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sara-al-tramonto

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L

«Ciao, Bionda» mormorò Sara.

Teresa rimase irrigidita, di spalle, mentre chiudeva lo sportello

della macchina sotto casa sua. Poi si sciolse piano, scuotendo il

capo:

«Dannazione, Mora. Levati ’sto vizio, altrimenti una di queste volte

rischi che qualcuno ti spari addosso».

Uscendo dall’ombra, la donna invisibile rispose:

«Non si spara addosso a chi non si vede».

Teresa si guardò attorno. La strada deserta, la notte di maggio

che portava con sé la calda minaccia dell’estate in arrivo. «Vieni,

passeggiamo. Non mi piace fumare in casa, e ho voglia di una

sigaretta.»

S’incamminarono lungo uno stretto marciapiede fiancheggiato da

siepi ben curate. Sara cominciò:

«Bella questa zona. Hai sempre preferito posti raffinati, tu. Tra noi

due sei quella che vive bene, non c’è niente da dire».

La bionda fece una smorfia, sbuffando fumo:

«Davvero? Intanto tu un uomo e una famiglia li hai avuti, e per

tanto tempo. E siccome siamo in vena di confidenze, confesso che ti

ho sempre invidiata, pur volendoti bene. Quando vi guardavate, tu e

Massi… Mai visto un amore così, né prima né dopo avervi

conosciuti. E in un ambiente come il nostro, poi. Incredibile».

Ogni tanto ti osservo. Mentre stai lavorando, la penna in mano e

gli occhi su uno schermo, o con la cuffia in testa e lo sguardo nel

vuoto, la punta della lingua che sporge fuori dalle labbra. Oppure ti

mordi un po’ l’interno della guancia, dipende da quello che stai

ascoltando o guardando. Mi metto là e ti osservo, attento che

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