Makinglife n.4 2023
Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.
Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.
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makinglife | settembre <strong>2023</strong><br />
Applicare le scienze omiche<br />
alla nutrizione.<br />
Un’idea che racchiude<br />
tutto l’enorme potenziale<br />
della foodomica,<br />
innovativo approccio che<br />
si basa sulle tecnologie<br />
avanzate per migliorare le<br />
conoscenze che ruotano<br />
intorno all’alimentazione<br />
e per sviluppare prodotti<br />
funzionali realmente<br />
efficaci. Un nuovo approccio<br />
tecnologico messo in<br />
pratica con successo dal<br />
progetto FoodNet, guidato<br />
dall’Università degli Studi<br />
di Milano Bicocca, che<br />
ha visto la nascita di una<br />
piattaforma di foodomica<br />
in cui l’università potesse<br />
supportare le imprese<br />
nell’attività scientifica e<br />
produttiva.<br />
Il progetto, finanziato da<br />
Regione Lombardia, è<br />
nato per elaborare linee<br />
guida volte alla produzione<br />
di alimenti funzionali<br />
efficaci e accessibili<br />
indirizzati alla popolazione<br />
over 65 della città<br />
metropolitana di Milano.<br />
Il lavoro multidisciplinare<br />
ha coinvolto diversi<br />
dipartimenti universitari<br />
e realtà aziendali, con<br />
l’obiettivo comune di<br />
indagare le esigenze<br />
della popolazione target<br />
e identificare ingredienti<br />
funzionali su matrici<br />
vegetali, anche seguendo<br />
le logiche dell’economia<br />
circolare, da utilizzare in<br />
nuovi prodotti sottoposti<br />
a rigorosi controlli di<br />
efficacia.<br />
Una storia raccontata per<br />
noi da Massimo Labra,<br />
professore ordinario<br />
presso il Dipartimento di<br />
Biotecnologie e Bioscienze<br />
dell’Università degli Studi di<br />
Milano Bicocca e referente<br />
della sezione Food,<br />
environment, biodiversity<br />
and biotechnology di<br />
Best4Food (Bicocca cEnter<br />
of Science and Technology<br />
for FOOD).<br />
Il progetto FoodNet<br />
ha visto l’università<br />
affiancare l’industria<br />
per produrre alimenti<br />
funzionali innovativi: la<br />
sinergia ha dato i suoi<br />
frutti?<br />
Decisamente sì. Attraverso<br />
la piattaforma di FoodNet<br />
l’università ha scelto di<br />
mettere a disposizione<br />
delle aziende le proprie<br />
competenze e le proprie<br />
attrezzature. In questo<br />
modo l’innovazione ha<br />
potuto prendere vita sotto<br />
diverse forme, come la<br />
produzione di nuove linee di<br />
prodotti che sono arrivate<br />
alla commercializzazione<br />
e l’innovazione delle<br />
metodologie produttive<br />
delle aziende coinvolte.<br />
Ma la sinergia è andata ben<br />
oltre i processi produttivi.<br />
Ci sono state infatti<br />
assunzioni di giovani che le<br />
imprese hanno conosciuto<br />
durante la collaborazione<br />
“<br />
DIMOSTRARE CHE<br />
GLI INGREDIENTI<br />
FUNZIONALI POSSONO<br />
ESSERE DAVVERO<br />
EFFICACI È IMPORTANTE<br />
PER DIFFONDERE<br />
LE PIÙ RECENTI<br />
CONOSCENZE LEGATE<br />
ALLA NUTRIZIONE E<br />
SFATARE I FALSI MITI<br />
al progetto e dei quali<br />
hanno potuto testare sul<br />
campo le capacità. Inoltre,<br />
si è venuta a creare una<br />
rete di co-marketing tra<br />
aziende che sono entrate in<br />
contatto proprio grazie alla<br />
piattaforma.<br />
Quali sono stati i successi<br />
più rilevanti del progetto?<br />
Un grosso successo è stato<br />
sicuramente l’inserimento<br />
lavorativo dei giovani.<br />
Diversi studenti che hanno<br />
partecipato al progetto<br />
hanno infatti trovato spazio<br />
nelle imprese coinvolte.<br />
Inoltre la filiera generata<br />
da FoodNet è rimasta<br />
attiva anche dopo la<br />
conclusione del progetto, a<br />
dimostrazione del valore e<br />
dell’importanza delle idee<br />
di base. Infine, non bisogna<br />
tralasciare l’aspetto<br />
culturale: dimostrare che<br />
gli ingredienti funzionali<br />
possono essere davvero<br />
efficaci è importante per<br />
diffondere le più recenti<br />
conoscenze legate alla<br />
nutrizione e sfatare i falsi<br />
miti.<br />
Quali sono le sfide più<br />
difficili poste dalla nascita<br />
di un nuovo ingrediente<br />
funzionale di origine<br />
vegetale?<br />
Un primo scoglio è<br />
sicuramente di tipo tecnico.<br />
Quando si ha a che fare con<br />
materie prime di origine<br />
naturale bisogna infatti<br />
sempre fare i conti con una<br />
certa variabilità.<br />
A parità di metodo e<br />
di condizioni la resa<br />
del processo non è<br />
sempre la stessa e la<br />
standardizzazione diventa<br />
difficile.<br />
Vi sono poi alcune difficoltà<br />
legate alla situazione<br />
normativa: il fatto che<br />
non sia obbligatorio<br />
testare l’efficacia degli<br />
integratori prima della<br />
vendita potrebbe risultare<br />
controproducente per il<br />
mercato e determinare<br />
una certa sfiducia nei<br />
consumatori rispetto alle<br />
conoscenze scientifiche che<br />
stanno dietro la produzione<br />
di un nutraceutico.<br />
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