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sara-al-tramonto

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plastificata bellezza impermeabile agli anni che non sembravano

neppure sfiorarti.

Forse ti avrei confessato la mia ossessione. La mia gelosia, la

mia solitudine.

Se non ti fossi voltato sprezzante, avrei trovato il coraggio. Magari

ci sarebbe stato finalmente un confronto. Certo, sarebbe stata una

discussione accesa: è capitato mille volte con te. Ma l’intelligenza ti

avrebbe consentito di scorgere lo spiraglio, una lama di luce filtrare

dall’abisso. Avresti capito che non c’era più tempo per ignorarsi, che

non c’era più spazio per altro silenzio.

Che l’unica strada era quella della comprensione.

Invece te ne sei andato proprio nel mezzo di una mia frase,

mentre cercavo di articolare un pensiero, di spiegarti una necessità.

Mentre infilavo il mio messaggio nella bottiglia e lo affidavo alle onde

di un oceano immenso, che si allargava ogni giorno di più, che

diventava un buio universo di separazione.

Forse è stato quello. Il fatto che mi trovassi a metà di un concetto

formulato con enorme fatica.

E ti sei girato senza un sospiro, uno sbuffo d’insofferenza, senza

neanche alzare gli occhi al cielo, nulla: semplicemente il tempo a

mia disposizione era scaduto, e non sarebbe bastato tutto l’oro del

mondo per prolungarlo, perché il mio dolore infinito giungesse al tuo

cuore di pietra.

Voltarti per andare via è stata la sentenza. Quei radi, vecchi

capelli ben pettinati all’improvviso mi sono sembrati un ridicolo

simulacro, quasi il posticcio cosmetico di un pupazzo di cera, la

protesi usurata di chi era stato vivo ma da anni non lo era più.

Gli occhi forse mi avrebbero impedito di reagire e non avrei fatto

ciò che ho fatto. Occhi negli occhi è probabile che non sarebbe

successo.

Ma quella nuca. La pelle giallastra sotto la tintura, le grinze del

collo che sporgevano dal colletto della camicia. Le spalle un po’

curve sotto il peso dell’età, il passo strascicato. Un piccolo, povero

relitto, un ometto senza un briciolo di futuro, sostenuto da un

passato svanito, si permetteva di darmi le spalle?

Come potevo sopportarlo?

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