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che la sua guancia non conoscesse percosse dall’infanzia dorata

trascorsa in qualche prestigiosa scuola in Svizzera.

Non c’erano testimoni, era la parola di uno contro quella dell’altro;

di conseguenza nessun procedimento disciplinare, tantomeno un

processo penale, troppo fango sulla polizia e il timore che lui,

difendendosi, rivelasse il motivo per cui si era arrivati a tanto. Ma al

tempo stesso addio a ogni ulteriore promozione, insieme

all’inevitabile esclusione da inchieste importanti. Tanto, in quella

città, il lavoro non mancava anche senza dover entrare nei quartieri

alti.

Ecco, pensava Pardo trascinato da Boris verso i giardinetti:

Armando Rao gli aveva ricordato molto da vicino il presidente del

circolo. Lo stesso sorriso finto, la stessa abbronzatura precoce da

primo weekend in barca a vela, la stessa irridente reticenza. Davide

ignorava dove fosse la crepa dentro la quale far leva per arrivare alla

verità.

La stessa Sara gli era sembrata meno decisa e tagliente del

solito. Davide aveva il costante timore che lei si spingesse troppo

oltre, data la scarsa abitudine agli interrogatori. Stavolta era rimasta

sulle sue, rivolgendo al medico solo poche, puntuali domande.

Strano. Forse stava imparando, oppure aveva avuto un’intuizione.

Quando erano usciti dallo studio invece di salire in macchina

aveva comunicato, brusca, che sarebbe andata a piedi per riflettere.

«Ci vediamo al tramonto ai giardinetti» aveva tagliato corto. E se

n’era andata, lasciandolo ai suoi sgradevoli ricordi e a sensazioni

ancora più sgradevoli.

Pardo la scorse sulla panchina al tramonto, in tutto e per tutto

uguale a qualsiasi frequentatore di quel luogo. Come i vecchi che

giocavano a bocce, come le nonne coi nipotini, vero e proprio

ammortizzatore sociale per figli. Davide sorrise constatando di nuovo

come Sara riuscisse sempre a mimetizzarsi. In un lampo ricordò

quegli occhi di un azzurro profondissimo illuminati dal sole che

calava dietro la collina.

Boris si dimostrò come al solito felice di incontrare l’amica, che lo

ricambiò con una ruvida, graditissima carezza dietro le orecchie. Poi

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