Sant’Andrea fra “Coti”e trasparenzeSilvestre FerruzziLanciato nel mare come una freccia di smeraldo scoccata dalla mano del vento,Capo Sant’Andrea costituisce il primo rilevante promontorio nordoccidentaledell’Elba; il suo nome compare già nel Medioevo e, secondo lo storico MuzioMurzi, potrebbe derivare dall’invocazione all’apostolo Andrea, protettore deinaviganti, che gli antichi marinai facevano prima di affrontare il mare apertoverso la Corsica. In ogni caso, nella località si trova la Cappella di Sant’Andreadel 1726 e la Cappella di San Gaetano del 1741; non è da escludere che la cappelladedicata all’apostolo Andrea sia stata edificata sulle tracce di una precedentestruttura medievale. Punto dall’estrema importanza strategica, forte nella suacompatta natura granodioritica sublimata nel paesaggio lunare delle Cote Piane,il promontorio di Sant’Andrea ha rappresentato parte attiva nella storia dell’isolacon i suoi scontri navali a partire dal XII secolo. Sulla punta esiste il basso edificiodella Guardia di Sant’Andrea o Forte di Sant’Andrea, che insiste probabilmentesu una cinquecentesca postazione di vedetta contro gli assalti turchi, poi riuti-34 ENJOY ELBA AND THE TUSCAN ARCHIPELAGO 2023lizzata come stazione di vedetta dellaRegia Marina. In mare, nei pressi dellecui rive abbondavano gli «schiùmoli»di ferro, giacciono due relitti navalidi età romana, che con le loro anforetrovarono pace sulle sabbie di questifondali; uno di essi, scoperto nel 1958a ridosso delle Cote Piane, trasportavaanfore vinarie nei cui opercoli di calceerano impressi «C VIBIVS M» e «M FVRVIN». E su tutto aleggia un incantevolescenario che si svolge tra la Punta dellaZanca con la sua antica vedetta dellaGuardia della Zanca (presso cui sorse
Foto ©AdrianoLocciuna postazione della seconda guerramondiale), la subacquea Secca delCareno assieme agli scogli della Tartana,alla micidiale Testa di Cane e alleaffioranti Formiche della Zanca o Isoledi Capo Bianco. E ancora, procedendoverso oriente, la costa svela la formazionerocciosa antropomorfa del Papa– in parte abbattuta da una mareggiatanel 1980 – e la Grotta del Papa, la Grottadell’Acqua Dentro, i dirupi del Serrone,del Monte di Saurino, dei Sassi Barati(«scogli crollati») con la grotta cheoffrì rifugio durante la seconda guerramondiale, di Cadicarletto («cala di Carletto»),del Pozzo delle Murene, dellagrotticella marina detta Chiesa degliEbrei, del fondale dei Bianchi e Neri(per via del contrasto tra le scure fogliedi «Posidonia oceanica» e la sabbia). Epoi gli Schiùmoli, la Fiumarella, il Ficodi Toninello, la Fornace per la calce, iPradi con la fonte, i Tramarìggini («tamerici»),il basso scoglio del Cacatizzo,il Porto, il Calello, la Cala di Coniglietto,le Spianate e, più in alto, la Cote deiVentrazzi (formazione rocciosa ubicatalungo il Fosso di Sant’Andrea su cui venivanolavate le interiora degli animalimacellati), i Salvatici (castagni noninnestati), i Canali, il Renaio e le Campelle.Nel breve entroterra sono presentialtre località come Ficaccio, Ortodi Prete Michele, Sambucaccia, SanLa spiaggia del Cotoncello.Sughero, Pastorecce (in Corsica le «pasturìcciule»sono quartieri pastoraliprimaverili), Baroni (da «barare», «crollare»in riferimento ai pendii), Campoal Castagno, Macèndole (la «macèndola»,dal latino «machinula», era un cavallettodi legno per tagliare la canapaessiccata dopo l’immersione in vaschedette «maceratoie»), con il Ponte dellaScalinata e il Ponte dei Righi, entrambidel 1928. Quest’ultimo prende il nomedalla famiglia Righi, una delle tanteche dall’Appennino modenese giunseroall’Elba in cerca di lavoro; questi«lombardi», come erroneamente venivanochiamati dagli isolani, in invernolasciavano i loro paesi montani, ricopertida una spessa coltre di neve, perspingersi anche molto lontano dallaloro terra, lavorando come carbonaie boscaioli. I «lombardi», poi, introdusserodei nuovi strumenti boschivinel contesto elbano, come la roncolain sostituzione dell’isolana «ristaia»(dal latino «falx rustaria»), simile maassai più rudimentale. Furono proprioalcuni di questi operai che abitarono, aSant’Andrea, nel cosiddetto Magazzinodei Lombardi, e che vi lasciarono scrittee date realizzate sulle pareti internecon dei pezzetti di carbone; un modoper raccontare la nostalgia per il paese,per gli amici e la famiglia lontana. Mail territorio santandrese riserva altriFoto ©AdrianoLocciluoghi, altri microcosmi preziosi; nelvicino e caratteristico abitato dellaZanca si trova la Cappella di SantaMaria Assunta, nota localmente comeSant’Assunta, mentre nella boscosaValle della Noce esiste la minuscolaCappella della Madonna del Rosario;un’ulteriore cappella sorgeva forse trala Zanca e Patresi, laddove è attestatoquel toponimo San Carlo che comparein una vecchia mappa catastale. Adoriente di Sant’Andrea la costa proseguecon il roccioso promontorio delCotoncello – toponimo attestato dalCinquecento e derivante da «cote» – ele sue meravigliose trasparenze dimare, con l’attigua località Chiesa,dall’etimologia controversa. E ancoral’Acqua della Madonna (una spiaggettacon torrentello che nasce dall’area delsantuario della Madonna del Monte),la vasta Cala di Selvana, Calafuria conla soprastante miniera di calcopiritedetta Cava dell’Oro, la Punta Cantonale,la Fontina, lo Scoglio del Leccioncino,i precipizi della Magona (ossia «franadi terra»), il Capannello delle Liti e laPunta di Tonno con le Tonnaie, localitàche venivano probabilmente utilizzatecome luoghi di avvistamento dei tonni.Oltre ancora, la Punta della Gioma,dall’oscura derivazione e dalla rossastracolorazione delle sue dure argille,e l’insenatura della Cala con le sue vecchiecase («edificati» in un documentodel 1820) presso un poetico canneto inriva al mare. Alta su questa lussureggiantee splendida costiera verde e azzurra,si trova la località del Maciarello,originariamente Macerello (toponimoche deriva dal termine latino «maceria»,«frana rocciosa»), collegabileall’elbano «macéo»; vi sorge la Cappelladi San Mauro, del 1754, ma rimaneggiata.Altre località vicine sono i Molinelli,i Màgheri («terreni magri»), Teramo(dall’oscura derivazione), le casedell’Aia e della Conca. Quest’ultimalocalità prende il nome da una vastaconcavità orografica volta a settentrione;vi si trova la Cappella di Sant’Anna,del 1730, voluta dalla famiglia Sardi.Più a monte sorge il piccolo centroabitato, già attestato durante la primaCULTURE AND ARTS 35
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