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Gianpiero, basito dal discorso della moglie, la interruppe con

decisione:

«Doriana, ma che ti prende? Guarda che i signori sono qui proprio

per verificare la sua salute. Bea sta benissimo, non c’è bisogno di

reagire così».

La donna si alzò, brusca. Le tremava il labbro inferiore. Parlando

al marito disse:

«Vado a vedere se ha voglia della merenda. Il latte gliel’hai dato

tu?».

Molfino confermò, senza distogliere lo sguardo.

Doriana allora prese congedo dagli ospiti, senza degnarli di

un’occhiata:

«Permesso». E uscì a passo svelto.

Gianpiero si morse l’interno della guancia, nel tentativo di cercare

le parole. Quindi si rivolse ai due:

«Chiedo scusa, è molto sensibile sull’argomento. Tiene tantissimo

a Bea, e vorrebbe proteggerla sempre, dopo quello che ha passato.

Credo che sia comprensibile».

Pardo rispose:

«Certo che lo è, non si preoccupi. D’altra parte capisca anche noi,

abbiamo ricevuto delle disposizioni e dobbiamo completare gli

accertamenti».

Sara aggiunse, secca:

«La bambina mi pare davvero pallida, comunque. E molto, molto

affaticata».

Molfino si passò la lingua sul labbro inferiore:

«È vero, ma è passato pochissimo. Lei… non soffre solo per la

separazione dalla madre, le manca tanto anche il nonno».

Davide lo incalzò:

«Si spieghi meglio».

Gianpiero abbassò la voce, per evitare di essere udito:

«C’era un forte legame tra Bea e papà. Lui non aveva un

carattere facile. Era scontroso e duro con chiunque, ma per la

nipotina stravedeva. La viziava, la coccolava, ci passava ore. Mentre

della madre domanda, del nonno no, anche se ha capito che è

morto».

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