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sara-al-tramonto

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L’idea di usare proprio l’alotano è stata successiva, ma quella

dell’avvelenamento ce l’avevo fin dall’inizio. Fui felice quando

appresi che l’ultimo checkup era perfetto, e avevo tutto il tempo per

ammazzarlo. Una malattia: a quell’età non c’è niente di più normale.

E poi lui, col suo carattere, non avrebbe mai ammesso di sentirsi

stanco, spossato, o di perdere le forze. Sarebbe morto, piuttosto.

Sarebbe morto. Non è divertente? Non ridete?

Mi misi a cercare, e fu così che trovai l’alotano. Un gas anestetico

che, utilizzato in dosi bassissime, induce un sonno profondo. In un

primo momento l’idea era di farlo crepare in quel modo, ma poi la

causa della morte sarebbe potuta emergere dall’autopsia, perché

qualcuno come la Astolfi non avrebbe creduto al decesso per cause

naturali e l’avrebbe richiesta. E invece, leggendo ogni notte pagine e

pagine su Internet, ho scoperto che somministrato in maniera

costante e nelle quantità giuste degrada il fegato e produce una

condizione cirrotica. Una malattia che quadrava alla perfezione con

la vita che aveva condotto quell’uomo terribile.

La Rimotti poteva sottrarre con facilità l’alotano in ospedale.

Nessuno sarebbe potuto risalire alla provenienza, la

somministrazione è semplicissima perché in forma liquida sembra

una specie di dolcificante da mettere nel tè, nella camomilla. O nel

latte.

Tutto procedeva secondo i piani. Si sarebbe ammalato, e io mi

sarei goduto lo spettacolo come aveva fatto lui con mia madre.

Mentre continuava la mia storia con la Rimotti, lei intratteneva mio

padre con qualche giochetto sessuale, così il vecchio voleva che

rimanesse in casa sempre di più.

Poi è impazzito.

Non so cosa gli sia preso, in realtà. Forse la puttana ha

esagerato, forse lui ha pensato di ringiovanire. Forse ha avvertito

che stava morendo, e in un ultimo rigurgito di odio ha pensato di

sottrarci, a me e a mia sorella, ciò che non aveva mai creduto ci

spettasse.

Quella sera mi ha chiamato, in casa eravamo soli, Bea dormiva

nella sua stanza. «Guarda che mi sposo» ha detto. «Prepara le

carte.»

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