Makinglife n.4 2023
Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.
Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.
- No tags were found...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
makinglife | settembre <strong>2023</strong><br />
Circolare<br />
fino in fondo<br />
Estrarre molecole<br />
attive dai residui<br />
della lavorazione<br />
agroalimentare può<br />
comportare impatti<br />
sull’ambiente che<br />
indeboliscono il valore del sistema<br />
circolare che si sta creando. Ma le<br />
alternative sostenibili sono già disponibili<br />
Valentina Guidi<br />
Le tecniche di estrazione<br />
di molecole funzionali<br />
possono avere un impatto<br />
ambientale tutt’altro che<br />
trascurabile. Ci si può<br />
allora trovare di fronte al<br />
paradosso di utilizzare<br />
scarti dell’industria<br />
agroalimentare impiegando<br />
processi ben poco ecologici<br />
e sostenibili per l’estrazione<br />
delle molecole funzionali,<br />
applicando quindi i dettami<br />
dell’economia circolare<br />
solo a metà. Nell’ambito<br />
del progetto FoodNet<br />
si è cercato di colmare<br />
questo gap. Abbiamo<br />
chiesto a Luca Campone,<br />
ricercatore e docente di<br />
chimica degli alimenti<br />
presso il Dipartimento di<br />
biotecnologie e bioscienze<br />
dell’Università degli<br />
Studi di Milano Bicocca,<br />
di raccontarci come<br />
funzionano le tecniche<br />
di estrazione a impatto<br />
ridotto.<br />
Su quali principi si basano<br />
le tecniche di estrazione<br />
verdi?<br />
Volendo entrare appieno<br />
nell’ottica dell’economia<br />
circolare, abbiamo deciso<br />
di affiancare al riutilizzo<br />
di scarti della filiera<br />
agroalimentare delle<br />
tecniche estrattive a<br />
basso impatto ambientale,<br />
in modo da rendere più<br />
ecologico ed efficiente<br />
il processo con cui si<br />
ottengono le molecole<br />
funzionali. Queste tecniche<br />
evitano l’utilizzo dei comuni<br />
solventi chimici che, oltre a<br />
un certo grado di tossicità,<br />
hanno un elevato impatto<br />
ambientale sia in fase di<br />
produzione sia in fase di<br />
smaltimento.<br />
In particolare mi riferisco<br />
alla Phwe (Pressurized<br />
hot water extraction) e<br />
alla Sfe (Supercritical<br />
fluid extraction). Nel primo<br />
caso come solvente viene<br />
utilizzata principalmente<br />
l’acqua, le cui proprietà<br />
chimico fisiche vengono<br />
modificate sottoponendola<br />
a temperature e pressioni<br />
specifiche. Nella seconda<br />
tecnica la protagonista è<br />
l’anidride carbonica che,<br />
ancora una volta sottoposta<br />
a temperature e pressioni<br />
particolari, diventa fluida e<br />
agisce da solvente.<br />
Le due tecniche si basano<br />
quindi su composti<br />
assolutamente innocui<br />
per l’organismo, atossici<br />
ed economici e sono<br />
complementari: se la<br />
molecola da estrarre<br />
ha caratteristiche che<br />
la rendono polare o<br />
mediamente polare si usa<br />
la Phwe, se tende invece<br />
a essere più apolare si<br />
sceglie la Sfe.<br />
Il vantaggio di queste<br />
tecniche sembra evidente<br />
ma quali sono gli<br />
svantaggi?<br />
Per le aziende possono<br />
essere grosso modo tre<br />
le criticità che frenano<br />
l’attuazione di queste<br />
tecniche. Innanzitutto<br />
l’investimento iniziale<br />
necessario per la<br />
strumentazione: gli<br />
impianti per lavorare<br />
con tecniche del genere<br />
sono piuttosto costosi.<br />
In secondo luogo sono<br />
necessarie competenze<br />
specifiche. Pur non essendo<br />
tecniche scoperte di<br />
recente, le competenze da<br />
possedere per maneggiarle<br />
efficacemente sono ancora<br />
rare nelle aziende e la loro<br />
implementazione richiede<br />
quindi l’assunzione di<br />
personale dedicato. Infine<br />
esiste una resistenza<br />
culturale: spesso infatti non<br />
si è a conoscenza dei reali<br />
vantaggi di queste tecniche<br />
oppure si resta legati alla<br />
sicurezza e alla comodità<br />
della strada già battuta.<br />
Eppure l’impiego di queste<br />
tecniche, oltre a permettere<br />
di accedere a diversi<br />
finanziamenti stanziati<br />
dall’Unione europea, è<br />
molto vantaggioso a lungo<br />
temine, anche dal punto<br />
di vista economico. E<br />
cavalcare una tendenza<br />
come la riduzione<br />
dell’impatto ambientale<br />
permetterebbe di diventare<br />
leader sul mercato prima<br />
delle altre aziende.<br />
29