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sara-al-tramonto

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«Sembra che hai microfoni piazzati ovunque. Comunque, questo

che indicazioni ci dà?».

«Ci conferma che le preoccupazioni di Dalinda non sono campate

in aria, per cominciare. E che Doriana crede sinceramente di poter

curare il malessere della nipote con le vitamine, il che magari è vero.

Ora però dobbiamo riuscire a incontrare Gianpiero e approfondire il

quadro clinico di Molfino prima del decesso.»

Pardo sorrise sardonico:

«Nient’altro? Per ottenere informazioni, bisogna interrogare la

gente, accedere a dati riservati, costringere professionisti a violare

vincoli di riservatezza. Chi siamo, la Stasi?».

«In effetti questo è uno dei problemi, dal momento che l’inchiesta

è stata chiusa così in fretta e Dalinda è in carcere con una condanna

per omicidio.»

Davide scattò:

«Ancora con questa storia! Ma lo capisci che in pratica avevamo

una confessione? Se uno dovesse andare a fondo anche quando c’è

un colpevole… Ti ricordo che la stessa Dalinda non ha escluso di

aver ammazzato il padre. Il punto è: le preoccupazioni per Bea sono

fondate? La morte di Andrea Molfino per me non c’entra».

Sara parve riflettere su quello che aveva detto l’ispettore. Quindi

replicò:

«È vero. Ma è altrettanto vero che non possiamo scartare l’ipotesi

di una connessione tra le due cose. Senti, credo che dovremmo

procedere in questo modo: alla famiglia Molfino mi presenterò come

assistente sociale e, considerato il processo a carico di Dalinda, sarà

indispensabile la presenza della polizia, cioè la tua».

«E con i medici o l’ospedale? Per avere accesso alle cartelle

cliniche…»

«Non preoccuparti, ho qualche idea. Agirò dietro le quinte. Ora

però andiamo a incontrare Gianpiero. Lungo la strada ti aggiorno su

quello che ho scoperto.»

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