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sara-al-tramonto

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continuare a lungo. No, qui non si tratta di soldi o di sesso. La

persona con cui sta discutendo vuole obbligarla a continuare

qualcosa che ha già fatto o sta ancora facendo, mentre lei vorrebbe

finirla».

Viola sussurrò:

«La bambina. Il nonno e la bambina».

Davide, suo malgrado impressionato, decise di mantenere il ruolo

dello scettico:

«E quali contatti avrebbe l’infermiera con Bea? Anche volendo

dare ascolto alla gelosia e alla rabbia della segretaria che si è vista

sfilare il patrimonio dalle mani, e ammettendo che la Rimotti abbia

avuto un ruolo nella morte del vecchio, come arriverebbe alla

piccola?».

Sara tacque, pensosa. Poi disse:

«Lo ignoro. Ma è vitale capire con chi era al telefono. Perché è

certo che la persona con cui parlava in qualche modo la domina. La

tiene sotto controllo, costringendola a certi comportamenti. E c’è

anche altro».

Viola domandò:

«Cosa?».

Sara manovrò il video, con scarsa perizia. Poi arrivò a

un’immagine, e la visionò più volte. «Guardate qui. Osservate

bene.»

Pardo non notò nulla:

«Be’? Si gira avanti e indietro per tutto il tempo, che c’è di diverso

dal resto del filmato?».

Sara inquadrò un primo piano stretto della faccia di Rosanna:

proprio nel momento in cui si voltava, le labbra componevano una

parola.

«Ecco, dice: “…lotano” o qualcosa di simile. Potrebbero essere le

sillabe di un verbo in terza persona plurale. Fino a questo punto ha

usato solo il singolare, “io”, “tu”, purtroppo né femminile né maschile,

solo qui utilizza il plurale e non la prima persona. Non “noi”, “loro”.»

Davide si picchiò con una mano sulla gamba, provocando

l’immediato risveglio di Boris, che si alzò per difendere Sara da

eventuali aggressioni. Pardo lo guardò storto. «Un’altra

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