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sara-al-tramonto

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anche che un appartamento così non avrebbe mai tollerato la

presenza di un Bovaro, ancorché del Bernese.

Dopo che l’indiano ebbe portato il caffè, li raggiunse sorridendo

Doriana Molfino.

Sara l’aveva già osservata da lontano, mentre accompagnava

Beatrice a scuola. Ora cercò di studiarla meglio.

Era una bella donna, almeno a un primo impatto. Aveva occhi

azzurri, profondi e vivaci, capelli castani, folti, acconciati con studiato

disordine. Il corpo era tonico e le gambe tornite. I dettagli, però,

tradivano alcune imperfezioni. Il naso era un po’ spiovente, il mento

troppo pronunciato, mentre alcune rughe sul collo e agli angoli degli

occhi denunciavano qualche anno in più di quanti ne dimostrasse

guardandola di sfuggita.

«Buon pomeriggio» li salutò allungando la mano, «sono Doriana,

la moglie di Gianpiero. Mio marito mi ha già spiegato il motivo della

vostra visita. Vi ringrazio dell’attenzione, è bello constatare che c’è

chi si occupa dei bambini in queste condizioni.»

Davide le strinse la mano e presentò la collega, aggiungendo:

«Allora ci scuserà per l’intrusione, signora. Ma è il nostro lavoro. A

volte ci troviamo di fronte a situazioni di ben diversa portata».

Doriana assunse un’aria addolorata:

«Per sua fortuna, Bea è circondata da tanto amore, ma immagino

come dev’essere in altri contesti. Ogni volta che si legge dei terribili

omicidi della criminalità organizzata, mi chiedo: e quei poveri piccoli,

figli degli assassinati, che ne sarà di loro adesso?».

Sara, come al solito, mormorò:

«Non solo i figli di chi è stato ucciso, ma anche quelli degli

accusati di omicidio restano privi dei genitori».

Per qualche motivo, la donna si sentì colpita e strinse gli occhi in

modo impercettibile:

«Certo. Ma in quel caso forse i genitori avrebbero dovuto riflettere

prima di compiere un gesto così atroce. Non trova?».

Cadde un silenzio gelido, che Pardo cercò di stemperare:

«Comunque tutto si potrà dire del disagio della piccola Beatrice,

ma niente sulla bellezza di questa casa. Complimenti, signora. È

davvero magnifica».

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