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giro turistico, ispettore. Faccia per faccia, espressione per

espressione».

Pardo si passò una mano sul mento, incerto:

«Non sono sicuro di aver compreso quello che vuole, Mora. Chi è

che deve incontrare?».

«Ogni persona implicata in questa storia, e con “questa storia”

non intendo la morte di Molfino ma la sua vita, e quella di Dalinda,

del fratello e di Bea. Voglio scoprire se si tratta di soldi, di amore o di

potere. Non mettiamo in fila i fatti, ma le emozioni, una dopo l’altra. E

lei deve aiutarmi a cercarle.»

Davide rifletté. Il rovesciamento della prospettiva lo spiazzava.

«Non lo so se sono capace di lavorare così, collega. Ma devo

confessare che ho apprezzato la rapidità con cui ha fatto venire la

ragazza allo scoperto, prima. E devo ammetterlo per amore di verità:

mi sono convinto che Dalinda sia davvero preoccupata per la figlia.»

Sara sorrise, compiaciuta:

«Ecco, sta cominciando a ragionare nel verso giusto. Che

impressione ha avuto? Non su quello che Dalinda ha detto, ma su

come lo ha detto».

Pardo si concentrò:

«Be’… Di certo non mentiva. Però…».

La donna si protese in avanti, attenta:

«Però?».

«C’era qualcosa… Insomma, ho la sensazione che abbia taciuto

su diversi aspetti.»

Sara si riaccomodò sul sedile:

«Esatto. Bravo. In sintesi, la Molfino ha ammesso di essere

terrorizzata, ma ha tenuto per sé il reale motivo delle sue paure. E

aggiungo, Pardo, che sarebbe inutile insistere. Non ce lo rivelerà».

«Quindi?»

La donna dai capelli grigi annuì, come se stesse rispondendo alla

domanda giusta:

«Dobbiamo scoprirlo noi».

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