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sara-al-tramonto

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«A quel punto io e la Rimotti siamo scoppiate a ridere, eravamo

ormai in sintonia. Le ho spiegato che ero sola, che il mio compagno

se n’era andato quando ero al quarto mese. Rosanna mi ha

confidato che un uomo l’aveva illusa, ma poi si era dimostrato un

falso bugiardo».

«Un “falso bugiardo”?»

La giovane annuì con forza:

«Senti, Sara, io non ho superpoteri come te. Ma non sono una

bambina e credo nemmeno una stupida, mi ritengo abbastanza

intuitiva da cogliere il senso di certe frasi: soprattutto quando non ci

sono motivi per mentire. Per quella donna io ero, e sono, una

ragazza incinta, un po’ spaesata, che si accinge con incoscienza a

diventare madre senza avere idea di come finirà». All’improvviso,

cominciarono a scorrerle grosse lacrime lungo le guance.

Sara tirò fuori dalla borsa un pacchetto di fazzolettini e glielo

allungò, passando davanti a Davide.

L’ispettore si dimenò in un’imitazione dell’arbitro di un match di

tennis. Alla fine chiese alla più anziana:

«Ma mica è vero? Mica davvero lei non ha… Ce l’ha un

compagno, no?».

La donna dai capelli grigi sospirò, avvilita.

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