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sara-al-tramonto

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diventato debole». Tirò il fiato. Si era preparata il discorsetto e ora

che l’aveva concluso si sentiva più smarrita di prima.

Sara si concentrò su di lei. Era una donna ordinaria, forse lo era

sempre stata. Alcune caratteristiche, le labbra strette, le borse sotto

gli occhi piccoli, la pelle bianchiccia denunciavano una bruttezza che

la gioventù non poteva aver contenuto più di tanto. Per l’idea che si

era fatta del vecchio Molfino, escludeva che tra i due, in passato, ci

fosse stata una relazione: più probabile che un amore a senso unico

si fosse trasformato in una specie di canina devozione. Non a caso

aveva usato le parole “fedeltà” e “infedele”.

Davide disse:

«Abbiamo voluto incontrarla in via riservata, signora, perché non

ci sono chiari alcuni aspetti relativi proprio al periodo cui si riferisce,

e cioè agli ultimi mesi di vita del cavalier Molfino».

La segretaria rispose glaciale:

«Io non ci ho creduto nemmeno per un momento a quella balla

dei servizi sociali. Figurarsi. Negli anni vi siete travestiti da operai

della luce e dei telefoni, camerieri e autisti, e vi abbiamo sempre

individuati. L’errore è ogni volta lo stesso: a un certo punto mettete i

piedi dove il ruolo che interpretate non vi consentirebbe di metterli. È

inevitabile. Solo che stavolta la finanza non c’entra, ed è questo il

motivo per cui siamo qui».

Sara, come da tacito accordo, lasciava che fosse Davide a

portare avanti la conversazione; e nel frattempo si dedicava a

studiare le espressioni e le posizioni di mani e spalle della Astolfi. I

dettagli le restituivano l’impressione che la donna vivesse un forte

conflitto interiore risolto con difficoltà, un abituale condizionamento

alla reticenza, superato con fatica, che si scontrava con una risoluta

determinazione ad andare fino in fondo. Non avrebbe mai rivelato

tutto, concluse; ma credeva ciecamente in quello che stava per dire.

Pardo protestò:

«Non ci interessa il vostro giro di affari. E per quanto io sia

convinto che le grandi fortune create dal nulla nascondano sempre

qualcosa di losco, non è questa la sede per discuterne».

Bravo Davide, pensò Sara. Meglio essere chiari, se si vuole che

gli altri lo siano.

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