19.05.2023 Views

sara-al-tramonto

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

XXXV

L’abitazione di Pardo, con tanto di inquieto Bovaro del Bernese,

distava dai giardinetti pochi minuti in auto se, come a quell’ora, non

c’era traffico.

Nel breve tragitto, Davide pensò a Sara, a chi fosse in realtà e a

cosa facesse. Per certi versi lo turbava, per altri la trovava

rassicurante.

Lo rassicurava l’abilità della donna di cogliere quello che lui non

riusciva a vedere. Il sistema di decodifica dei segni, che all’inizio gli

era parso quasi esoterico, o addirittura irreale, rispondeva invece a

un diverso ordine di percezioni, a un modo di leggere le persone

altrettanto concreto e puntuale rispetto a quelli di chi, come i

poliziotti, ascoltava le parole frugando nel significato in cerca della

verità.

Lo turbava perché la sua fisionomia non corrispondeva a come si

presentava bensì a come non si presentava affatto allo sguardo.

Aveva qualcosa di indefinito, i contorni di una figura sfocata sullo

sfondo di una fotografia scattata in fretta. Invisibile o quasi alla vista,

indistinta o quasi alla mente. Per quel motivo la curiosità

dell’ispettore era stimolata dal mistero che circondava la donna.

Aveva fatto qualche telefonata e incontrato un po’ di gente: ma non

aveva scoperto nulla, nessuno la conosceva. Pardo aveva colto

anche un certo disagio nelle mezze frasi di un paio di colleghi più

anziani, che si erano stretti nelle spalle dopo un attimo di esitazione,

quasi ne avessero un ricordo di cui era meglio tacere. Sara non

risultava in nessun elenco, non c’era nelle pagine bianche, non era

iscritta ad alcuna associazione di sbirri o ex sbirri, e neppure a un

sindacato o a un dopolavoro. Non figurava nemmeno tra i

pensionati, e invece avrebbe dovuto.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!