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Makinglife n.4 2023

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

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makinglife | settembre <strong>2023</strong><br />

la fase del ciclo vitale, il sesso, l’ora e il luogo della raccolta. Ad<br />

esempio, di Bombyx mori (la falena del baco da seta) può essere<br />

utilizzato in medicina solo il maschio adulto appena uscito dal<br />

bozzolo, cui devono essere asportate ali e zampe, mentre il<br />

momento migliore per raccogliere il coleottero Mylabris è il primo<br />

mese d’autunno, tra le spine di piante specifiche. In alcuni casi gli<br />

insetti non sono sempre disponibili. In Repubblica del Congo e in<br />

Uganda le locuste migratrici e le termini si trovano solo in alcuni<br />

mesi dell’anno.<br />

INSECT FARMING<br />

Rispetto all’uso alimentare, l’impiego degli insetti per scopi<br />

medicinali impone anche una serie di attenzioni aggiuntive<br />

che – in un contesto produttivo normato – potrebbero essere<br />

incompatibili con metodi di raccolta naturali. Gli animali raccolti<br />

sul campo, infatti, presentano spesso rischi per la salute perché le<br />

loro condizioni dipendono strettamente dalla qualità dell’ambiente<br />

in cui vivono. In un’area inquinata possono accumulare sostanze<br />

nocive come metalli pesanti, pesticidi, antibiotici e tossine, oppure<br />

possono trasformarsi in vettori di agenti patogeni.<br />

Per ovviare a parte di questi problemi molte specie vengono<br />

appositamente allevate, come le api del miele e i bachi da seta ma<br />

non sempre questo è possibile. Sembra che l’addomesticamento<br />

degli insetti risalga a 7.000 anni fa ma solo per alcune specie<br />

il passaggio alla cattività ha avuto successo: è il caso di grilli,<br />

vermi della farina e scarafaggi (è stato riportato che una fattoria<br />

nello Shandong, in Cina, produce 20 tonnellate di scarafaggi<br />

secchi all’anno). In alcuni casi è possibile ricorrere a un metodo<br />

intermedio: locuste, vespe e libellule vengono cresciute per una<br />

parte del loro ciclo vitale in condizioni controllate e poi liberate. In<br />

prospettiva, un’alternativa interessante potrebbe essere quella di<br />

identificare gli ingredienti attivi contenuti negli insetti e sviluppare<br />

metodi di sintesi industriale. Ad esempio, per ridurre la pressione<br />

sulle larve selvatiche di falena fantasma vengono ora ampiamente<br />

utilizzati gli estratti fermentati dei funghi Cordyceps sinensis.<br />

LINEE DI PRODUZIONE<br />

Tradizionalmente gli insetti medicinali venivano preparati<br />

semplicemente essiccandoli al sole e poi facendoli bollire<br />

o friggere prima dell’uso. Tuttavia questi metodi non<br />

sono sufficientemente igienici ed espongono i prodotti a<br />

contaminazione microbica. Con lo sviluppo dell’industria a scopo<br />

alimentare sono stati introdotti metodi più avanzati come la<br />

liofilizzazione, l’essiccazione in letti fluidi e la cottura in forno<br />

o a microonde. Per ottenere l’estrazione di proteine, lipidi e<br />

chitina vengono poi applicate tecniche di pressatura, estrazione<br />

assistita da ultrasuoni, plasma freddo e frazionamento a secco.<br />

Per ottenere prodotti medicinali, però, è necessaria un’ulteriore<br />

lavorazione per concentrare i componenti attivi. La progettazione<br />

dei flussi di lavoro, inoltre, deve essere estremamente precisa.<br />

Il successo dell’allevamento intensivo come risorsa medicinale<br />

dipende infatti dalla capacità di controllare con precisione le<br />

condizioni ambientali negli impianti di produzione. Aspetti come<br />

il bilancio energetico e di massa, la logistica e il tipo di processo<br />

adottato devono essere attentamente progettati fin dall’inizio<br />

per ottimizzare la resa garantendo nel contempo condizioni<br />

adatte alle esigenze degli insetti. A tal fine possono rivelarsi utili<br />

strumenti come l’analisi del ciclo di vita, i sistemi di modellazione<br />

e simulazione, la risk analysis e un approccio di “agricoltura di<br />

precisione”, basato sulla continua raccolta di dati e il monitoraggio<br />

in real time.<br />

Anche l’imballaggio gioca un ruolo chiave nel garantire qualità e<br />

sicurezza. Gli insetti ricchi di lipidi, infatti, rischiano facilmente di<br />

ossidarsi durante le fasi di lavorazione e stoccaggio, dando vita a<br />

sostanze potenzialmente tossiche. L’impiego di antiossidanti e di<br />

tecniche di confezionamento sottovuoto o in atmosfera protettiva<br />

si sono dimostrate efficaci per prevenire questo fenomeno. Anche<br />

un adeguato controllo dell’umidità può aiutare a inibire la crescita<br />

microbica, mantenendo intatte nel tempo le proprietà e l’attività<br />

degli insetti medicinali.<br />

Sebbene promettenti, prima che gli insetti diventino uno<br />

strumento efficace a disposizione dell’industria farmaceutica<br />

devono dunque essere risolti diversi problemi: sul lato clinico,<br />

con studi su larga scala che confermino efficacia e sicurezza<br />

sull’uomo di questi trattamenti, su quello ecologico, per evitare<br />

pressione sull’ambiente naturale e la competizione con la raccolta<br />

a scopo alimentare, e su quello produttivo, con soluzioni innovative<br />

che soddisfino le esigenze di un livello industriale garantendo la<br />

conformità alle restrittive norme del settore.<br />

pia<br />

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