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sara-al-tramonto

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a muovermi. Non ho particolare familiarità coi computer, e nemmeno

mi interessa averne. Poi, noi ci occupavamo di altro.»

La bionda la interruppe:

«Aspetta, Mora. Aspetta. Hai ragione, le cose sono cambiate.

Oggi non ci sono più “noi” e “loro”, non ci sono cattivi che tramano

nell’ombra, gente che prepara bombe nelle cantine o che rapisce

politici. Oggi fanno affari, transazioni, accordi con un sorriso e una

stretta di mano, e ammazzano migliaia di bambini dall’altra parte del

mondo. Noi colleghiamo notizie, eventi all’apparenza isolati, e

qualche volta riusciamo a sventare dei crimini: ma è come andare a

pesca con la canna nell’oceano. Funziona che ci indicano un nome e

cominciamo a scavare, il profilo social, l’indirizzo mail, la SIM. Ma

usiamo ancora i metodi tradizionali: tipo una cimice nell’auto.

Ricordi?».

Sara attendeva, paziente. Erano arrivate nei paraggi della sede

all’ultimo piano di un anonimo palazzo grigio, con la vecchia insegna

di una ditta di import-export. Provò una breve, intensa stretta al

cuore.

Teresa, trovando quasi conforto alla vista del loro ufficio, si fermò

e tornò a fissarla con i suoi occhi azzurri:

«Noi che siamo qui da una vita non ne possiamo più. Ci

imbattiamo in delitti orribili, riduzioni in schiavitù, violenze di ogni

genere, pedofilia, perversioni, e abbiamo le mani legate. Nessuno fa

niente. Temendo di tradirci, di svelare chi siamo, rimaniamo fermi e

assistiamo a queste atrocità. Abbiamo paura che un magistrato si

chieda come sia filtrata una notizia o che un avvocato passi a un

giornalista un’informazione, e la copertura salti. Custodiamo segreti,

vincolati alla massima riservatezza. Siamo stanchi, però».

Sara osservava, calma, l’ex collega. Cominciava a intuire, e

quello che intuiva non le piaceva neanche un po’.

La bionda continuò:

«Molto si può ignorare, per carità. Siamo consapevoli che per

ottenere un risultato importante bisogna tralasciare aspetti

secondari. Ma alcuni danni collaterali non li accettiamo più. Quando

ci siamo sentite, per la storia di Giorgio, ho iniziato a riflettere. E ne

ho parlato agli altri. Qualcuno credeva che… che con la morte di

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