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sara-al-tramonto

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Pardo non sembrava propenso a venire a patti. «Avrei potuto

trovarla io una soluzione! Non sono pur sempre un poliziotto? Un

interrogatorio informale, un controllo di routine…»

«Sì, e così, nell’eventualità di un suo coinvolgimento, la mettiamo

in allerta. No, è meglio Viola, a cui ti ricordo che abbiamo chiesto di

spiarla, mica di avvicinarla. Stai tranquillo. Concentriamoci piuttosto

sul dottore, che potrebbe darci delle informazioni sia sulla malattia

del vecchio sia sulla salute della bambina. Proviamo a scoprire di

più.»

Davide, che nel frattempo aveva parcheggiato, le puntò il dito

contro:

«Come vuoi. Ma sia chiaro che te ne assumi la responsabilità. Se

questa ragazzina incinta fa una puttanata, e manda tutto per aria, la

colpa non è mia».

Sara lo ignorò e scese dall’auto.

Lo studio era un lussuosissimo ma elegante appartamento al

secondo piano di un palazzo antico che trasudava storia e ricchezza

da ogni pietra. Sara e Davide notarono perfino dei gouaches originali

lungo le scale.

Pardo sfiorò il campanello e, senza che dall’interno provenisse

alcun rumore, la porta si aprì con uno scatto.

Li attendeva il professionale, incolore sorriso di un’infermiera, che

li introdusse in una stanza ampia e illuminata. L’arredo dell’ambiente

comprendeva alcune librerie in radica, un mobile bar e una scrivania

di fronte alla quale era disposto un divano con due poltrone. Dietro

un séparé pieghevole, si intravedeva un lettino per le visite.

Il dottore si alzò e andò loro incontro con un’espressione

amichevole. Era alto e di corporatura atletica, con un bianchissimo,

artificiale sorriso e la pelle abbronzata. I capelli erano folti e ritoccati,

a parte sulle tempie, lasciate grigie per aggiungere un pizzico di

autorità all’insieme. Sara non ebbe difficoltà a distinguere nei

lineamenti regolari e uniformi il risultato evidente di abili interventi di

microchirurgia estetica.

«Salve!» esclamò l’uomo, come fosse al cospetto dei suoi più cari

amici. «Che piacere! Sonia, puoi andare, grazie. A domani mattina.

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