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Dall’interno provenivano voci alterate. La lite aveva raggiunto una

tale intensità che i due in casa non prestarono alcuna attenzione

all’ordine di Pardo.

Il poliziotto allora arretrò di un passo e, alzato il piede, colpì con

forza all’altezza della serratura: la porta si spalancò con un rumore di

legno che si spacca e di metallo che cede.

Davide entrò di slancio, seguito da Sara. Viola, tra le mani il

computer su cui scorrevano le esterne della scena che ormai si

stava consumando davanti ai suoi occhi, si fermò sulla soglia,

incerta.

La stanza aveva un’ampiezza non congrua a quella che si poteva

intuire dalle riprese: l’ingresso in pratica era a ridosso del divano, e

l’ispettore non poté calcolarne la distanza dalla porta quando ruzzolò

nel salotto. Perse l’equilibrio e crollò addosso alla Rimotti, con quello

che in altre circostanze sarebbe sembrato un grossolano approccio.

La donna cadde all’indietro, e d’istinto si avvinghiò a Pardo,

trascinandoselo appresso.

La persona di fronte a loro, che era Gianpiero Molfino, si ritrovò la

nuca del poliziotto davanti. Impugnava una statuetta di bronzo a mo’

di corpo contundente. La alzò e colpì Davide in testa. L’impatto

produsse un suono sordo e umido, orribile per le orecchie di Viola,

che emise un lieve gemito. Il sangue sgorgò a fiotti dalla ferita e

l’ispettore si accasciò al suolo.

Molfino, in preda a una furia cieca, sollevò di nuovo l’arma

improvvisata per sferrare un altro colpo.

«Fermo!» disse in un soffio Sara dall’angolo della stanza, le

gambe leggermente divaricate. Teneva con due mani una pistola di

piccolo calibro. I capelli grigi e l’espressione fredda ricordavano una

strega vendicatrice.

Non ci sono prove, le disse in un lampo il pensiero. Non c’è uno

straccio di prova: la sorella è stata condannata, lui potrà sostenere

che l’irruzione di Pardo non era autorizzata, che si trovava lì per

saldare il conto dell’infermiera, o che ne era solo l’amante, e che,

colto di sorpresa, si era difeso. È pieno di soldi, le suggerì il

pensiero: ne uscirà pulito, e noi dovremo rispondere di un’intrusione

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