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WineCouture 7-8/2023

WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.

WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.

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11<br />

Visioni dal domani<br />

della Franciacorta<br />

La Riserva Vittorio Moretti 2016, pietra angolare<br />

su cui sta già venendo disegnato il futuro di Bellavista<br />

Quella di Bellavista è la storia di una visione.<br />

Lo è sempre stata, fin da principio.<br />

Da quando, nel 1977, Vittorio<br />

Moretti decide di dare forma a quella<br />

che, nel corso del tempo, si è tramutata<br />

in una delle più autorevoli realtà di Franciacorta. A<br />

dettare il passo, lungo il corso degli anni, una determinazione<br />

figlia di una prospettiva che ha costantemente<br />

guardato al domani. Sulla collina su<br />

cui sorge la tenuta, e che le ha regalato<br />

il nome, circondata da un paesaggio<br />

che guarda al lago, alla pianura e<br />

alle vicine Alpi, incastonata nella<br />

bellezza di un anfiteatro collinare<br />

morenico, qui ha preso vita un racconto<br />

che si è sviluppato attorno a<br />

quelli che oggi si sono trasformati in<br />

207 ettari vitati. Ed è dal vigneto che<br />

occorre prendere le mosse per comprendere<br />

cosa poi sia realmente Bellavista nel<br />

calice: eleganza, finezza, ma soprattutto passione<br />

per un territorio capace di generare meraviglie. Poi,<br />

c’è la mano dell’uomo: con la precisione maniacale, la<br />

scelta di dare spazio all’artigianalità, la dedizione alla<br />

terra. Dettagli che, sommati, risultano determinanti<br />

nel computo finale. E non importa se essi siano grandi<br />

o piccoli contributi all’opera, perché oggi è sempre<br />

più una vera e propria rivoluzione di sguardo quella che<br />

DI MATTEO BORRÈ<br />

Bellavista sta promuovendo, cambiamento che ruota<br />

attorno al suo simbolo più pregiato: la Vittorio Moretti<br />

Franciacorta Riserva Docg. Per comprendere come,<br />

tuttavia, occorre riavvolgere il nastro, riandando alla<br />

moltitudine di vigne che, secondo la specifica vocazione,<br />

tra Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco, disegnano<br />

un’architettura geometrica e armoniosa attorno<br />

alla collina nelle cui profondità si trovano custodite<br />

le cuvée firmate dall’azienda di Erbusco. Già,<br />

perché il lavoro di Bellavista è innanzitutto<br />

quello di catalizzatore di talenti<br />

specifici: quelli espressi dall’unicità<br />

dettata da microclimi ed esposizioni,<br />

che nel calice si traducono<br />

successivamente in vini di base dai<br />

caratteri sensoriali distinti. Ed è<br />

proprio quest’ultimo il più grande<br />

patrimonio che la realtà franciacortina<br />

da sempre coltiva, ricercando ad ogni<br />

vendemmia gli elementi che poi comporranno<br />

quell’armonia d’insieme dettata ogni anno da<br />

una nuova partitura. Da una parte, la forza di uno stile<br />

inconfondibile e costante nel tempo, definito dallo<br />

spettro di caratteri che tratteggiano la gamma delle cuvée;<br />

dall’altra parte, la specificità del millesimo, dove<br />

si ritrova la volontà di non tradire mai la peculiarità<br />

di ciascuna annata, restandole i più fedeli possibile. A<br />

fare da trait d’union tra queste due anime di Bellavi-<br />

sta, una scelta di puntare sulla freschezza di ogni vino,<br />

preservandone il più possibile la longevità: sia questo<br />

in cantina, con la decisione di conservare i vini di riserva<br />

in vasche d’acciaio all’interno di una stanza dedicata,<br />

refrigerata e a temperatura controllata, facendo<br />

in modo che non entrino mai a contatto con l’ossigeno<br />

per rallentarne la componente evolutiva; sia in bottiglia,<br />

attraverso l’adozione, lungo il percorso di nascita<br />

di ciascun Metodo Classico, di scelte capaci di portare<br />

a eliminare tutte le componenti responsabili di un invecchiamento<br />

precoce del vino. Poi, c’è l’evoluzione di<br />

una visione che oggi si traduce nel pensiero di Francesca<br />

Moretti, in qualità di “custode” della filosofia Bellavista,<br />

affiancato dall’expertise di Richard Geoffroy,<br />

mentore e maestro di cantina, e dall’operosa voglia di<br />

fare di una squadra di giovani tecnici ed enologi, che il<br />

sogno del fondatore contribuiscono quotidianamente<br />

a perpetuare all’interno delle gallerie di affinamento<br />

scavate nella collina, una di 370 e l’altra di 120 metri<br />

di lunghezza, in cui sono gelosamente custodite circa 6<br />

milioni le bottiglie. Tra questi gioielli in paziente attesa,<br />

si trova una gemma differente dalle altre per valore<br />

e per modalità in cui è plasmata: è quella Riserva Vittorio<br />

Moretti che segue un processo totalmente manuale.<br />

Esaltazione dell’artigianalità trasformata in bollicina,<br />

vede la luce solo nelle vendemmie eccezionali, come la<br />

2016 oggi in commercio e le 1984, 1988, 1991, 1995,<br />

2001, 2002, 2004, 2006, 2008, 2011 e 2013 prima di<br />

lei. Realizzata, a seconda della generosità dell’annata,<br />

in un numero limitato di esemplari, alla stregua<br />

di poche centinaia per le Magnum e poco più di due<br />

decine di migliaia nel tradizionale formato da 0,75 lt,<br />

questa etichetta rappresenta l’apice della produzione<br />

Bellavista. Anche per questo, è del tutto diversa dalle<br />

altre cuvée: a partire dalla rifermentazione in bottiglia<br />

con lungo affinamento sui lieviti con tappo di sughero.<br />

Una scelta, quest’ultima, frutto di un esperimento<br />

datato 1997 e della successiva constatazione di come<br />

la curva evolutiva del vino, grazie a questa tappatura,<br />

fosse capace di regalare un prodotto più<br />

fresco e dinamico rispetto a quello<br />

in una bottiglia chiusa con tappo<br />

a corona. Un dettaglio che si configura<br />

come un punto di raccordo<br />

tra reminiscenza e visione, passato<br />

e futuro, poi seguito da remuage<br />

manuale e dégorgement à la volée,<br />

fino alla graffa metallica che sigilla il<br />

contenuto in ultima istanza: un compendio<br />

di conoscenze e di competenze<br />

che abbracciano il tempo e lo spazio e<br />

imprimono, allo stile di questo vino,<br />

un’armonia riconoscibile, vibrante,<br />

complessa e longeva. Ed è proprio<br />

questo ciò che ritroviamo oggi nel<br />

calice con la Vittorio Moretti 2016<br />

Franciacorta Riserva Docg:<br />

scalpitante, vivo, sfaccettato,<br />

strutturato e profondo, ma al<br />

contempo di grande pulizia,<br />

cristallino, leggiadro. Dosaggio<br />

zero, matrimonio tra<br />

il 62% di Chardonnay e il<br />

38% di Pinot Nero, figli<br />

principalmente dei cru<br />

di Breda, Rocchetta, Pagulla,<br />

Favento, Casotte<br />

e Carlino, è un’energica<br />

esplosione di gusto, per<br />

una cuvée destinata a<br />

raccontare una visione<br />

capace di trascendere il<br />

tempo. La pietra angolare<br />

su cui il domani di<br />

Bellavista sta già venendo<br />

disegnato.<br />

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