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Makinglife n.4 2023

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

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makinglife | settembre <strong>2023</strong><br />

«Nell’Unione europea, gli integratori<br />

alimentari sono regolamentati come<br />

alimenti. La legislazione armonizzata<br />

disciplina le vitamine e i minerali e le<br />

sostanze utilizzate come loro fonte,<br />

che possono essere utilizzate nella<br />

produzione di integratori alimentari.<br />

Per gli ingredienti diversi da vitamine<br />

e minerali, la Commissione europea<br />

ha stabilito norme armonizzate<br />

per proteggere i consumatori da<br />

potenziali rischi per la salute e<br />

mantiene un elenco di sostanze che<br />

si sa o si sospetta abbiano effetti<br />

nocivi sulla salute e il cui uso è<br />

pertanto controllato».<br />

Lo afferma l’Autorità europea per la<br />

sicurezza alimentare (Efsa) che, fin<br />

dalla sua istituzione nel 2002, si è<br />

occupata di indagare sulla sicurezza<br />

e sui possibili effetti avversi di<br />

prodotti che caratterizzano un<br />

mercato in continua crescita.<br />

E sempre al 2002 risale il principale<br />

documento di riferimento, la<br />

Direttiva europea sugli integratori<br />

alimentari (2002/46/CE), con l’elenco<br />

armonizzato di vitamine e minerali<br />

che possono essere aggiunti a fini<br />

nutrizionali e l’elenco delle fonti<br />

consentite da cui le vitamine e i<br />

minerali stessi possono essere<br />

ricavati.<br />

SOGLIE VARIABILI<br />

Eppure, vent’anni dopo, l’attuale<br />

struttura normativa in atto sugli<br />

integratori alimentari nell’Unione<br />

e nello Spazio economico europeo,<br />

interamente armonizzata non lo<br />

è ancora. Lo sottolinea la “Linea<br />

guida sulla qualità degli integratori<br />

alimentari” emessa lo scorso anno<br />

dalla Federazione Ehpm (European<br />

federation of associations of health<br />

product manufacturers) che riunisce<br />

14 associazioni nazionali, di cui<br />

fanno parte circa 1.600 aziende<br />

che producono e distribuiscono<br />

integratori alimentari. «Le soglie di<br />

assunzione giornaliera stabilite come<br />

sicure, delle vitamine e dei minerali<br />

che possono essere utilizzati negli<br />

integratori, variano a seconda degli<br />

Stati membri dell’Ue e risultano<br />

in vigore anche norme nazionali<br />

divergenti riguardo a quali altre<br />

sostanze possono essere utilizzate<br />

negli alimenti e alle loro soglie di<br />

sicurezza. Per esempio – riporta la<br />

guida – in Italia la melatonina può<br />

essere utilizzata negli integratori<br />

alimentari, mentre in Irlanda può<br />

entrare a far parte solo di farmaci».<br />

ETICHETTATURE<br />

E PROCEDURE<br />

NAZIONALI<br />

La Direttiva 2002/46/CE stabilisce<br />

un certo livello di armonizzazione<br />

anche relativamente ai requisiti di<br />

etichettatura, oltre a elencare le<br />

vitamine, i minerali e loro forme<br />

chimiche utilizzabili negli integratori<br />

alimentari. Tuttavia, i livelli a cui<br />

possono essere utilizzati sono<br />

regolamentati a livello nazionale<br />

e resteranno tali fino a quando la<br />

Commissione europea emetterà una<br />

proposta per adottare gli stessi livelli<br />

in tutti i Paesi dell’Unione.<br />

Anche le procedure richieste per<br />

l’immissione sul mercato di questi<br />

prodotti, pur essendo regolamentati<br />

dalla Direttiva 2002/46/CE, vengono<br />

implementate in modo molto<br />

differente tra uno Stato e l’altro.<br />

La guida Ehpm fa notare che in<br />

alcuni Stati membri basta una<br />

semplice notifica dell’etichetta<br />

del prodotto alla relativa autorità<br />

nazionale, in altri la notifica non<br />

è neppure necessaria, mentre in<br />

altri ancora il processo di notifica<br />

prevede una serie di passaggi, come<br />

la presentazione di un fascicolo<br />

relativo al prodotto e il pagamento<br />

di una tassa amministrativa. In<br />

altri contesti, per alcuni ingredienti<br />

contenuti negli integratori potrebbe<br />

essere necessaria una forma di<br />

autorizzazione prima che un prodotto<br />

possa essere posizionato sul<br />

mercato. Per complicare le cose c’è<br />

anche chi adotta un sistema misto,<br />

richiedendo solo un’autorizzazione<br />

per vitamine e minerali e un<br />

processo di autorizzazione per altre<br />

sostanze.<br />

MUTUO<br />

RICONOSCIMENTO<br />

Tutto questo rischierebbe di<br />

rendere estremamente complicata<br />

l’esportazione dei prodotti per le<br />

aziende produttrici, se non fosse per<br />

il principio di mutuo riconoscimento.<br />

Il Regolamento (UE) 2019/515,<br />

entrato in vigore nel 2020, è stato<br />

redatto con l’obiettivo di rafforzare<br />

il funzionamento del mercato<br />

interno all’Unione migliorando,<br />

appunto, l’applicazione del principio<br />

del reciproco riconoscimento e<br />

rimuovendo gli ostacoli ingiustificati<br />

al commercio. Il Regolamento si<br />

applica a quei prodotti che non sono<br />

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