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«Il resto della famiglia… Ma Dalinda l’avete vista? È una donna

sbagliata, dopo essere stata una bambina sbagliata e una ragazza

sbagliata. Magari la galera le permetterà di sopravvivere, perché se

fosse rimasta libera sarebbe senz’altro morta per overdose o

ammazzata da chissà chi in qualche vicolo. Questione di tempo».

«E Gianpiero?»

Concetta tornò a sedersi:

«Ah sì. Il tenero, dolce Gianpiero, il mio nuovo datore di lavoro.

Ha sempre obbedito agli ordini, lui; come voleva il papà. “Ligio e

grigio” diceva Andrea. È cresciuto studiando, coi vestiti in ordine, e si

è perfino sposato quando l’ha voluto il padre. Adesso si trova a

gestire gli affari secondo quello che ha imparato in qualche aula

universitaria, incapace perfino di stringere la mano ai lupi che si

ritrova davanti. Anche qui è questione di tempo, e manderà tutto in

rovina. Meglio, creda a me, che chiuda i battenti prima. Tanto il

patrimonio è enorme, non avete idea di quello che negli anni è stato

messo al sicuro all’estero».

Davide restò un attimo in silenzio, poi disse:

«Insomma, a nessuno interessava la vita del vecchio. E

nemmeno la sua morte».

Concetta si sporse in avanti:

«La sua morte sì, ispettore. Poteva anche interessare a qualcuno,

non crede? Perché se Andrea fosse stato convinto a firmare un

pezzo di carta qualsiasi con le sue volontà…».

Sara la interruppe:

«Si spieghi meglio, Concetta, per favore».

La Astolfi la fissò inespressiva:

«Andrea aveva assicurato che mi avrebbe ricompensata. Che

sarei stata a posto per tutta la vita, anche se lui fosse morto. Ed era

uno che le promesse le manteneva».

Pardo chiese, in un soffio:

«E invece?».

La donna rispose come se stesse sputando le parole in faccia al

poliziotto:

«Invece niente. Nemmeno una parola, non è venuto fuori nulla di

scritto. Eppure in quella casa, da qualche parte, sono sicura che ci

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