19.05.2023 Views

sara-al-tramonto

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

XLIV

Uscita dal carcere, inseguendo una serie di pensieri confusi, Sara

quasi non si accorse della macchina di Pardo parcheggiata con le

ruote sul marciapiede, e l’ispettore che si sbracciava per farsi notare.

Lo raggiunse a passo svelto, e si avvide che, imbronciata e con le

braccia incrociate sul seno, Viola occupava il posto del passeggero.

L’ispettore emise un lungo sospiro:

«Scusami, colle’, non sono riuscito ad avvisarti, ma quel dannato

cellulare a che ti serve, si può sapere? È che la ragazzina, qua,

aveva bisogno di aiuto e io…».

Sara aprì lo sportello e si accomodò sul sedile posteriore:

«Parti, andiamo via da qui. Parliamo per strada».

«E dove vado?»

«Verso la periferia nord. Poi ti dico quando fermarti. Viola, stai

bene?»

La ragazza rispose secca:

«Chiedilo a questo gentiluomo del tuo assistente, come sto».

Davide scattò, dando una manata sul volante:

«Io non sono l’assistente di nessuno, sia chiaro! Sono un

ispettore della polizia di Stato, e pretendo un po’ di rispetto!

Smettetela di trattarmi come un cacchio di maggiordomo, porca

miseria!».

Viola rispose, urlando:

«Non c’è bisogno di gridare! Chi grida non ha argomenti!».

Sara, preso atto che la salute di Viola non registrava problemi

evidenti, cercò di venire a capo del diverbio:

«Intanto mi dispiace che abbiate trovato il telefono staccato,

peraltro tra qualche minuto dovrete spegnere anche i vostri. È

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!