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Caccia e Natura - Anno 2023 - Numero 1

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POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE AUT. MBPA/C/024/2019 - CENTRO - ROMA - N. 1/<strong>2023</strong> – PERIODICO ROC<br />

C N<br />

accia e<br />

ANNO XLV<br />

n. 1/<strong>2023</strong><br />

atura<br />

PERIODICO DELL’UNIONE NAZIONALE<br />

ENALCACCIA PESCA E TIRO<br />

ALLARME PREDATORI<br />

PAROLE D’ORDINE:<br />

GESTIONE E CONTROLLO<br />

• CHE COSA SI FA IN EUROPA<br />

• L’ENALCACCIA AD AREZZO<br />

NEL COMITATO D’EMERGENZA<br />

PESTE SUINA AFRICANA<br />

SERVE UN’AZIONE PIÙ INCISIVA<br />

ARMI<br />

CARTUCCE E POLVERE DA SPARO:<br />

FACCIAMO CHIAREZZA


C N<br />

accia e<br />

Direzione, redazione e amministrazione:<br />

Via La Spezia, 35 – 00182 Roma - Casella Postale n. 4208;<br />

Tel. 06/ 77.20.14.67-68-69; Fax 06/ 77.20.14.56<br />

Iscrizione all’ex Registro Nazionale della stampa<br />

ora confluito nel R.O.C. numero 31769<br />

Rivista quadrimestrale, registrazione del Tribunale<br />

di Roma n 17580 dell’11 marzo 1979.<br />

Tariffa R.O.C.: Poste Italiane S.p.A.<br />

Spedizione in abbonamento Postale – D.L. 353/2003<br />

(conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, DCB (Roma)<br />

Idee e opinioni espresse negli articoli riflettono<br />

il pensiero degli autori e non necessariamente<br />

la posizione della rivista.<br />

Editore<br />

Unione Nazionale Enalcaccia Pesca e Tiro<br />

Via La Spezia, 35 - 00182 ROMA<br />

Tel. 06/ 77.20.14.67-68-69 - Fax 06/ 77.20.14.56<br />

Direttore responsabile<br />

Gianfranco FULGENZI<br />

cacciaenatura@enalcaccianazionale.it<br />

Comitato editoriale<br />

Santo DIANO<br />

atura<br />

cacciaenatura@enalcaccianazionale.it<br />

PERIODICO DELL’UNIONE NAZIONALE<br />

ENALCACCIA PESCA E TIRO<br />

Iacopo PIANTINI<br />

Editing e impaginazione<br />

Editoriale C&C S.r.l.<br />

Via Molise, 3<br />

20085 Locate di Triulzi - Milano<br />

info@editorialecec.com<br />

Stampa:<br />

Vela Web S.r.l.<br />

Via N. Copernico 8, 20082 Binasco (MI)<br />

Foto di copertina: Roberto Ronutti e Denis Sorarù<br />

PERIODICO DELL’UNIONE NAZIONALE<br />

ENALCACCIA PESCA E TIRO<br />

Presidenza Nazionale<br />

presidenza@enalcaccianazionale.it<br />

PEC<br />

enalcacciapresidenzanazionale@pec.it<br />

Amministrazione<br />

amministrazione@enalcaccianazionale.it<br />

Sinistri e infortuni<br />

sinistri@enalcaccianazionale.it<br />

Tesseramento<br />

tesseramento@enalcaccianazionale.it<br />

Info<br />

info@enalcaccianazionale.it<br />

Sito internet<br />

www.enalcaccianazionale.it<br />

sitointernet@enalcaccianazionale.it<br />

SOMMARIO<br />

3 EDITORIALE<br />

di Lamberto Cardia<br />

Presidente Nazionale U. N. Enalcaccia - P. T.<br />

4 NOTIZIE CACCIA & NATURA<br />

Calendari venatori, i key concepts italiani sono<br />

da modificare<br />

Tutela di fauna e ambiente? No, solo richieste<br />

ideologiche<br />

Torna <strong>Caccia</strong> Village a Bastia Umbra, Enalcaccia<br />

fiore all’occhiello<br />

Modificata la legge 157/92<br />

La caccia è una risorsa che vale 8,5 miliardi<br />

10 ALLARME PREDATORI<br />

Parole d’ordine: gestione e controllo<br />

Come intervengono in Europa per evitare<br />

il sovrappopolamento<br />

Quando su lupi e orsi c’era una taglia<br />

18 ALLARME PREDATORI<br />

Il fondamentale sostegno dell’Enalcaccia<br />

al Comitato “Emergenza lupo Arezzo”<br />

di Iacopo Piantini<br />

20 PESTE SUINA AFRICANA<br />

Nuovo Commissario e nuova Ordinanza<br />

per combattere l’epidemia<br />

a cura di Enalcaccia Nazionale<br />

Tanti soldi pubblici spesi, ma finora pochi risultati<br />

di Marcello Montagner<br />

22 ARMI<br />

Cartucce e polvere da sparo: occhio alla quantità<br />

di Santo Diano<br />

Piombo e zone umide: tutte le regole del divieto<br />

20 VITA DELL’ASSOCIAZIONE


EDITORIALE<br />

Pericolose fibrillazioni<br />

venatorio sta vivendo un periodo di<br />

mutamenti progressivi e di qualche interno, pericoloso<br />

L’Associazionismo<br />

distinguo. È da auspicare che, a fronte di una ritrovata<br />

attenzione di Governo e Parlamento, nonché di sensibilità Regionali,<br />

che si stanno traducendo in norme di legge efficaci e in<br />

progressivo sviluppo, non si debba assistere a pericolose fibrillazioni<br />

che potrebbero indebolire il fronte compatto riunito nella<br />

Cabina di Regia che ha consentito di fronteggiare e rendere inefficaci<br />

le non mai sopìte iniziative anticaccia, spesso camuffate da<br />

una volontà di tutela dell’ambiente e della fauna e da ultimo, da<br />

una rinnovata difesa del cosiddetto mondo animale, quasi che<br />

il cacciatore non fosse il primo difensore della natura, dell’ambiente<br />

e della fauna e il più appassionato amico del suo ausiliare.<br />

Perché questo richiamo all’unità di intenti e ad un operare comune<br />

determinato e tempestivo?<br />

Questa premessa che può apparire solo confermativa di affermazioni<br />

più volte ripetute, è necessaria per ribadire l’esigenza di<br />

un operare comune, leale ed attivo dell’Associazionismo venatorio<br />

per una continuità di difesa contro azioni concrete (leggi:<br />

rinnovati referendum e ricorsi sempre più frequenti e cavillosi<br />

ai Tribunali Amministrativi, con motivazioni spesso legate a interpretazioni<br />

di pareri ISPRA, considerati vincolanti ma nella<br />

realtà giuridica solo obbligatori).<br />

Riscontrata finalmente una sensibilità politica per la difesa di<br />

una corretta attività venatoria, unita a quella per la ruralità, per<br />

l’ambiente e per la salute pubblica, specie in presenza della diffusione<br />

della peste suina e dell’espandersi in quantità emergenziali<br />

di cinghiali, lupi, corvidi e quanti altri e in alcune zone financo<br />

di orsi pericolosi, si assiste, però, ad una rincorsa ad accordi che<br />

appaiono più finalizzati “ad escludendum” e alla individuazione<br />

di integrazioni e modalità tendenti a limitare la presenza di<br />

alcune Associazioni in Organismi in via di ricostituzione, ricercando<br />

la affermazione/potenziamento di una o due sole Associazioni;<br />

finalità che, se realizzata, è in grado di produrre più<br />

risentimenti e distinguo che non vantaggi alla causa comune; la<br />

difesa della caccia e di ogni interesse connesso richiede, oggi più<br />

di ieri, di fare fronte comune!<br />

Non è pensabile il ritorno a una Associazione Unica, come in<br />

passato, né un depotenziamento delle Associazioni esistenti,<br />

ricercando privilegi che verrebbero solo a minare la ricercata<br />

unione, esistente specie in Cabina di Regia e i positivi sviluppi<br />

dell’azione della sempre più attiva Fondazione UNA, utile strumento,<br />

specie, ma non solo, per potenziare ricerca e sviluppo.<br />

Oggi i problemi di maggiore rilievo, oltre alla difesa dai rinnovati<br />

referendum anticaccia, di cui parlerò a seguire, riguardano<br />

la tempestiva difesa contro il rinvio dei calendari venatori, la attuazione<br />

di un Piano strategico Nazionale per le Politiche Agricole<br />

comuni, il confronto con Governo, Parlamento e Regioni<br />

sui piani di interesse comune (tortora, allodola e altre specie) e<br />

l’azione di contrasto e di eradicazione della peste suina, anche<br />

facilitando e potenziando la distruzione di carcasse infette.<br />

Una attenzione a sé meritano gli accordi Coldiretti-CNCN e<br />

la fermezza con la quale è stata dichiarata la difesa integrale<br />

dell’art. 842 del Codice Civile.<br />

In proposito è anche da meditare sugli effetti che una sua eliminazione<br />

dal ruolo del diritto italiano produrrebbe (solo a titolo<br />

indicativo i terreni diventerebbero riserva personale di un gruppo<br />

di pochi, ma i danni prodotti dalla selvaggina, quale “Res<br />

Nullius” da chi sarebbero sostenuti?).<br />

Tale accordo, pertanto, potrà essere di utilità per tutti, fermi<br />

restando i principi del richiamato art. 842 e la qualifica della<br />

selvaggina appunto quale “Res Nullius”. In proposito ulteriori,<br />

esplicite conferme sarebbero di indiscutibile utilità.<br />

È anche da ricordare la rinnovata presentazione di Referendum<br />

da parte della LAV e di altre cosiddette Associazioni Anticaccia.<br />

Il trascorrere del tempo sembra non produrre effetti di ripensamento<br />

di Associazioni esistenti e/o rappresentative solo di un<br />

ridotto numero di soggetti, tutte animate dalla volontà di raccogliere<br />

firme per la eliminazione dell’attività venatoria utilizzando<br />

lo strumento del Referendum che oggi, grazie alla sottoscrizione<br />

on line, ritengono abbia maggiore possibilità di successo.<br />

Tali raggruppamenti che sembrano vivere solo in quanto finalizzati<br />

alla lotta contro la caccia, non meditando sui fallimentari<br />

risultati di recenti tentativi di Referendum, alcuni velleitari, altri<br />

più mirati, nella ricerca di un successo che giustifichi la loro<br />

esistenza, hanno di nuovo presentato richiesta di referendum<br />

abrogativo, relativo, in primis, all’art. 842 C.C. e ad alcuni articoli<br />

della legge n. 157/1992, e poi all’art.19-ter delle disposizioni<br />

transitorie del codice penale, introdotto dall’art.3 della legge<br />

n.189/04 (in virtù del quale le disposizioni del Codice penale<br />

relative ai delitti contro il sentimento degli animali non si applicano,<br />

tra gli altri, ai casi in materia di caccia).<br />

È da segnalare infine quanto da ultimo accaduto a proposito del<br />

fondo ex art. 24 legge n. 157/1992 istituito presso il Ministero<br />

dell’economia e delle finanze.<br />

Secondo la predetta disposizione il fondo viene ripartito nel seguente<br />

modo:<br />

“a) 4 per cento per il funzionamento e l’espletamento dei compiti<br />

istituzionali del Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale;<br />

b) 1 per cento per il pagamento della quota di adesione dello Stato<br />

italiano al Consiglio internazionale della caccia e della conservazione<br />

della selvaggina;<br />

c) 95 per cento fra le associazioni venatorie nazionali riconosciute,<br />

in proporzione alla rispettiva, documentata consistenza<br />

associativa”.<br />

Con l’art. 1 comma 449 della legge di bilancio n.197/22 (G.U.<br />

n. 303/2022 - Suppl. ord. n. 43/L), il predetto fondo è stato<br />

incrementato ed in particolare è stato stabilito che “Al fine di<br />

fronteggiare l’emergenza esistente nel territorio nazionale riferita<br />

ai danni causati dalla fauna selvatica, con particolare riguardo a<br />

quelli causati da ungulati, il fondo di cui all’articolo 24 della legge<br />

11 febbraio 1992, n. 157, è incrementato di 500.000 euro annui a<br />

decorrere dall’anno <strong>2023</strong>”.<br />

Tuttavia, incredibilmente ed inspiegabilmente si è poi assistito<br />

alla ripubblicazione (G.U. N.12/23 - Suppl. ord. n. 3) del testo<br />

della Legge di bilancio corredato delle note redatte dall’Amministrazione<br />

competente al solo fine (così risulta) di facilitare la<br />

lettura delle disposizioni della legge cui si riferiscono.<br />

Per effetto di tale ripubblicazione è stato “chiarito” che il previsto<br />

incremento del fondo di· cui all’art. 1 comma 449 è destinato al<br />

solo Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale, sebbene il<br />

predetto articolo richiami l’art. 24 della legge n. 157/1992 senza<br />

alcun distinguo!<br />

In questo caso, quindi, si è assistito non ad un semplice chiarimento<br />

della disposizione di legge (anche perché il richiamo<br />

all’art. 24 della legge sulla caccia è di per sé già molto chiaro), ma<br />

a una vera e propria modifica, seppur parziale, di destinazione<br />

del predetto incremento senza la necessaria emanazione e pubblicazione<br />

di alcuna nuova legge!!<br />

Tale incredibile modo di procedere può privare le Associazioni<br />

Venatorie Nazionali Riconosciute del previsto incremento statuito<br />

dalla legge pubblicata sul richiamato Supplemento ordinario n. 43/L<br />

della G. U. n. 303/22, incremento ben necessario anche per l’espandersi<br />

di compiti finalizzati al contrasto della peste suina, alle specie<br />

nocive e da ultimo di concorrere alla tutela della salute pubblica.<br />

Lamberto Cardia<br />

Presidente Nazionale<br />

U. N. Enalcaccia - P. T.<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong><br />

3


ATTIVITÀ DELLA CABINA DI REGIA UNITARIA DEL MONDO VENATORIO<br />

© Jordi Mora / shutterstock<br />

CALENDARI VENATORI, I KEY<br />

CONCEPTS ITALIANI SONO<br />

DA MODIFICARE<br />

In vista della prossima stagione venatoria la Cabina di<br />

Regia, che riunisce Fidc, Enalcaccia, AnuuMigratoristi,<br />

Libera <strong>Caccia</strong>, Italcaccia e il Comitato Nazionale<br />

<strong>Caccia</strong> e <strong>Natura</strong> (CNCN) ha inviato una lettera ai Ministri<br />

dell’Ambiente e delle Politiche Agricole, Gilberto<br />

Pichetto Fratin e Francesco Lollobrigida, perchè si<br />

attivino per risolvere le incongruenze e gli errori delle<br />

passate stagioni. Di seguito pubblichiamo il testo del<br />

documento.<br />

Le scriventi Associazioni Nazionali (Federcaccia,<br />

Enalcaccia, AnuuMigratoristi, Associazione Nazionale<br />

Libera <strong>Caccia</strong>, Italcaccia) e il Comitato Nazionale<br />

<strong>Caccia</strong> e <strong>Natura</strong> (CNCN) riunite nella Cabina di Regia<br />

Unitaria del Mondo Venatorio, desiderano richiamare<br />

la Loro personale attenzione su questioni di maggiore<br />

rilevanza ed urgenza in materia venatoria e fornire<br />

su ciascuna di esse un esperto contributo atto a porre<br />

fine a errori, incongruenze ed ai dannosi effetti che<br />

una mancanza di corretta analisi e di concertato esame<br />

stanno producendo ed ancor più possono produrre<br />

senza interventi autorevoli, tempestivi e adeguatamente<br />

motivati, per i quali si conferma ancora una volta la<br />

nostra piena disponibilità collaborativa.<br />

Prima fra tutte, riteniamo sia urgentissima una presa<br />

di posizione del Governo italiano, in particolare dei<br />

Ministeri dell’Ambiente e Agricoltura congiunti, affinché<br />

giunga comunicazione alle Regioni Italiane per<br />

legittimare le date di apertura e chiusura della stagione<br />

venatoria previste dalla Legge Nazionale. Parimenti<br />

ravvisiamo l’impellenza di una azione tempestiva nei<br />

confronti della Commissione Europea al fine di modificare<br />

le date di inizio migrazione stabilite nel nuovo<br />

documento Key Concepts, oltre ad un intervento per<br />

l’approvazione corretta dei Piani di gestione delle specie<br />

moriglione e pavoncella.<br />

Il processo di modifica del documento Key concepts,<br />

svoltosi dal 2018 al 2021, non ha seguìto in Italia le<br />

procedure di condivisione con i portatori d’interesse,<br />

come raccomandato invece dalla Commissione Europea,<br />

né la scala di priorità nei riferimenti scientifici,<br />

sempre indicata dalla Commissione. Le proposte di<br />

modifica sono state inviate dal Ministero dell’Ambiente<br />

senza la concertazione chiesta dalle Regioni, dal<br />

Ministero delle Politiche Agricole e dalle Associazioni<br />

Venatorie, e i riferimenti utilizzati sono stati rapporti<br />

interni dell’Ispra mai pubblicati, e in alcuni casi addirittura<br />

gli stessi dati utilizzati nel 2001, per identificare<br />

una decade diversa. Il risultato ottenuto è stato<br />

di fatto quello di avere decadi d’inizio migrazione di<br />

molte specie anticipate da venti a cinquanta giorni rispetto<br />

a quelle dei paesi vicini o di latitudine simile.<br />

La conseguenza è che, proprio a causa delle posizioni<br />

italiane, per le specie oggetto delle modifiche, non si è<br />

raggiunto il risultato di dati omogenei per areali transnazionali,<br />

auspicato dalla Commissione, che ha dovuto<br />

spiegare le discrepanze con la possibilità di avere<br />

confuso, da parte delle Autorità italiane, i movimenti<br />

invernali non migratori con l’inizio della vera e propria<br />

migrazione. Un altro risultato negativo è che oggi<br />

i KC italiani e i pareri Ispra sono incoerenti con le date<br />

4 CaCCia e <strong>Natura</strong>


dell’articolo 18 della legge 157/92, che non è stata modificato<br />

su questi punti.<br />

Come noto, tale situazione causa da 12 anni continui<br />

contenziosi con la Giustizia Amministrativa fra Regioni<br />

e associazioni animal-ambientaliste, e riteniamo<br />

che sia compito della politica far terminare questo<br />

dispendio di tempo e denaro su un tema facilmente<br />

risolvibile. Il problema è stato già segnalato alla Commissione<br />

Europea dal precedente Ministro della Transizione<br />

Ecologica Roberto Cingolani Lo Stato italiano,<br />

a nostro parere, dovrebbe agire urgentemente secondo<br />

queste proposte:<br />

- Inviare una circolare, o ancora meglio un decreto ministeriale<br />

congiunto, a tutte le Regioni Italiane, in cui<br />

si fa presente di avere preso atto dell’inaffidabilità dei<br />

Key Concepts italiani 2021, a seguito delle valutazioni<br />

tecnico-scientifiche e procedurali sopra esposte. Per<br />

questo motivo, in vista della redazione dei Calendari<br />

Venatori <strong>2023</strong>-24, i Ministeri giudicano corretto l’operato<br />

delle Regioni Italiane che utilizzino dati scientifici<br />

regionali o nazionali per stabilire le stagioni di caccia<br />

e la decade di sovrapposizione, in armonia con i paragrafi<br />

2.7.2, 2.7.3, 2.7.9 e 2.7.10 della Guida alla Disciplina<br />

della <strong>Caccia</strong>.<br />

- Modificare i dati KC italiani, preferibilmente da parte<br />

dei due suddetti Ministeri congiuntamente, oppure<br />

con un Tavolo tecnico nazionale, che sposti nel mese<br />

di febbraio le decadi d’inizio migrazione secondo<br />

quanto sotto specificato:<br />

Tordo bottaccio: FEB1;<br />

Tordo sassello: FEB1;<br />

Cesena: FEB1;<br />

Alzavola: FEB1;<br />

Beccaccia: FEB3;<br />

Gallinella d’acqua: MAR1.<br />

- Scrivere alla Commissione Europea una lettera per<br />

verificare una concordanza sui key concepts. Per i motivi<br />

sintetizzati, la scrivente Cabina di Regia invita tutte<br />

le Istituzioni in indirizzo a considerare l’opportunità<br />

di intervenire tempestivamente.<br />

Cabina di regia unitaria del mondo venatorio:<br />

Massimo Buconi - Presidente FIDC, Lamberto Cardia -<br />

Presidente Enalcaccia, Marco Castellani -<br />

Presidente AnuuMigratoristi, Gianni Corsetti -<br />

Presidente Italcaccia, Maurizio Zipponi - Presidente<br />

CNCN, Paolo Sparvoli - Presidente ANLC<br />

TUTELA DI FAUNA E AMBIENTE?<br />

NO, SOLO RICHIESTE<br />

IDEOLOGICHE<br />

IL MONDO VENATORIO RIBATTE ALLE<br />

ACCUSE DEGLI ANIMALISTI. LETTERA<br />

ALLA COMMISSIONE UE.<br />

In risposta alla pretestuosa richiesta di aprire una<br />

procedura di infrazione contro l’Italia avanzata con<br />

la consueta arroganza dalle associazioni animaliste, le<br />

Associazioni venatorie riconosciute riunite nella Cabina<br />

di Regia del mondo venatorio hanno scritto alla<br />

Commissione Europea e ai ministeri dell’Ambiente e<br />

dell’Agricoltura smontando punto per punto le prese<br />

di posizioni meramente ideologiche di chi ha come<br />

unico vero obiettivo non quello di tutelare fauna e ambiente,<br />

ma soltanto di fare scomparire la caccia. Di seguito<br />

il testo del documento:<br />

Le scriventi Associazioni Nazionali (Federcaccia,<br />

Enalcaccia, AnuuMigratoristi, Associazione Nazionale<br />

Libera <strong>Caccia</strong>, Italcaccia) e il Comitato Nazionale <strong>Caccia</strong><br />

e <strong>Natura</strong> (CNCN) riunite nella CABINA DI REGIA<br />

Unitaria del Mondo Venatorio desiderano porre alla<br />

Vostra attenzione il fatto che nei giorni scorsi le sigle<br />

animaliste e ambientaliste LIPU-ENPA-LAC-LAV-<br />

Legambiente-WWF hanno dichiarato di avere inviato<br />

alla Commissione Europea DG ENVI una denuncia<br />

con richiesta di procedura d’infrazione contro lo Stato<br />

italiano per violazione della direttiva 147/2009/CE.<br />

In particolare tale denuncia riguarderebbe:<br />

– date di chiusura della stagione previste nei calendari<br />

venatori, in quanto coinvolgerebbero la migrazione<br />

prenuziale;<br />

– piani di gestione delle specie allodola, tortora e coturnice;<br />

– piano antibracconaggio;<br />

– circolare interpretativa sull’utilizzo del piombo nelle<br />

zone umide, recentemente prodotta congiuntamente<br />

dai MASE e MASAF.<br />

Ciò posto, si fa presente, in primo luogo, che le sigle<br />

LIPU, ENPA, LAV, LAC hanno nel proprio statuto l’obbiettivo<br />

di abolire o combattere la caccia, dunque si<br />

tratta di associazioni ideologicamente contro l’attività<br />

venatoria, le cui argomentazioni sono, quindi, viziate<br />

fin dall’origine. Anche, Legambiente e WWF, seppur<br />

non prevedano l’abolizione totale della caccia, sono,<br />

comunque, da sempre associazioni schierate su posizioni<br />

fondamentaliste contro l’attività venatoria che<br />

cercano di limitare con richieste che non poggiano su<br />

dati scientifici.<br />

Appare inoltre opportuno ricordare che in Italia la revisione<br />

del documento Key Concepts, pubblicato nel<br />

2021, non si è svolta secondo le raccomandazioni della<br />

Commissione sia per quanto riguarda la necessità di<br />

instaurare un processo partecipativo e condiviso, sia<br />

per la scala di priorità da utilizzare per i riferimenti<br />

scientifici. Ciò ha di fatto determinato che le Regioni<br />

Italiane ed il Ministero dell’Agricoltura non siano stati<br />

ascoltati nelle loro richieste, nemmeno per una verifica<br />

dei dati prima dell’invio degli stessi. Ne consegue<br />

che i dati KC 2021, comunque non validi legalmente,<br />

non siano condivisi dagli enti che si occupano secondo<br />

quanto disciplinato dalla Costituzione Italiana della<br />

gestione della fauna.<br />

Tutto ciò premesso, di seguito, si formulano considerazioni<br />

specifiche in merito alle argomentazioni addotte<br />

dal gruppo di associazioni animal-ambientaliste.<br />

DATE DELLE STAGIONI VENATORIE<br />

E MIGRAZIONE PRENUZIALE<br />

Le specie di uccelli migratori cacciabili in Italia hanno<br />

per la maggior parte un dato Key concepts che si<br />

colloca nel mese di febbraio.Per quelle specie, invece,<br />

che hanno KC nella terza decade di gennaio, la caccia<br />

può chiudere alla fine dello stesso mese attraverso<br />

l’utilizzo della decade di sovrapposizione, prevista dai<br />

paragrafi 2.7.2 e 2.7.9 della Guida alla Disciplina della<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong><br />

5


ATTIVITÀ DELLA CABINA DI REGIA UNITARIA DEL MONDO VENATORIO<br />

© WildMedia / shutterstock<br />

<strong>Caccia</strong> UE e da quest’anno considerata legittima anche<br />

da ISPRA. Si tratta delle specie folaga, gallinella d’acqua,<br />

canapiglia e codone. Vi sono poi alcune specie che<br />

sono state oggetto di dibattito nel corso del processo<br />

di revisione del documento Key concepts, il cui dato<br />

KC è oggi collocato, in modo del tutto difforme dagli<br />

altri Stati UE, nella prima o nella seconda decade di<br />

gennaio, si tratta di tordo bottaccio, tordo sassello, cesena,<br />

beccaccia, e alzavola. Come è noto, su dette specie<br />

vi era stata la richiesta di modifica da parte delle<br />

Regioni italiane e delle associazioni venatorie nel corso<br />

della revisione del documento KC, ma l’allora MITE<br />

e ISPRA rifiutarono le proposte, agendo in modo autonomo,<br />

come già detto. Non è un caso che il documento<br />

Key concepts riconosca la discordanza dei dati<br />

KC italiani per tutte queste specie e per alcune di esse<br />

puntualizzi che possono esservi state confusioni fra<br />

movimenti invernali non migratori e inizio della migrazione<br />

vera e propria. Addirittura, per la beccaccia<br />

e il codone il testo del nuovo documento KC afferma<br />

ufficialmente che la migrazione prenuziale abbia inizio<br />

in febbraio nelle regioni geografiche trans-nazionali<br />

che includono l’Italia.<br />

In merito alle specie beccaccia, tordo bottaccio, tordo<br />

sassello, cesena e alzavola, si fa presente che la Guida alla<br />

Disciplina della <strong>Caccia</strong> UE prevede ai paragrafi 2.7.3<br />

e 2.7.10 la possibilità per le regioni degli Stati membri<br />

di derogare al dato KC nazionale, se in possesso di studi<br />

che supportino una data d’inizio migrazione prenuziale<br />

diversa da quella nazionale. Questo è esattamente<br />

quanto hanno fatto le Regioni Italiane, in particolare<br />

la Regione Veneto e la Regione Puglia, citate nei comunicati<br />

LIPU, utilizzando pubblicazioni scientifiche<br />

recenti, relative alla propria regione o a macroaree con<br />

più regioni limitrofe, che dimostrano un inizio della<br />

migrazione in febbraio e non in gennaio.<br />

Da quanto esposto si dimostra che nessuna regione italiana<br />

ha autorizzato la caccia durante la migrazione prenuziale.<br />

PIANI DI GESTIONE<br />

Sono tre le specie per le quali sono stati approvati i<br />

piani di gestione: l’allodola, la coturnice e la tortora<br />

selvatica. Per l’allodola i prelievi sono stati drasticamente<br />

ridotti dal 2018 ad oggi in tutte le regioni a<br />

10 capi giornalieri e 50 annuali. Solo in due regioni<br />

si è consentito, sempre in accordo con quanto previsto<br />

nel piano nazionale, di aumentare il prelievo,<br />

solo per i cacciatori specialisti, a 20 capi al giorno<br />

e 100 annuali. Tale possibilità resta comunque legata<br />

alla verifica da parte di ISPRA che non sia superato<br />

il prelievo totale regionale ottenuto negli anni<br />

precedenti il 2018. Nel corso delle ultime riunioni<br />

del Tavolo Tecnico Nazionale sui piani di gestione è<br />

emersa una efficace raccolta dati sia dei prelievi, sia<br />

dei miglioramenti ambientali in atto o pianificati per<br />

le tre specie.<br />

Si ricorda che alla stesura dei piani hanno comunque<br />

sempre partecipato anche le associazioni ambientaliste,<br />

che hanno sempre avuto la possibilità di<br />

proporre integrazioni e modifiche. Anche la tortora<br />

è soggetta a strettissimi limiti di prelievo giornalieri<br />

e stagionali (5-15) oltre che a un limite massimo<br />

per ogni regione corrispondente al 50% della media<br />

dei prelievi delle stagioni 2013-2018. Ciò ha portato<br />

a una riduzione di più del 70% del prelievo rispetto<br />

agli anni precedenti in Italia.<br />

Sono in atto in molte regioni programmi di miglioramento<br />

ambientale finanziati dalla PAC e in parte dagli<br />

ATC che sono favorevoli alla specie. La coturnice<br />

è storicamente una specie gestita correttamente in<br />

tutto l’arco alpino. I cacciatori partecipano ai censimenti,<br />

i comprensori alpini realizzano miglioramenti<br />

ambientali e garantiscono il rispetto dei piani di<br />

prelievo, sempre con parere ISPRA al riguardo.<br />

Per quanto sopra esposto non risponde al vero affermare<br />

che i piani di gestione delle specie in declino<br />

non siano applicati.<br />

6 CaCCia e <strong>Natura</strong>


PIANO ANTIBRACCONAGGIO<br />

Diversamente da quanto affermato dalle associazioni<br />

proponenti la denuncia, nel corso degli ultimi anni in<br />

Italia è aumentato in modo importante il controllo sui<br />

reati contro la fauna, soprattutto ad opera di un nucleo<br />

dei Carabinieri Forestali chiamato SOARDA, acronimo<br />

che significa Sezione Operativa Antibracconaggio<br />

e Reati in danno degli Animali, che ha effettuato spedizioni<br />

in varie aree del paese identificate come “Black<br />

spot” nel Piano Antibracconaggio approvato. Tra queste<br />

l’area delle colline bresciane e bergamasche, la pianura<br />

padana nel corso della migrazione dell’allodola, il<br />

delta del Po e la Laguna di Venezia, l’area del Casertano<br />

etc. A ciò si aggiunge la progressiva riorganizzazione<br />

delle Polizie provinciali, dopo la legge Del Rio che ha<br />

riportato in capo alle regioni la gestione delle guardie<br />

ittico-venatorie.<br />

È quindi non rispondente al vero l’affermazione secondo<br />

la quale il Piano Nazionale Antibracconaggio sarebbe<br />

inapplicato.<br />

CIRCOLARE INTERPRETATIVA SUL REGOLA-<br />

MENTO EUROPEO RIGUARDANTE IL DIVIETO<br />

DI USO DI MUNIZIONI AL PIOMBO NELLE ZO-<br />

NE UMIDE<br />

Si fa presente che la scrivente Cabina ha già evidenziato<br />

ai competenti Ministeri la necessità di implementare<br />

i contenuti del Regolamento europeo sul divieto delle<br />

munizioni con piombo nelle aree umide. Tuttavia,<br />

la circolare emanata dai Ministeri congiunti MASE<br />

e MASAF, non fa che chiarire che non sono comprese<br />

nelle aree umide gli allagamenti effimeri dovuti a<br />

piogge, secondo quanto già disposto dal Tribunale Europeo.<br />

La stessa circolare scrive chiaramente che sono<br />

comprese nelle aree a divieto di utilizzo del piombo<br />

tutte le zone umide classificabili come aree Ramsar,<br />

in completa analogia con quanto disposto dal Regolamento<br />

europeo; quindi, non si comprende in quale<br />

modo questa circolare avrebbe “fortemente ridotto la<br />

portata del divieto attraverso una definizione limitata<br />

ed errata delle zone umide”. Si tratta anche in questo<br />

caso di un’affermazione non veritiera.<br />

CONCLUSIONI<br />

Da quanto sopra esposto si dimostra la pretestuosità<br />

della richiesta delle associazioni animalambientaliste,<br />

che perseguono in realtà un fine ideologico di restrizione<br />

o abolizione della caccia, attraverso affermazioni<br />

non rispondenti all’assetto normativo della direttiva<br />

148/2009/CE e dei suoi documenti interpretativi.<br />

La scrivente Cabina di regia auspica che la Commissione<br />

Europea e le autorità nazionali valutino con oggettività<br />

i contenuti della richiesta e le delibere dei calendari<br />

regionali, che dimostrano la totale adesione ai<br />

principi di tutela e “saggio uso” delle popolazioni di<br />

uccelli europei.<br />

Cabina di regia unitaria del mondo venatorio:<br />

Massimo Buconi - Presidente FIDC, Lamberto Cardia -<br />

Presidente Enalcaccia, Marco Castellani -<br />

Presidente AnuuMigratoristi, Gianni Corsetti -<br />

Presidente Italcaccia, Paolo Sparvoli - Presidente ANLC,<br />

Maurizio Zipponi - Presidente CNCN<br />

TORNA CACCIA VILLAGE A BASTIA UMBRA, ENALCACCIA FIORE<br />

ALL’OCCHIELLO<br />

Siamo lieti di comunicare che, anche quest’anno dalle<br />

ore 14,40 di venerdì 12 alle ore 17,00 di domenica<br />

14 maggio, presso il Centro Fieristico Umbria fiere di<br />

Bastia Umbra (Perugia), saremo presenti a “<strong>Caccia</strong> Village<br />

<strong>2023</strong>!” con uno spazio innovativo per trasmettere<br />

i nostri valori e divulgare la cultura associazionistica<br />

dell’Enalcaccia-pesca-tiro e con la partecipazione della<br />

Wilderness, all’interno nella 11° Edizione della Fiera<br />

della <strong>Caccia</strong> e del Tiro a Volo più grande d’Italia.<br />

Molte saranno le iniziative che verranno messe in atto.<br />

Questa edizione avrà una veste espositiva totalmente<br />

rinnovata e come sempre saranno presenti le più importanti<br />

Case Armiere del panorama italiano ed europeo.<br />

Inoltre, per offrire al pubblico un’offerta espositiva completa<br />

ed innovativa, tra gli espositori, potrete trovare i<br />

migliori brand del mondo venatorio e non solo: ottiche,<br />

munizioni, abbigliamento, accessori, e tanto altro.<br />

Tutte le Novità di questo anno verranno man mano<br />

pubblicate all’interno del nuovo sito Internet www.<br />

cacciavillage.it.<br />

Dopo il successo dell’anno precedente torna “Cibo selvaggio”,<br />

l’unico evento Italiano sulla cucina di caccia<br />

d’autore e sulle filiere della selvaggina. A questo tema<br />

sarà dedicata un’intera area espositiva la quale ospiterà<br />

chef stellati del calibro di Igles Corelli & Silvia Baracchi;<br />

il famoso critico eno-gastronomico Luigi Cremona;<br />

nonché tutta la stampa del settore dedicata al food.<br />

Inoltre, per <strong>Caccia</strong> Village <strong>2023</strong> è prevista la costruzione<br />

dell’Area Outdoor Park Village, una zona dedicata<br />

al Lifestyle del cacciatore, ossia allo stile di vita e alle<br />

pratiche della cultura venatoria.<br />

Ovviamente, le tre giornate saranno ricche di eventi<br />

e workshop volti alla formazione e all’informazione,<br />

nonché seminari organizzati dall’Enalcaccia per approfondire<br />

alcune tematiche del mondo venatorio nel<br />

contesto agro-silvo-pastorale e non solo.<br />

Ospiti, a <strong>Caccia</strong> Village <strong>2023</strong>, i più importanti tiratorishowman<br />

d’Italia; i quali, dai campi da tiro, divertiranno<br />

il pubblico con spettacoli mozzafiato. Mentre,<br />

sempre nelle nostre linee di tiro, sarà possibile provare<br />

e toccare con mano tutte le novità presentate dalle più<br />

importanti aziende del settore.<br />

Vi informiamo che all’interno del sito è già possibile<br />

acquistare:<br />

- il biglietto ridotto: https://ticketitalia.com/cacciavillage-<strong>2023</strong><br />

- gli Abbonamenti giornalieri a prezzi agevolati: https://<br />

ticketitalia.com/fiere/caccia-village-<strong>2023</strong>-1<br />

- il Biglietto Gruppo Visitatori (min. 10 Persone):<br />

https://ticketitalia.ticka.it/dettaglio-spettacolo.<br />

php?negozio_spettacolo_id=281<br />

Ci vediamo a <strong>Caccia</strong> Village <strong>2023</strong>!<br />

Il Presidente Provinciale Marco Broccatelli<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong><br />

7


NOTIZIE CACCIA & NATURA<br />

© WildMedia / shutterstock<br />

MODIFICATA LA LEGGE 157/92<br />

PIÙ CONTROLLI SULLA FAUNA SELVATICA.<br />

Con l’ultima manovra finanziaria, il Governo ha modificato<br />

le regole per il controllo della fauna selvatica<br />

contenute nella Legge 157 del 1992. Un intervento più<br />

volte annunciato dal Ministero delle Politiche Agricole<br />

e sollecitato dalle Regioni.<br />

Il controllo delle specie di fauna selvatica, una competenza<br />

propria delle Regioni e delle Province Autonome,<br />

acquisisce nuove finalità di tutela non contemplate finora<br />

dalla 157. Con le modifiche apportate, il controllo dei<br />

selvatici soddisfa le esigenze di tutela della biodiversità,<br />

della pubblica incolumità e di sicurezza stradale.<br />

Un provvedimento che punta a contrastare il pericoloso<br />

e incontrollato proliferare della fauna selvatica, in<br />

particolare del cinghiale, e che pone molta attenzione<br />

anche a problematiche di carattere sanitario derivanti<br />

dalla fauna selvatica sugli animali d’allevamento, come è<br />

il caso dell’attuale epidemia di Peste Suina Africana. Anche<br />

se non si può parlare di liberalizzazione della caccia<br />

al cinghiale e ad altre specie invasive, il provvedimento<br />

comunque consente una maggiore azione da parte degli<br />

enti preposti al controllo della fauna selvatica con il<br />

contributo dei soggetti privati. Si tratta ora di rendere<br />

operativa la norma.<br />

Il nuovo testo approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale,<br />

è entrato in vigore dal 1° gennaio <strong>2023</strong>. Ecco le<br />

modifiche più rilevanti.<br />

L’articolo 19 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, è sostituito<br />

dal seguente: «Art. 19. - (Controllo della fauna selvatica)<br />

- 1. Le regioni e le province autonome di Trento<br />

e di Bolzano possono vietare o ridurre per periodi prestabiliti<br />

la caccia a determinate specie di fauna selvatica<br />

di cui all’articolo 18, per importanti e motivate ragioni<br />

connesse alla consistenza faunistica o per sopravvenute<br />

particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche<br />

o per malattie o altre calamità.<br />

2. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano,<br />

per la tutela della biodiversità , per la migliore gestione<br />

del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per<br />

motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del<br />

patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni<br />

zoo-agro-forestali e ittiche e per la tutela della pubblica<br />

incolumità e della sicurezza stradale, provvedono al<br />

controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone<br />

vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane,<br />

anche nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi<br />

di divieto.<br />

Qualora i metodi di controllo impiegati si rivelino inefficaci,<br />

le regioni e le province autonome di Trento e di<br />

Bolzano possono autorizzare, sentito l’Istituto superiore<br />

per la protezione e la ricerca ambientale, piani di controllo<br />

numerico mediante abbattimento o cattura. Le attività<br />

di controllo di cui al presente comma non costituiscono<br />

attività venatoria.<br />

3. I piani di cui al secondo periodo del comma 2 sono attuati<br />

dai cacciatori iscritti negli ambiti territoriali di caccia<br />

o nei comprensori alpini delle aree interessate, previa<br />

frequenza di corsi di formazione autorizzati dagli organi<br />

competenti a livello regionale o della provincia autonoma<br />

e sono coordinati dagli agenti dei corpi di polizia regionale<br />

o provinciale. Le autorità deputate al coordinamento<br />

dei piani possono avvalersi dei proprietari o dei conduttori<br />

dei fondi nei quali si attuano i piani medesimi,<br />

purchè muniti di licenza per l’esercizio venatorio e previa<br />

frequenza dei corsi di formazione autorizzati dagli organi<br />

competenti. Possono altresì avvalersi delle guardie venatorie,<br />

degli agenti dei corpi di polizia locale, con l’eventuale<br />

supporto, in termini tecnici e di coordinamento, del<br />

personale del Comando unità per la tutela forestale, ambientale<br />

e agroalimentare dell’Arma dei carabinieri.<br />

4. Gli animali abbattuti durante le attività di controllo<br />

di cui al comma 2 sono sottoposti ad analisi igienicosanitarie<br />

e in caso negativo sono destinati al consumo<br />

alimentare.<br />

8 CaCCia e <strong>Natura</strong>


5. Le attività previste dal presente articolo sono svolte<br />

nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali<br />

previste a legislazione vigente».<br />

448. Dopo l’articolo 19-bis della legge 11 febbraio 1992,<br />

n. 157, è inserito il seguente:<br />

«Art. 19-ter. - (Piano straordinario per la gestione e il<br />

contenimento della fauna selvatica) -<br />

1. Con decreto del Ministro dell’ambiente e della sicurezza<br />

energetica, di concerto con il Ministro dell’agricoltura,<br />

della sovranità alimentare e delle foreste,<br />

sentito, per quanto di competenza, l’Istituto superiore<br />

per la protezione e la ricerca ambientale e previa intesa<br />

in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo<br />

Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di<br />

Bolzano, è adottato, entro centoventi giorni dalla data<br />

di entrata in vigore della presente disposizione, un piano<br />

straordinario per la gestione e il contenimento della<br />

fauna selvatica, di durata quinquennale.<br />

2. Il piano di cui al comma 1 costituisce lo strumento<br />

programmatico, di coordinamento e di attuazione<br />

dell’attività di gestione e contenimento numerico della<br />

presenza della fauna selvatica nel territorio nazionale<br />

mediante abbattimento e cattura.<br />

3. Le attività di contenimento disposte nell’ambito del<br />

piano di cui al comma 1 non costituiscono esercizio<br />

di attività venatoria e sono attuate anche nelle zone<br />

vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree<br />

urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi<br />

di divieto.<br />

4. Il piano di cui al comma 1 è attuato e coordinato<br />

dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di<br />

Bolzano, che possono avvalersi, con l’eventuale supporto<br />

tecnico del comando unità per la tutela forestale,<br />

ambientale e agroalimentare dell’Arma dei carabinieri,<br />

dei cacciatori iscritti negli ambiti venatori di caccia o<br />

nei comprensori alpini, delle guardie venatorie, degli<br />

agenti dei corpi di polizia locale e provinciale muniti<br />

di licenza per l’esercizio venatorio nonchè dei proprietari<br />

o dei conduttori dei fondi nei quali il piano trova<br />

attuazione, purchè muniti di licenza per l’esercizio venatorio.<br />

5. Le attività previste dal presente articolo sono svolte<br />

nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali<br />

previste a legislazione vigente».<br />

449. Al fine di fronteggiare l’emergenza esistente nel<br />

territorio nazionale riferita ai danni causati dalla fauna<br />

selvatica, con particolare riguardo a quelli causati da<br />

ungulati, il fondo di cui all’articolo 24 della legge 11<br />

febbraio 1992, n. 157, è incrementato di 500.000 euro<br />

annui a decorrere dall’anno <strong>2023</strong>.<br />

LA CACCIA È UNA RISORSA CHE VALE 8,5 MILIARDI<br />

La caccia sostenibile è un valore culturale, sociale ed<br />

economico per la comunità. Il mondo venatorio ne<br />

è cosciente da tempo, non c’è bisogno di ricordarlo.<br />

Molto meno una larga parte dei cittadini italiani.<br />

Ma ora una ricerca molto approfondita e puntuale,<br />

“Il valore dell’attività venatoria in Italia”, spazza il<br />

campo da dubbi e perplessità. Promossa da Federcaccia<br />

con il contributo rilevante anche dell’Enalcaccia,<br />

è stata realizzata da Nomisma, e presentata a<br />

Roma nel corso di un convegno in Senato, al quale<br />

sono intervenuti, oltre ai vertici di Federcaccia e<br />

Enalcaccia, anche Coldiretti, Legambiente, Ispra e<br />

il Ministero dell’Agricoltura.<br />

Il mondo venatorio - afferma lo studio - è in grado<br />

di generare un valore complessivo di circa 8,5<br />

miliardi di euro annui in termini economici e ambientali,<br />

di cui circa un miliardo derivante dalla valorizzazione<br />

ambientale della caccia. La ricerca analizza<br />

gli effetti generati, e potenzialmente generabili,<br />

dall’attività venatoria su ambiente, mondo agricolo<br />

e socio-sanitario, comunità ed economia nazionale.<br />

Secondo la ricerca la caccia è in grado di produrre<br />

“708 milioni di euro di valore naturale dalle attività<br />

per il mantenimento delle aree umide, degli habitat<br />

e la tutela delle aree naturali protette, rese possibili<br />

grazie ai finanziamenti del mondo venatorio”. “A<br />

questi - prosegue l’analisi - si sommano 20 milioni<br />

di valore agricolo derivanti dalle spese degli Ambiti<br />

territoriali di caccia per risarcire gli agricoltori dai<br />

danni provocati da alcune specie selvatiche e/o per<br />

adottare misure di prevenzione”. Valgono invece 75<br />

milioni i risparmi per la riduzione dell’impronta<br />

ecologica e idrica, prodotte dalla filiera della carne,<br />

tramite la sostituzione della carne da allevamento<br />

intensivo con selvaggina cacciata. Il valore sociosanitario<br />

del comparto, che corrisponde al danno<br />

evitato per minori ospedalizzazioni e decessi legati<br />

agli effetti degli antibiotici nelle carni d’allevamento<br />

o per incidenti con le specie invasive, è stimato<br />

da Nomisma in 124 milioni di euro. Pari a 7,5 miliardi<br />

invece il valore “correlato al settore armiero e<br />

alla domanda di prodotti per l’esercizio dell’attività<br />

venatoria”.<br />

Approfondendo i consumi lo studio di Nomisma<br />

rileva che in Italia tra i 45 milioni di maggiorenni<br />

che si nutrono di carne il 62% consuma anche selvaggina.<br />

23 milioni di consumatori, pari al 51%, si<br />

dichiara pronto ad acquistarla per consumo domestico<br />

se fosse di più facile reperimento. Gli intervistati,<br />

evidenzia la ricerca, “risultano particolarmente<br />

attenti e sensibili ai comportamenti sostenibili<br />

nelle proprie scelte alimentari. Rispetto alla carne<br />

acquistata il 72% ritiene molto importante il fatto<br />

che presenti meno rischi per la salute e il 70% che<br />

provenga da una filiera tracciabile. Il rispetto del<br />

benessere degli animali e dell’ambiente è ritenuto<br />

condizione imprescindibile dal 64% del campione,<br />

così come il 61% degli intervistati è attento al fatto<br />

che la carne non provenga da allevamenti intensivi.<br />

Il 47% considera importante che la carne acquistata<br />

sia naturale e provenga da animali selvatici e non<br />

di allevamento”. Rispetto al livello di conoscenze<br />

dell’attività venatoria lo studio sottolinea che “di<br />

base è presente una forte disinformazione, tanto<br />

che ben 2 italiani su 3 si dichiarano non sufficientemente<br />

informati sul tema”. Il lavoro svolto da<br />

Nomisma conferma dunque che non c’è in generale<br />

ostilità preconcetta nei confronti della caccia e certifica<br />

anzi la disponibilità a inserire più selvaggina<br />

nell’alimentazione.<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong><br />

9


ALLARME PREDATORI<br />

Parole d’ordine:<br />

gestione e controllo<br />

Troppi orsi, lupi, cinghiali, e altri animali predatori: appare necessario<br />

e non più rinviabile un piano nazionale per una seria e scientifica gestione<br />

delle specie selvatiche. La drammatica vicenda del giovane trentino<br />

e dell’orsa Jj4 rischia di essere la punta di un iceberg<br />

© Henk Bogaard / shutterstock<br />

Orsi, lupi, cinghiali. Ma anche<br />

cervi, daini, corvidi. Le<br />

specie di fauna selvatica in<br />

crescita incontrollata sul territorio<br />

italiano sono sempre di più. E se finora<br />

a farne le spese erano soprattutto<br />

le colture agricole e gli allevamenti<br />

di bestiame, adesso in gioco<br />

è anche la sicurezza delle persone,<br />

come testimonia la drammatica vicenda<br />

del giovane trentino Andrea<br />

Papi, assalito e ucciso da un’orsa<br />

mentre correva nei boschi non lontani<br />

dalla sua abitazione.<br />

I casi di avvistamenti e incontri<br />

ravvicinati con animali selvatici potenzialmente<br />

pericolosi aumentano<br />

di giorno in giorno. Anche in alcune<br />

zone della Lombardia è possibile<br />

incontrare orsi. Di solito sembra si<br />

tratti di esemplari che valicano le<br />

Alpi, uno dei loro habitat naturali<br />

insieme all’Appennino centrale.<br />

Qui un esemplare, probabilmente<br />

alla ricerca di cibo, è quasi riuscito<br />

ad introdursi in una casa nella zona<br />

di Frosinone.<br />

E poi i lupi. Che sono tornati a farsi<br />

vedere addirittura anche alle porte<br />

di Roma, secondo alcuni recenti testimonianze.<br />

In provincia di Lucca,<br />

in Toscana, una donna è stata morsa:<br />

il lupo è sbucato dal nulla per<br />

aggredire inizialmente il cane della<br />

malcapitata. Ad aprile un uomo si<br />

è ritrovato davanti un lupo a Plesio,<br />

comune in provincia di Como;<br />

un branco di lupi ha assaltato un<br />

gregge a Porto Selvaggio, in Salento<br />

durante la notte: il bilancio parla di<br />

circa sessantadue pecore o capre uccise<br />

o ferite gravemente. Tanti lupi<br />

avvistati attorno a Torino, altri sono<br />

arrivati fino a Rimini, sulla costa romagnola.<br />

E l’elenco potrebbe continuare<br />

a lungo, perché ogni giorno si<br />

registrano nuovi episodi.<br />

L’orsa che ha ucciso il giovane tren-<br />

10<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong>


COME INTERVENGONO IN EUROPA PER EVITARE IL SOVRAPPOPOLAMENTO<br />

Solo quest’anno saranno abbattuti mille orsi.<br />

È un problema in tutta Europa la proliferazione incontrollata<br />

di alcune specie di fauna selvatica, di<br />

quelle più pericolose per uomini, allevamenti, attività<br />

agricole in particolare. Dalla Slovenia alla Romania e<br />

alla Finlandia, sono diversi i Paesi che decidono quote<br />

annuali di abbattimenti degli orsi per contenerne<br />

il numero e scongiurare un sovrappopolamento. Solo<br />

quest’anno, tre dei Paesi europei che contano le maggiori<br />

presenze di plantigradi hanno già deciso che<br />

autorizzeranno l’eliminazione, complessivamente, di<br />

quasi mille esemplari. Vediamo un breve panorama<br />

della situazione.<br />

SLOVENIA. Si contano circa 1.100 orsi, anche se la<br />

popolazione ideale rispetto alla grandezza del territorio<br />

sarebbe di 450-500. Il ministro delle Risorse<br />

naturali e degli affari territoriali, Uroš Brežan, ha<br />

annunciato che ne verranno abbattuti 230, «una misura<br />

necessaria per garantire la sicurezza e la salute<br />

dei cittadini e per scongiurare eccessivi danni causati<br />

dalla popolazione di plantigradi». L’obiettivo è riportarne<br />

nei prossimi anni il numero a quota 800. «Abbiamo<br />

valutato anche altre opzioni, come ad esempio<br />

il trasferimento in altre aree naturali o l’osservazione<br />

degli orsi che sono in cattività, ma non è possibile a<br />

causa del numero elevato», ha detto Brežan. In Slovenia<br />

l’orso è sottoposto a prelievo venatorio e controllo<br />

numerico.<br />

SVIZZERA. In tutto il paese ci sono circa 180 lupi<br />

per poco più di 40 mila km quadrati, mentre in Italia<br />

abbiamo 3300 lupi sparsi su 300 mila km quadrati,<br />

praticamente quasi il triplo. Da un sondaggio della<br />

rete televisiva svizzera RSI sui temi legati all’ambiente,<br />

emerge che più della metà dei ticinesi è a favore<br />

della regolazione del lupo. Il 52,3% si dichiara infatti<br />

favorevole agli abbattimenti; uno su tre (32,8%) è<br />

contrario; il 14,9% non ha invece un’opinione precisa.<br />

Qualche mese fa addirittura le organizzazioni ambientaliste<br />

Pro <strong>Natura</strong>, Wwf Svizzera, Birdlife Svizzera<br />

e Gruppo Lupo Svizzero, hanno dichiarato pubblicamente<br />

la loro non contrarietà agli interventi mirati<br />

sugli esemplari particolarmente dannosi.<br />

AUSTRIA. Nel Tirolo austriaco da 1° aprile è possibile<br />

ordinare, per decreto, l’abbattimento di lupi o orsi<br />

ad alto rischio o dannosi, senza alcuna possibilità di<br />

ricorso ai tribunali. Se non ci saranno contestazioni<br />

da parte dell’Unione Europea, la legge modificata entrerà<br />

in vigore il 1° aprile. Le modifiche si applicano<br />

ai grandi carnivori come il lupo, l’orso, la lince e lo<br />

sciacallo dorato. Nel Tirolo austriaco sono stati censiti<br />

19 lupi nel 2022. In Alto Adige nel 2022 ne sono<br />

stati identificati 29 esemplari. In Trentino e nei territori<br />

vicini (soprattutto in Veneto) sono 26 i branchi<br />

di lupi. Oltre 120 gli esemplari stimati. Nonostante<br />

la sua vicinanza al Trentino e alla Slovenia, l’Austria<br />

è comunque considerata praticamente libera da orsi.<br />

Secondo gli ultimi dati, attualmente solo un esemplare<br />

si trova sul confine tra il Tirolo e la Baviera. Nel<br />

1898 è stato abbattuto l’ultimo esemplare e per un’ottantina<br />

di anni il plantigrado non era più di casa in<br />

Austria. Dagli anni Settanta ad oggi si sono registrati<br />

singoli avvistamenti e censimenti, ma non si è mai<br />

registrato un vero e proprio ripopolamento.<br />

SVEZIA. In Svezia, dato il forte incremento della<br />

popolazione di linci, è stato disposto l’abbattimento,<br />

rilasciando apposite licenze ai cacciatori, di 201<br />

esemplari per il <strong>2023</strong> (76 in più rispetto al 2022),<br />

la maggior parte delle quali al sud del Paese. Ogni<br />

contea, sulla base dei censimenti, ha deciso le quote<br />

di linci da abbattere dal primo marzo in poi. Nella<br />

contea di Kalmar, per esempio, è stato deciso che potranno<br />

essere abbattute uccise 32 linci, il che, dati i<br />

12 esemplari dello scorso anno, dimostra l’aumento<br />

costante di questi animali. Anche nell’Östergötland,<br />

l’assegnazione è stata nettamente più alta in quanto<br />

nel 2022 erano 10 le linci oggetto di prelievo, mentre<br />

quest’anno 28. In totale nel 2022 sono state 125 le<br />

linci abbattute. La caccia in alcune zone sarà rivolta<br />

ad animali solitari, previa individuazione su tracciamento.<br />

Il backtracking è un requisito per garantire<br />

che le femmine con cuccioli non vengano colpite accidentalmente.<br />

La crescita della lince è in particolare<br />

un problema per l’allevamento delle renne.<br />

ROMANIA. Nel Paese c’è una popolazione di 7.500-<br />

8.000 orsi bruni e quest’anno - secondo le prime stime<br />

- dovrebbero essere abbattuti oltre 400 esemplari,<br />

circa il triplo dei 140 eliminati nel 2022. Il ministro<br />

dell’Ambiente Barna Tà nczos ha annunciato un’ordinanza<br />

in merito entro il 15 maggio spiegando che<br />

esiste un costante aumento, documentato da studi<br />

scientifici a fronte dei quali “non c’è spazio per opinioni<br />

personali”.<br />

FINLANDIA. L’attuale popolazione di orsi è stimata<br />

tra 2.020 e 2.130 esemplari, in calo rispetto ai 2.130-<br />

2.260 orsi del 2018 e quest’anno è diminuita del 5%<br />

rispetto al 2022 dopo essere aumentata ininterrottamente<br />

per un decennio. L’orso bruno è protetto dalla<br />

Direttiva Habitat dell’Ue, ma la Finlandia ha consentito<br />

un aumento della caccia l’anno scorso, affermando<br />

che la popolazione è abbastanza numerosa da essere<br />

regolamentata dalla direttiva “habitat naturale”,<br />

che consente determinati abbattimenti. Il ministero<br />

dell’Agricoltura ha detto di aver concesso una quota<br />

di caccia superiore alla media, di 355 orsi l’anno scorso<br />

mentre per il <strong>2023</strong> la quota sarà di 313 orsi.<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong> 11


ALLARME PREDATORI<br />

tino nei boschi del monte Peller,<br />

indicata con la sigla Jj4, è stata catturata,<br />

secondo quanto previsto<br />

dall’ordinanza del governatore della<br />

Regione Maurizio Fugatti. Ma ogni<br />

altra decisione è stata sospesa fino<br />

a maggio, dato che il Tar di Trento<br />

ha accolto il ricorso contro il suo<br />

abbattimento presentato dalla Lav,<br />

Lega antivivisezione.<br />

Al di là di quello che potrà essere il<br />

destino dell’orsa, comunque, quello<br />

che appare necessario e non più<br />

rinviabile è un piano nazionale per<br />

la gestione delle specie selvatiche. In<br />

particolare una serie di contromisure<br />

specifiche per il controllo di animali<br />

come il lupo, l’orso, il cinghiale,<br />

ma anche cervidi e corvidi. Se alcuni<br />

decenni fa la parola d’ordine in questo<br />

campo era protezione, ora deve<br />

diventare gestione, controllo. È la richiesta<br />

che arriva pressante non solo<br />

dal mondo agricolo e venatorio, che<br />

conoscono da tempo la drammaticità<br />

di questa situazione, ma anche<br />

da esperti e conoscitori veri dell’ambiente<br />

naturale e della sua realtà. “La<br />

convivenza con lupi e orsi su un territorio<br />

antropizzato e di piccole dimensioni<br />

com’è il nostro (il Trentino,<br />

ndr) non è più sostenibile”, afferma<br />

per esempio Reinhold Messner, che<br />

punta il dito contro gli ambientalisti<br />

che hanno ostacolato la politica<br />

nel prendere provvedimenti già in<br />

passato. “Il nostro habitat non è più<br />

fatto per ospitare così tanti orsi. I<br />

contadini di montagna non possono<br />

più sopportare orsi e lupi perché<br />

causano danni enormi anche a livello<br />

emozionale. I contadini a 1500<br />

metri, gratuitamente, salvaguardano<br />

il paesaggio e i boschi. Se un contadino<br />

al mattino si ritrova una trentina<br />

di pecore semivive per lui è un<br />

forte disagio affettivo. Io rispetto il<br />

valore del lupo e dell’orso, ma questi<br />

contadini 120 anni fa hanno estinto<br />

il lupo e l’orso. Ricordiamoci che la<br />

pecora è un animale amato e l’orso<br />

un animale selvatico”.<br />

La popolazione di orsi in Trentino<br />

è raddoppiata negli ultimi dieci anni,<br />

con una presenza stimata ora di<br />

oltre un centinaio di esemplari che<br />

mettono a rischio, come purtroppo<br />

si è visto, la sicurezza dei cittadini,<br />

dei turisti e degli allevamenti. Il caso<br />

dell’orsa Jj4 rappresenta la punta<br />

Areale della distribuzione del lupo nel 1973 (Boitani e Zimen, 1975) e nel 2012 (Kaczensky,<br />

2013) dove sono evidenziate anche la popolazione alpina e quella dinarica (da<br />

F. Marucco, 2014).<br />

dell’iceberg di una situazione fuori<br />

controllo. Sempre in Trentino in circolazione<br />

ci sono anche 26 branchi di<br />

lupi o ibridi con intrusioni in aziende<br />

agricole e allevamenti. La presenza di<br />

lupi in aree dove non erano mai stati<br />

negli ultimi quattro o cinque decenni<br />

sta aumentando rapidamente, per effetto<br />

dell’abbandono progressivo delle<br />

campagne. Aree verdi a ridosso dei<br />

centri urbani e delle aree metropolitane<br />

si popolano di prede e i lupi che<br />

si separano dai branchi - spiegano gli<br />

esperti - tendono a raggiungerle, perché,<br />

appunto, trovano disponibilità di<br />

prede e cibo occasionale proveniente<br />

anche dall’attività dell’uomo. E qui si<br />

ripropone il problema della gestione<br />

dei rifiuti. Un discorso che vale anche<br />

per gli orsi, dei quali purtroppo<br />

molte persone hanno una visione da<br />

cartone animato disneyano.<br />

Interessanti le riflessioni e i consigli<br />

di Luigi Spagnolli, ex direttore del<br />

Parco dello Stelvio, poi sindaco di<br />

Bolzano, direttore dell’Ufficio provinciale<br />

<strong>Caccia</strong> e Pesca e oggi senatore<br />

del Gruppo antonomie. «In<br />

Trentino gli orsi sono tra i 150 e i<br />

200. L’errore è stato avviare un progetto<br />

di salvaguardia senza stabilire<br />

un tetto. In altri Paesi più civili l’equilibrio<br />

si stabilisce a priori con un<br />

numero. Qui non si è fissato un tetto<br />

massimo di esemplari oltre il quale<br />

operare una selezione con l’abbattimento.<br />

Per gli animalisti conta la vita<br />

del singolo animale e non la sopravvivenza<br />

della specie. Nel Parco dello<br />

Stelvio, per esempio, si controlla il<br />

cervo con la selezione: se ne abbattono<br />

ogni anno centinaia. Deve valere<br />

in qualsiasi ambiente in cui c’è convivenza<br />

uomo-animale. In America,<br />

Scandinavia e Svizzera, nei grandi<br />

parchi l’uomo non entra. Da noi invece<br />

gironzola, i fotografi dilettanti<br />

si avvicinano agli animali, si va in<br />

bicicletta. Un errore da cui guardarsi<br />

è dare troppa retta alle associazioni<br />

animaliste, il grande problema della<br />

tutela della natura in Italia: hanno<br />

indotto a fare le regole più rigide che<br />

a livello internazionale e portano a<br />

situazioni di esasperazione. È giusto<br />

conservare le specie, ma gli esemplari<br />

pericolosi vanno rimossi».<br />

Certo “non è giusto uccidere un orso,<br />

ma è necessario per rispettare<br />

quel patto di convivenza in un posto<br />

dove gli orsi non erano più abituati a<br />

stare - ammette il direttore del Parco<br />

Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise<br />

(Pnalm), Luciano Sammarone - Non<br />

mi permetterei mai di mettere in discussione<br />

la vita di un orso, ma un<br />

orso su 100 non fa la differenza, soprattutto<br />

su una popolazione che in<br />

25 anni da zero è passata a cento”. E<br />

Federico Striglioni, naturalista e responsabile<br />

della gestione della fauna<br />

selvatica al Parco nazionale del<br />

Gran Sasso, in Abruzzo aggiunge:”<br />

Io penso che gli orsi debbano essere<br />

abbattuti se si mostrano troppo confidenti,<br />

se si avvicinano troppo alle<br />

abitazioni, per il bene della specie.<br />

Nel parco del Gran Sasso abbiamo<br />

un solo orso, su di un territorio di<br />

1.500 km2 - spiega - quanto la Provincia<br />

di Trento dunque, dove però<br />

ne hanno 100. La popolazione mag-<br />

12<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong>


QUANDO SU LUPI E ORSI C’ERA UNA TAGLIA<br />

La lotta dell’uomo contro orsi, lupi e altri animali pericolosi<br />

per la sopravvivenza caratterizzò per lungo tempo<br />

alcune zone d’Italia e d’Europa. Duecento anni fa l’amministrazione<br />

dell’Impero austro-ungarico pagava una<br />

taglia per gli orsi abbattuti in Trentino, con una tariffa<br />

fissa per femmina, maschio e cucciolo. A chi uccideva<br />

un orso spettavano 30 fiorini, mentre chi poneva fine<br />

alla vita di un esemplare femmina aveva diritto a 40<br />

fiorini. Se l’orso era un cucciolo che non aveva ancora<br />

compiuto un anno, il premio scendeva invece a 10 fiorini.<br />

Erano queste le taglie previste dalla circolare del governo<br />

austriaco del 29 gennaio 1818 (“Premi promessi<br />

sovranamente per l’uccisione degli animali di rapina”).<br />

Queste interessanti informazioni sono contenute nella<br />

tesi di laurea in Studi storici e filologico-letterari di Maria<br />

Calabrese, dell’Università di Trento. Tra XVI e XIX<br />

secolo in Trentino venivano elargiti premi per l’abbattimento<br />

di lupi e orsi. In Val di Fiemme, furono introdotti<br />

il 15 agosto 1759 con un atto deliberativo del Consesso<br />

della Magnifica comunità. Fu invece Napoleone, tra il<br />

1810 e il 1814, a fissare le date per l’apertura e la chiusura<br />

della stagione di caccia. Disposizioni che il governo<br />

austriaco decise di mantenere.<br />

Le cronache del XIX secolo si occuparono più volte della<br />

caccia all’orso. Memorabile ciò che accadde tra la valle<br />

di Pinè e la val di Cembra sul finire dell’Ottocento. Questa<br />

la relazione - pubblicata di recente dal giornalista e<br />

scrittore trentino Alberto Folgheraiter - stesa il 21 maggio<br />

1896 dal capo comune di Bedollo, Matteo Toniolli,<br />

e inviata alle autorità provinciali: “Ieri mattina verso le 8<br />

un orso arrivato da Ceramont si avventò adosso a certa<br />

Domenica Andreatta dei Caselli a Piazze, la grafiò alla<br />

testa e al petto e la morsicò in un ginochio, abbandonò<br />

la donna semiviva e si portò al maso Marteri dove sfigurò<br />

un ragazzo di 11 anni con grafiate e morsicate. Dopo<br />

continuò a salire la campagna e inbattutosi con Barbera<br />

Dalpez la aferò colle zampe al colo e getata per terra ambi<br />

atacati si travolsero per un trato di circa 10 metri pel<br />

bosco e dopo averla morsicata alle bracia e alla testa la<br />

abbandonò. Continuato nel bosco, la bestia poi si portò<br />

alla località Laite mezza ora sotto il paese di Bedollo e<br />

imbatutasi in un ragazzo Eugeni Matteo che portava un<br />

gerlo di legna si rizzò in piedi e aferatolo pel gerlo lo getò<br />

a terra, il ragazzo credendo che sia un cane, colle mani gli<br />

teneva una zampa e l’orso lo morsicò nel bracio sinistro<br />

per due volte, allora la madre del Eugeni gridando disperatamente<br />

l’orso si allontanò.Chiamato subito il medico<br />

dottor Carlo Zanetti, adoperò tutta la sera a medicare e<br />

cucire i quattro feriti. Il ragazzo Mattivi Giovanni versa<br />

in pericolo di vita.Tutto il paese si è messo in moto per<br />

uccidere la bestia ferocie. Mandai a Segonzano e Valcava<br />

per far venire gente per cercar tuta la montagna. Tutta la<br />

montagna era carica di gente coll’intervento dell’I.R. gendarmeria<br />

di Baselga e Brusago e custodi forestali.La gente<br />

stanca per aver cercato invano tutto il giorno, verso le sei<br />

di sera rincasò e subito dopo l’orso fu veduto sopra il maso<br />

Gausaldo, terreno di Segonzano. Avuto notizia in Bedollo<br />

La circolare pubblicata a Innsbruck il 29 gennaio 1818, con l’elenco<br />

dei premi per ogni orso o lupo abbattuto.<br />

subito l’Imperiale-Regia gendarmeria e diversi individui<br />

di Bedollo si portarono sopra luogo ma giunta la notte<br />

non potè fare nessun rilievo.<br />

Oggi con 120 persone armate di Bedollo, Segonzano,<br />

Luch, Gagio e Valcava e gendarmeria di Cembra, Baselga<br />

e Brusago abbiamo perlustrato la montagna, ma non fu<br />

possibile rinvenirlo. Abbiamo trovato a metà della selva<br />

di Segonzano delle pedate fresche in due sentieri che indicavano<br />

essere andato per uno e ritornato per l’altro. D’accordo<br />

col Capocomune di Segonzano abbiamo stabilito di<br />

premiare chi ucide l’orso con fiorini austriaci 40, oltre alla<br />

solita taglia che percepisce dalla Provincia del Tirolo.Dai<br />

fatti successi si rileva che la bestia è ferocissima. Nessuno<br />

perciò si arrischia più andare in campagna e ancor meno<br />

nei pascoli coi bestiami o nei boschi per legna. Prego della<br />

valida sua protezione per poter scovare la bestia e mettere<br />

in pace il paese”.<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong> 13


ALLARME PREDATORI<br />

giore è nel Parco nazionale d’Abruzzo,<br />

una cinquantina di esemplari.<br />

Da noi non si registrano aggressioni<br />

perchè nel corso dei secoli tutti gli<br />

esemplari più aggressivi e confidenti<br />

sono stati sistematicamente uccisi,<br />

e sono sopravvissuti solo quelli che<br />

erano più schivi. Uno studio recente<br />

ha dimostrato che nel genoma<br />

dell’orso bruno marsicano mancano<br />

i geni dell’aggressività”.<br />

Per lo zoologo trentino Filippo Zibordi<br />

il problema è nella “relazione<br />

distorta” che si può creare con lupi<br />

e orsi “se si abituano alla presenza<br />

dell’uomo perché attratti apposta per<br />

esser fotografati vicino al cibo o perché<br />

hanno accesso a delle fonti di cibo<br />

facili, non messe al sicuro”.<br />

Se gli orsi sono in una porzione ridotta<br />

del territorio, i lupi sono presenti<br />

in larga parte di quello nazionale. Ma<br />

la loro è una storia particolare. Erano<br />

rimasti in meno di cento individui<br />

negli anni ’70, rintanati nelle aree<br />

più selvagge d’Italia come l’Appennino<br />

centrale e meridionale. Da allora,<br />

per diversi motivi, il lupo ha iniziato<br />

ad espandersi verso sud, fino a che,<br />

negli anni ’90, nell’Appennino ligure<br />

ha scavallato arrivando fino sulle<br />

Alpi occidentali e da qui s’è espanso<br />

verso est mentre alcuni altri esemplari<br />

sono arrivati anche da altre<br />

zone, come la Slovenia. “Sono popolazioni<br />

del tutto selvatiche, si riproducono<br />

per conto proprio - spiega<br />

Zibordi - Quello che sta succedendo,<br />

ed è parecchio preoccupante, è il<br />

fenomeno della ibridazione. Il fatto<br />

preoccupante è che le lupe vengano<br />

fecondate da cani padronali o randagi<br />

e che quindi partoriscano poi dei<br />

cuccioli ibridi, con il Dna del lupo,<br />

ma con dentro anche qualcosa del<br />

cane. Dico le lupe, perché quando<br />

succede il contrario, cioè qualche lupo<br />

maschio si accoppia con femmine<br />

di cane, nascono di nuovo degli ibridi,<br />

ma sotto il controllo dell’uomo.<br />

Non sono animali liberi”.<br />

Per Zibordi gli orsi possono essere<br />

più pericolosi dei lupi che sono decisamente<br />

più schivi, vanno in giro<br />

in branco. “Quindi - aggiunge - se<br />

sorprendere un orso può succedere,<br />

per il branco di lupi la cosa è più rara.<br />

Il lupo ha un’organizzazione sociale<br />

fatta da un insieme che si sposta sul<br />

territorio e quindi s’accorge di noi<br />

ancor prima che non gli orsi. Anche<br />

loro non ci vedono, almeno in Italia,<br />

come una preda ma tentano piuttosto<br />

a evitarci, starci lontani. Il discorso<br />

però è diverso nei casi dei cosiddetti<br />

‘lupi confidenti’, che pian piano - e<br />

qui la similitudine con l’orso è forte<br />

- si abituano alla presenza dell’uomo<br />

perché attratti apposta per esser fotografati<br />

vicino al cibo o perché hanno<br />

accesso a delle fonti di cibo facili, non<br />

messe al sicuro. Questo è l’aspetto<br />

brutto di una relazione distorta che<br />

può ingenerarsi sia con l’orso sia con<br />

il lupo. Se questi animali perdono<br />

la naturale diffidenza nei confronti<br />

dell’uomo, del suo odore, del suo cibo,<br />

decidono di avvicinarsi e riducono<br />

troppo le distanze. L’unica via per<br />

la coesistenza è quella di mantenere<br />

sempre le distanze. Nel 2020 c’è stato<br />

l’unico caso di una persona morsa da<br />

un lupo, proprio un lupo confidente,<br />

con un collare e che aveva avuto un’evidente<br />

interazione con l’uomo”.<br />

Secondo l’esperto l’abbattimento<br />

dell’orsa in Trentino è l’unica soluzione.<br />

“È la soluzione giusta, perché<br />

così è stato scritto nel famoso Piano<br />

d’azione Pacobace (Piano d’azione<br />

interregionale per la conservazione<br />

dell’orso bruno nelle Alpi centroorientali).<br />

E per quanto possa dispiacere<br />

togliere la vita a un animale<br />

selvatico è comunque un bene per<br />

l’incolumità pubblica, ma anche per<br />

© Philippe Clement / shutterstock<br />

14<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong>


© Alessandro Cristiano / shutterstock<br />

tutti gli altri orsi. Se ne toglie uno per<br />

garantire la sopravvivenza dell’intera<br />

popolazione. Uno contro 99”. Per<br />

lo zoologo non c’è alcuna contraddizione<br />

tra la scelta di ripopolare i boschi<br />

con gli orsi e poi abbatterne uno<br />

come in Trentino: “Non c’è nulla che<br />

non torna, quel che andrebbe detto<br />

fin dall’inizio è che questo non è un<br />

progetto di rilascio senza controllo,<br />

le specie animali vanno gestite. Vanno<br />

gestiti i cervi, vanno gestite le<br />

specie aliene che devono essere eradicate,<br />

vanno gestiti gli orsi. Questo<br />

era stato detto fin dal 1997, cioè noi<br />

mettiamo gli orsi, ma ci sono delle<br />

regole d’ingaggio: il fatto che vanno<br />

prevenuti gli atteggiamenti di perdita<br />

di diffidenza di cui abbiamo<br />

parlato prima, perciò vanno tolti di<br />

mezzo anche quegli orsi che manifestano<br />

comportamenti aggressivi.<br />

La natura non può andare per conto<br />

proprio: questa è una visione un po’<br />

ingenua. Qualunque ecosistema ha<br />

bisogno oggi della gestione da parte<br />

dell’uomo e quindi nel caso dell’orso<br />

va previsto questo. Poi si poteva fare<br />

molto di più a livello di prevenzione<br />

e alcuni di questi orsi con comportamenti<br />

sconvenienti potevano essere<br />

bloccati prima”.<br />

“L’orso che ha aggredito non era un<br />

orso del Trentino, ma un orso sloveno.<br />

Ovvero, hanno introdotto animali<br />

di diverso carattere comportamentale<br />

e probabilmente anche di<br />

diverso fenotipo - fa notare Franco<br />

Zunino, Segretario Generale di Wilderness<br />

Italia, AIW - Quindi, come<br />

li si è introdotti così li si dovrebbero<br />

poter eliminare a constatazione provata<br />

dell’errore commesso. Se alcuni<br />

individui (come è nel caso del Trentino)<br />

si comportano pericolosamente<br />

per l’uomo, questi individui vanno<br />

rimossi (chiusi in un recinto o abbattuti).<br />

In pratica quello che in tutto il<br />

mondo si fa per gli orsi, i leoni, le<br />

tigri, gli elefanti e gli stessi cani che<br />

si rendono pericolosi. Ovvero, non si<br />

sterminando le loro popolazioni, ma<br />

si rimuovono semplicemente gli individui<br />

pericolosi; né più né meno di<br />

quello che l’uomo stesso fa per i suoi<br />

individui che non rispettano le regole<br />

sociali rubando o uccidendo. Se<br />

l’uomo che sbaglia può andare in galera<br />

(e, purtroppo, in alcuni Stati, anche<br />

ucciso!) non si capisce per quale<br />

motivo la stessa regola non debba<br />

valere per un orso, che peraltro non<br />

ha coscienza del bene e del male ed<br />

è quindi l’uomo che deve stabilire le<br />

regole anche per lui, sebbene, si ripete,<br />

incolpevole, ma comunque pericoloso<br />

per l’uomo”.<br />

Intanto arriva un primo segnale di<br />

attenzione a questi problemi da parte<br />

del governo. Rispondendo alla Camera<br />

ad una interrogazione riguardo<br />

il problema dei lupi confidenti e<br />

degli ibridi lupo per cane, la sottosegretaria<br />

di Stato alla Presidenza del<br />

Consiglio dei Ministri Matilde Siracusano<br />

ha detto : “A seguito del notevole<br />

miglioramento dello stato di<br />

conservazione della specie (del lupo<br />

ndr) su tutto il territorio nazionale<br />

e in base allo studio recentemente<br />

condotto da Ispra, che ha permesso<br />

di ottenere una stima della distribuzione<br />

dell’abbondanza della specie<br />

nel nostro Paese, nonchè di ulteriori<br />

emendamenti delle amministrazioni<br />

regionali, è stata elaborata una versione<br />

aggiornata del Piano d’azione<br />

per il lupo. La nuova versione, nel<br />

quadro complessivo delle azioni di<br />

conservazione, fornirebbe una base<br />

per possibili aperture a prelievi<br />

in modo strettamente controllato. Il<br />

Piano, qualora approvato, permetterà<br />

di agire in maniera più incisiva anche<br />

nei confronti di altre problematiche<br />

inerenti al lupo”. (G.Ful.)<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong> 15


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ASSOCIAZIONE VENATORIA NAZIONALE RICONOSCIUTA (ART. 34 L.157/92) - SETTORE PESCA SPORTIVA RICONOSCIUTA (D.M. MAF 3/10/2006)<br />

COLLABORAZIONE CON ENTI TERRITORIALI DI PROTEZIONE CIVILE - RICONOSCIMENTO PRESIDENZA CONSIGLIO DEI MINISTRI.<br />

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60 gg.)<br />

€ 3,00 diaria giornaliera per inabilità temporanea (massimo<br />

180 gg. - franchigia 3 gg.).<br />

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per morte e invalidità permanente, del 50%. Sono esclusi dalla copertura<br />

i rischi derivanti dall’uso e guida di qualsiasi mezzo di trasporto e<br />

comunque i rischi della strada, l’utilizzo delle barche a motore nonché i ria<br />

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€ 677.462,34 per ciascuna persona danneggiata<br />

€ 225.820,78 per danni a cose o animali di terzi.<br />

- L’Assicurazione R.C.V.T.:<br />

- è estesa a coniuge, genitori, figli, fratelli, parente od affine che conviva<br />

o non con l’assicurato;<br />

- comprende anche i rischi derivanti dalla proprietà del cane da caccia per<br />

l’intero anno.<br />

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Infortuni:<br />

€ 90.328,31 per il caso di morte<br />

€ 90.328,31 per il caso di invalidità permanente.<br />

Le coperture assicurative operano anche per i rischi derivanti da:<br />

scoppio del fucile, morso di vipera, esercizio del tiro a volo, tiro a segno,<br />

carica e discarica e pulizia delle armi, manutenzione e preparazione del sito<br />

e del capanno per gli appostamenti fissi e non, anche fuori dal periodo del<br />

calendario venatorio.<br />

Le garanzie assicurative sono altresì estese, previa ordinanza delle Autorità<br />

competenti, sui rischi derivanti da: interventi di protezione civile, cacce selettive,<br />

operazioni di recupero (con armi e cani da traccia) di ungulati feriti.<br />

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€ 5.000.000,00 per ciascuna persona danneggiata<br />

€ 5.000.000,00 per danni a cose o animali di terzi.<br />

- L’Assicurazione R.C.V.T.:<br />

- è estesa a coniuge, genitori, figli, fratelli, parente od affine che conviva o<br />

non con l’assicurato;<br />

- comprende anche i rischi per danni procurati dal cane da caccia anche se<br />

non condotto direttamente dal proprietario, purché affidato ad un familiare<br />

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conviva o non con l’assicurato);<br />

€ 516.500,00 per ogni sinistro, ma con il limite di:<br />

€ 154.950,00 per ciascuna persona danneggiata<br />

€ 51.650,00 per danni a cose o animali di terzi.


TESSERA BASE NAZIONALE (<br />

TESSERA<br />

SUPER (€ 115,00)<br />

€ 90,00)<br />

l Responsabilità civile verso terzi:<br />

€ 1.500.000,00 per ogni sinistro, ma con il limite di:<br />

€ 677.462,34 per ciascuna persona danneggiata<br />

€ 225.820,78 per danni a cose o animali di terzi.<br />

- L’Assicurazione R.C.V.T.:<br />

- è estesa a coniuge, genitori, figli, fratelli, parente od affine che conviva<br />

o non con l’assicurato;<br />

- comprende anche i rischi per danni procurati dal cane da caccia anche se<br />

non condotto direttamente dal proprietario, purché affidato ad un fami<br />

liare tesserato Enalcaccia, per l’intero anno.<br />

l<br />

Infortuni:<br />

€ 90.328,31 per il caso di morte<br />

€ 90.328,31 per il caso di invalidità permanente.<br />

€ 25,00 diaria giornaliera per indennità di ricovero (massimo<br />

90 gg. – Franchigia 5 gg); diarie non cumulabili.<br />

€ 25,00 diaria giornaliera per indennità da ingessatura (massimo<br />

90 gg. – Franchigia 5 gg); diarie non<br />

cumulabili.<br />

Le coperture assicurative operano anche per i rischi derivanti da:<br />

scoppio del fucile, morso di vipera, esercizio del tiro a volo, tiro a segno,<br />

carica e discarica e pulizia delle armi, manutenzione e preparazione del sito<br />

e del capanno per gli appostamenti fissi e non, anche fuori dal periodo del<br />

calendario venatorio.<br />

Le garanzie assicurative sono altresì estese, previa ordinanza delle Autorità<br />

competenti, sui rischi derivanti da: interventi di protezione civile, cacce selettive,<br />

operazioni di recupero (con armi e cani da traccia) di ungulati feriti.<br />

l<br />

Tutela legale: indennizzo € 150.000,00 per l’intero anno e nel limite di<br />

€ 5.000,00 per evento.<br />

l<br />

Responsabilità civile verso terzi:<br />

€ 5.000.000,00 per ogni sinistro, ma con il limite di:<br />

€ 5.000.000,00 per ciascuna persona danneggiata<br />

€ 5.000.000,00 per danni a cose o animali di terzi.<br />

- L’Assicurazione R.C.V.T.:<br />

- è estesa a coniuge, genitori, figli, fratelli, parente od affine che conviva o<br />

non con l’assicurato;<br />

- comprende anche i rischi per danni procurati dal cane da caccia anche se<br />

non condotto direttamente dal proprietario, purché affidato ad un familiare<br />

tesserato Enalcaccia, per l’intero anno.<br />

l Infortuni:<br />

€ 200.000,00 per il caso di morte<br />

€ 200.000,00 per il caso di invalidità permanente. (Oltre<br />

€ 90.328,31 franchigia 3% che scompare al 15%)<br />

€ 40,00 diaria giornaliera per indennità di ricovero<br />

(massimo 60 gg.); diarie non cumulabili<br />

€ 20,00 diaria giornaliera per inabilità temporanea (massimo<br />

30 gg.); diarie non cumulabili<br />

€ 40,00 diaria giornaliera per indennità da ingessatura<br />

(massimo 90 gg.); diarie non cumulabili.<br />

I massimali dell’Assicurazione infortuni (per morte e invalidità permanente)<br />

per i Soci con età superiore ai 75 anni sono ridotti automaticamente del 50%<br />

Le coperture assicurative operano anche per i rischi derivanti da:<br />

scoppio del fucile, morso di vipera, esercizio del tiro a volo, tiro a segno, carica<br />

e discarica e pulizia delle armi, manutenzione e preparazione del sito e del<br />

capanno per gli appostamenti fissi e non, anche fuori dal periodo del calendario<br />

venatorio.<br />

Le garanzie assicurative sono altresì estese, previa ordinanza delle Autorità<br />

competenti, sui rischi derivanti da: interventi di protezione civile, cacce selettive,<br />

operazioni di recupero (con armi e cani da traccia) di ungulati feriti.<br />

l<br />

Furto/rapina/scippo/scoppio del fucile: fino a € 1.000,00<br />

(franchigia € 100,00).<br />

l<br />

Tutela legale: indennizzo € 300.000,00 per l’intero anno e nel limite di<br />

€ 15.000,00 per evento.<br />

-<br />

€ 200.000,00 per il caso di invalidità permanente. (Oltre € franchigia 3% che scompare al 15%)<br />

90.328,31<br />

€ 40,00 diaria giornaliera per indennità di ricovero (massimo<br />

60 gg.); diarie non cumulabili<br />

€ 20,00 diaria giornaliera per inabilità temporanea<br />

(massimo 30 gg.); diarie non cumulabili<br />

€ 40,00 diaria giornaliera per indennità da ingessatura<br />

(massimo 90 gg.); diarie non cumulabili.<br />

I massimali dell’Assicurazione infortuni (per morte e invalidità permanente)<br />

per i Soci con età superiore ai 75 anni sono ridotti automaticamente del 50%.<br />

Le coperture assicurative operano anche per i rischi derivanti da:<br />

scoppio del fucile, morso di vipera, esercizio del tiro a volo, tiro a segno, carica<br />

e discarica e pulizia delle armi, manutenzione e preparazione del sito e del<br />

capanno per gli appostamenti fissi e non, anche fuori dal periodo del calendario<br />

venatorio.<br />

Le garanzie assicurative sono altresì estese, previa ordinanza delle Autorità<br />

competenti, sui rischi derivanti da: interventi di protezione civile, cacce selettive,<br />

operazioni di recupero (con armi e cani da traccia) di ungulati feriti.<br />

l Furto/rapina/scippo/scoppio del fucile: fino a € 1.000,00 (franchigia € 100,00).<br />

l<br />

Tutela legale: indennizzo € 300.000,00 per l’intero anno e nel limite di<br />

€ 15.000,00 per evento.<br />

TESSERA CACCIA SUPER 1 CANE<br />

l<br />

l<br />

C opertura assicurativa per morte di un cane da caccia di proprietà (iscritto<br />

all’anagrafe canina al L.O.I., al L.I.R. o all’E.N.C.I.) nell’esercizio della caccia<br />

e nei periodi di allenamento: per avvelenamento, annegamento, morso da<br />

viperidi, punture di insetti, per lesioni prodotte da cinghiale, da lupo e per<br />

incidente stradale su tutte le strade anche ferrate e nazionali, con esclusione<br />

delle strade urbane, superstrade e autostrade, fino ad € 500,00 (scoperto<br />

10% con il minimo di € 100,00).<br />

Cane di età inferiore a 2 anni e superiore a 8 anni indennizzo ridotto del 50%.<br />

Spese veterinarie € 100,00 complessive per anno assicurativo<br />

di € 10,00) negli stessi casi previsti per la morte del cane .<br />

TESSERA CACCIA SUPER 2 CANI<br />

l<br />

l<br />

(franchigia<br />

Copertura assicurativa per morte fino a due cani da caccia di proprietà<br />

(iscritti all’anagrafe canina al L.O.I., al L.I.R. o all’E.N.C.I.) nell’esercizio della<br />

caccia e nei periodi di allenamento: per avvelenamento, annegamento,<br />

morso da viperidi, punture di insetti fino ad € 1.000,00 (scoperto 10% con<br />

Cane di età inferiore a 2 anni e superiore a 8 anni indennizzo ridotto del 50%.<br />

Spese veterinarie € 1 5 0,00 complessive per anno assicurativo (franchigia<br />

di € 10,00) negli stessi casi previsti per la morte del cane .<br />

TESSERA CACCIA SUPER 3 CANI<br />

l<br />

l<br />

il minimo di € 100,00) per ciascun cane; per lesioni prodotte da cinghiale, da<br />

lupo e per incidente stradale su tutte le strade anche ferrate e nazionali, con<br />

esclusione delle strade urbane, superstrade e autostrade, fino ad € 500,00<br />

(scoperto 10% con il minimo di € 100,00) per ciascun cane.<br />

Copertura assicurativa per morte fino a tre cani da caccia di proprietà<br />

(iscritti all’anagrafe canina al L.O.I., al L.I.R. o all’E.N.C.I.) nell’esercizio della<br />

caccia e nei periodi di allenamento: per avvelenamento, annegamento,<br />

morso da viperidi, punture di insetti fino ad € 1.000,00 (scoperto 10% con<br />

il minimo di € 100,00) per ciascun cane; per lesioni prodotte da cinghiale, da<br />

lupo e per incidente stradale su tutte le strade anche ferrate e nazionali, con<br />

esclusione delle strade urbane, superstrade e autostrade, fino ad € 500,00<br />

(scoperto 10% con il minimo di € 100,00) per ciascun cane.<br />

Cane di età inferiore a 2 anni e superiore a 8 anni indennizzo ridotto del 50%.<br />

Spese veterinarie € 1 5 0,00 complessive per anno assicurativo (franchigia<br />

di € 10,00) negli stessi casi previsti per la morte del cane .<br />

schi derivanti dalla pesca subacquea.<br />

TESSERA PESCA LAGO (€ 9,00)<br />

Per i soci di età superiore agli anni 14 fino a 90 anni<br />

Valida su tutto il territorio nazionale per la pesca nei laghetti sportivi.<br />

l<br />

R.C.V.T. (è estesa a coniuge, genitori, figli, fratelli, parente od affine che<br />

conviva o non con l’assicurato);<br />

€ 516.500,00 per ogni sinistro, ma con il limite di:<br />

€ 154.950,00 per ciascuna persona danneggiata<br />

€ 51.650,00 per danni a cose o animali di terzi.<br />

l<br />

Infortuni:<br />

€ 80.000,00 per il caso di morte<br />

€ 80.000,00 per il caso di invalidità permanente (franchigia 3%<br />

che scompare al 15%).<br />

€ 30,00 diaria giornaliera per indennità di ricovero (massimo<br />

60 gg.)<br />

€ 3,00 diaria giornaliera per inabilità temporanea (massimo<br />

180 gg. - franchigia 3 gg.).<br />

I massimali dell’assicurazione per i soci con età superiore a 75 anni sono ridotti,<br />

per morte e invalidità permanente, del 50%. Sono esclusi dalla copertura<br />

i rischi derivanti dall’uso e guida di qualsiasi mezzo di trasporto e<br />

comunque i rischi della strada, l’utilizzo delle barche a motore nonché i rischi<br />

derivanti dalla pesca subacquea.<br />

TESSERA PESCA PIERINI (€ 6 ,00)<br />

Per i soci tra i 7 e i 14 anni<br />

l<br />

R.C.V.T.<br />

Non è coperta da polizza, stante il disposto dell’art. 2048 C.C.<br />

l Infortuni:<br />

€ 20.700,00 per il caso di morte<br />

€ 41.350,00 per il caso di invalidità permanente (franchigia 3%<br />

che scompare al 15%).<br />

Non sono previste coperture per invalidità temporanea e per ricovero. Sono<br />

esclusi dalla copertura i rischi derivanti dall’uso di qualsiasi mezzo di trasporto<br />

e comunque i rischi della strada, l’utilizzo delle barche a motore nonché<br />

i rischi derivanti dalla pesca subacquea. Per il rilascio della tessera<br />

occorre formale consenso del genitore o di chi esercita la patria potestà.<br />

TESSERA AMATORIALE ( € 25,00 )<br />

bellatura, censimento ed altro. Garanzia valida su tutto il territorio Nazionale.<br />

Per i tesserati di età compresa tra i 18 e gli 85 anni che svolgono attività sportive,<br />

gare ed esercitazioni di tiro a volo, attività naturalistiche, ricreative e micologiche<br />

nonché gare cinofile, tiro con arco, softair, addestramento cani, tal<br />

Responsabilità civile verso terzi:<br />

€ 50.000,00 per ogni sinistro, ma con il limite di:<br />

€ 25.000,00 per ciascuna persona danneggiata<br />

€ 6.000,00 per danni a cose o animali di terzi.<br />

l Infortuni:<br />

€ 50.000,00 per il caso di morte<br />

€ 50.000,00 per il caso di invalidità permanente (franchigia del<br />

7% che scompare al 30%).<br />

GUARDIE VOLONTARIE<br />

Tra i propri soci ’Enalcaccia P.T. annovera Guardie volontarie Venatorie,<br />

Zoofile e Ittiche assicurate dalla Presidenza Nazionale per R.C.V.T. e per<br />

INFORTUNIO correlati all’attività di Vigilanza, nonchè per la tutela legale il cui<br />

riconoscimento è legato al tipo di tessera caccia del socio Guardia volontaria.<br />

OPZIONE “CAPANNO E RICHIAMI VIVI” (€ 10,00) - ABBINABILE A TUTTE LE TIPOLOGIE DI TESSERE CACCIA<br />

Incendio del capanno: danni materiali e diretti procurati al capanno e al suo contenuto, di cui l’assicurato risulti titolare, conseguenti a tentato furto, incendio e atti vandalici: limite massimo di indennizzo per sinistro e per anno assicurativo: € 2.000,00 (franchigia fissa di € 52,00).<br />

Furto di richiami vivi: furto di richiami vivi legittimamente detenuti nell’abitazione o nei locali adibiti a capanno e nelle strutture facenti parte dell’appostamento di cui l’assicurato risulti titolare, come da permesso rilasciato dalle Autorità preposte: limite massimo di<br />

indennizzo, per sinistro e per anno assicurativo, € 300,00 con il limite di € 60,00 per richiamo (franchigia 10% dell’indennizzo).<br />

Morte di richiami vivi: morte degli uccelli da richiamo, legittimamente detenuti, a seguito di attacchi di rapaci, roditori ed altri animali predatori: limite massimo di indennizzo complessivo per sinistro e per anno assicurativo € 300,00 con il limite di € 60,00 per richiamo.<br />

ESTENSIONE COPERTURA ASSICURATIVA "CACCE SELETTIVE DURANTE LE ORE NOTTURNE" (€ 25,00) ABBINABILE A TUTTE LE TIPOLOGIE DI TESSERE CACCIA, sia che siano disciplinate e regolate dagli<br />

Enti Regionali, sia che siano organizzate da Ente diverso dalla Regione, purché avvengano in Parchi Nazionali e aree protette riconosciute e secondo le stesse modalità previste dalle Regioni. Inoltre si precisa che la sopra citata copertura opera per gli interventi diversi dal<br />

controllo ordinario e dalle cacce di selezione previste nei calendari venatori regionali.<br />

I massimali RCVT e INFORTUNI sono quelli previsti dalla tipologia di tessera caccia alla quale l’opzione è abbinata.<br />

l


ALLARME PREDATORI<br />

Il fondamentale sostegno<br />

dell’Enalcaccia al Comitato<br />

“Emergenza Lupo Arezzo”<br />

L’esponenziale aumento della presenza del lupo nell’intera penisola non<br />

ha di certo risparmiato la provincia di Arezzo e l’intera Toscana, territorio<br />

che, negli ultimi tempi, ha registrato numerosi casi di predazione<br />

di Iacopo Piantini,Vice Presidente Nazionale Enalcaccia e Presidente Provinciale Arezzo<br />

1 2<br />

Oggi, ovunque in Toscana, è<br />

frequente avvistare lupi in<br />

gruppo non solo nelle fasce<br />

montane, dove la specie dovrebbe<br />

vivere se pur con numeri molto<br />

più ridotti, ma anche nelle zone di<br />

pianura, fino a raggiungere le aree<br />

urbanizzate.<br />

In provincia di Arezzo, i recenti, numerosi<br />

e ripetuti casi di predazione,<br />

hanno fatto sì che alcuni cittadini<br />

residenti nel capoluogo, si riunissero<br />

in un comitato spontaneo sorto a fine<br />

mese di gennaio, con l’intento di<br />

porre all’attenzione degli organi istituzionale<br />

preposti, quali il Ministero<br />

dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare<br />

e delle Foreste ed il Ministero<br />

dell’Ambiente e della Sicurezza<br />

Energetica, la problematica “lupo”,<br />

specie che desta sempre più preoccupazione<br />

tra la popolazione.<br />

Dopo una prima assemblea pubblica<br />

molto partecipata, è stato dato<br />

quindi vita ad una petizione popo-<br />

3<br />

1/2/3 - Nelle foto, alcuni momenti della riunione ad Arezzo del comitato spontaneo<br />

nato per porre all’attenzione del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero<br />

dell’Ambiente le problematiche legate alla crescente presenza del lupo.<br />

lare con la raccolta di firme, rivolta<br />

ad entrambi i Ministeri, la quale, in<br />

sintesi, evidenzia che dalla promulgazione<br />

delle norme che hanno istituito<br />

la difesa del lupo, inserendolo<br />

tra le specie particolarmente protette,<br />

questa specie è stata lasciata procreare<br />

indiscriminatamente, fino<br />

a raggiungere i 3.500 esemplari sul<br />

territorio nazionale, cifra che risulta<br />

comunque sottostimata. Il lupo,<br />

oggi, manifesta un comportamento<br />

sempre più sfacciato, arrivando<br />

a frequentare addirittura i centri<br />

18<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong>


4 5<br />

6 7<br />

4/5/6/7 - Pecore ed altri animali di allevamenti in Toscana dopo l’assalto di lupi nelle foto inviateci dal nostro socio<br />

Eugenio Contemori.<br />

abitati, tale quindi da lasciare presagire<br />

il rischio di attacco anche nei<br />

confronti dell’uomo, come avveniva<br />

in epoche remote. I cittadini, oggi,<br />

percependo la minaccia costituita<br />

dal lupo, sono arrivati a rinunciare<br />

alla propria libertà, fino anche alla<br />

abitudinaria frequentazione delle<br />

periferie e delle campagne, soprattutto<br />

se in compagnia dei cani. Non<br />

dobbiamo sottovalutare i 17.989 casi<br />

di predazione a livello nazionale, a<br />

fronte di 9 milioni di euro di risarcimenti<br />

dai danni causati dal lupo<br />

agli allevamenti nel periodo compreso<br />

tra il 2015 – 2019; così, mentre<br />

nel resto d’Europa sono in atto<br />

iniziative concrete per il controllo<br />

della specie, da noi il lupo è ancor<br />

oggi specie particolarmente protetta,<br />

continuando a produrre danni<br />

enormi all’economia.<br />

Da ciò scaturisce la richiesta ai due<br />

Ministeri di intervenire con sollecitudine<br />

e con decisione a tutela dei<br />

cittadini, degli animali e delle proprietà,<br />

riportando il lupo ai numeri<br />

limitati di un tempo, nella sua naturale<br />

collocazione territoriale del<br />

contesto montano.<br />

In tutto questo, la Sezione Provinciale<br />

dell’Enalcaccia aretina, unica tra<br />

le associazioni venatorie provinciali<br />

che hanno aderito al progetto, è stata<br />

parte attiva, credendo nell’azione<br />

intrapresa del “Comitato Emergenza<br />

Lupo Arezzo” sin dal primo giorno e<br />

promuovendo quindi, tra i circoli comunali<br />

aderenti, la raccolta di firme.<br />

Enalcaccia ha portato sul tavolo i dati<br />

sugli abbattimenti dei cinghiali da<br />

parte delle squadre a ciò preposte e<br />

degli ungulati in genere, dati che confermano<br />

chiaramente ciò che l’associazione<br />

aveva anticipato da tempo:<br />

oltre al verificarsi di episodi sempre<br />

più frequenti di attacchi mortali del<br />

lupo a carico dei cani portati a caccia,<br />

in provincia di Arezzo si è passati dal<br />

100% medio di abbattimenti rispetto<br />

ai piani di prelievo del cinghiale<br />

che si registravano fino a cinque o<br />

sei anni fa, all’attuale 50%; nella sola<br />

Valtiberina toscana - ATC Arezzo 2,<br />

in soli 10 anni, i cinghiali abbattuti<br />

dalla squadre sono diminuiti di 2/3.<br />

Nel solo distretto di caccia di selezione<br />

“Cervo Penna”, durante la stagione<br />

di caccia appena conclusa, il lupo<br />

è stato avvistato circa 100 volte e si è<br />

passati dai 42 capi di cervo abbattuti<br />

nel 2018/19 ai 15 capi del 2022/23.<br />

Da non sottovalutare il danno all’ecosistema<br />

che la presenza eccessiva<br />

del lupo ha creato, con l’abbandono<br />

dei pascoli di montagna, patrimonio<br />

e tradizione del nostro Appennino, a<br />

causa della predazione. In un mese<br />

sono state raccolte ben 3691 firme,<br />

a conferma che la preoccupazione<br />

sulla questione “lupo” è sentita e non<br />

sottovalutata da nessuno.<br />

La Presidenza Nazionale Enalcaccia,<br />

resa doverosamente edotta in merito<br />

all’azione intrapresa, si è direttamente<br />

ed immediatamente attivata presso<br />

i Ministeri competenti, tra i quali,<br />

il Ministero dell’Ambiente, che con<br />

specifica nota ha garantito interesse<br />

ed attenzione alla soluzione della<br />

problematica.<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong> 19


PESTE SUINA AFRICANA<br />

Nuovo Commissario<br />

e nuova Ordinanza per<br />

combattere l’epidemia<br />

Tra Piemonte, Liguria, Lazio e Sardegna si è arrivati a 695 casi di Psa.<br />

Vincenzo Caputo prende il posto di Angelo Ferrari e vara norme più<br />

incisive per frenare l’espandersi della malattia<br />

a cura di Enalcaccia Nazionale<br />

Hanno quasi raggiunto quota<br />

700 i casi di Peste suina africana<br />

(Psa) in Italia. Nelle due<br />

Regioni più colpite dall’epidemia che<br />

infuria da ormai più di un anno, al<br />

27 aprile si contano 391 casi accertati<br />

in Piemonte e 248 in Liguria, secondo<br />

i dati dell’Istituto Zooprofilattico<br />

Sperimentale di Torino e Genova. Ai<br />

quali vanno aggiunti i 48 registrati<br />

nel Lazio e gli otto della Sardegna.<br />

Totale, dunque, 695. A marzo si sono<br />

registrati casi anche a Savona, ovvero<br />

fuori dalla cosiddetta zona di restrizione<br />

II, quella in cui viene effettuato<br />

il controllo per circoscrivere i contagi.<br />

Segno che quanto fatto finora per<br />

combattere la peste suina africana<br />

non si è rivelato ancora sufficiente.<br />

A fine febbraio il Consiglio dei Ministri<br />

ha nominato il nuovo Commissario<br />

straordinario nazionale per<br />

l’emergenza Psa: è Vincenzo Caputo,<br />

che prende il posto di Angelo Ferrari,<br />

in carica dal 2021 e giunto a fine<br />

mandato. Caputo è attualmente alla<br />

guida dell’Istituto Zooprofilattico di<br />

Marche e Umbria.<br />

Il 20 aprile Caputo ha avviato la<br />

sua azione firmando una Ordinanza<br />

commissariale, la n. 2/<strong>2023</strong>, con<br />

nuove misure per il controllo e l’eradicazione<br />

della Peste Suina Africana,<br />

20<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong>


TANTI SOLDI PUBBLICI SPESI, MA FINORA POCHI RISULTATI<br />

Eravamo rimasti che si stava installando sul versante<br />

confinante tra Liguria e Piemonte una rete, voluta dal<br />

Ministero della Sanità, per impedire ai cinghiali infetti<br />

con la PSA, di migrare verso altre zone indenni in quel<br />

momento. La rete non è servita a nulla, se non a sprecare<br />

una marea di soldi pubblici, perché oggi, possiamo<br />

dire senza ombra di smentita, che se lo scopo era impedire<br />

la diffusione della PSA, il risultato non è stato raggiunto,<br />

gli interventi fatti sono serviti solo a permettere<br />

di svolgere le altre cacce, quella con il cane e alla migratoria.<br />

In Provincia di Genova nell’ ATC di GE 1 quello<br />

colpito dalla PSA, quasi integralmente, i cacciatori<br />

hanno scelto di loro sponte, di non effettuare nessun<br />

abbattimento in periodo di caccia, per le condizioni<br />

stabilite dal Commissario precedente (si poteva cacciare,<br />

non nella zona Rossa, ma in quella adiacente, con<br />

non più di tre cani, e gli eventuali capi abbattuti, anche<br />

se risultati successivamente negativi alla PSA ,non potevano<br />

essere consumati dai cacciatori e andavano inviati<br />

all’incenerimento) senza considerare, tutte le procedure<br />

di salvaguardia biologica che andavano messe<br />

in atto per il recupero e il trasporto dei capi abbattuti,<br />

che andavano dalla comunicazione della targa del veicolo<br />

usato per il trasporto, all’uso di sacchi appositi per<br />

le spoglie degli animali abbattuti, le celle frigorifere nelle<br />

case di caccia, messe a norma e controllate dall’ASL,<br />

quindi alla fine i cacciatori dell’ATC GE 1 hanno deciso<br />

di non effettuare nessuna battuta.<br />

La caccia di selezione messa in atto dai selecontrollori<br />

ha prodotto nell’altro ATC genovese 1500 abbattimenti<br />

e la Vigilanza regionale ha effettuato 488 abbattimenti.<br />

Dei famosi 30.000 capi annunciati dal Ministero come<br />

quantitativo da abbattere, si è arrivati solo a 4.984 nel<br />

genovese e ad un totale di 13.314 in tutta la Liguria.<br />

Certamente non si risolve così il problema, anzi abbiamo<br />

l’impressione che qualcuno a Roma stia facendo un<br />

esperimento, per dimostrare poi, che non è vero che<br />

la caccia con la braccata o la girata, servano a regolare<br />

le popolazioni di ungulati, che se ne può fare a meno<br />

perchè queste si regolano da sole, anche attraverso le<br />

malattie. Sicuramente la Cabina di Regia delle Associazioni<br />

venatorie dovrà farsi portavoce anche di queste<br />

problematiche tecniche.<br />

Marcello Montagner,<br />

Delegato regionale Enalcaccia Liguria<br />

valide fino al 31 agosto <strong>2023</strong>. Il provvedimento<br />

rivede complessivamente<br />

le indicazioni finora in vigore, armonizzando<br />

le azioni di eradicazione,<br />

controllo e prevenzione della malattia<br />

da applicarsi nelle zone infette, nelle<br />

zone di restrizione e nelle zone confinanti,<br />

istituite sul territorio nazionale.<br />

“Ogni Istituto Faunistico che intende<br />

praticare abbattimenti del cinghiale<br />

nelle aree sottoposte a restrizione<br />

(parte I e II) - si legge nell’Ordinanza<br />

- deve sviluppare un piano di gestione<br />

della biosicurezza con l’obiettivo di<br />

prevenire la contaminazione indiretta<br />

di operatori e mezzi, ivi inclusi i cacciatori,<br />

e la eventuale diffusione del<br />

virus in aree indenni”. Ogni piano dovrà<br />

contenere l’elenco dei nominativi<br />

e dei contatti degli operatori abilitati<br />

agli abbattimenti, dei cacciatori autorizzati<br />

ed opportunatamente formati<br />

ad operare nelle zone sottoposte a<br />

restrizione, e delle strutture designate<br />

per il conferimento delle carcasse.<br />

L’Ordinanza dispone una stretta sui<br />

cinghiali in città, obbligando le Regioni<br />

ad adottare le misure necessarie<br />

a scoraggiare l’urbanizzazione dei suini<br />

selvatici, impedendo l’accesso alle<br />

fonti di cibo definibili sia come rifiuti,<br />

ivi inclusi quelli domestici e nei luoghi<br />

pubblici, che alimenti somministrati<br />

volontariamente dai cittadini. Nella<br />

zona di restrizione 2 in particolare, si<br />

deve innanzitutto procedere alla ricerca<br />

attiva delle carcasse di cinghiale,<br />

soprattutto nelle zone più vicine alla<br />

zona di restrizione 1 ( per definirne<br />

esattamente il confine ) e dove ancora<br />

non si siano riscontrati casi di peste<br />

suina africana; si devono prediligere<br />

le aree ad alta densità di cinghiali, i<br />

corsi d’acqua e le zone di fondo valle,<br />

coinvolgendo le associazioni venatorie<br />

nelle operazioni di monitoraggio.<br />

tutti i cinghiali rinvenuti morti vanno<br />

sottoposti a test; le carcasse devono<br />

essere smaltite secondo i protocolli di<br />

biosicurezza previsti.<br />

In alcune interviste il commissario<br />

straordinario ha manifestato un certo<br />

cauto ottimismo riguardo l’evolversi<br />

dell’epidemia. Nel prossimo triennio,<br />

ha spiegato Caputo, potremmo cominciare<br />

a parlare di messa sotto controllo<br />

del virus, con azioni serrate, controlli<br />

a tappeto e verifiche costanti. E quanto<br />

alla proliferazione dei cinghiali, ha<br />

riconosciuto che “la caccia e i cacciatori<br />

rappresentano degli stakeholder<br />

straordinari da utilizzare in un’ottica di<br />

riequilibrio numerico della specie”.<br />

C’è da registrare poi che, visti i nuovi<br />

casi di PSA certificati in Piemonte, la<br />

Commissione Europea ha modificato<br />

l’elenco delle zone sottoposte a restrizione.<br />

Con il regolamento di esecuzione<br />

(UE) <strong>2023</strong>/685 la Commissione<br />

ha infatti modificato l’elenco della<br />

zona rossa. Questo comporta il passaggio<br />

di alcuni Comuni da zona di<br />

restrizione I a zona di restrizione II<br />

e l’inserimento di altri nella zona di<br />

restrizione I.<br />

Intanto la Commissione Agricoltura<br />

della Camera ha iniziato a discutere la<br />

risoluzione presentata da Francesco<br />

Bruzzone sulle misure per contrastare<br />

la diffusione della peste suina africana.<br />

Si vuole impegnare il governo a<br />

un’azione più incisiva contro la Psa. È<br />

bene innanzitutto valutare se adottare<br />

nuove misure di sorveglianza attiva,<br />

potenziando la ricerca delle carcasse<br />

nelle zone di restrizione I e II e le<br />

azioni di depopolamento; potrebbe<br />

inoltre essere utile aumentare il numero<br />

dei soggetti autorizzati a intervenire<br />

e consentire l’impiego dei cani.<br />

Contemporaneamente bisogna assegnare<br />

nuove risorse ai servizi veterinari<br />

delle Asl; è a loro infatti che<br />

s’affidano rimozione, trasporto, analisi<br />

e incenerimento o interramento<br />

delle carcasse dei cinghiali risultati<br />

positivi al virus; della carne di quelli<br />

sani è bene invece avviare una filiera<br />

controllata.<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong> 21


ARMI<br />

Cartucce e polvere<br />

da sparo: occhio<br />

alla quantità<br />

Facciamo chiarezza su una questione che interessa tutti, in special<br />

modo il mondo dei ricaricatori casalinghi di munizioni. Come si fa a<br />

determinare quante detenerne? Quali sono i limiti di legge da rispettare?<br />

Muoviamoci con prudenza perché la normativa è complessa<br />

di Santo Diano<br />

Nell’Italia dalle mille Questure,<br />

delle mille Leggi e Regolamenti<br />

che si affastellano<br />

di anno in anno e che sembra siano<br />

fatte apposta per essere indecifrabili,<br />

molti sono i dubbi che ci attanagliano<br />

quando parliamo di detenzione<br />

di armi e munizioni. Oggi<br />

voglio intervenire su una questione<br />

non molto dibattuta e che interessa<br />

però tutti ed in special modo il<br />

mondo dei ricaricatori casalinghi<br />

di cartucce, ma non solo.<br />

In questo mio intervento proverò<br />

ad esternare i miei dubbi su una<br />

specifica questione che riguarda la<br />

detenzione congiunta di cartucce,<br />

sia a palla che a pallini, assieme a<br />

quelle ad arma corta e della polvere<br />

da sparo utilizzata per la loro ricarica.<br />

La norma di riferimento oggi<br />

in vigore è l’art. 97, comma 1° del<br />

Regolamento Esecutivo al TULPS,<br />

il quale recita:<br />

ART. 97 - “Possono tenersi in deposito<br />

o trasportarsi nel Regno senza<br />

licenza, esplosivi della prima categoria<br />

in quantità non superiore a<br />

cinque chilogrammi di peso netto,<br />

od artifici in quantità non superiore<br />

a chilogrammi venticinque di peso<br />

lordo, escluso l’imballaggio, ovvero<br />

un numero di millecinquecento cartucce<br />

da fucile da caccia caricate a<br />

polvere, nonché duecento cartucce<br />

cariche per pistola o rivoltella, ed<br />

un numero illimitato di bossoli innescati<br />

e di micce di sicurezza. Possono<br />

essere acquistati, trasportati ed<br />

impiegati senza licenza, nonché detenuti<br />

senza obbligo della denuncia<br />

di cui all’articolo 38 del regio decreto<br />

18 giugno 1931, n. 773, i prodotti<br />

esplodenti della categoria 5), gruppo<br />

D), fino a 5 kg netti e della categoria<br />

5), gruppo E, in quantità illimitata<br />

(99).<br />

Omissis…<br />

(99) Periodo aggiunto dall’art. 14,<br />

D.M. 19 settembre 2002, n. 272.<br />

La lettura di questo articolo porta<br />

a ritenere, semplicisticamente, che<br />

si possano detenere un massimo<br />

di 1.700 cartucce, di cui massimo<br />

1.500 caricate a palla o a pallini per<br />

fucile e 200 cartucce per arma corta<br />

o, in alternativa, fino a 5 Kg di polvere<br />

da sparo.<br />

Il problema nasce nel momento in<br />

cui si detengono un numero inferiore<br />

di cartucce - caso quasi universale<br />

- e si ha anche la volontà di<br />

detenere della polvere da sparo per<br />

la loro confezione.<br />

Come facciamo a determinare la<br />

quantità di polvere detenibile stante<br />

la circostanza che le cartucce sono<br />

numericamente quantificate ed<br />

accertabili?<br />

Una prima teoria che chiamerò “prudenziale”<br />

prevederebbe di ricorrere<br />

alla semplice equivalenza data dalla<br />

suddivisione dei 5 kg di polvere per<br />

il quantitativo massimo di cartucce<br />

detenibili - per esempio: 5.000 gr /<br />

1.700 = 2,941 gr per ogni cartuccia -<br />

così, se si detengono 200 cartucce per<br />

arma corta e 650 per fucile, avremo<br />

© Gilles Paire / shutterstock<br />

22<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong>


PIOMBO E ZONE UMIDE: TUTTE LE REGOLE DEL DIVIETO<br />

Cartucce con il piombo, finalmente si è<br />

fatta chiarezza. È stata infatti pubblicata<br />

l’attesa circolare di applicazione del Regolamento<br />

della Commissione europea<br />

2021/57 che prevede limitazioni per l’uso<br />

di cartucce con il piombo nelle zone umide<br />

a partire dal 15 febbraio <strong>2023</strong>.<br />

Il Governo, a seguito delle richieste delle<br />

Associazioni venatorie riunite nella Cabina<br />

di Regia, ha riconosciuto la difficoltà<br />

interpretativa del regolamento, e ha varato<br />

una circolare firmata dal ministro<br />

delle Politiche Agricole Francesco Lollobrigida<br />

e e dal ministro dell’Ambiente<br />

Gilberto Pichetto Fratin. La zona umida<br />

viene definita come «una zona acquitrinosa<br />

che per dimensioni, instabilità morfologica<br />

e natura sia in grado di fornire<br />

un habitat stabile e duraturo agli uccelli<br />

acquatici»; restano dunque escluse «tutte<br />

le aree idriche effimere soggette a variazioni<br />

temporanee del livello dell’acqua o<br />

del contenuto di umidità, prive del carattere<br />

di stabilità e permanenza».<br />

Le forze dell’ordine dovranno sanzionare<br />

l’impiego effettivo, non il semplice possesso<br />

di munizioni in piombo: in caso di<br />

controlli, i cacciatori «potranno dunque<br />

dimostrare che intendevano effettivamente<br />

sparare altrove»: in altre parole, se<br />

un cacciatore viene trovato in queste aree<br />

in possesso di cartucce contenenti piombo,<br />

“potrà dimostrare, se richiesto, che<br />

intendeva effettivamente sparare altrove,<br />

essendo solo in transito nella suddetta<br />

zona umida”.<br />

Per comodità dei nostri lettori, ecco una<br />

breve sintesi, più in dettaglio, delle nuove disposizioni<br />

al riguardo.<br />

Non è permesso sparare con cartucce al piombo nelle<br />

zone identificate come “zone Ramsar”, nelle zone ricadenti<br />

nei SIC (Siti di Interesse Comunitario) e ZPS<br />

(Zone di Protezione Speciale), nelle zone rientranti<br />

all’interno di riserve naturali e oasi di protezione sia<br />

nazionali che regionali.<br />

Possono essere considerate zone di divieto risaie e altri<br />

bacini artificiali, ma solo nel caso in cui ricadano<br />

nelle zone Ramsar, o nei SIC e ZPS e nelle riserve naturali<br />

protette.<br />

Non sono considerate zone umide pozzanghere, acquitrini<br />

e zone umide temporanee: in esse di conseguenza<br />

è possibile utilizzare il piombo.<br />

Se si transita in una delle zone umide nelle quali è applicato<br />

il divieto e si viene trovati in possesso di munizioni<br />

al piombo, se non c’è l’effettivo e concreto pericolo<br />

attuale di diffusione del piombo nell’ambiente non<br />

Le zone umide in Italia dove non possono essere utilizzate cartucce al<br />

piombo. Nella cartina sono indicate le zone umide d’importanza internazionale<br />

riconosciute ed inserite nell’elenco della Convenzione di Ramsar<br />

per l’Italia: sono ad oggi 57, distribuite in 15 Regioni, per un totale di<br />

73.982 ettari. Il divieto riguarda anche le zone umide nei Sic (Siti di<br />

importanza comunitaria), nelle Zps (Zone a protezione speciale) e quelle<br />

ricadenti all’interno di riserve naturali.<br />

si può essere sanzionati. In questi casi, comunque, è<br />

consigliabile transitare con il fucile scarico.<br />

Se un cacciatore viene trovato durante una battuta in<br />

una zona umida con pallini di piombo, oppure a 100<br />

metri da una zona umida, avrà la possibilità di dimostrare<br />

che intendeva effettivamente sparare altrove.<br />

Si possono trasportare e detenere in auto o a casa munizioni<br />

al piombo.<br />

Se si va ad un poligono di tiro con un fucile da caccia<br />

non si è soggetti a sanzioni. C’è la possibilità di essere<br />

perquisiti ad un controllo, ma la perquisizione deve avvenire<br />

nel rispetto della persona, senza comportamenti<br />

aggressivi, offensivi, mortificanti o minacciosi da parte<br />

da chi la esegue e il perquisito ha diritto a chiamare un<br />

avvocato o quantomeno una persona di fiducia che assista<br />

alla perquisizione. È possibile filmare l’operazione,<br />

ma il filmato non può essere diffuso pubblicamente. Si<br />

ha anche il diritto di fare dichiarazioni e segnalare le<br />

eventuali anomalie nel verbale di perquisizione.<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong> 23


ARMI<br />

© fxmdusan73 / shutterstock<br />

© Giuseppe Cerullo<br />

a grammi 1,785 di polvere senza<br />

fumo ed ogni cartuccia per arma<br />

corta equivalente a grammi 0,25<br />

di polvere senza fumo (1.500 cartucce<br />

per fucile corrisponderanno<br />

a kg 2.677,5 di polvere senza fumo<br />

, mentre 200<br />

cartucce per pistola equivarranno<br />

a g 50 di polvere senza fumo


VITA DELL’ASSOCIAZIONE<br />

EMILIA ROMAGNA - A consulto sul flagello<br />

delle specie invasive<br />

La forte crescita delle specie invasive sta causando problemi<br />

sempre più gravi ad un ambiente particolare come il<br />

Delta del Po. Colpiti i settori della pesca, della vallicoltura,<br />

dell’agricoltura. Gabbiani reali, cormorani, gazze, ghiandaie,<br />

taccole, stanno divorando, è il caso di dirlo, quantità<br />

enormi di pesce, distruggendo coltivazioni e danneggiando<br />

anche le nidificazioni degli altri uccelli, dato che mangiano<br />

uova e piccoli appena nati. Problemi affrontati e discussi<br />

in un “tavolo tecnico” tenutosi a Comacchio lunedì<br />

27 febbraio, di concerto con il Comune e con il contributo<br />

determinante del presidente della sezione Enalcaccia di<br />

Ferrara, Sergio Frasson, che da anni si batte per difendere<br />

l’ambiente e le sue valli.<br />

Autorità partecipanti: il sindaco di Comacchio Pierluigi<br />

Negri, il presidente del Parco del Po Veneto Moreno Gasperini,<br />

il direttore operativo del Parco del Po Emilia Romagna<br />

Massimiliano Costa, Piero Genovese responsabile<br />

del Servizio per il coordinamento della fauna selvatica<br />

dell’Ispra, Elsa Braghiroli della Direzione Generale agricoltura,<br />

caccia e pesca della Regione Emilia Romagna.<br />

Relatori, oltre a Frasson, Alessandro Fugaroli, esperto di<br />

problematiche ambientali e venatorie, Franco Mezzogori<br />

decano dei guardiani della Valle di Comacchio. Presenti<br />

nella sala polivalente di Palazzo Bellini a Comacchio, oltre<br />

100 persone tra cacciatori, agricoltori, rappresentanti dei<br />

le consorzi di pesca, presidenti provinciali delle altre associazioni<br />

venatorie.<br />

Dal dibattito è emersa una sostanziale concordanza di<br />

vedute, tra gli intervenuti riguardo la fauna invasiva oggetto<br />

di discussione. Unanime la difficoltà espressa sia dai<br />

rappresentanti della Regione che dai Presidenti del Parco,<br />

nell’attuare necessarie, conosciute e condivise politiche di<br />

gestione faunistica a causa dell’irrazionale quanto, a tratti,<br />

violenta, opposizione della galassia ambientalista nelle<br />

particolarmente attive componenti più estremiste (talebani<br />

dell’ambientalismo, come sono stati definiti durante<br />

il dibattito con i presenti in sala). Questo problema è di<br />

difficile soluzione a livello locale in quanto finora le autorità<br />

di Pubblica Sicurezza non hanno mostrato particolare<br />

determinazione nel voler contrastare questo fenomeno<br />

indubbiamente “scottante” sotto molti punti di vista. Tale<br />

argomento, a parere di Frasson, potrebbe trovare nella Cabina<br />

di Regia il livello di trattazione più adeguato.<br />

Grazie all’interessamento del presidente della sezione<br />

Enalcaccia di Ferrara, il Comune di Comacchio, sta predisponendo<br />

una comunicazione verso le competenti autorità<br />

(Regione Emilia Romagna ed Ispra), denunciando tutte le<br />

problematiche a carico dell’economia locale, del turismo<br />

e dell’ambiente, determinate dall’eccessiva presenza della<br />

fauna invasiva, per l’emissione di piani di controllo dedicati<br />

al contenimento delle specie citate. E’ probabile che altri<br />

Comuni seguiranno questo esempio anche fuori Regione.<br />

L’importante iniziativa ha avuto un’ampia eco sulla stampa<br />

locale.<br />

Sergio Frasson,<br />

Presidente sezione provinciale Enalcaccia Ferrara<br />

FRIULI V. G. - Gara con cani da seguita<br />

su capriolo<br />

Presso le Riserve di <strong>Caccia</strong> di San Leonardo, Savogna,<br />

Stregna e Grimacco il 26 febbraio scorso si è svolta la gara<br />

amatoriale con cani da seguita su capriolo organizzata e<br />

promossa dall’Enalcaccia Pesca e Tiro in collaborazione<br />

con l’associazione Pro Segugio Friuli Venezia Giulia.<br />

Ventuno gli ausiliari iscritti alla manifestazione con altrettanti<br />

concorrenti presenti alla “sciolte” dei cani che<br />

suddivisi in cinque batterie si sono distinti in un’agguerrita<br />

competizione sotto la supervisione attenta dei cinque<br />

giudici della Pro Segugio.<br />

I campi di gara, gentilmente concessi dalle Riserve di<br />

<strong>Caccia</strong> di San Leonardo, Savogna, Stregna e Grimacco<br />

hanno visto susseguirsi - uno ad uno - le seguite dei cani<br />

segugio iscritti alla manifestazione, conclusasi presso<br />

l’area festeggiamenti di San Leonardo in prossimità del<br />

campo sportivo.<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong><br />

25


VITA DELL’ASSOCIAZIONE<br />

Sono stati premiati dalla delegazione Enalcaccia P.T.<br />

composta dal Presidente Provinciale Aldo Fabbro, Enea<br />

Paulitti e Tomaso Piovano Franz, i primi tre segugi classificati<br />

assoluti: Peressini Nicolas p.171 con segugio italiano<br />

pelo raso di nome Jack, De Regi Massimo p.168<br />

con segugio italiano pelo forte di nome Roky, Canalaz<br />

Michele p.166 con segugio dell’Istria di nome Tiago, ai<br />

quali sono state consegnate le opere su legno realizzate da<br />

Federica Venier-Romano.<br />

Ai primi classificati di ogni batteria: batteria n.1 Bertossi<br />

Luigi p.166 con segugio dell’Istria a pelo raso di nome<br />

Tina, batteria n.2 De Regi Massimo p.168 con segugio<br />

italiano pelo forte di nome Roky, batteria n.3 Peressini<br />

Nicolas p.171 con segugio italiano pelo raso di nome<br />

Jack; batteria n.4 Turco Andrea p.161 con segugio ariegiois<br />

di nome Spike, batteria n.5 Canalaz Michele p.166<br />

con segugio dell’Istria di nome Tiago, ai quali sono state<br />

consegnate delle confezioni di vino, mentre ai classificati<br />

iscritti all’Enalcaccia, Peressini Nicolas con segugio italiano<br />

pelo raso di nome Jack e Cirandi Loris con segugio<br />

dell’Istria di nome Falco sono stati premiati con buoni<br />

acquisto presso l’armeria D.B.G. Armi di Pagnacco.<br />

Un pensiero di ringraziamento è stato consegnato ai Giudici<br />

della Pro Segugio, signori Bortolussi Stefano, Croda<br />

Ivo, Leone Stefano, Peressini Alessio e Vidoni Giovanni,<br />

i quali hanno speso parole di elogio nei confronti dell’Enalcaccia<br />

quale unica associazione venatoria che abbia<br />

collaborato con la Pro Segugio nell’organizzazione di una<br />

manifestazione cinofila di cani segugio.<br />

La giornata si è conclusa insieme a partecipanti, famiglie<br />

ed amici con pastasciutta al ragù e griglia offerti dalla<br />

Sezione Provinciale Enalcaccia di Udine, e l’augurio di<br />

ripetere al più presto una sicuramente riuscita manifestazione.<br />

Aldo Fabbro,<br />

Presidente della sezione provinciale di Udine<br />

LAZIO - Gara di tiro a volo del sodalizio<br />

<strong>Caccia</strong>tori Gentiluomini<br />

Anche quest’anno il Sodalizio <strong>Caccia</strong>tori Gentiluomini, coordinato<br />

dal segretario Moroni Fabrizio e rappresentato dal<br />

consigliere Moroni Carlo e dal socio Moroni Alessandro, ha<br />

organizzato, il 22 maggio 2022, la seconda edizione di gara di<br />

tiro a volo (percorso caccia) presso il campo TAV di Velletri.<br />

Alla manifestazione hanno partecipato sia i soci di questo<br />

Sodalizio sia di altre associazioni venatorie della zona dei<br />

Castelli Romani. La manifestazione si è svolta sia nella mattinata,<br />

con un intermezzo a base di salsicce fegatelli pane e<br />

vino, sia nel pomeriggio, considerata l’affluenza di tiratori<br />

sportivi. Sono stati premiati tutti i partecipanti intervenuti<br />

alla manifestazione con gadget caccia e premi gastronomici.<br />

Sulle pedane del TAV si è aggiudicato il primo posto il<br />

socio di questo Sodalizio Gabbarini Alfredo con punteggio<br />

di 20/25, mentre al secondo e terzo posto si sono classificati<br />

rispettivamente i soci Innocenzi Daniele con 19/25 e De<br />

Angelis Rossano con 19/25. Un ringraziamento particolare<br />

va agli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione della<br />

manifestazione. Arrivederci al prossimo anno.<br />

LOMBARDIA - Enalcaccia Milano - Monza<br />

Brianza: successo per le gare cinofile 2022<br />

Bilancio positivo per le gare e le manifestazioni sportivo venatorie<br />

organizzate dalla sezione provinciale Milano - Monza<br />

Brianza nel 2022.<br />

Percorso di caccia - Il 29 maggio si è svolta la tradizionale<br />

Gara su Percorso di <strong>Caccia</strong> riservata ai nostri associati, presso<br />

il campo di Tiro a Volo di Arluno. Molto soddisfacente la<br />

partecipazione tra “<strong>Caccia</strong>tori” e “Tiratori” per un totale di<br />

60 iscritti. Al termine della gara il Presidente Guido Pirotta<br />

ha premiato personalmente i migliori classificati assieme ai<br />

quali, al termine della premiazione, ha partecipato al pranzo<br />

sociale, offerto dalla Sezione Provinciale.<br />

Questa la classifica: 1) Braida Domenico, 2) Milanese, 3)<br />

Testa 0., 4) Megale Diego, 5) Vignati A., 6) Megale O.co, 7)<br />

Galimberti A., 8) Cadorin, 9) Dandò, 10) De Vita.<br />

Gara su quaglie liberate - Sempre a cura della Sezione Provinciale<br />

e con la collaborazione della Sezione di Desio, il 25 e<br />

26 giugno si è svolta, presso la nostra zona “C” in Desio l’al-


tra tradizionale Gara di caccia pratica su quaglie liberate (in<br />

quanto non siamo riusciti a trovare in quel periodo stame<br />

sufficientemente adulte). In questo caso la partecipazione è<br />

stata un po’ sottotono per il caldo eccessivo del momento<br />

(40 gradi!). AI termine della gara si è proceduto con le premiazioni<br />

ed a seguire al pranzo offerto ai collaboratori. A<br />

questo punto, il presidente Pirotta ha rivolto un doveroso<br />

ringraziamento a tutti gli amici ed ai concorrenti che hanno<br />

dato lustro alla manifestazione, dedicando un particolare<br />

augurio di buona Salute al presidente della sezione di Desio,<br />

Arienti Luigi, per una pronta ripresa.<br />

Questa la classifica finale:<br />

INGLESI<br />

Saffioti con setter Diva<br />

Sardo con setter Giada<br />

Giovanni con setter Rambo<br />

Quinto con setter Sem<br />

Giovanni con setter Vienna<br />

Saffioti con Setter Saraceno<br />

Vignati con setter Pako<br />

Veschi con setter Cruzza<br />

CONTINENTALI<br />

Spezio con epagneul breton Ulisse<br />

Saffioti con epagneul breton Sir<br />

Spezio con epagneul breton Ulan<br />

Spezio con epagneul breton Ugo<br />

Franco con Kurzhaar Zac<br />

Maffio con epagneul breton Ambra<br />

Castiglioni con Kurzhaar Moka<br />

Cattaneo con Kurzhaar Dero<br />

Pirotta con Kurzhaar Tom<br />

Castoldi con epagneul breton Rocky<br />

Il barrage, disputato fra i due migliori classificati tra gli<br />

inglesi ed i continentali, è stato vinto dall’epagneul breton<br />

Ulisse, condotto dal concorrente Pietro Spezio.<br />

Guido Pirotta,<br />

Presidente provinciale Enalcaccia Milano Monza-Brianza<br />

LOMBARDIA - Enalcaccia di Desenzano<br />

del Garda: 2 a verifica zootecnica per razze<br />

da seguita su lepre<br />

Severino Facchetti premia Leopoldo Ghilardi.<br />

Gli organizzatori con il Consigliere Regionale Floriano<br />

Massardi.<br />

Consegna del riconoscimento ai proprietari dell’agriturismo<br />

“Il Locustione”.<br />

Come promesso lo scorso anno, il circolo Enalcaccia di<br />

Desenzano del Garda ha riproposto, con la collaborazione<br />

della Società Italiana Prosegugio “LEONESSA” di Brescia,<br />

la 2a verifica zootecnica per cani da seguita su lepre tenutasi<br />

nei giorni 3-4-5 Febbraio <strong>2023</strong>.<br />

Visto l’ottimo risultato dello scorso anno, la location della<br />

prova è stata riproposta con raduno presso l’agriturismo “Il<br />

Locustione” e i terreni di prova sono stati quelli che circondano<br />

il lago di Garda, con le splendide colline Moreniche.<br />

Le giornate sono state bellissime, con un sole da sembrare<br />

di essere in primavera, con temperature anche di 12 -13°C.I<br />

partecipanti quest’anno sono pressoché raddoppiati rispetto<br />

all’anno scorso, segno che questa prova è stata molto sentita.<br />

L’organizzazione diretta dal Presidente del Circolo Desenzanese<br />

Facchetti Severino è stata impeccabile, grazie anche<br />

ai suoi collaboratori del Consiglio e al supporto del Gruppo<br />

Prosegugio “la Leonessa “che ha curato la parte documentale<br />

della prova.<br />

Il ritrovo per la partenza, come abbiamo anticipato, e i<br />

sorteggi sia della prova su cani di coppia che su mute, si è<br />

tenuta nel bellissimo Agriturismo “Il Locustione” situato<br />

nella frazione Vaccarolo di Lonato, di proprietà della famiglia<br />

Girelli sempre disponibile a collaborare con noi.<br />

L’ultimo giorno di prove poi, prima delle premiazioni,ci<br />

siamo riuniti a festeggiare a tavola con un buon pranzo e<br />

dell’ottimo vino del Garda.<br />

Per l’occasione, sono stati invitati a presenziare per le premiazioni,<br />

sia il nostro Presidente Provinciale Carlo Cazzago<br />

che il Consigliere Regionale Floriano Massardi che<br />

hanno accolto anche quest’anno l’invito e per questo li<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong><br />

27


VITA DELL’ASSOCIAZIONE<br />

Concorrenti e cani pronti per la prova.<br />

La relazione dei giudici.<br />

Un momento della premiazione dei concorrenti.<br />

ringraziamo di cuore. <strong>Natura</strong>lmente, non sono mancati<br />

interventi sia dell’uno che dell’altro in favore alla caccia ma<br />

anche per promuovere le imminenti elezioni del Consiglio<br />

Regionale Lombardo.<br />

Un ringraziamento particolare va ai giudici di gara: Albertini<br />

Simona, Bertoletti Claudio, Casella Gianluca, Simonetti<br />

Omar, Poggetta Bruno, Ratti Gianmaria, Apostoli<br />

Adriano, Ferrari Angelo, Bodei Daniel, Ghilardi Fulvio,<br />

Stefana Sandro, Lazzarin Steven, Bottarello Fabio.<br />

In occasione delle premiazioni, il Presidente Facchetti Severini<br />

ha voluto ricordare un caro amico, Papa Adriano,<br />

che ci ha lasciati, consegnando una targa ricordo alla vedova.<br />

Ci rivediamo l’anno prossimo.<br />

Severino Facchetti,<br />

Presidente Enalcaccia di Desenzano<br />

PUGLIA - L’Enalcaccia regionale impegnata<br />

nello studio e monitoraggio della beccaccia<br />

Ormai è acclarato e riconosciuto in più contesti sociali<br />

il nuovo corso associazionistico dell’Enalcaccia pugliese<br />

che, negli ultimi due anni, ha condotto iniziative autorevoli<br />

e specifiche a favore di un’attività venatoria sostenibile,<br />

attenta alla cura dell’ambiente e alla salvaguardia<br />

dell’habitat naturale.<br />

A partire da settembre 2022 si è dato il via ad una stretta<br />

e fattiva collaborazione tra le Delegazioni Regionali Enalcaccia<br />

Puglia e Basilicata, la Fibec (Federazione italiana<br />

Beccacciai) e il Centro Studi Beccaccia Puglia che ha visto<br />

i rispettivi dirigenti venatori, riunirsi a Mottola (Taranto),<br />

presso l’Azienda faunistica venatoria “Masseria Colombo”<br />

di Bettino Siciliani in occasione dell’istituzione di un tavolo<br />

tecnico di coordinamento, finalizzato ad intraprendere<br />

lo studio e le attività di monitoraggio, ai fini scientifici, della<br />

specie Beccaccia (Scolopax Rusticola) sui territori regionali<br />

della Puglia e della Basilicata.<br />

Seguito il protocollo previsto, grazie alla collaborazione<br />

degli Uffici competenti della Regione Puglia e avuto il parere<br />

favorevole dell’Ispra, il 24 gennaio <strong>2023</strong> veniva organizzato,<br />

dalla Delegazione Regionale Enalcaccia Puglia e<br />

la Federazione Italiana Beccacciai, il corso formativo per<br />

rilevatori abilitati al monitoraggio della Beccaccia mediante<br />

il cane da ferma nelle aree di svernamento, a cui hanno<br />

partecipato, dinnanzi a relatori d’eccezione, quale il dott.<br />

Paolo Pennacchini, tutti i cacciatori provenienti dalla Puglia,<br />

(indipendentemente dallo loro appartenenza associativa)<br />

che, una volta formati e abilitati, a partire dalla fine<br />

dell’annata venatoria u.s., svolgono le relative funzioni di<br />

monitoraggio in tutti i territori d’interesse.<br />

La seconda fase, altresì, ha visto impegnati tutti gli Enalcacciatori<br />

– e non solo – pugliesi e lucani, questi ultimi<br />

28 CaCCia e <strong>Natura</strong>


diretti dal Consigliere Nazionale Enalcaccia Marcello Pascale,<br />

i quali, a seguito del prelievo, hanno raccolto, opportunamente,<br />

l’ala destra della specie, insieme ad altri<br />

importanti dati biometrici, quali peso, sesso, lunghezza del<br />

becco, ponendoli in confezionamento all’interno di specifiche<br />

buste che, nella giornata di sabato I° aprile, sono state<br />

inviate, direttamente, a Giuseppe Raho, responsabile del<br />

Centro Studi della Beccaccia Pugliese, per le previste analisi<br />

e studi specifici.<br />

I Dirigenti delle Delegazioni Regionali Enalcaccia Puglia e<br />

Basilicata, ringraziano, sentitamente, tutti i <strong>Caccia</strong>tori che<br />

hanno collaborato al progetto - che avrà avvio anche negli<br />

anni a seguire - perché hanno dimostrato, ancora una<br />

volta, di essere sensibili e partecipi a tutte quelle attività,<br />

ormai indispensabili, per il buon andamento dell’attività<br />

venatoria, e di essere pronti a collaborare con tutte quelle<br />

Associazioni venatorie che sono lontane da quelle forme di<br />

politiche venatorie oramai anacronistiche.<br />

TOSCANA - Enalcaccia Arezzo e Gruppo<br />

Cinofilo Senese impegnati nella ricerca<br />

scientifica sulla beccaccia<br />

Gestire per poi cacciare: questo il motto dell’Enalcaccia<br />

di Arezzo che, nei giorni 10 ed 11 dicembre scorsi, ha organizzato,<br />

sotto l’egida del Gruppo Cinofilo Senese, due<br />

giornate per il rilascio del brevetto di idoneità del cane da<br />

ferma utilizzato per il monitoraggio della beccaccia.<br />

Presso l’azienda agrituristico venatoria “Mocine”, nel comune<br />

di Asciano, si sono dati appuntamento trenta cacciatori,<br />

abilitati all’attività di monitoraggio della beccaccia<br />

nel corso organizzato a primavera <strong>2023</strong> sempre dall’Enalcaccia<br />

aretina, con lo scopo di ottenere analogo riconoscimento<br />

per i propri cani, come stabilito dal protocollo<br />

vigente tra Regione Toscana ed ENCI.<br />

Due giornate di sana passione cinofila, nelle quali, alla<br />

presenza del delegato ENCI Marco Vettori, segretario regionale<br />

ENCI, del presidente del gruppo cinofilo senese<br />

Alessio Biagini, del presidente provinciale dell’Enalcaccia<br />

di Arezzo Iacopo Piantini, del suo vice Tommaso Romualdi<br />

e del rappresentate FIBEC Riccardo Bonini, il giudice<br />

cinofilo Gianluigi Arcangeli ha sottoposto a giudizio i soggetti<br />

a catalogo.<br />

Molto interessante il pranzo conviviale del sabato, nel quale,<br />

oltre a scambi di opinione tra veri appassionati della<br />

caccia alla beccaccia, si sono susseguiti interventi di primordine<br />

da parte delle autorità presenti, nei quali è emersa<br />

l’importanza dei censimenti sulle specie, prime tra le quali<br />

la beccaccia, quale supporto scientifico volto a valutare la<br />

salute della specie, anche ai fini della possibilità di redazione<br />

dei calendari venatori favorevoli alle richieste del mondo<br />

venatorio.<br />

Un particolare grazie, quindi, da parte dell’Enalcaccia di<br />

Arezzo, a tutti i partecipanti, al giudice Gianluigi Arcangeli<br />

ed al delegato Marco Vettori, per le professionalità messe<br />

in campo, al Gruppo Cinofilo Senese per l’esemplare disponibilità,<br />

ai collaboratori tutti ed a FIBEC per la preziosa<br />

collaborazione.<br />

Iacopo Piantini,<br />

Presidente Provinciale Enalcaccia Arezzo<br />

Il socio Marco<br />

Maggini del<br />

circolo di Pergo<br />

di Cortona,<br />

appartenente<br />

alla sezione<br />

provinciale<br />

Enalcaccia di<br />

Arezzo, con il<br />

suo springer<br />

spaniel Slash,<br />

Campione<br />

nazionale<br />

Enalcaccia<br />

2022 al Trofeo<br />

Diana, nella<br />

categoria razze<br />

da cerca.<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong><br />

29


VITA DELL’ASSOCIAZIONE<br />

TOSCANA - Enalcaccia Arezzo: a Pian de’<br />

Pozzuoli premiati i campioni provinciali<br />

da ferma e da cerca<br />

A conclusione delle manifestazioni cinofile per i cani da<br />

ferma e da cerca che l’Enalcaccia aretina ha organizzato nel<br />

corso del 2022, si è tenuta la cerimonia di premiazione dei<br />

campioni provinciali, che, quest’ anno, ha avuto la sua tappa<br />

in quel di Viciomaggio, nel comune di Civitella in Valdichiana,<br />

presso il nostro quagliodromo “Pian de’ Pozzuoli”,<br />

struttura che, nel contempo, ha ospitato anche la consueta<br />

cena sociale.<br />

Cospicua la presenza dei cacciatori cinofili intervenuti, attratti<br />

dall’importante evento che vede laureare i campioni<br />

dell’anno del campionato provinciale di caccia pratica, nel<br />

trofeo provinciale “Valli Aretine” e nel Trofeo Provinciale<br />

“Diana”, per un totale di dodici prove organizzate sull’intero<br />

territorio provinciale.<br />

Ha presenziato, per l’occasione, oltre al Segretario Provinciale<br />

Pierpaolo Tavanti, al Consigliere Provinciale Angelo<br />

Mobilia, ai Presidenti delle Sezioni Comunali organizzatrici<br />

Nico Coradeschi, Daniele De Corso e Giorgio Di Grillo,<br />

ai giudici cinofili Ivo Pulcinelli, Mario Severi e Moreno<br />

Mencacci, il Presidente Provinciale e Vice Presidente Nazionale<br />

dell’Enalcaccia Iacopo Piantini che, intervenendo,<br />

ha rivolto doverosi ringraziamenti ai cacciatori cinofili, per<br />

aver dato lustro alle prove messe in programma, con una<br />

determinante partecipazione. I ringraziamenti, sono stati<br />

inoltre rivolti ai giudici cinofili, agli organizzatori Giorgio<br />

Di Grillo, Marino Dell’Omarino, Nico Coradeschi, Roberto<br />

Barellai, Marco Vitozzi, Michele Nassini e Daniele De<br />

30 CaCCia e <strong>Natura</strong>


LE CLASSIFICHE FINALI<br />

XVII Campionato Provinciale di <strong>Caccia</strong> Pratica<br />

Campione Provinciale categoria <strong>Caccia</strong>tori:<br />

Quira W. di R. Francini<br />

Campione Provinciale categoria Continentali Garisti:<br />

Bolt E.B. di L. Marchi<br />

Campione Provinciale categoria Giovani Inglesi:<br />

Jack S.I. di A. Salzillo<br />

Campione Provinciale categoria Libera Inglesi Garisti:<br />

Oriolensis Ranger S.I. di I. Piantini<br />

Campione Provinciale categoria Cerca:<br />

Slash Spr. di M. Maggini<br />

XII Trofeo “Valli Aretine”<br />

1° Assoluto categoria <strong>Caccia</strong>tori:<br />

Gilda S.I. di W. Tromboni<br />

1° Assoluto categoria Libera Inglesi Garisti:<br />

Oriolensis Ranger S.I. di I. Piantini<br />

1° Assoluto categoria Libera Continentali Garisti:<br />

Tris E.B. di L. Marchi<br />

1° Assoluto categoria Cerca:<br />

Mosca di A. Severi<br />

Vincitore assoluto del XII Trofeo “Valli Aretine”:<br />

Oriolensis Ranger S.I. di I. Piantini<br />

I Trofeo “Diana”<br />

1° Assoluto categoria Inglesi:<br />

Belen S.I. di M. Franci<br />

1° Assoluto categoria Continentali:<br />

Athos E.B. di L. Marchi<br />

1° Assoluto categoria Cerca:<br />

Titta Spr. di A. Severi<br />

TOSCANA - In ricordo di Alessandro Monaci<br />

Corso e loro collaboratori, ed ai proprietari e conduttori<br />

agricoli, per aver messo a disposizione i loro terreni.<br />

Prima di procedere alla premiazione, Piantini e Tavanti, nei<br />

loro rispettivi interventi, si sono soffermati sull’importanza<br />

delle prove cinofile, oltre che sotto il profilo prettamente<br />

cinotecnico, anche sotto il profilo sociale e sotto l’aspetto<br />

dell’attività di ripopolamento della selvaggina.<br />

Tra gli applausi degli intervenuti, si è proceduto alla consegna<br />

di bellissimi piatti in ceramica di Deruta, ai campioni<br />

provinciali dell’anno, secondi e terzi classificati del Campionato<br />

Provinciale di <strong>Caccia</strong> Pratica, ed ai primi classificati<br />

del Trofeo “Valli Aretine” e del Trofeo “Diana”. A seguire,<br />

cena sociale offerta a tutti i convenuti.<br />

Iacopo Piantini,<br />

Presidente Provinciale Enalcaccia Arezzo<br />

Per tutti coloro che conoscevano il dottor<br />

Alessandro Monaci si può ricordare<br />

un uomo di cultura, ma nello stesso<br />

tempo diretto e genuino.<br />

Un uomo dal profondo rispetto per tutti<br />

e per tutto ciò che lui stesso viveva.<br />

Per tutti noi era un amico sempre con<br />

un grande sorriso, pronto ad ascoltare e<br />

aiutare tutti nella stessa misura.<br />

Nell’Enalcaccia è stato una persona speciale, sempre pronto<br />

a mantenere, fino alla fine dei suoi giorni, gli impegni e<br />

le iniziative di cui si occupava che erano uno stimolo per<br />

andare avanti, anche nell’ultimo periodo di sofferenza.<br />

La sua gioia è il suo entusiasmo continueranno ad alimentare<br />

il suo ricordo nella nostra quotidianità.<br />

Ciao Sandro!!!<br />

Enrico Greci<br />

CaCCia e <strong>Natura</strong><br />

31


12 13 14 MAGGIO <strong>2023</strong><br />

Umbriafiere | Bastia Umbra (PG)<br />

Salone Nazionale della <strong>Caccia</strong> e del Tiro<br />

www.CACCIAVILLAGE.com

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