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Makinglife n.4 2023

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

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makinglife | settembre <strong>2023</strong><br />

Pavia) e più volte visiting<br />

professor presso la Harvard<br />

University.<br />

Si parla molto di<br />

nutraceutica e superfood:<br />

quando le molecole<br />

contenute negli alimenti<br />

possono essere definite<br />

funzionali?<br />

L’obiettivo principale<br />

dell’alimentazione è<br />

sopperire al nostro<br />

fabbisogno energetico<br />

e di principi nutritivi<br />

attraverso l’assunzione<br />

di macronutrienti – come<br />

carboidrati, proteine e<br />

lipidi – e di micronutrienti,<br />

cioè vitamine e sali<br />

minerali. Ma negli alimenti<br />

sono contenute anche<br />

molecole che vengono<br />

definite “non nutrienti”.<br />

Pur non contribuendo alla<br />

soddisfazione del nostro<br />

fabbisogno energetico, i<br />

non nutrienti sono molecole<br />

funzionali, svolgono<br />

cioè delle funzioni molto<br />

importanti per la nostra<br />

salute. Pensiamo ad<br />

esempio ai polifenoli o<br />

alla lattoferrina, molecole<br />

dagli effetti antiossidanti e<br />

antinfiammatori ampiamente<br />

dimostrati, la prima di<br />

origine vegetale, la seconda<br />

animale. Il consumo di<br />

alimenti, quindi, garantisce<br />

l’assunzione di più tipologie<br />

di nutrienti e molecole<br />

bioattive che spesso<br />

hanno azioni sinergiche a<br />

favore della nostra salute,<br />

soprattutto se la dieta è<br />

equilibrata.<br />

“<br />

I non nutrienti<br />

sono molecole<br />

funzionali,<br />

svolgono cioè<br />

delle funzioni<br />

molto importanti<br />

per la nostra<br />

salute<br />

In questo senso possono<br />

aiutarci i nutraceutici.<br />

Si tratta di una moda<br />

passeggera oppure è un<br />

nuovo approccio destinato<br />

a entrare nelle nostre<br />

abitudini?<br />

Sicuramente al momento<br />

la nutraceutica è di moda,<br />

ma è molto più di questo. Gli<br />

integratori sono un nuovo<br />

modo per raggiungere<br />

salute e benessere – anche<br />

quando la dieta non è<br />

sufficiente – che prevedo<br />

prenderà sempre più<br />

piede nel prossimo futuro<br />

per diversi motivi. Uno è<br />

certamente economico:<br />

quello dei nutraceutici<br />

è un grande business e<br />

promette di diventarlo<br />

sempre di più. Tuttavia<br />

vi sono anche ragioni<br />

collegate alla sostenibilità<br />

ambientale. I processi di<br />

estrazione di molecole con<br />

valore nutraceutico possono<br />

infatti essere applicati<br />

efficacemente agli scarti,<br />

soprattutto a quelli della<br />

filiera agroalimentare. In<br />

questo modo si possono<br />

estrarre molecole attive<br />

da utilizzare in prodotti<br />

alimentari, cosmetici,<br />

farmaceutici o anche nel<br />

packaging, andando di<br />

pari passo con i principi<br />

dell’economia circolare e<br />

alleggerendo così l’impatto<br />

ambientale di una filiera<br />

che è al primo posto nella<br />

produzione di anidride<br />

carbonica.<br />

Vi è poi una ragione sociale:<br />

la popolazione italiana è<br />

sempre più anziana e, in<br />

quanto tale, ha bisogni<br />

nutrizionali specifici. Questi<br />

bisogni sono spesso difficili<br />

da soddisfare per diversi<br />

motivi, dal costo elevato degli<br />

alimenti con maggiore valore<br />

“<br />

La popolazione<br />

italiana è sempre<br />

più anziana<br />

e, in quanto<br />

tale, ha bisogni<br />

nutrizionali<br />

specifici<br />

nutrizionale, come pesce,<br />

frutta e verdura di qualità,<br />

alla difficoltà nel cambiare<br />

abitudini in età avanzata.<br />

Evitare la malnutrizione in<br />

questa fascia di popolazione<br />

è particolarmente<br />

importante per favorire<br />

un livello di benessere<br />

più elevato e mantenere<br />

uno stato nutrizionale<br />

adeguato. In questo modo<br />

viene anche favorito il<br />

raggiungimento di una<br />

maggiore resilienza che può<br />

ridurre l’impatto di malattie<br />

cronico degenerative ma<br />

anche infettive, come la<br />

pandemia di Covid-19 ha<br />

tristemente dimostrato,<br />

ed evitare il sovraccarico<br />

del Sistema sanitario<br />

nazionale. In generale, le<br />

fasce di popolazione a cui la<br />

nutraceutica può portare un<br />

vero valore aggiunto sono<br />

quelle fragili: pensiamo<br />

quindi anche all’età<br />

evolutiva, sempre più colpita<br />

dal problema dell’obesità<br />

infantile, con pattern dietetici<br />

poco bilanciati e poveri da un<br />

punto di vista nutrizionale.<br />

Infine c’è un’importante<br />

motivazione scientifica: il<br />

mercato degli integratori<br />

oggi è molto, forse troppo<br />

variegato. Si passa dalle<br />

vitamine alle proteine, dai<br />

fitoterapici ai microrganismi,<br />

senza una legislazione<br />

che obblighi a dimostrare<br />

l’efficacia dei preparati o la<br />

presenza di potenziali effetti<br />

avversi. Si rendono quindi<br />

necessari un maggiore<br />

rigore scientifico nel rinnovo<br />

dei metodi estrattivi e nelle<br />

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