19.05.2023 Views

sara-al-tramonto

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

XLIII

Sara aspettava davanti al carcere da almeno un quarto d’ora. Era

stupita perché Davide, pur con tutte le sue approssimazioni e gli

evidenti difetti, era coscienzioso e puntuale. Quando la

preoccupazione eguagliò l’arrabbiatura, prese il cellulare per

chiamarlo ma lo trovò spento. Ricordò di averlo disattivato dopo che

gli aveva scritto per informarlo del nuovo colloquio con Dalinda:

anche se si sentiva un dinosauro, sapeva che un telefonino era

come un faro nella nebbia per chi voleva rintracciare o seguire

qualcuno nei suoi spostamenti. Lo riaccese e ricevette l’immediata

notifica delle chiamate di Davide e, soprattutto, di Viola.

Ebbe un tuffo al cuore.

Provò a contattarli, ma risultavano irraggiungibili.

Tirò un respiro profondo e chiuse le palpebre, tentando di

alleggerire la morsa dell’ansia con le vecchie tecniche di

rilassamento.

Amore, ricorda sempre: rabbia, agitazione, preoccupazione, ansia

non sono mai forze positive nel nostro mestiere. Devi tenerle a

distanza e collocarti quasi al confine del sonno, quando la tranquillità

è tanto profonda da sembrare una coltre fittissima. Solo allora puoi

metterti a pensare, a riflettere. E a quel punto agisci come puoi

rispetto a ciò che devi.

Riaprì gli occhi, dopo aver recuperato il controllo.

Viola aveva il numero di Davide, gliel’aveva mandato lei insieme

alle informazioni riguardanti la Rimotti. E quella mattina la ragazza

avrebbe dovuto piazzare la microtelecamera sotto la vetrata del bar

di fronte a casa dell’infermiera per attivare la sorveglianza. Poteva

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!