WineCouture 7-8/2023
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
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16<br />
DOSSIER<br />
Atelier: quando la bollicina<br />
è di Haute Couture<br />
La collezione dei più pregiati tra gli spumanti Valdo,<br />
sartorialità che premia<br />
DI RICCARDO COLLETTI<br />
Se raggiungere il perfetto equilibrio che rende unica ogni bollicina è Arte, al cuore<br />
delle colline di Conegliano e Valdobbiadene c’è chi ha deciso non solo di farsi<br />
interprete di una tradizione d’eccellenza, ma di dare vita, ampliando i propri<br />
orizzonti in bottiglia, a un vero Atelier capace di plasmare spumanti frutto di<br />
un know-how oggi secolare. Da quasi 100 anni, infatti, Valdo combina un “saper<br />
fare” di eccellenza con la forza dei numeri, esaltando da una parte il glorioso territorio<br />
d’appartenenza, la culla del Prosecco Superiore, dall’altra testimoniando la passione di una<br />
famiglia, i Bolla, che sulle colline dal 2019 Patrimonio Unesco hanno portato la propria<br />
immensa passione per il vino e per la natura a sposare il più puro spirito imprenditoriale.<br />
E la storia ha dato ragione a un’intuizione che oggi si fa sempre più espressione sartoriale<br />
nella creazione di bollicine che sono fedele ritratto di stile, gusto e cultura di un marchio tra<br />
i più noti del vino tricolore. Nell’articolato mosaico che definisce la proposta della storica<br />
realtà di Valdobbiadene, la collezione Atelier è la veste che ha saputo proiettare i più pregiati<br />
tra gli spumanti Valdo nel futuro, ambasciatori di quel vivere bene tipicamente italiano<br />
di cui da sempre le sue bollicine sono testimonial. Etichette che sono veri e propri modelli<br />
enologici di Haute Couture, che hanno assunto i loro eleganti lineamenti all’interno di una<br />
cantina che si trasforma in studio d’artista, luogo intriso di dedizione e capacità di creare.<br />
È così che in bottiglia la Bellezza si tramuta in Arte, grazie a una gamma che materializza<br />
l’intuito del presidente Pierluigi Bolla e del team guidato da Gianfranco Zanon, dando<br />
corpo alle diverse interpretazioni di Valdobbiadene secondo lo stile Valdo. Finimenti<br />
sartoriali, classicismo Déco, ispirazione futurista, memoria visionaria, geometrie e profili<br />
che raccontano le colline e i segreti del Prosecco Superiore: tutto questo è racchiuso in<br />
Atelier, dove tradizione e innovazione nell’interpretazione dell’uva Glera trovano sintesi.<br />
Produzioni uniche che vengono riconosciute per la loro eccellenza anche a livello internazionale,<br />
come testimonia uno dei classici senza tempo firmati Valdo: quell’iconica<br />
Cuvée di Boj che 12 mesi fa ha festeggiato la sua 40esima vendemmia e in questo <strong>2023</strong> ha<br />
conseguito l’ambizioso riconoscimento Best of Show Prosecco in occasione della recente<br />
sessione estiva di degustazione di Mundus Vini. Da notare, come l’Oro ricevuto e la menzione<br />
di migliore etichetta nella categoria da parte della bollicina che in bottiglia racchiude<br />
l’eccezionalità delle uve dell’antica località “valle dei buoi”, zona vocata dalle straordinarie<br />
caratteristiche territoriali situata nella frazione San Pietro di Barbozza, abbia bissato la precedente<br />
medaglia, sempre del metallo più pregiato, al Berliner Wein Trophy, contest che ha<br />
visto salire sul gradino più alto del podio anche la Cuvée 1926. Ma il trionfo internazionale<br />
non è stato il solo highlight dell’anno per Cuvée di Boj, finito sotto le luci della ribalta<br />
anche per la partnership che ha condotto alla nascita di una special edition “Valdo per AS<br />
Roma” unica nel suo genere: a essere riportato in bottiglia è l’ologramma Official Product<br />
della squadra giallorossa con Qr Code univoco e dinamico, mentre il prezioso packaging<br />
la rende un prodotto iconico che sarà oggetto da collezione per ricordare i più felici ricordi<br />
calcistici. Poi c’è un’altra testimonianza dell’Amore, con la A maiuscola, di Valdo per il territorio:<br />
quell’Amor Soli, progetto enologico nato per espressa volontà della famiglia Bolla,<br />
primo Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Biologico di Valdo e simbolo che esprime<br />
l’impegno alla sostenibilità iniziato dall’azienda oltre 20 anni fa. Un’etichetta giunta con<br />
l’annata 2021, prodotta in sole 7760 bottiglie numerate, alla sua seconda edizione e che ha<br />
fissato un nuovo traguardo: i 95 punti di valutazione ricevuti in occasione del prestigioso<br />
Decanter Wine Awards <strong>2023</strong> hanno rappresentato il punteggio più alto mai ottenuto da<br />
Valdo nella speciale competizione, il concorso più partecipato e influente al mondo. Un<br />
cerchio che si chiude, la costante tensione verso l’eccellenza, con la produzione che più di<br />
tutte fissa lo sguardo oltre il presente. È il futuro nel calice quello simboleggiato dal Metodo<br />
Classico Tenuta Pradase, massima espressione della Valdobbiadene di Valdo. Il frutto,<br />
la bollicina che affina per almeno 24 mesi sui lieviti, di antichi cloni di Glera, Bianchetta,<br />
Perera e Verdiso recuperati e messi a dimora nei diversi filari di un “santuario” sulle colline<br />
Patrimonio Unesco. Una “biblioteca” del sapere e della biodiversità nel vocato terroir di<br />
Valdobbiadene, che regala una tiratura limitata che dall’annata 2020 si tramuta in “Vigna<br />
Pradase”, a seguito dell’ottenimento dalla Regione Veneto del toponimo di cui l’azienda<br />
diventa titolare esclusiva. L’ennesima testimonianza di un’expertise che evolve, affondando<br />
le proprie radici in profondità nella terra in cui Valdo ha la sua casa dal 1926.