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sara-al-tramonto

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Ero adolescente, e ho deciso che l’avrei distrutto. Che l’avrei visto

disperato.

Che lo avrei visto cadavere.

Dopo la morte di mia madre, la sua vittima preferita sono

diventato io. Mia sorella era femmina, quindi inferiore, non voleva

perdere tempo con lei. Io ero il bersaglio giusto: il figlio maschio

debole e insicuro. L’erede a cui non lasciare niente se non quando

fosse stato inevitabile, estirpandogli artigli e zanne perché non

potesse mai essere come lui, il Grand’Uomo che sarebbe rimasto

sempre il più potente. Era di un’abilità feroce, con me: mi

coinvolgeva nel lavoro ma non troppo, affinché intuissi l’enormità dei

suoi affari senza poterli gestire. Ero un impiegato che prendeva la

mancia, uno spettatore non pagante delle sue evoluzioni.

Mi manovrava come una marionetta. Ha voluto che mi sposassi

perché così ci si aspetta dall’erede di una famiglia ricca come la

nostra. Ha deciso che diventassi una specie di addetto alla sua

persona, una via di mezzo tra un segretario particolare e un

maggiordomo. I dipendenti mi guardavano con malinconico scherno,

e lui lo sapeva: anzi, amplificava questa situazione con rimproveri

continui, insulti e maledizioni in pubblico.

Io ingoiavo tutto. Avevo un disegno, un piano, e a quello mi

dedicavo attimo dopo attimo. Lo odiavo, e il mio odio doveva per

forza essere alimentato come un freddo falò, al centro del cuore.

Aspettavo il momento.

Mia sorella? Be’, mia sorella, ripeto, gli interessava poco. La

lasciava libera di distruggersi e, quando era sul punto di infangare

l’onorabilità del Grand’Uomo, mandava uno dei suoi scagnozzi a

recuperarla da qualche parte nel mondo e la teneva un po’ a

stecchetto, prima di rimetterla in pista. E lei si difendeva così:

cercava la fuga, nello spazio, nel tempo o nella droga.

La scheggia impazzita è stata la bambina, il granello di sabbia

nell’ingranaggio. L’imprevisto che stava per rovinare tutto, la sua

immensa perfidia e il mio piano per annientarlo.

Perché mio padre era pazzo per la bimba: con lei era l’opposto di

com’era stato con noi, e in particolare con me, che ero sangue del

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