19.05.2023 Views

sara-al-tramonto

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

XXIV

Sara e Pardo si qualificarono alla ragazza che li aveva accolti nella

sala d’aspetto dello studio di Gianpiero Molfino.

Considerata l’età, l’ispettore escluse che si trattasse della Astolfi,

la storica segretaria dell’imprenditore ucciso, e ne apprezzò i fianchi

fasciati da una stretta gonna quando la giovane si girò per andare ad

annunciarli.

L’uomo che venne loro incontro aveva l’aria seria, quasi

preoccupata, e somigliava parecchio a Dalinda: per certi versi, però,

uno era quasi l’opposto dell’altra. Stessi occhi grandi e neri, liquidi e

intelligenti. Stessi zigomi alti, stesse labbra piene. Ma Gianpiero era

privo di elementi trasgressivi, niente tatuaggi o piercing. Aveva una

corporatura sottile, mani nervose, e portava un paio di occhiali dalla

montatura antiquata.

Li invitò a seguirlo in una stanza in fondo a un corridoio, con al

centro un tavolo ovale per conferenze. «Preferisco non usare l’ufficio

se non per questioni di lavoro» si giustificò. «Gradite un caffè o

altro?»

Pardo declinò l’offerta e disse:

«Dottor Molfino, scusi per l’intrusione. Si ricorderà di me, ci siamo

incontrati in occasione della disgrazia».

L’altro precisò:

«Omicidio, ispettore. Non disgrazia. E mi ricordo molto bene di lei.

Come potrei dimenticare chi mi ha comunicato la notizia più terribile

di tutta la mia vita?».

Nonostante il tono tranquillo, Sara rilevò l’enorme inquietudine

che traspariva dalla bocca serrata e dal guizzare di un muscolo sotto

lo zigomo. L’ampia radice del naso era indizio di un’ottima memoria,

perciò non c’era da stupirsi che Gianpiero si ricordasse di Pardo.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!