convivialità e di condivisione.<br />
Storicamente una bottiglia di Champagne si è sempre<br />
aperta in tutto il mondo per celebrare qualcosa, ma<br />
oggi quel che si nota è una costante crescita del numero<br />
di appassionati di vino. Il pubblico è cambiato: sempre<br />
più, ora, una bottiglia è aperta per il piacere della scoperta,<br />
più che soltanto per un momento di festa. Quindi,<br />
esistono due mondi che sussistono uno a fianco all’altro:<br />
da un lato la celebrazione, il ritrovarsi, la condivisione in<br />
famiglia o con gli amici, che rappresentano il DNA dello<br />
Champagne; dall’altro lato, è nata la categoria degli appassionati,<br />
sempre più curiosi e attenti al particolare.<br />
Che cos’è oggi innovazione in Champagne?<br />
Oggi c’è ancora tanto spazio per innovare in Champagne,<br />
ma l’innovazione può passare su piani diversi. Penso innanzitutto<br />
a una Maison come la nostra: in Joseph Perrier<br />
può significare assaggiare ancora più uve di prima<br />
per scoprire nuove sfumature della ricchezza del terroir<br />
champenoise. Ci sono 200 km tra le vigne a Nord e quelle<br />
a Sud della Champagne: questo significa che, ad esempio,<br />
prendendo del Pinot Noir, possiamo partire dal parlare<br />
di tipologie differenti di cloni, portainnesti diversi e così<br />
via, fino a renderci conto concretamente, assaggiando gli<br />
acini, che quello a Nord di Reims non è lo stesso frutto di<br />
quello di Les Riceys, perché il terroir cambia anche se la<br />
Denominazione è la medesima. L’innovazione, dunque,<br />
si muove anche attraverso un accrescimento della qualità,<br />
che passa da quelli che sono gli approvvigionamenti delle<br />
uve e il rapporto che instauri con i tuoi conferitori, indipendentemente<br />
da quello che può essere poi il generale<br />
progresso dettato dagli interventi “istituzionali” del Comité<br />
Champagne su nuovi portainnesti, vitigni, metodi<br />
di vinificazione. Penso al fatto che fino a 15 anni fa nessuno<br />
lavorava i suoli in vigna o che le certificazioni non<br />
erano considerate poi così importanti. Oggi si assiste a un<br />
vero e proprio cambio di passo e di filosofia nella “nuova<br />
generazione” di vigneron e produttori in Champagne, ma<br />
anche tra négociant e proprietari di Maison.<br />
Esiste uno Champagne che Joseph Perrier<br />
ancora non ha pensato, ma le piacerebbe<br />
produrre?<br />
Il vero problema è che siamo pieni di idee, ma poi con<br />
lo Champagne occorre prendersi il tempo necessario<br />
per dare loro forma, passo dopo passo, senza affrettare<br />
il cammino. Quello che posso dire è che si assisterà, nel<br />
prossimo triennio, a tanti step in termini d’innovazione<br />
per quel che riguarda la nostra Maison. Mi riferisco a un<br />
alto di gamma e può darsi anche un paio di parcellari da<br />
terreni che riteniamo molto interessanti per questo. E ancora:<br />
magari un Meunier o dello Chardonnay. Di certo, ci<br />
sono novità in arrivo. E sotto questo punto di vista, non ci<br />
possiamo definire specialisti di questo o di quel vitigno,<br />
come di un terroir rispetto ad un altro: abbiamo, di anno<br />
in anno, uve di sempre migliore qualità, frutto di un modo<br />
differente di lavorare rispetto al passato. Di quello che poi<br />
porterà in bottiglia, ne parleremo tra qualche anno.<br />
CHAMPAGNE<br />
Photo: Michaël Boudot<br />
L’Italia quanto conta per Joseph Perrier?<br />
È un mercato in crescita, dove attualmente sviluppiamo<br />
un giro d’affari attorno al milione di euro in termini di<br />
spedizioni. L’Italia è un Paese chiave in cui vogliamo<br />
incrementare il nostro presidio e l’immagine della Maison,<br />
dinamizzandola. C’è ancora molto da fare, ma è un<br />
mercato magnifico e maturo, perché composto da tanti<br />
appassionati che conoscono bene lo Champagne e che<br />
s’interessano ai dettagli delle molte<br />
proposte che sono espressioni<br />
di specifici terroir. E poi in Italia<br />
si prediligono soprattutto<br />
le grandi cuvée, forse perché<br />
come Paese produttore di<br />
grandi spumanti desiderate<br />
assaggiare soltanto il meglio.