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«In che senso ti è sembrato incoerente? Perché secondo me ha

espresso proprio quello che doveva: il dolore per la morte del padre

insieme all’ansia per la bambina e la moglie. Non ho notato alcun

comportamento contraddittorio.»

Sara al solito teneva gli occhi fissi sulla strada. «Non è per quello

che ha detto, ma per i modi che ha usato. Tutti, e dico tutti i suoi

gesti denotavano apprensione, ansia, paura. E timore di essere in

qualche modo smascherato.»

Davide ebbe un moto di sorpresa:

«Cioè, sospetti che…».

Lei lo interruppe con decisione:

«No, e non ho motivi per accusare Molfino di niente. Magari era

solo allarmato per la salute di Bea, e voleva nasconderlo; oppure è a

conoscenza di particolari che non sono emersi durante le indagini o

nel corso del processo. Ripeto, in sé e per sé quegli atteggiamenti,

mordersi la guancia, accavallare le gambe, passarsi la lingua sul

labbro inferiore, grattarsi il sopracciglio, non indicano che abbia

nascosto chissà quali segreti. Però non ci sono dubbi che avesse

paura di noi, e del colloquio».

Davide scoppiò in una risata:

«Ma è ovvio! Ti ricordo che abbiamo finto di essere dei servizi

sociali. Anzi, per l’esattezza sei tu che hai finto: e anche se non te ne

accorgi, mia cara, riesci a risultare inquietante. Parecchio. La paura

mi pare il minimo. Temeva che gli avresti tolto la bambina, e che la

famiglia sarebbe stata travolta da un altro terremoto».

«No. Questo vale per lei: la moglie aveva la preoccupazione che

hai appena descritto. Ha provato a dissimulare, sminuendo Dalinda,

ma la finzione ha retto poco ed è emersa l’aggressività di chi è sulla

difensiva. Lui no. È evidente. E, se vogliamo che Bea sia al sicuro,

dobbiamo venire a capo dei timori di Gianpiero e capire se nasconde

davvero qualcosa. Il che cambia tutto, e ci riporta al tuo ambito di

competenza.»

«Oh, senti un po’, vacci piano! Ti ricordo che il caso è chiuso.

Inoltre il processo si è addirittura concluso con una sentenza che in

questo momento, in mancanza di un ricorso in appello, potrebbe

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