19.05.2023 Views

sara-al-tramonto

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

XXVIII

Seduta.

Di notte, in cucina, sotto la bianca, impietosa luce di un neon,

davanti a un tavolo sul quale c’era un unico oggetto. Con le lancette

dell’orologio appeso al muro a scandire un tempo inutile e infinito, e

le palpebre pesanti, sul punto di chiudersi, malgrado la posizione

scomoda che aveva assunto, il più possibile eretta, le mani sul

ripiano, le dita aperte.

Il sonno. Nonostante i pensieri, i dubbi, i ricordi che danzavano

senza interruzione nella mente, in superficie e nel subconscio, il

maledetto sonno allungava gli artigli per ghermire la coscienza e

trascinarla in fondo a un abisso colmo di orribili scene impastate di

passato e paure, incubi che le avrebbero spaccato il cuore.

Sara era sicura che sarebbe morta di notte.

Ne era certa dagli ultimi giorni di Massimiliano, quando aveva

compreso all’improvviso, sdraiata nella stanza dell’albergo che non

riusciva a lasciare, di essere rimasta sola. Davvero sola,

completamente sola. Senza il lavoro, senza il figlio, senza la

famiglia.

E, soprattutto, senza di lui.

Si riscosse, rendendosi conto che la testa ciondolava sul collo.

Riportò l’attenzione sull’oggetto al centro del tavolo, l’oggetto che

avrebbe potuto salvarla almeno per quella notte, trasmettendole

l’energia per scendere di nuovo in cantina a cercare elementi antichi

che forse avrebbero gettato un po’ di luce sul destino della bambina;

ma anche solo la forza di leggere un libro, o guardare un vecchio

film e aspettare un’alba lenta e lontanissima.

La boccetta delle pillole magiche. Ancora sigillata.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!