07.09.2023 Views

Makinglife n.4 2023

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

Nell'ottica dell'economia circolare, il semplice recupero e riutilizzo dei prodotti non è più sufficiente. È fondamentale ricavare dagli scarti e dai sottoprodotti il massimo valore possibile. Ad esempio valorizzando i composti bioattivi contenuti negli scarti agroalimentari per produrre sostanze attive da utilizzare per la nutraceutica, la cosmesi e l’industria alimentare.

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la percezione di qualità è basata sui risultati più che sulle<br />

attese – il mondo dell’integrazione e quello della cosmesi<br />

funzionale possono fungere da volano per tutto il sistema<br />

della produzioni agricole e trasformazioni primarie.<br />

È sempre più necessario muoversi verso una validazione<br />

basata sulle evidenze del ruolo dell’integrazione e della<br />

cosmesi funzionale. Nel workshop, quindi, verranno toccati<br />

temi relativi al perché la filiera biologica può fornire prodotti<br />

qualitativamente migliori rispetto a una filiera convenzionale<br />

e, se è questo il caso, quali devono essere le condizioni di<br />

lavorazione, di raccolta, di gestione del prodotto primario.<br />

Solo per citare alcuni esempi di temi trattati: la coltivazione<br />

biologica può fornire un pool di metaboliti secondari più<br />

ampio e migliore qualitativamente rispetto alla filiera<br />

convenzionale o intensiva? Come è possibile misurare questo<br />

vantaggio?<br />

Il consumatore recepisce la consapevolezza – su cui oramai<br />

c’è ampio consenso – che una coltivazione e una produzione<br />

primaria rispettose della biodiversità promuovono<br />

l’interazione tra piante, animali e batteri, favoriscono la<br />

selezione di sementi e animali con maggior longevità e<br />

resistenza a malattie, diminuendo il ricorso a pesticidi e<br />

antibiotici? Ecco, una risposta a queste (e diverse altre)<br />

domande consente con grande probabilità di evitare il rischio<br />

che l’intera filiera (dal campo all’integratore) venga percepita<br />

come il risultato di un “bio-washing”, un’etichetta che via<br />

via perde il significato di specificità, e permette invece<br />

che il prodotto della filiera venga veramente riconosciuto<br />

come avente valore aggiunto sia per la funzione specifica<br />

(integrazione, cosmesi), sia per l’impatto generale sul<br />

benessere dell’ambiente, degli animali, della biodiversità e<br />

del risparmio di suolo.<br />

che contribuisce a spostare la competizione sulla qualità<br />

del prodotto piuttosto che sul suo prezzo e che quindi una<br />

sua efficiente implementazione consente nel medio termine<br />

importanti ricadute sul contenuto di innovazione e di qualità<br />

del prodotto rivolto al consumatore. Il consumatore deve<br />

poter immediatamente apprezzare che l’etichetta “fair and<br />

sustainable trade” non è solo l’ennesimo “washing” etico, ma<br />

è impegno da parte del produttore a spostare la capacità di<br />

mercato dalla riduzione di prezzo alla qualità – complessiva<br />

– del prodotto. Se in una prima fase molti consumatori<br />

possono esser disposti a pagare un sovrapprezzo per un<br />

contenuto di equità del prodotto, nel lungo termine questo<br />

diventa insostenibile se non associato a un chiaro valore<br />

qualitativo.<br />

Ecco quindi che le filiere biologiche e l’eticità ed equità della<br />

filiera non devono esser viste come vincoli che incidono sul<br />

costo e sul prezzo, ma come opportunità che guidano costo e<br />

prezzo su elementi di qualità.<br />

La condivisione su questi temi è essenziale e produttori,<br />

trasformatori e innovatori devono esser a conoscenza delle<br />

opportunità che l’intera filiera, e non solo parti omogenee di<br />

essa, offrono.<br />

INSAFE offre questa opportunità di condivisione e confronto<br />

su temi che saranno cruciali per il futuro di un comparto<br />

industriale e tecnologico strategico per il Paese.<br />

...E DELLA FILIERA ETICA<br />

Egualmente importante, seppur non direttamente legato agli<br />

aspetti della filiera biologica, il tema del contenuto “etico” del<br />

prodotto. Un prodotto – sia esso un alimento, un integratore,<br />

un cosmetico funzionale – non deve esser portatore di<br />

sofferenza, ingiustizia, sfruttamento dei lavoratori. Questa<br />

affermazione probabilmente trova tutti d’accordo sul piano<br />

morale, ma occorre riflettere che una filiera etica è una filiera<br />

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