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sara-al-tramonto

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metodo: il movimento delle labbra, la postura, la posizione della

testa, il tono della voce. Se non ce li hai davanti, non puoi leggerli.»

«Esatto.»

La bionda ci pensò un attimo, poi acconsentì:

«Va bene, cercherò di accontentarti. Non è semplice, però, un

colloquio privato in carcere con una sconosciuta…».

Sara sibilò:

«Domani. Può accompagnarmi lo sbirro. Tanto è come se non ci

fosse».

Teresa sorrise aspra:

«In coppia, eh? Significa che stai cominciando a divertirti anche

tu».

Dall’oscurità, la donna invisibile rispose sarcastica, accennando

alla notte:

«Non ci provare, Bionda. Io e te siamo diverse. Vedo che non te

lo sei tolto il vizio degli sbarbatelli».

Teresa arrossì di colpo:

«Ma no, quello è il… nipote di un vicino. Gli ho dato un passaggio

e…».

«… e gli hai messo la mano in mezzo alle gambe all’improvviso,

come si è visto dal sobbalzo che ha fatto. Dopo gli hai detto che

lasciavi il portone aperto, di aspettare che entrassi in casa e

accendessi la luce prima di salire. E alla fine hai aggiunto che eri

impaziente di scoprire il sapore di quel bell’arnese. Che poi, per

inciso, credo che la parola “arnese” non si usi nemmeno più. Chissà

se il bambino ha afferrato.»

La Pandolfi strinse i pugni, livida:

«Anche se ci conosciamo da tanto, non hai il diritto di venire qui

a…».

Sara si voltò e dileguandosi nelle tenebre mormorò:

«Comunicami quando dobbiamo essere al carcere femminile,

domani. Basterà un messaggio».

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